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Italexit. Si studiano gli scenari

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PietroGE
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http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/italia-cresce-movimento-chi-vuole-mollare-europa-soprattutto-128395.htm

COSA DOBBIAMO FARE PER USCIRE SENZA DANNI DALLA MONETA UNICA

Carlo Pelanda per ''Libero Quotidiano''

Per restare nell' euro o uscirne, evitando danni, comunque l' Italia dovrebbe fare le stesse cose entro un periodo di 5 anni. Questo è il risultato di una simulazione macro svolta dal mio gruppo di ricerca, che qui semplifico. In questo momento l' Italia non può né restare nell' euro né uscirne senza danni e c' è bisogno di un tempo tecnico per rinforzarla affinché o possa stare più comodamente nell' euro stesso oppure tornare con tranquillità alla sovranità monetaria e di bilancio.

La priorità è ridurre il debito. Le regole dell' Eurozona impongono di farlo con metodi deflazionistici, per esempio il rigore inteso come più tasse e meno spesa per investimenti, creando un paradosso: se l' Italia riducesse il debito seguendo le euroregole cadrebbe in una decrescita inarrestabile.

Prima del burrone, dove si sfracellerebbe anche l' euro, l' Italia sarebbe "salvata" da un commissariamento europeo, cioè dalla Germania, che garantirebbe la sua finanza pubblica, ma in cambio di una ascarizzazione geopolitica, di un' accettazione del rigore estremo e del dominio tedesco sul sistema economico italiano.

La Germania, però, potrebbe non trovare vantaggi in tale operazione, preferendo una crisi totale dell' Italia che farebbe implodere l' euro, imputando a Roma la catastrofe, sapendo che poi l' Italia se la conquisterebbe comunque senza dovere spendere soldi di garanzia, cosa alla quale l' elettorato tedesco è totalmente ostile. La priorità per Berlino sarebbe di evitare una svalutazione competitiva che darebbe impulso alla residua ma ancora robusta potenza industriale italiana a danno di quella tedesca, motivo per il quale ha voluto l' Italia nell' euro nonostante non rispettasse i parametri.

Certamente nei think tank tedeschi, a porte chiuse, si valuta con simulazioni simili a quella qui accennata se convenga dare un po' di euroflessibilità all' Italia per allungarne l' agonia senza farla morire, tenendola sotto controllo con lo strumento europeo, oppure far crollare l' euro e annettere un' Italia in ginocchio nell' area del nuovo marco. Ma, appunto, la flessibilità che la Germania può accettare senza rivolte interne è poca e pertanto le alternative per l' Italia sono l' agonia lenta oppure l' implosione indotta strumentalmente.

Sarebbe meglio uscire, quindi? Se si trovasse un modo, ora come ora, il mercato finanziario globale pretenderebbe un premio di rischio insostenibile per rifinanziare il debito italiano, il sistema bancario perderebbe capitali e le imprese si troverebbero senza credito, la lira resterebbe svalutata a lungo inducendo barriere doganali negli altri europei, e l' inflazione distruggerebbe il potere d' acquisito di salari e pensioni, ecc., nonostante la possibilità di stampare moneta, e monetizzare il debito, fornita dal ritorno alla sovranità monetaria. Interverrebbe l' America a salvarci perché pilastri della Nato?

Un po', ma non a sufficienza perché avrebbe come interlocutore principale la Germania - le potenze si accordano tra pari - e lascerebbe a Berlino il compito di sistemare il casino italiano.

Alla fine, se l' Italia non risolve il problema del debito non potrà né restare nell' euro né uscirne senza danni fatali. Ma come farlo entro l' eurogabbia che impedisce stimolazioni in deficit della crescita?

L' unica è vendere patrimonio pubblico per ridurre almeno di un 20% il debito complessivo, circa 450 miliardi. Il patrimonio disponibile (immobili, concessioni e partecipazioni) è superiore a questa cifra e gli immobili trasferiti agli enti locali possono essere ricollocati in un fondo centrale.

Si tratta di conferire il patrimonio in un fondo con la missione di valorizzarlo sia facendolo rendere di più sia vendendolo in tempi lunghi, ma subito emettendo obbligazioni con sottostante il rendimento di tale operazione. Queste obbligazioni, poi, potranno essere date in pagamento dei titoli di Stato giunti a maturazione a una platea globale di investitori istituzionali, senza dover fare nuovo debito per ripagarli. E così si ridurrebbe il debito, anche in soli 3 anni, con un risparmio di circa 18 miliardi all' anno sulla spesa per interessi e di altri 4 almeno sul costo di rifinanziamento grazie al miglioramento del rating.

Con circa 22 miliardi in più all' anno un governo potrebbe avviare una detassazione più spinta, più investimenti modernizzanti e allo stesso tempo arrivare al pareggio di bilancio. La crescita in Italia aumenterebbe migliorando ulteriormente il rapporto debito/Pil. Al quarto o quinto anno, in questo scenario, potremmo sia stare a nostro agio e più potenti nell' Eurozona, de-germanizzandola, sia, grazie a più solidità, tornare alla sovranità monetaria ottenendo fiducia dal mercato internazionale. Solo così potremmo scegliere.

La finanziarizzazione del patrimonio per ridurre il debito è operazione difficilissima? Certo, ma non impossibile con una buona ingegneria. Proviamoci, invece di euroagonizzare giulivi, a sinistra, e di straparlare come galline senza testa, a destra e tra le stelle.


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alecale
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credo che il problema non sia la moneta ,, ma le ritorsioni terroristiche .


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PietroGE
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L' unica è vendere patrimonio pubblico per ridurre almeno di un 20% il debito complessivo, circa 450 miliardi. Il patrimonio disponibile (immobili, concessioni e partecipazioni) è superiore a questa cifra e gli immobili trasferiti agli enti locali possono essere ricollocati in un fondo centrale.[/b]

Si tratta di conferire il patrimonio in un fondo con la missione di valorizzarlo sia facendolo rendere di più sia vendendolo in tempi lunghi, ma subito emettendo obbligazioni con sottostante il rendimento di tale operazione. .

Questo tipo di tentativo di riduzione del debito non mi sembra nuovo. Il problema però, se capisco bene, è che il valore nominale non coincide poi con quello che si incassa. Se io avessi un milione in azioni e provo venderle tutte difficilmente otterrei un milione di euro. Dipende dalla vendita e da chi è disposto a comprare.
La riduzione del debito rimane un problema molto difficile.


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annibale51
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Premetto che sono un contadino un po' scemo ma secondo me Carlo Pelanda ha preso un abbaglio: "se l' Italia riducesse il debito seguendo le euroregole cadrebbe in una decrescita inarrestabile" Carlo, sono già 8 anni che siamo in decrescita inarrestabile, te ne sei accorto? Poi, non si capisce a chi vuoi vendere gli immobili pubblici per ridurre il debito. A chi li vendi Carlo? Chi te li compra? Ti sei accorto che l' immobiliare è in crisi? Poi...se sanno che devi vendere qualsiasi investitore aspetta QUANDO SVENDI...più si aspetta e più il valore degli immobili cala. E' meglio che tu vada in pensione Carlo. Azz...chissà quanto è costato questo studio!


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makkia
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L' unica è vendere patrimonio pubblico per ridurre almeno di un 20% il debito complessivo, circa 450 miliardi. Il patrimonio disponibile (immobili, concessioni e partecipazioni) è superiore a questa cifra e gli immobili trasferiti agli enti locali possono essere ricollocati in un fondo centrale.[/b]

Si tratta di conferire il patrimonio in un fondo con la missione di valorizzarlo sia facendolo rendere di più sia vendendolo in tempi lunghi, ma subito emettendo obbligazioni con sottostante il rendimento di tale operazione. .

Questo tipo di tentativo di riduzione del debito non mi sembra nuovo. Il problema però, se capisco bene, è che il valore nominale non coincide poi con quello che si incassa. Se io avessi un milione in azioni e provo venderle tutte difficilmente otterrei un milione di euro. Dipende dalla vendita e da chi è disposto a comprare.
La riduzione del debito rimane un problema molto difficile.

No, non è un'idea nuova. E' vecchia come la svendita dell'IRI. Intanto la proponi come soluzione difficile da applicare ma ragionevole. Poi, una volta impantanato "senza ritorno" nel progetto, dici non ci si è riusciti, ma si può fare lo stesso. Ecco come:
http://www.libreidee.org/2014/09/rubarci-acqua-luce-e-gas-ecco-la-riforma-del-titolo-v/


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annibale51
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"E' vecchia come la svendita dell' IRI"...ecco, ora c' è il senso: svendere il patrimonio pubblico italiano, farlo digerire al popolo e non risolvere un pippio, questo è il senso. In effetti mi sembra strano essere più sveglio di Carlo Pelanda. E bravo Carlo...


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makkia
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"E' vecchia come la svendita dell' IRI"...ecco, ora c' è il senso: svendere il patrimonio pubblico italiano, farlo digerire al popolo e non risolvere un pippio, questo è il senso. In effetti mi sembra strano essere più sveglio di Carlo Pelanda. E bravo Carlo...

Guardati il tube, son tre minuti. C'è MOLTO di più di questo.
La svendita delle utility, significa trasferire il debito ai privati, senza che se ne accorgano (le bollette...) e levarlo dalle spalle dei soliti noti.

Un piccolo "ad hominem". Bisognerebbe guardare le idee e non la persona. Lo so.
Tuttavia ha scritto il suo ultimo libro insieme a Luttwak e a Tremonti, e lo intitola "il fantasma della povertà".
In pratica siamo alla solita "shock economy", solo che lo shock, invece di essere esterno, ce lo costruiamo da soli con la paura.


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cedric
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...
La priorità per Berlino sarebbe di evitare una svalutazione competitiva che darebbe impulso alla residua ma ancora robusta potenza industriale italiana a danno di quella tedesca, motivo per il quale ha voluto l' Italia nell' euro nonostante non rispettasse i parametri.[/b]
...

Gratta gratta alla fine sempre lì si finisce: svalutare, svalutare, svalutare, la strana coppia cinghialotto&topolino se la godrebbe un mondo!


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annibale51
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@ makkia: Ho guardato il video e ti devo ringraziare, specie sull' ultima parte. Il giorno che gli italiani brava gente (mai) troveranno il coraggio di impiccare certa gente sarà comunque tardi. Poi sull' uscita dall' euro. Io non vedo problemi se fossimo un popolo...non lo siamo...l' Italia è un' accozzaglia di persone con storie e culture millenarie diverse. Da quando è stata "unificata" è diventata col tempo un paese di BUROCRATI...tutti furbi. E doverosamente al servizio di forze straniere. Se siamo nell' euro lo dobbiamo a questi, non certo alla gente comune, e ci siamo per l' unico motivo di poter continuare a spendere e "MAGNARE". Fuori dall' euro il mercato ci avrebbe di fatto impedito di collocare i BTP già da molti anni...e la BUROCRAZIA a soffrire... Con l' Euro bene o male paghiamo gli interessi sui BTP, se pur in qualche misura taroccati, all' 1-2%, fossero il 5-7% come 15 anni fa saremo già falliti. Poco importa alla BUROCRAZIA se l' Euro ci è costato decrescita, fallimento di un terzo dell' industria, crisi dell' immobiliare e impoverimento generale...alla BUROCRAZIA importa niente.


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cedric
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...
Con l' Euro bene o male paghiamo gli interessi sui BTP, se pur in qualche misura taroccati, all' 1-2%, fossero il 5-7% come 15 anni fa saremo già falliti.

Lo sanno bene le famiglie della ex classe media italiana che dagli interessi di BOT e BTP al 10% "tiravano su" un terzo stipendio oltre a quelli della mogli e del marito.

Adesso con i tassi negativi costoro hanno iniziato a "fare del bene a chi è in difficoltà", gentile espressione per definire l'usura con i soldi prestati a strozzinaggio (il vecchio 10% dei BTP!) magari a d amici e parenti....

A sentire certi ambienti bene informati il fenomeno è dilagante, ma non se ne parla perchè non sta bene....


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annibale51
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Vorrei anche aggiungere che il mondo intero vuole un Italia debole. Purtroppo ha una posizione geografica troppo strategica, per il Mediterraneo ci passano tutti...impossibile per l' Italia essere indipendente. @cedric: è un altro conto


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pingus
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Alla fine, se l' Italia non risolve il problema del debito non potrà né restare nell' euro né uscirne senza danni fatali. Ma come farlo entro l' eurogabbia che impedisce stimolazioni in deficit della crescita?

Non ho capito questo articolo: si pensa a come evitare che ci inculino (con le loro regole), ma rispettando le regole?

invece di fare uno stupido referendum se uscire dall'euro o meno, si fa un referendum se accettare o meno gli stupidi trattati.poi si fa tutto quel che serve per uscire bene alla faccia delle regole


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kenobi
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Sarebbe meglio uscire, quindi? Se si trovasse un modo, ora come ora, il mercato finanziario globale pretenderebbe un premio di rischio insostenibile per rifinanziare il debito italiano, il sistema bancario perderebbe capitali e le imprese si troverebbero senza credito, la lira resterebbe svalutata a lungo inducendo barriere doganali negli altri europei, e l' inflazione distruggerebbe il potere d' acquisito di salari e pensioni, ecc., nonostante la possibilità di stampare moneta, e monetizzare il debito, fornita dal ritorno alla sovranità monetaria.

-ho fatto un edit-

in approfondimenti di questo tipo vedo ricorrere quasi sempre due sole opzioni, quella di restare nell'euro oppure di fare un'uscita azzardata e potendo immaginare il disastro che succederebbe (qui un esempio: http://memmt.info/site/i-no-euro-che-rischiano-di-fare-un-disastro-ve-lo-raccontiamo/)

Una terza via per chi interessa esiste veramente.. e mi pare un articolo interessantissimo, a prescindere:

http://memmt.info/site/tornare-alla-lira-la-mmt-annienta-la-speculazione-ve-lo-raccontiamo/


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Anonymous
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L'importante e' che si faccia tutto o il contrario di tutto a seconda dell'umidita' dell'aria e della direzione dei venti senza interrogare la gente. La gente e' ignorante per definizione, specie alcune categorie, che cambiano a seconda dell'umidita' e del vento. Niente referendum. Lasciateli lavorare.


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spadaccinonero
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l'euro non è una moneta, l'euro è politica

è lo strumento che apre le porte al multiculturalismo, alla nuova "etica" e dei cervelli all'ammasso

non è qualcosa di cui puoi disfarti con un referendum, tra l'altro in Italia lo riconfermerebbe pure sto cavolo di euro...


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