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Le mode politiche


MatteoV
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 251
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La crisi delle ideologie e il crollo del socialismo reale hanno provocato da una parte la confluenza di settori tradizionalmente antagonisti della società (intellettuali, operai, ecc.) nella teologia liberale e individualista (che come tutte le teologie rinnega il proprio carattere ideologico e si “naturalizza”) ovvero nell’accettazione più o meno consapevole del mercato globale come unico possibile luogo di espressione dell’individualità e orizzonte di senso, quindi nel rifiuto di ogni idea di emancipazione collettiva, dall’altro il vuoto culturale è stato parzialmente riempito da mode politiche di diverso tipo. Queste mode mancano di una struttura teorica e sono per lo più istanze ingenuamente affermate incapaci di cogliere una “totalità” e quindi di svolgere una critica circostanziata ed efficace alle “fondamenta” dei rapporti sociali e a quello che Marx chiamava “modo di produzione capitalistico”. Queste mode molto spesso hanno finito anch’esse per confluire nella teologia liberale o per esserne inconsapevolmente usate.
Un esempio è l’ecologismo, che ha una diffusione “di massa” negli anni Novanta, nel corso dei quali si è avuta (soprattutto in paesi come la Germania, ma anche in Italia) l’affermazione del partito dei Verdi. La moda ecologista comunemente invalsa (cioè escludendo certe interpretazioni “di nicchia”) non è una critica della società, ma un atteggiamento etico esteso dall’uomo all’ambiente. L’ecologismo di moda non aveva lo scopo di mostrare l’aggressione capitalistica alla natura, che mercifica non solo l’uomo ma anche l’ambiente, ma richiedeva ai produttori e ai consumatori di autoemendarsi sulla base di un’istanza puramente morale (la preoccupazione per le generazioni future, per gli altri popoli, per gli altri esseri viventi, e così via a seconda delle diverse sfumature). Questo ecologismo includeva quindi, implicitamente, un giudizio assolutorio rispetto ai rapporti di produzione, alla forma merce e alle classi capitalistiche. L’ecologismo sfocia quindi in un riformismo politico moderato: la società può essere riformata con la raccolta differenziata e le energie rinnovabili senza intaccare i rapporti sociali tra le classi. Ripetiamo che qui si sta considerando l’ecologismo “popolare”, non fenomeni minoritari come l’ecologismo anticapitalista, l’ecosocialismo e via dicendo.
Il concetto di “pulizia” è molto importante per capire le mode politiche. Nel caso dell’ecologismo si tratta della pulizia dell’ambiente, attraverso comportamenti virtuosi dei singoli, nel caso invece del moralismo politico, si tratta della pulizia delle istituzioni, dei partiti, della politica e della società in generale. Anche l’ecologismo contiene un atteggiamento moralistico fondato sulla dicotomia vizio/virtù, ma ha una tendenza più pedagogica, mentre il moralismo politico assume una coloritura giustizialista che lo porta a un nichilismo sconosciuto all’ecologismo. Nella sua ossessiva ricerca di pulizia morale il moralismo finisce per identificare l’oggetto “sporco” con la sporcizia stessa, ed ecco perché in certe manifestazioni estremistiche (e tuttavia oggi abbastanza diffuse) arriva ad auspicare la distruzione dei partiti, dei parlamenti e della politica... [CONTINUA]


Citazione
PietroGE
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4107
 

Le mode politiche sono organiche ad un paradigma e vivono solo all'interno di esso. L'ecologismo di moda (quello dei Verdi ad esempio) non contesta mai il fenomeno dell'immigrazione che invece dovrebbe condannare giorno e notte. L'emancipazionismo, evidenziato dalla pretesa della Clinton di diventare presidente degli USA perché prima donna a candidarsi alla presidenza, si scontra con la necessità di avere programmi giusti per il Paese e di essere in grado di implementarli. Eppure è un argomento che fa presa sulle masse e che rimane tutto all'interno dell'ideologia dominante : discutere dei dettagli e lasciare le decisioni importanti per le lobby di potere.
L'articolo è interessante perché puntualizza proprio la differenza tra politica vera e mode, tra decisioni e marketing politico.


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