Notifiche
Cancella tutti

La "traccia"di una delle prime"migrazioni&amp


Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Quando C.Darwin nel suo libro "Origine dell'uomo" scriveva: che [...] si è esteso più ampiamente di qualsiasi altra forma altamente organizzata;
gli strati di cineriti carbonatiche di Laetoli non avevano ancora rivelato le testimonianze tanto gelosamente conservate.
Torniamo indietro nel tempo nella regione di Laetoli, 45 chilometri a sud della Gola di Olduvai, nella riserva naturale del cratere vulcanico del Ngorongoro. Qui circa tre milioni e seicento mila anni fa il vulcano Sadiman, ora inattivo, un giorno eruttò una nube di cenere biancastra, al tatto soffice come un talco. Questa si depositò ancora rovente sul terreno circostante formano uno strato dello spessore di circa 2 cm prima che l'eruzione cessasse. Si trattava di un evento piuttosto frequente nella zona tanto che non spaventò la numerosa fauna presente e neppure i nostri lontani antenati. Una blanda pioggerella d'acqua impregnò la cenere finissima formando una sorta di malta cremosa e tiepida su cui vennero lasciate impronte nitidissime da tutti gli essei viventi che ci camminarono sopra ed in particolare mammiferi, anche di grande stazza come rinoceronti ed elefanti, uccelli ed insetti.

Il sole di Laetoli, allora come oggi, asciugò in fretta quella malta indurendola e conservando in questo modo le orme. Altri strati di cenere caddero nei giorni successivi coprendo e conservando lo strato su cui si erano impresse le orme.
Nel 1976 questa "antica camminata" venne alla luce, praticamente per caso, e l'anno dopo furono scoperte impronte che somigliavano moltissimo a orme umane. Si trattava di una fossilizzazione eccezionale di cui riferì puntualmente alla comunità scientifica Mary Leakey, archeologa americana. La comunicazione fu accolta in modo controverso al punto da scoraggiare qualsiasi ulteriore indagine.

Ancora per una serie di circostanze fortuite, lo scavo invece proseguì, nonostante fosse stato affidato a figure molto marginali e con scarsa preparazione scientifica. Ma i risultati non tardarono a venire. Nel giro di pochissimo tempo furono individuate e rilevate diverse impronte che convinsero gli scienziati circa l'importanza del sito. Venne incaricato degli scavi Timothy White, il paleontologo americano il cui nome è legato a quello di Donald Johanson per la scoperta di "Lucy": White riuscì a ipotizzare una prima ricostruzione della scena che piano piano si apriva agli occhi di ricercatori. Un gruppo di almeno due individui stava lentamente camminando verso nord: si trattava sicuramente di due ominini che camminavano insieme e che erano un maschio ed una femmina forse gravida. Le caratteristiche morfometriche dicevano che le orme erano di piedi appartenenti ad un tipo di ominini che stava già camminando eretto da almeno 1 milione di anni. Le loro tracce furono seguite per circa 23 m. Successive ricerche condotte già a partire dal 1979 da Ron Clarke e Paul I. Abel avrebbero permesso di rintracciare il percorso su una pista lunga confermando che si trattava di impronte lasciate da ominini dall'andatura eretta sicura. Vennero inoltre alla luce le impronte di due piedi più piccoli appartenuti ad un individuo più giovane che camminando "saltellava" per posarsi dove uno dei due adulti aveva già lasciato l'orma, il che fa supporre che la temperatura della malta vulcanica benché bagnata fosse intorno ai 40-50 gradi centigradi. Altri siti nella stessa area hanno fornito fossili di ossa di gamba e di piedi che confermano l'ipotesi: "sono orme come quelle di un essere umano moderno", come ebbe a dire lo stesso Timothy White...


Citazione
Condividi: