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Inutile aspettare il treno. Non c’è nessun treno


Tao
 Tao
Illustrious Member
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E’ bene annotare subito che la fetta più grossa dei 300 miliardi di capitalizzazione che le borse europee hanno ieri bruciato sui mercati riguardano in massima parte il settore bancario. E non intendo le banche italiane, ma tutte le banche. La Société Générale francese è andata sotto del 12%. En passant notiamo che il portentoso asse carolingio vede il CAC 40 a Parigi che lascia sul terreno il -5,5% e il DAX 30 a Francoforte che va sotto del 6%. Sarebbe difficile immaginare una beffa dei mercati più urticante di questa dopo il vertice tra la Merkel e Sarkozy, i principi elettori dell’eurozona.

Ma soprattutto sarà meno facile da oggi continuare ad attribuire i problemi della nostra borsa e dei nostri titoli di stato unicamente alla nostra indisciplina di bilancio. Con il -6,15% del FTSE MIB noi facciamo peggio di tutti, ma dovremmo cominciare a liberaci del nostro complesso di pecore nere. Il riacquisto del nostro debito pubblico da parte della BCE non lo decide né la Merkel né Sarkozy, quanto alla nostra speranza di salvare il collo con l’emissione di eurobond (indiscutibilmente un potente strumento antispeculazione), dovremmo considerarli un fattore dell’equazione solo quando li vedremo sul tavolo. Per il resto sarebbe bene piantarla di sentirci continuamente sotto esame — dato che le persone sul pulpito stanno appena meglio di noi –, e fatto un serio sforzo per rimettere a posto i nostri conti, dovremmo considerare l’obiettivo della crescita una priorità di pari livello. Con l’ossessione dell’austerity ci stiamo preparando la via a una recessione senza fine, e in cambio di contropartite assai dubbie.

Qui naturalmente ci incagliamo sulle secche politiche di casa nostra. Abbiamo un governo che è la somma di tutte le concrezioni di malaffare economico del paese, e abbiamo un’opposizione organizzata attorno a un partito come il PD che sta alla destra di Warren Buffet. Una severa patrimoniale che colpisca i ricchi in quanto tali non è nel radar del nostro dibattito politico (per non parlare del soldi che buttiamo nelle “missioni di pace”). Eppure il gettito sarebbe cospicuo.

Ma non dobbiamo perdere di vista che i problemi di equità che la manovra finanziaria pone sono solo una parte del problema. L’altra parte riguarda non dove troveremo i soldi ma che uso ne faremo. Il governo italiano (il governo di cui avremmo bisogno) deve investire nella creazione di posti di lavoro e sostenere il reddito delle famiglie, cioè deve fare investimenti e protezione sociale, e non solo tagli per compiacere le agenzie di rating. Non è una questione di equità ma di sopravvivenza. L’oppio neoliberista secondo cui dobbiamo mettere a posto i conti — cioè tagliare e privatizzare, nel loro gergo –  per agganciare la locomotiva della ripresa e insensato perché non c’è nessuna locomotiva e nessuna ripresa in vista. E cominciano a capirlo anche francesi e tedeschi.

Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com/
Link: http://subecumene.wordpress.com/2011/08/19/inutile-aspettare-il-treno-non-ce-nessun-treno/
19.08.2011


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