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Italia: il golpe "democratico"

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Pellegrino
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Italia: il golpe "democratico" contro il nucleare

14 giugno 2011 (MoviSol) - Il referendum anti-nucleare che si è tenuto il 12-13 giugno in Italia è il tipico esempio di come un moto popolare (lo "sciopero di massa" di cui parla LaRouche) possa essere trasformato in una rivolta giacobina. In un periodo di giusto fermento contro politiche economiche fallite, contro la disoccupazione e la perdita di speranza per il futuro, chi credeva che il voto potesse servire a mandare un messaggio alla classe politica è stato invece portato a compiere una scelta catastrofica sull'energia.

Oltre il 90 per cento degli elettori che hanno votato ha respinto il nucleare, assicurando che in Italia non se ne parli per almeno un decennio. A urne calde, Berlusconi ha già annunciato la svolta a favore delle "rinnovabili".

Il popolo italiano è stato raggirato e indotto a sostenere una crociata organizzata dalla fazione anglofila il cui rappresentante di spicco è il finanziere Carlo De Benedetti. Il referendum non è stato organizzato "dal basso", ma dall'alto, da uno dei cavalli della scuderia dell'ingegnere, Di Pietro. Come abbiamo spesso denunciato sul questo sito, l'agenda di De Benedetti è di deindustrializzare l'Italia. Il fatto che egli possieda la più grande impresa di energie rinnovabili è solo un predicato di una politica che segue l'istinto di una specie, quella oligarchica.

In questo modo l’Italia rinuncia al progresso tecnologico fondamentale e si condanna ad un futuro di energia scarsa e costosa. Oltre ad essere inferiori in termini tecnici, le rinnovabili non sono sufficienti neanche lontanamente a soddisfare il fabbisogno energetico di un paese avanzato, come sa benissimo chi osteggia il progresso economico nel nome dell’”equilibrio” o della decrescita. Si è approfittato del disastro naturale dello tsunami in Giappone per disseminare falsità a non finire sull’energia nucleare, riempiendo televisioni, giornali e manifesti elettorali con la propaganda pura. Il risultato è stato una psicosi anti-scientifica collettiva che ora il Paese pagherà per molti anni a venire, proprio come successe dopo il referendum del 1987, organizzato allo stesso modo.

Gli altri quesiti referendari hanno contribuito a confondere l'opinione pubblica e a far credere che fosse un referendum per liberarci del Cavaliere. Il quesito sull’acqua, benché poco chiaro in termini legislativi, è stato oggetto di una forte sensibilità popolare. Questa protesta contro la politica delle privatizzazioni però va vista come un messaggio forte ad entrambi gli schieramenti politici; infatti spesso il Pd scavalca sia Berlusconi che Ferrara nelle liberalizzazioni. Il vero cambiamento nelle condizioni di vita passa per una politica di intervento statale a favore delle attività produttive e delle tecnologie avanzate, come quello attuato da Franklin D. Roosevelt negli anni Trenta, e non per il fanatico mercatismo dell’Unione Europea e del FMI.

L'istituto del referendum dovrebbe essere usato solo in casi importanti come una nuova costituzione, o provvedimenti analoghi. Questo gli italiani l'avevano capito, bocciando ogni referendum dal 1996 ad oggi. La propaganda alla Goebbels su Fukushima li ha convinti che si trattasse di vita o di morte. Ma quando veramente di questo si tratta, come nel caso dell'Euro e del Trattato di Lisbona, gli organizzatori della "volontà popolare" si guardano bene dal chiamare il popolo a votare.

http://www.movisol.org/11news100.htm


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dana74
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chissà se ci concedessero il referendum sul WTO, sul trattato di Lisbona, sull'adesione all'Ue, sulla Nato che roba verrebbe fuori.
A patto che ci sia corretta informazione a riguardo...
Temi importanti sì, ma che non tocchino l'establishment..(tanto caro ai soliti)

Son d'accordo riguardo alla strumentalizzazione partitica ma riguardo al progresso tecnologico costituito dal nucleare per favore non scherziamo, trovo perfino insolente e di cattivo gusto soltanto pensarlo.


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Pellegrino
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Dana, l'articolo che ho postato ha una posizione sul nucleare che non è la mia, ma getta uno sprazzo di luce sugli interessi che sono dietro a tutta la questione. E sono i motivi per cui, nonostante tutto, non trovo niente per cui festeggiare negli avvenimenti degli ultimi giorni.


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terzaposizione
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Credo che il referendum sulle multi-utility, volgarmente sull'acqua se fosse stato spiegato/difeso dal Governo avrebbe avuto un esito diverso,ma per quanto rigurada il nucleare vorrei che qualcuno confutasse le seguenti affermazioni :
minimo 20anni (in italia) per la costruzione,un'era geologica.
5/6 Paesi exportatori di uranio, un monopolio rispetto a oil/gas e disponibilità limitata,oltre ad un enorme impatto ambientale per l'estrazione
nessun costo perchè nessuna soluzione esistente sulle scorie ( a meno che non bombardiamo l'Africa con uranio impoverito per decenni )
miliardi in cassa a multinazionali, poche centinaia di posti di lavoro creati
acquisto tecnologia non considerata TOP quella di Veolia, quindi non vedo dove utilizzare le potenzialità dei presunti scienziati italiani ( i migliori sono emigrati da lustri)


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Enrico
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Trovo l'articolo veramente penoso e chi l'ha scritto sembra esser sceso oggi da un altro pianeta.
E' ovvio che dietro ogni produzione energetica ci sia un'industria con aziende che fanno lobby ed esercitano pressioni. Così come è scontato che anche dietro le energie rinnovabili, ricavate da acqua-sole-vento-mare-calore della Terra, ci siano grossi interessi economici in gioco.
Ma ritengo le energie rinnovabili dell'ottimo cioccolato rispetto alla conclamata merda delle energie NON rinnovabili ricavate da petrolio-carbone-gas-nucleare.
E quindi ben venga chi investe nella ricerca e produzione di energia ricavata da fonti pulite e inesauribili, e che giustamente ne vuole trarre poi il giusto profitto.


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Pellegrino
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Enrico, ho dato uno sguardo al tuo blog, tutto Fatto/Conchita/Gramellini + E-democracy....

Che ti devo dire... capisco...


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vic
 vic
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C'e' un aspetto che si tende a sottovalutare del referendum: quello di evitare subbugli popolari al buio. Una democrazia senza referendum e' morta e sepolta. Per questo l"UE cosi' com'e' e' moritura: chiama parlamento un posto dove non si parla di leggi. Chiama leggi quelli che sono dei dictat.

Sulla questione delle energie rinnovabili, certo che un pensierino da ingegneri occorrerebbe farlo. L'idea funziona senza troppi problemi in posti scarsamente popolati, dove ogni comunita' puo' scegliersi la tecnologia rinnovabile che piu' le conviene. Ma per le metropoli come si fa?

E per i trasporti? L'aereo solare, che ha a bordo un solo personaggio, cioe' il pilota Giobbe, ha impiegato 16 (sedici) ore per volare da Bruxelles a Parigi. Guardate che a questo prototipo ci lavorano fior di ingegneri, eppure la velocita' e la capienza per ora e' questa. C'e' tutto qui:
www.solarimpulse.com/blog/2011/06/15/hb-sia-lands-in-the-city-of-light/

Le rinnovabili dovranno dimostrare la loro bonta' nei decenni, quando saranno in grado di rinnovarsi per davvero. Esse implicano anche un rinnovato spirito. Non si puo' avere contemporaneamente la botte piena e la moglie ubriaca.

Un esempio illustra la situazione. Il Piano della Greina e' un altipiano alpino bellissimo perche' incontaminato. Non c'e' presenza umana. A un certo punto se ne parlava per fare dei sondaggi onde depositarvi le scorie nucleari. La cosa venne recepita malamente, per cui i preposti cambiarono sito. Ora, con l'abbandono del nucleare rispunta la questione Greina. Ma sotto altra forma: e' uno degli ultimi siti alpini dove innalzare una nuova grande centrale idroelettrica. Ecco a cosa porta la politica delle rinnovabili, a decidere cose del genere. Poi verra' la volta dell'eolico, si sfrutteranno tutte le localita' immaginabili, ma ce ne vogliono di pale eoliche per fare una sola turbina idroelettrica. I treni sempre piu' numerosi e sempre piu' veloci richiedono energia ben superiore di quella che puo' fornire una pala eolica, che fra l'altro non gira necessariamente secondo l'orario dei treni. E poi e' sufficiente osservare la velocita' di rotazione della pala (che non pesa come un treno) e quelle delle ruote del treno per capire il problema. Quante pale servono per far andare i treni? Domanda pratica e concreta, che esula dalla filosofia. Qual e' la risposta precisa? Non e' difficile da dare, quindi aspetto.

La politica delle energie rinnovabili e' tutta da scoprire cammin facendo. Meglio non farsi troppe illusioni, soprattutto sulla velocita' con la quale potra' essere messa in atto in modo sostanziale.

Bastera' una scoperta da nulla, un'inezia nelle conoscenze del nucleare, per ribaltare di nuovo la situazione. E' la questione tecnologica della cosiddetta fusione fredda. Perche' se la fusione fredda funzionera' a livello industriale, sara' ben difficile, fatti quattro calcoli, che l'eolico o il fotovoltaico le facciano una concorrenza decisiva.

Meglio muoversi in un miscuglio mentale fra illusione e speranza. Un po' come fa il velista che sfrutta il vento non necessariamente seguendolo. Anzi va piu' veloce se ci si mette di traverso. Ma che determina la rotta non e' solo il vento, anche l'obiettivo, soprattutto l'obiettivo: che dovrebbe essere di disporre di tanta energia a costi irrisori e non di poca a costi stratosferici. Costi intesi in senso lato, comprendenti anche i costi ambientali, sociali, genetici e sanitari, esattamente quelli con cui il nucleare all'uranio s'e' suicidato.


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Enrico
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Pellegrino, mi sa che invece non hai capito proprio niente...e se hai un po' di tempo magari fatti un giro nel blog, non fermarti agli ultimi due post.
E comunqe una cosa forse l'avrai capita: sono contrario al nucleare. Sono libero di esserlo, così come tu sei libero di trasferirti a Fukushima e dintorni.


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Pellegrino
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Sono libero di esserlo, così come tu sei libero di trasferirti a Fukushima e dintorni.

mentalità da e-democracy.

..per altro, anche tu, se non ti fossi fermato alle prime due righe avresti letto dove dico " l'articolo che ho postato ha una posizione sul nucleare che non è la mia, ma...."


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Pellegrino
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se hai un po' di tempo magari fatti un giro nel blog, non fermarti agli ultimi due post.

Su tuo invito sono andato oltre, se ti interessa l'idea che mi sono fatto è che tu cavalchi e fai parte, qui in italia, di quelle stesse forze che ritieni 'strumentalizzatrici' in medio oriente e nord africa.


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Enrico
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Sei eccezionale Pellegrino....mi spiegheresti per favore cosa significa la mentalità da e-democracy?

E poi, di grazia, ti chiederei lumi sul "tu cavalchi e fai parte, qui in italia, di quelle stesse forze che ritieni 'strumentalizzatrici' in medio oriente e nord africa".

P.S. Non vivo in Italia...


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Pellegrino
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P.S. Non vivo in Italia...

Ma scrivi di italia. Perfettamente nel clichè.
Come i blogger libici che vivono in svizzera e quelli siriani che stanno ad amburgo.


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Enrico
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Pellegrino, non hai risposto alle mie domande ma hai dimostrato ancora una volta che ne devi mangiare di pane e salame...


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Pellegrino
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Pellegrino, non hai risposto alle mie domande ma hai dimostrato ancora una volta che ne devi mangiare di pane e salame...

..si, si.. detto da un fan di 'Conchita'... un vero anticonformista che ha il 'coraggio' di sparlare di brunetta quagliariello e ruby ...sai che cruccio che me ne viene...


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Enrico
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..."e quelli siriani che stanno ad amburgo"...Edimburgo, Pellegrino...pane e salame, ma tanto pane e salame...

Ti piace Conchita, eh?


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