La lezione francese
 
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La lezione francese


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Il primo dato che colpisce è la debacle della sinistra radicale: il Fronte di sinistra (Fdg), dato tra il 15 e il 17% non è andato oltre l'11. Sui risultati del Nuovo partito anticapitalista (Npa) e di Lutte ouvriere (Lo) è meglio stendere un velo pietoso. 
La domanda viene da sé: come mai il voto di protesta, soprattutto quello operaio e popolare ha premiato il Fronte nazionale di Marine le Pen (Fn)? 

La sinistra se la cava con la nota litania del... populismo. "I populisti sono più bravi di noi ad intercettare la rabbia della gente". In questa considerazione è implicità una certa spocchia elitaria, per certi versi tipicamente francese, verso le masse popolari, l'idea implicita che i cittadini non siano all'altezza dell'elite illuminata.

Un alibi che fa acqua da tutte le parti. bene ha fatto Pasquinelli ha rispondere per le rime a Preve, che sta dalla parte di Le Pen. Ma la campagna della Le Pen, per quanto populista, ha messo il dito sulla piaga, la piaga dell'Unione europea e dell'euro. Le Pen ha avuto il coraggio di mettere in discussione il tabù europeista, di denunciare non solo le politiche di rigore antipopolari, ma di dire che la loro causa è l'oligarchica Unione euro-tedesca. Questo non lo hanno detto né il Fdg, né il Npa, né Lo. Le Pen ha indicato un bersaglio concreto, ha detto cose che fanno oramai parte (per quanto ostracizzate dai media) del comune sentire, ha detto che occorre riprendersi la sovranità nazionale e popolare. Qual'è stato il cavallo di battaglia dell'estrema sinistra francese? Essa ha additato le colpe del marasma economico e sociale, o al capitalismo in generale, o ai ricchi speculatori. 

Un discorso astratto, stantio, retorico, privo di ogni aderenza alla realtà. Peggio ancora, in nome di un malinteso internazionalismo, mentre l'eurocrazia accentra su di sé tutti i poteri e travolge le conquiste democratiche, ha bollato come retrogrado ogni appello alla sovranità nazionale, di fatto facendo capire, col discorsetto (astrattissimo) dell'Europa dei popoli, che considera quest'Unione oligarchica un male minore rispetto alla sovranità nazionale e dunque popolare.

Per quanto in modo evanescente, la Le Pen ha difeso la nazione e il diritto del popolo francese a decidere del suo futuro. Di più ha coniugato questo con l'appello furbesco alla difesa della laicità, dei diritti delle donne e degli omosessuali, spiega come mai il Fronte nazionale ha di nuovo sfondato tra le classi sociali più umili, anzitutto operaie e rurali.

Ecco la ragione principale che spiega perché la sinistra radicale ha perso un'occasione storica, e perché, di converso il Fronte nazionale ha avuto successo.

E' chiara dunque la prima lezione che viene dalla Francia, e che ci riguarda direttamente. Le elezioni d'Oltralpe indicano che la crisi ha scatenato un possente movimento tellurico, un terremoto che è solo agli inizi. Il terremoto, questo tremendo processo storico oggettivo, ha come epicentro la disgregazione dell'Unione europea. Chi prescinde da questo fattore può solo girare a vuoto e, alla fin fine, alimentare e spianare la strada a nuove destre.

Questo terremoto è in atto anche in Italia, e anche qui si manifesterà, scombussolando il quadro politico, demolendo le vecchie rappresentanze anchilosate. La crisi sistemica apre spazi enormi alle forze radicali che isseranno sulla loro bandiera la difesa delle masse popolari, della sovranità nazionale e delle democrazia. Solo chi oggi parlerà chiaro, chi saprà indicare il nemico reale e una via d'uscita alla catastrofe che incombe, domani avrà consenso. Tutti gli altri saranno risucchiati nel gorgo.

La sinistra radicale italiana è ammorbata dalla stessa sindrome europeista di quella francese. Quando capirà l'errore sarà troppo tardi. In poche parole questa stessa sinistra non è un veicolo per la sollevazione e la liberazione, ma un ostacolo. Ed è fisiologico che da destra sorgano forze reazionarie che, come il Fronte nazionale francese, tenteranno di occupare gli spazi sociali e politici che la crisi sistemica (che in Europa ha nell'Unione il suo perno) spalanca. Si può ancora sbarrare la strada a questa minaccia. Vent'anni di berlusconismo hanno gettato la destra in uno stato confusionale. Storace deve farne di strada per riacquisire una credibilità con capopolo, mentre la Lega è momentaneamente in panne.

Sbrighiamoci a costruire un forte, anzi fortissimo MPL, che senza questa spina dorsale non avremo nemmeno un vasto fronte popolare. I tempi comunque stringono. 

Piemme
Fonte: www.sollevazione.blogspot.it
24.04.2012


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Giancarlo54
Famed Member
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Seguo con simpatia il percorso del MPL e di altre realtà (per quanto piccole) sovraniste come l'ARS di D'Andrea. Non condivido l'avversione di Pasquinelli per il FN e trovo i giudizi sul movimento di Marine Le Pen datati e sorpassati. Definire il FN un movimento reazionario è fuori luogo, definire i movimenti sovranisti "di destra" come reazionari e addirittura proto-fascisti è sbagliato, appellarsi ancora alla sinistra radicale sperando in un suo ravvedimento "patriottico" è pura illusione. Allora il MPL dovrebbe, se vuol crescere, interrogarsi e trovare definitivamente la via di uscita da questo pericolosa dicotomia destra/sinistra che è la tomba di ogni futura iniziativa. Nella "polemica" Preve-Pasquinelli sono stato e sono dalla parte di Preve. Pasquinelli ha cui riconosco onestà intellettuale e politica deve però sforzarsi di fare un passo avanti, il tempo stringe, come giustamente detto nell'articolo.


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dana74
Illustrious Member
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infatti Giancarlo, mi pare più una posizione per mettersi dalla parte del divide et impera che visto lo stato pietoso dell'europa mi pare inappropriato a meno che non si abbiano altri scopi al di là delle apparenti contestazioni..

Mi pare abbiano più interessi di banda da difendere che una reale e sana preoccupazione contro lo strapotere bancario.

Più persone si occupano di sovranità e contro le banche meglio potrebbe essere per tutti, forse non a chi sotto sotto tifa per lo status quo.

"Chi prescinde da questo fattore può solo girare a vuoto e, alla fin fine, alimentare e spianare la strada a nuove destre."

e quindi?
Se lo volesse il popolo non va bene? Scritto da chi si professa dalla parte del popolo suona un pò anomalo o le decisioni del popolo van bene solo se favoriscono chi piace a me?

dimenticavo, fortuna che le sinistre con le loro guerre umanitarie intendono in modo sano e corretto "l'internazionalismo"....

Prima di fare le pulci agli altri conviene guardarsi in casa propria


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dana74
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il vasto fronte popolare che ha in mente il Mpl non è trasversale e questo non è certo indicie di superamento destra/sinistra


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ws
 ws
Honorable Member
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Post: 551
 

mettere su un movimento antisistema per contrastare il successo di un altro movimento antisistema significa solo lavorare per il sistema... 8)

e siccome questo ( involontario ? ) infantilismo politico domina ancora anche le migliori menti della cosidetta " sinistra" , chi tra costoro volesse DAVVERO fare una SUA rivoluzione impari quantomeno da quel lenin che per fare la SUA rivoluzione si guardo' bene dal contrastare quella del kerenski 8)


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Giancarlo54
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 2622
 

mettere su un movimento antisistema per contrastare il successo di un altro movimento antisistema significa solo lavorare per il sistema... 8)

e siccome questo ( involontario ? ) infantilismo politico domina ancora anche le migliori menti della cosidetta " sinistra" , chi tra costoro volesse DAVVERO fare una SUA rivoluzione impari quantomeno da quel lenin che per fare la SUA rivoluzione si guardo' bene dal contrastare quella del kerenski 8)

Beh di Lenin, ma anche del "baffone" e del "baffino" si sono persi gli stampi.......


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