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La politica estera del Cremlino.


Anonymous
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Putin intervenendo all' incontro annuale promosso dal Vidal International Discussion Club, "intervistato" da un parterre di personalità internazionali tra cui l' ex ministro della Difesa tedesco Volcker Ruhe, l' ex primo ministro francese Francois Fillon, l' ex presidente della Commissione europea ed ex premier italiano Romano Prodi e il presidente del Center for the National Interest americano Dimitri Simes.

Per dare profondità storica al ruolo della Russia, nel mondo e in particolare in Europa, Putin ricorda che essa è stata partecipe attiva al Congresso di Vienna del 1815 e a Yalta nel 1945, due momenti che: hanno assicurato una pace duratura.
C'è qui la rivendicazione della continuità del ruolo russo, tanto sotto la veste imperiale che sotto la bandiera dell' URSS. Un ruolo, aggiungiamo, che è stato di mantenimento dell' ordine contro ogni ipotesi di sovvertimento rivoluzionario. Si tratta infatti, nel primo caso, della Russia zarista: baluardo della reazione contro le rivoluzioni democratiche-borghesi, nella lettura strategica di Marx ed Engels; nel secondo della Russia staliniana che partecipa alla spartizione di Yalta ( il punto più basso dell' internazionalismo ).

A controprova c'è la citazione che Putin fa di Versailles 1919, dove la Russia era assente: il ruolo d'ordine venne meno e Versailles gettò le fondamenta della Seconda guerra mondiale.
Ma quella, ricordiamo, era la Russia rivoluzionaria, posta in quanto tale sotto l' attacco concentrico di tutte le potenze e impegnata invece nella costruzione dell' Internazionale comunista. La ricostruzione storica illumina la natura e le ambizioni dell' attuale vertice del Cremlino.

Fyodor Lukyanov ( direttore della rivista "Russia in global affair") sintetizza la tesi di Putin col concetto di Russia: nazione indispensabile, facendo il verso all' analoga definizione riservata agli USA dall' ex segretario si Stato Madeleine Albright. La Russia non si sente: eccezionale. cosa di cui Putin aveva accusato l' America nell' articolo sul "New York Time" del 12 settembre, ma vuole prenotare un posto al tavolo in cui si decide il futuro del mondo.
La tentazione di giocare al rialzo è palese.


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Anonymous
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Quale possa essere infatti il "contributo" russo al nuovo ordine mondiale è lo stesso Putin a spiegarlo: il XXI secolo sarà segnato dalla formazione di grandi zone geopolitiche; ecco perché la Russia vede come propria assoluta priorità integrarsi con i vicini. L' Unione economica eurasiatica, che nascerà nel 2015, è l' unica possibilità con cui tutta l' area ex URSS potrà: diventare un centro indipendente dello sviluppo globale, invece di rimanere alla periferia dell' Europa e dell' Asia.

In questo quadro. l' asservità presente nella linea Putin ha comunque un ambito ben definito in cui esercitarsi. L' obiettivo prioritario di Mosca resta una sorta di "rimettere ordine in casa", dove la casa è però quella costruita nel corso dei secoli e ha le dimensioni dell' impero russo o dell' URSS. Solo muovendo da questa area, e difendendola dalle possibili intrusioni esterne, il Cremlino vede possibile costruire un rapporto con le altre zone geopolitiche a partire da quella europea.

Al riguardo, nel suo intervento al Valdai, Putin ha ribadito anche un altro punto cruciale. A Prodi, che definisce l' Ucraina: un ponte tra Russia ed Europa, il presidente russo replica precisando: Noi crediamo che, se l' Ucraina entrasse nell' Unione doganale [con Russia e Bielorussia] e insieme coordinassimo i nostri sforzi negoziali verso gli europei, potremmo negoziare meglio i termini del rapporto col nostro principale partner economico e commerciale.

Alla vigilia di importanti decisioni della UE, in merito al rapporto con l'Ucraina, Putin ribadisce che il: ponte per Bruxelles si deve imboccare a Mosca. La scelta europea della Russia non è in discussione, ma essa presuppone il riconoscimento degli interessi storici di Mosca.


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