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La guerra «pulita» ad alto costo umano


Tao
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Pakistan. Le cifre e i morti per i bombardamenti nordamericani

È un’operazione di tra­spa­renza quella che il pre­si­dente Obama deve aver deciso di fare per rispetto nei con­fronti dei fami­gliari di Gio­vanni Lo Porto e War­ren Wein­stein, i due ostaggi uccisi a gen­naio da un raid aereo ame­ri­cano che aveva l’obiettivo di col­pire – come è stato — i due qae­di­sti ame­ri­cani Ahmed Farouq e Adam Gadahn. Ma è una tra­spa­renza opaca.

Non dice Obama esat­ta­mente dove i suoi droni hanno col­pito e non dice chi ne aveva la respon­sa­bi­lità diretta, chi comandò l’operazione ed è dun­que respon­sa­bile dei suoi effetti col­la­te­rali. Il segreto di Pul­ci­nella – il luogo è il Paki­stan e il man­dante è la Cia – si deve alle regole fer­ree della guerra al ter­ro­ri­smo che, pro­prio con Obama, ha avuto come carat­te­ri­stica l’espansione dell’uso dei veli­voli senza pilota. E’ stata con tutta pro­ba­bi­lità una delle tante ope­ra­zioni segrete nelle aree tri­bali del Paki­stan, pro­ba­bil­mente lungo il con­fine con l’Afghanistan, in uno dei tanti raid — not­turni, all’alba, in pieno giorno — che in que­sti anni hanno ucciso mili­tanti qae­di­sti o filo qae­di­sti e, con loro, migliaia di civili. Per errore. E’ una guerra che impiega per­so­nale ame­ri­cano distante chi­lo­me­tri dalla zona dell’attacco e che uti­lizza i droni che sta­zio­nano nei depo­siti delle basi Usa in Afgha­ni­stan. Una guerra “tol­le­rata” da Isla­ma­bad, ma una piaga nei rap­porti Usa-Pakistan per via di quella rei­te­rata vio­la­zione della sovra­nità nazio­nale che i droni com­piono indi­stur­bati e coman­dati a distanza. A diri­gere le ope­ra­zioni, i ser­vizi segreti che, con l’esercito, fanno prima sor­vo­lare le zone da col­pire e poi pia­ni­fi­cano le ucci­sioni mirate: una guerra pulita che non impe­gna truppe sul ter­reno e che si gioca come un video game. Quanto costa? Poco in ter­mini di spesa mili­tare. Molto in ter­mini di vite umane.

Le ope­ra­zioni con droni sono migliaia, anche se la mag­gior parte sono di carat­tere rico­gni­tivo e Paki­stan, Afgha­ni­stan e Yemen erano finora in testa alla clas­si­fica. Secondo diverse fonti (in gran parte gra­zie al lavoro del Bureau of Inve­sti­ga­tive Jour­na­lism) nel periodo 2004–2013 in Paki­stan il totale dei bom­bar­da­menti ame­ri­cani con droni sarebbe stato di circa 310 su 362. I morti oscil­la­vano tra 2.629 e 3.461 di cui un terzo (tra 475 e 891) sareb­bero civili. Il rap­porto 2013 dello Spe­cial Rap­por­teur dell’Onu Ben Emmer­son fornì un bilan­cio di almeno 330 raid in Paki­stan dal 2004 al 2012 con la con­se­guente ucci­sione di circa 2200 per­sone, tra cui un numero varia­bile tra 400 e 600 vit­time civili oltre ad altre 600 che ave­vano ripor­tato gravi ferite. Il rap­porto 2014 di Emmer­son con­fer­mava invece una decre­scita rile­vante delle ope­ra­zioni in Paki­stan nel 2013 (da met­tere in rela­zione col ten­ta­tivo di avvio di nego­ziati coi Tale­bani pachi­stani – poi fal­liti), ope­ra­zioni scese da un picco di 128 nel 2010 a 27 nel 2013 (ovvia­mente per il Rap­por­teur fanno fede solo i dati uffi­ciali in cui, ad esem­pio, non sarebbe pro­ba­bil­mente rien­trato il raid che ha ucciso Lo Porto). Infine nel 2014, ope­ra­zioni mas­sicce di bom­bar­da­mento aereo da parte del Paki­stan nelle aree tri­bali hanno pro­ba­bil­mente ancora ridotto la neces­sità di ope­ra­zioni esterne ame­ri­cane. Ma nello stesso rap­porto si sti­mava invece un aumento di tali ope­ra­zioni in Afgha­ni­stan al punto da essere rite­nute respon­sa­bili del 40% delle morti di civili. Stesso discorso per lo Yemen.

Il pro­blema prin­ci­pale è comun­que che parte delle azioni restano “segrete”, tanto segrete che nem­meno i pachi­stani (o gli afgani, o gli yeme­niti) ne ven­gono messi al cor­rente come ha rico­struito un bel­lis­simo lavoro del gior­na­li­sta ame­ri­cano Jeremy Sca­hill poi diven­tato anche un film docu­men­ta­rio (Dirty Wars). Lo stesso rap­porto di Emmer­son sostiene che, su que­sto tipo di ope­ra­zioni, c’è scarsa tra­spa­renza spe­cie da parte di Usa, Gran Bre­ta­gna e Israele e sostiene la neces­sità della costi­tu­zione di un team inve­sti­ga­tivo inter­na­zio­nale. Anche la giu­sti­zia pachi­stana ha fatto la sua parte: nell’aprile 2013 la pro­cura gene­rale dell’Alta corte di Pesha­war (in una causa della Foun­da­tion for Fun­da­men­tal Rights vs la Cia), ha scritto che 896 civili erano stati uccisi tra il 2007 e il 2012 nel Nord Wazi­ri­stan e altri 533 nel Wazi­ri­stan del Sud.

Emanuele Giordana
Fonte: www.ilmanifesto.info
23.04.2015


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