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L 'inguaribile malattia del complotto


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
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In Italia la notizia dell’uccisione di Osama bin Laden è stata accolta da molti con scetticismo o con il pregiudizio che la notizia sia falsa, oscura o perlomeno manipolata.

Nelle lettere che riceviamo qui al giornale, nelle mail, come nelle chiacchiere che attraversano il nostro Paese emerge un vizio tutto italiano, che ci accompagna da decenni.

Ognuno di noi credo abbia avuto anche ieri la stessa esperienza: incontrare qualcuno che scuote la testa e, mentre sorride cercando complicità, dice: «Ma non è certo Osama bin Laden».

Un concetto declinato con mille variabili: ma perché dovremmo crederci? A chi fa comodo? Perché proprio adesso? Perché tutta questa fretta di gettarlo in mare? Perché non ce l’hanno fatto vedere? Il tutto poi racchiuso nella rassicurante frasetta magica: è un «giallo».

Se si prova a rispondere che quelle foto scatenerebbero la furia degli estremisti, che nessun Paese era disponibile ad accettare la salma e che si voleva evitare di creare un luogo di pellegrinaggio per fanatici e terroristi, allora si è guardati quasi con compassione. Sono così belle le teorie cospirative che ogni tentativo di spiegazione semplice e razionale viene subito respinto con disgusto.

Intendiamoci, in tutto il mondo ci sono i teorici delle cospirazioni, quelli che sostengono che l’uomo non è mai andato sulla Luna (lo sbarco sarebbe solo una sceneggiata costruita negli studios di Hollywood), che Elvis Presley è ancora vivo o che nessun aereo ha mai colpito il Pentagono l’11 settembre del 2001. Ma queste idee appartengono a minoranze antisistema, non fanno breccia in ogni strato e in ogni ambiente della società.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama annuncia ufficialmente al mondo che i suoi militari, dopo una caccia durata quasi quindici anni, hanno individuato e ucciso Bin Laden, ma dalle nostre parti invece di discutere e dividersi se ciò sia giusto o sbagliato ci si chiede se sia vero e si pretendono le prove. Molti, a mio parere troppi, a sinistra come a destra, partono dal presupposto che il Presidente non dica la verità, o perlomeno nasconda qualcosa. Coltivare il dubbio non è un difetto, anzi una ricchezza delle democrazie, ma vivere con lo scetticismo come regola di vita rischia di essere una grande fregatura.

E stiamo parlando di Barack Obama, pensate se l’annuncio l’avesse dato George W. Bush. Si potrebbe immediatamente obiettare che proprio dalla Casa Bianca venne diffusa nel mondo la bufala delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein e ricordare come Colin Powell lo sostenne all’Onu mostrando la famosa fialetta. Dovremmo però ricordare anche il discredito che colpì Bush, Cheney e Powell quando si scoprì che non era vero, e come oggi la reputazione dei tre sia a pezzi, tanto che l’ex Presidente è forse l’unico a non essere invitato da nessuna parte a tenere lezioni e discorsi. Quei discorsi che a Bill Clinton fruttano milioni di dollari l’anno. L’America non ha mai perdonato ai suoi Presidenti il falso, basti l’esempio di Nixon e del Watergate. Negli Stati Uniti come nel resto d’Europa, ce lo hanno ricordato la Germania e la Gran Bretagna negli ultimi mesi, l’onorabilità e la reputazione sono tutto per un politico. La credibilità è l’unico patrimonio che possiede e si parte dal presupposto che sia tenuto a dire la verità, pena il licenziamento.

Da noi invece ci si contenta di non credere, di alzare le spalle o di deridere senza però presentare il conto a chi pure viene colto sul fatto. Questo accade perché la menzogna del potere è considerata una regola e il nostro rapporto con le istituzioni e con chi ci governa è totalmente rotto. In Italia è normale pensare che il capo del governo menta o manipoli le informazioni, per cui partiamo dal presupposto che tutto possa essere falso. E questo talmente ha fatto breccia dentro di noi che chi dubita di qualunque fatto lo fa a prescindere, non sente la responsabilità di cercare prove a sostegno della sua tesi, il controllo delle evidenze non lo riguarda. In questo modo però il dubbio inquina ogni cosa, mina ogni ragionamento e sfarina ogni certezza, impedendoci spesso di apprezzare e valutare serenamente gli avvenimenti.

Il tarlo italiano ha radici e motivazioni storiche, siamo il Paese di Ustica, delle bombe sui treni, del terrorismo rosso e nero, dei misteri e delle molte verità negate, e nasce certamente perché abbiamo avuto di fronte un potere opaco e sfuggente. Ma questo ha lasciato nella nostra società un modo di pensare, un vero e proprio abito mentale, che è diventato comodo e funzionale. Comodo perché divide tutto in bianco e nero e non dovendosi confrontare con le sfumature rassicura e semplifica.

Così accade di sentire, molto spesso e ad ogni livello, che non sappiamo nulla delle stragi o del terrorismo, che tutto è oscuro e coperto. Quante persone, per fare l’esempio più lampante, sostengono che non conosciamo la verità su Piazza Fontana? Sbagliano: non è così. Per la strage alla Banca dell’Agricoltura è corretto dire che non è stata fatta giustizia ma la verità storica è assodata: furono i neofascisti di Ordine Nuovo a mettere la bomba e poterono contare sulla complicità di una parte deviata degli apparati dello Stato. Ma per molti lo stereotipo e la frase fatta finiscono per essere più forti della storia e delle sue conquiste. Non vedere quello che si è ottenuto significa fare un torto a chi per anni si è battuto per ottenere la verità e lasciarsi invadere da quello scetticismo significa rinunciare a ogni partita e a ogni sfida.

Per tornare a Obama e Osama, negando a priori (ripeto: il dubbio è sano ma non il pregiudizio cieco) che questo fatto sia davvero successo ci neghiamo la possibilità di discutere e capire. Se una cosa non è accaduta perché dovremmo allora porci l’interrogativo se sia giusta o sbagliata e poi cercare di immaginarne le possibili conseguenze?

La Storia passerà avanti veloce, cambieranno gli scenari mondiali, forse ci toccherà registrare la potenza delle vendette e delle rappresaglie, ma noi non saremo stati in grado di capirle perché saremo rimasti fermi alle rassicuranti chiacchiere del bar, al sorrisetto, all’alzata di spalle.

Mario Calabresi
Fonte: www.lastampa.it/
Link: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=8691&ID_sezione=&sezione=
4.05.2011


Citazione
sandman972
Honorable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 502
 

L'America ha talmente "poco perdonato" le balle del suo presidente e del suo entourage che la maggioranza dei votanti lo ha rieletto (con tutti i dubbi del caso) per ben due volte, appoggiandone le strategie guerrafondaie. Ma sai, poverino, non lo invitano a fare dei discorsi in giro per il mondo, vuoi mettere che punizione sommaria che gli hanno riserbato???

Tutto il resto fuffa per tranquillizzare le menti del popolino, con un accenno di derisione e compatimento ormai standard, se "sei complottista". Sempre più la stampa=carta da ritirata.


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Eracle
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 219
 

Mario Calabresi come la maggior parte dei "giornalisti" moderni ha perso il contatto con la realtà.
Vive in un mondo fittizio.
O forse lavora anche lui per il Ministero della Verità.

Non commento l'articolo dal momento che è fin troppo facile riconoscere in esso le solite tecniche di debunking.


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esca
 esca
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 1083
 

Il silenzio è d'oro: perchè ostinarsi a rispondere alle menzogne con altre menzogne? Di fronte allo scetticismo inevitabile e generale sarebbe d'obbligo tacere, ma sappiamo che non lo potete fare.

Lo scetticismo è un atto di decenza dovuto ai grandi uomini che hanno operato in nome della verità fino a morirne. Infatti erano grandi abbastanza da risultare scomodi per il proseguimento dei piani oscuri.

Capisco che è difficile ma, per carità, ci risparmi la romanzina, compiendo così anche un gesto di rispetto per chi ha subito gravi perdite in tutti gli episodi sanguinosi, che i tempi del bavaglino li abbiamo superati da un pezzo.

Se quei sacrifici sono serviti a farci arrivare al punto in cui ci troviamo adesso, si renderà ben conto anche lei del significato di tutto quel sangue versato. Quindi non si capisce a quali lusinghieri traguardi alluda quando parla di verità, partite e sfide.

Il popolo americano non perdona? Il popolo americano - e non solo - purtroppo continua in gran parte a sbagliare dedicando risorse e fiducia ad una classe irrecuperabile da cui può solo ricevere esempi pessimi, e questa debolezza popolare (se così la vogliamo chiamare) la si deve anche e soprattutto all'eccellente esito di tutti gli esperimenti che sono stati condotti nel corso dei decenni precedenti sul controllo e la manipolazione mentale senza la quale, non v'è dubbio, ben pochi dei dirigenti ora costretti a veder ridotta la loro redditizia visibilità carismatica raccoglierebbero i pur sempre troppi consensi e balocchi attuali.

Forse ci toccherà assistere o subire direttamente sulla pelle quelle vendette e rappresaglie, di non meglio identificati fantasmi fanatici del terrore, che a più riprese voi giornalisti di regime ci state prospettando a mo' di promessa: credeteci se vi diciamo che siamo in grado fin da ora di comprenderne i principi, le origini e le motivazioni.

Un'ultima cosa sulla sparata del massacro marchiato 11 settembre 2001 come mito che disturba le contorte menti di una sparuta minoranza di complottisiti: trattasi, invece, di argomento ampiamente dibattuto e praticamente assimilato dalla maggioranza quale inside-job, come si usa dire in gergo; mi spiace per lei, ma mi risulta che se ne parli tranquillamente tra gli alunni e i professori di molte pubbliche scuole (che per adesso il sistema non è ancora riuscito a sotterrare malgrado innumerevoli tentativi) : il figlio di una mia carissima amica mi raccontava di come si interrogavano su quanto esplosivo ci sia voluto per fare crollare i grattacieli.


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dana74
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 14639
 

Calabresi ti sei mai chiesto che se esistono i teorici del complotto E' A CAUSA DELLE MEGABALLE CHE SPARATE?

Ma da voi scribacchini ovvio che ce l'vate con i teorici del complotto, VI SMASCHERANO PER QUANTO SIETE VILI E BUGIARDI E SERVI.

Ecco perché vi danno fastidio, se spacciaste la verità non esisterebbero le teorie del complotto.
Indecenti, potete solo rigirare la frittata e tentare pateticamente di screditare i complottisti, PERCHE NON AVETE ALCUNA PROVA O VERITA' con cui avvalorare le vostre balle.

Ma vai a scrivere le previsione del tempo va, pennivendolo degli ELkann.


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laeti87
Active Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 9
 

Ma forse lo scetticismo è l'unica arma rimastaci per continuare ad informarci, e non lasciarci rincoglionire dai mess media col sorriso beato di chi preferisce tenere gli occhi chiusi....


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terzaposizione
Prominent Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 902
 

Infatti siamo talmente complottisti noi italiani che non crediamo alla verità processuale sui killer del padre Commissario, basterebbe leggere gli atti del processo per capirlo.


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