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“Troppo tardi per ..."(intervista a Loretta Napoleoni)


Tao
 Tao
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“Troppo tardi per influire sulla guerra afghana. E l’euforia passerà”

Intervista a Loretta Napoleoni, economista

L’economista esperta di finanza del terrorismo, è convinta che l’uccisione del leader di Al Qaeda non avrà effetti di lungo termine politici o economici

«Quando un personaggio è diventato un’icona lo è tanto da vivo quanto da morto. Anzi, a volte da morto è persino un’icona più forte ».

Le parole di Loretta Napoleoni, economista, esperta di meccanismi di finanziamento del terrorismo internazionale, sono una doccia fredda per tutti coloro che di fronte all’uccisione di Osama Bin Laden hanno avuto un moto di speranza nella scomparsa di una rotella importante dell’ingranaggio per la guerra infinita che stritola da almeno un decennio.

Scusi, però la Borsa sembra pensarla diversamente: l’oro e il petrolio sono in picchiata e dal Giappone a Wall Street c’è una ventata d’ossigeno.

«No, guardi, non sta succedendo proprio niente. È solo l’effetto euforico che si verifica sempre dopo grandi avvenimenti internazionali. Le reazioni super positive dei mercati e le ottimistiche parole del presidente Obama spiccano in una situazione che di per sé è abbastanza critica. Ma nel lungo periodo la morte di Bin Laden non avrà alcun impatto né sull’amministrazione americana né sull’economia. Dalla prossima settimana si tornerà a guardare agli indicatori internazionali consueti. Non è mica stata risolta l’inflazione, sa?».

E se invece una morte del genere agevolasse il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan?

«Non credo che questo fatto produrrà alcun miglioramento neanche in Afghanistan, dove potrebbe persino pesare in modo negativo. Karzai può dire quello che vuole, è un supercorrotto e durante il suo “regno” i talebani non hanno fatto che guadagnare e consolidare il loro controllo su gran parte del territorio. Bin Laden è stato trovato in una zona residenziale a 70 chilometri da Islamabad, circondato da gerarchi amici o ex amici, protetto ma isolato dal mondo. Il suo unico contatto esterno era attraverso un corriere che oltretutto doveva andarlo a visitare assai di rado, se anche seguendo i suoi spostamenti agli americani ci sono voluti mesi e mesi per organizzare il blitz».

Dunque non ci sarà nessun DayAfter?

«Macché Day After. Sarà uguale al Day Before. Era un’icona anche se lontanissima, di cui da anni non si sentiva la voce, non si vedeva un’immagine, tagliato fuori da tv, telefono, Internet. Adesso è un’icona sicuramente morta ma pur sempre icona. Se fosse stato ucciso dieci anni fa allora sì, avremmo potuto sperare persino in un diverso corso delle cose, ma ora no, non direi proprio». Cosa sarebbe potuto essere diverso se fosse morto dieci anni fa? «Ci saremmo potuti risparmiare un debito Usa da 5 miliardi di dollari e probabilmente una crisi del credito così devastante. I tassi d’interesse non sarebbero dovuti rimanere così bassi. Senza contare l’enorme quantità di vite umane andate perse».

Quindi chi ci ha guadagnato?

“I talebani. Prima dell’11 settembre erano solo degli straccioni senza neppure i soldi per pagare gli stipendi ai loro combattenti, infatti glieli pagavano i Servizi pachistani. “

Oggi tengono testa all’esercito più potente del mondo, autofinanziandosi con il commercio dell’oppio».

Proprio nessuna chance per la riconversione in una economia di pace?

«La guerra che vediamo è una guerra di conquista. Non è la guerra ideologica che Osama avrebbe voluto: distruggere l’America per tagliare le gambe ai regimi arabi più corrotti a cominciare dalla sua Arabia Saudita. Tutto ciò oggi non ha più alcun significato. I talebani conducono una guerra per riconquistare la loro terra e, vivo o morto Osama, andranno avanti. Karzai cerca con loro un accordo solo per rimanere dove si trova. E questo è tutto».

Come tutto? Barack Obama ha detto che il mondo è più sicuro. E almeno a lui questa cattura gioverà.

«Sì, è chiaro che aver sconfitto il nemico numero uno giocherà positivamente sulle elezioni per il secondo mandato. Il problema è che le votazioni non sono tra un mese ma tra un anno e mezzo. E questo vuol dire che gli Usa non sono stati abbastanza forti, abbastanza sicuri da poter giocare questa carta quando più gli faceva comodo. Anche il corpo gettato a mare è una prova di ignoranza e debolezza. Dovevano restituirlo alla famiglia, così la patata sarebbe toccata a Ryad e non si sarebbe scatenata l’ira dei musulmani».

Rachele Gonnelli
Fonte: www.unita.it
3.05.2011


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14387
 

sull'Unità anche la Napoleoni ha dovuto parecchio ribassare il tiro.
Da credito alla messa in scena di Obama, non ha minimamente accennato alla sua campagna elettorale che ne gioverà, ma ne ha approfittato per rimarcare quali bestie cattive siano i taliban (che sono indigeni rispetto agli americani) omettendo di precisare che debellarono la coltivazione dell'oppio quando governarono e governarono in pace oltretutto.
Ma anche a quel giornalaccio piace la guerra, ed il senso penso fosse quello, insomma pacifisti non risorgete che c'è ancora da fare "per rendere questo posto un mondo sicuro" come vuole l'impostore alla Casa Bianca


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