La riduzione della popolazione mondiale

Sembra in certi momenti che l'attuazione del programma di riduzione della popolazione mondiale, teorizzato dalla élite al potere, stia iniziando a concretizzarsi sotto varie forme.
La nuova influenza, ultima tra le epidemie probabilmente create artificialmente, ha scatenato una ridda di ipotesi sulla sua reale funzione e sul modo con cui potrebbe essere utilizzata allo scopo: vaccini tossici, mutazione del virus ecc. possono apparire a prima vista ipotesi plausibili.
L'operazione di irrorazione con le scie chimiche in atto da diversi anni potrebbe anch'essa essere finalizzata ad un qualche tipo di avvelenamento collettivo.

A fronte di queste ipotesi che circolano in rete si possono però porre almeno due obiezioni.

La prima è che i metodi non sarebbero selettivi; per fare un esempio agricolo si ricorda che non si può eliminare la gramigna senza distruggere in modo imprevedibile buona parte del prato inglese.
La seconda è che una eliminazione diretta della popolazione non otterrebbe grandi effetti: anche ipotizzando molti decessi (la Spagnola e la seconda guerra mondiale ne causarono una cinquantina di milioni) si resta nell'ordine dell'1% della popolazione mondiale.

Ritengo che si tratti di un errore di valutazione causato dalla tendenza ad estrapolare i propri schemi mentali ed applicarli al di fuori della loro validità.

Normalmente nei riguardi di fatti politici e sociali si è abituati come singole persone a considerare un orizzonte temporale limitato a pochi anni e comunque tale da consentire di poter essere partecipi degli eventi; inoltre si dà per scontato che le scelte debbano essere concrete, tali cioè da poter evidenziare un rapporto causale con gli effetti ricercati.
Vi sono per contro entità di potere di respiro storico dove i componenti operano scelte che si ripercuoteranno in un futuro al di fuori della loro possibilità di verifica, come ad esempio le principali organizzazioni religiose.
La durata secolare di queste entità non comporta necessariamente una rigida catena di trasmissione del potere: l'impero romano pur con tutte le sue lotte interne ha dominato per secoli mentre altri più monolitici ed altrettanto grandi si sono dissolti con il loro fondatore; la chiesa cattolica rigidamente centralista è viva da lungo tempo ma lo è pure l'islam che non ha una autorità suprema ed una catena di comando. Nel nostro piccolo abbiamo la camorra, senza un capo ed uno statuto, con famiglie in guerra tra loro, ma comunque stabile e funzionale nel suo complesso.

L'élite dominante che opera nel mondo occidentale apparentemente dalla fine del medio evo lascia intravvedere certe sue sue organizzazioni di cui alcune verticistiche (massoneria e simili) ed altre di aspetto semidemocratico, temporalmente limitate e meno clandestine, cui partecipano i detentori conosciuti del potere economico e politico.
Lo scopo è il dominio mondiale, condensato nella sigla NWO, che spesso troviamo in bocca ai maggiori esponenti politico-istituzionali, e la riduzione della popolazione ne è una componente essenziale come hanno spesso ribadito personaggi molto influenti ai più alti livelli.
L'impressione è che più che una piramide (c'è anche quella) si tratti di una rete assimilabile ad un sistema complesso adattativo.

Il pensiero Malthusiano attraversa da secoli la storia, l'economia e la politica internazionale ed oggi è riconoscibile nell'opera del Fondo Monetario Internazionale, nel modo di svilupparsi della globalizzazione, nel liberismo senza regole, nel dominio delle multinazionali.
Alle popolazioni viene sottratto il diritto alla sopravvivenza privandole della possibilità di autoproduzione alimentare e, con l'azione concomitante di destabilizzazioni armate, malattie endemiche mantenute o favorite, modificazioni climatiche indotte artificialmente, si è iniziato un lento strangolamento.
In questo modo la riduzione della popolazione potrà avvenire senza eccessivi sconvolgimenti ed essere percepita come un fatto "naturale" e l'umanità potrà essere portata verso un Nuovo Mondo del tipo di quello descritto da Huxley, ordinato e controllato e sostanzialmente accettato dagli schiavi.