Lenin, Stalin... (C...
 
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Lenin, Stalin... (Che pa...)

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spadaccinonero
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chi non risponde qui sei tu...

il solito bue che dice cornuto al ciuccio...

ci vuole un coraggio da leoni per santificare l'urss...

parli di questa ipotetica rivoluzione manco avesse portato il paradiso in terra...

sei assurdo


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Giovina
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Cit: Il proletariato non esiste.
Come non esiste la borghesia.

Libero di dirlo, ma non può dimostrarlo!

e tu come dimostri che non esistono le razze?

😉

Il solito impertinente. Arriva Natale, sii piu' buono.


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spadaccinonero
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Cit: Il proletariato non esiste.
Come non esiste la borghesia.

Libero di dirlo, ma non può dimostrarlo!

e tu come dimostri che non esistono le razze?

😉

Il solito impertinente. Arriva Natale, sii piu' buono.

è Natale per gli altri non per me...

io dovrò lavorare...

considerando gli anni passati, in quei giorni si sgobberà come non mai...

confido nel bab che sta organizzando la rivoluzione comunista mondiale così non dovrò faticare più

8)


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Anonymous
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La sconfitta della rivoluzione mondiale segnò la sconfitta della rivoluzione russa.

"Compagni... Quando abbiamo iniziato la rivoluzione internazionale, lo abbiamo fatto non perché fossimo convinti di poterne anticipare lo sviluppo, ma perché tutta una serie di circostanze ci spingevano ad iniziarla. Pensavamo: o la rivoluzione internazionale ci verrà in aiuto e allora la nostra vittoria sarà pienamente garantita, ... consapevoli che, in caso di sconfitta, avremo tuttavia giovato alla causa della rivoluzione e la nostra esperienza andrà a vantaggio di altre rivoluzioni... Nonostante questa consapevolezza, facemmo di tutto per salvaguardare ... il sistema sovietico... Ma in realtà il movimento non è stato così lineare..."

Queste frasi furono pronunciate da Lenin nel rapporto sulla tattica al III congresso dell'Internazionale Comunista(5 luglio 1921). Esse riassumono l'essenza della strategia dell'Ottobre. La strategia vedeva nella Russia l'anello più debole della catena capitalistica. Rompendo questo anello si sarebbe facilitata la vittoria, in primo luogo la Germania. Le condizioni c'erano ed erano provocate dalla guerra imperialistica.

Già Engels nel 1875 diceva che: "nessuna rivoluzione può ottenere vittoria definitiva nell'Europa occidentale finché l'odierno stato russo le sussiste accanto. Ma il vicino più immediato è la Germania, sarà la Germania a sostenere il primo urto con gli eserciti russi della reazione, perciò la caduta dello stato russo, il crollo dell'impero zarista, è una delle condizioni preliminari della vittoria finale del proletariato tedesco."

La "Santa alleanza" si accordarono per schiacciare la prima rivoluzione proletaria. Nel 1919 la Russia sovietica era completamente accerchiata: tedeschi, la flotta inglese e polacca ad Ovest; truppe inglesi, francesi, americane e serbe al Nord; francesi in Ucraina, inglesi in Caucasia e Transcaspica al Sud; ad est sbarcarono le truppe giapponesi.
La resistenza del proletariato russo fu eroica, ma mancò la rivoluzione europea. Questa lotta impedì agli imperialismi un più deciso intervento per la paura di insurrezioni interne. Tanto che il primo ministro inglese ammonì gli alleati imperialisti: "Se si desse il via a un'azione militare contro i bolscevichi l'Inghilterra diventerebbe bolscevica e finiremmo per avere un soviet a Londra."

Bisognava difendere a tutti i costi il potere sovietico e dare la proletariato mondiale un partito come quello bolscevico attraverso la III internazionale; o la rivoluzione internazionale sarebbe stata sconfitta anche quella in Russia.
Solo la rivoluzione internazionale, puntando alla dittatura del proletariato in tutto il mondo, o nel gruppo di paesi più sviluppati, poteva creare le premesse per la costruzione del socialismo. In caso contrario il proletariato che per primo prende ill potere, verrebbe inevitabilmente a perderlo: comunismo e capitalismo non possono coesistere.
Purtroppo negli altri paesi falli o repressa nel sangue. Il potere sovietico, uscito vittorioso dalla guerra civile, si trovò isolato, gran parte degli operai erano accorsi in massa a difendere la dittatura del proletariato come organizzatori politici o come soldati sui vari fronti e nelle fabbriche semi-smobilitate.

La dittatura del proletariato che grazie alle condizioni internazionali rivoluzionarie aveva potuto resistere all'attacco degli imperialismi, cominciò a sgretolarsi sotto l'azione delle forze economiche che in Russia oeravano. In Russia il proletariato aveva sì preso il potere, ma non poteva ancora abolire il mercato, il denaro, le classi, cioè costruire la società comunista. Questo era possibile solo su scala internazionale.
Fino a quando, ammoniva Lenin in quegli anni; " non trionferemo su scala mondiale, il commercio è il solo legame economico tra decine di milioni di contadini."

La ripresa economica, sulla base del libero commercio cioè dell'esistenza del mercato capitalistico, non poteva che significare la ripresa della forza della borghesia ed alla lunga anche la fine del potere proletario. La borghesia era stata sconfitta militarmente ma non ancora economicamente. E cambiò tattica cercando di riconquistare il potere non attraverso uno scontro frontale ma dall'interno dello stato sovietico e del partito.

Tra proletariato e borghesia la guerra era tutt'altro che finita. "Chi vincerà, il capitalismo o il potere sovietico?" scriveva Lenin nel 1921. L'analisi della natura sociale dell'URSS dimostra inequivocabilmente che ha vinto il capitalismo. La borghesia cercava di infiltrarsi nel partito al potere: "Elementi non sufficientemente comunisti, o anche del tutto parassitari, stanno affluendo in gran numero nel partito. Il partito comunista russo è al potere e ciò attira inevitabilmente ad esso, insieme con gli elementi migliori, anche gente preoccupata unicamente di far carriera..." (Lenin)
Chiudere la porta del partito bolscevico, epurarlo dagli elementi borghesi e piccolo-borghesi, mantenerlo organismo di direzione rivoluzionaria della classe operaia è l'indicazione di Lenin ancora nel 1919. Ma nel 1924, alla sua morte, Stalin lanciò la "Leva Lenin" che aumentò gli iscritti del 50%. Lo stalinismo fu la forma politica con la quale la borghesia riprese il potere politico in URSS. Non attaccando apertamente il marxismo e il leninismo ma mascherandosi da marxista e leninista la borghesia, con Stalin, condusse la lotta all'interno del partito bolscevico.

" La dialettica della storia è tale che la vittoria del marxismo teorico costringe i suoi nemici a travestirsi da marxisti." (Lenin in "I destini storici della dottrina di Karl Marx)...


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mincuo
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Il proletariato, dalla parola stessa, è quello la cui unica ricchezza è rappresentata dalla prole, cioè i figli.
La borghesia come classe unica, a sè stante, invece non è mai esistita.
E ho già spiegato più che bene.
E anche che rappresenta un insieme di classi, che parte dal basso, dalle classi più disagiate, e che permette loro di evolversi.
Il sarto, il meccanico, il negoziante, il piccolo commerciante... non nascono da "nessuna borghesia". Nascono dal popolo, e sono il popolo, e la loro sorella, o madre o fratello erano popolo.
E anche dopo è stato così visto che gli stessi imprenditori Italiani erano per il 70% ex-operai.
La parola "borghesia" deriva da "borgo".
Il borgo stava fuori dalle mura, dove stava il potentato.
La "borghesia" ha rappresentato una scala per evolversi.
Ai potenti questo non andava molto bene.
Il Marxismo, che gli saglia contro l'odio e la elimina, gli andava benissimo per scavare un solco più profondo tra loro, i potenti, e il popolo.

Marx è un cialtrone, economicamente, sociologicamente e storicamente parlando.

Semplicemente un cialtrone. In economia, storia e sociologia.

Quelli venuti dopo invece sono stati cialtroni, criminali e assassini di massa.

I nipotini oltre che cialtroni sono invece anche poco intelligenti e semi analfabeti, cosa che Marx invece non era.

Babuskin è fuori concorso.


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spadaccinonero
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mincuo è entrato in modalità communist slayer

8)


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MarioG
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La "Santa alleanza" si accordarono per schiacciare la prima rivoluzione proletaria. Nel 1919 la Russia sovietica era completamente accerchiata: tedeschi, la flotta inglese e polacca ad Ovest; truppe inglesi, francesi, americane e serbe al Nord; francesi in Ucraina, inglesi in Caucasia e Transcaspica al Sud; ad est sbarcarono le truppe giapponesi.
La resistenza del proletariato russo fu eroica, ma mancò la rivoluzione europea. Questa lotta impedì agli imperialismi un più deciso intervento per la paura di insurrezioni interne. Tanto che il primo ministro inglese ammonì gli alleati imperialisti: "Se si desse il via a un'azione militare contro i bolscevichi l'Inghilterra diventerebbe bolscevica e finiremmo per avere un soviet a Londra."

La "sindrome da accerchiamento": Di tutti questi eserciti che minacciavano la rivoluzione, ce ne fosse stato uno che avesse attaccato la Russia sovietica...
Comica la frase (o scusa?) del primo ministro inglese.
Effettivamente la rivoluzione europea "manco'". Non si sa perche'.


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Jor-el
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@Babuskin

In termini marxisti, come si fa a realizzare il socialismo se al proletariato togli tutte quelle categorie sociali che dirigono e organizzano la produzione (e la distribuzione) delle merci e le aggreghi alla borghesia, cioè alla classe dominante, quindi al nemico di classe?


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spadaccinonero
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@Babuskin

In termini marxisti, come si fa a realizzare il socialismo se al proletariato togli tutte quelle categorie sociali che dirigono e organizzano la produzione (e la distribuzione) delle merci e le aggreghi alla borghesia, cioè alla classe dominante, quindi al nemico di classe?

chapeau alla domanda

8)


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Anonymous
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Concludo.
Lo sviluppo capitalistico in URSS fu definito "costruzione del socialismo in un solo paese".
La via internazionalistica fu abbandonata per quella nazionalistica tanto da far gongolare di soddisfazione i capitalisti americani: il "New York" il 20 dicembre 1942 esprime la soddisfazione per l'orientamento russo in politica internazionale: Le parole d'ordine di Stalin... non sono parole d'ordine marxiste che spingono il proletariato del mondo intero a unirsi ma parole d'ordine che puntano sul patriottismo, sulla libertà, sulla patria".

Nel 1943 Stalin sciolse l'Internazionale Comunista perché :"ha compiuto il suo ruolo storico" e "la sua esistenza è ormai un ostacolo al rafforzamento dei partiti operai nazionali".
Anche in questo caso la stampa americana, espressione dell'imperialismo più forte, esultò: "Trionfo diplomatico di ben più larga portata che le vittorie di Stalingrado e Capo Bon!... Il mondo respira, la vecchia follia di Trotskij è abbandonata. Il sogno di Marx è finito."
E la "Chicago Tribune": "Stalin ha ucciso i sacerdoti della fede marxista. Ha giustiziato i bolscevichi il cui regno era il mondo e che volevano la rivoluzione universale".

Purtroppo quest'ultima cosa era vera. Gli oppositori interni, i bolscevichi che avevano lottato contro lo zarismo, che avevano diretto la rivoluzione d'Ottobre e che cercavano di contrastare il dominio della borghesia nel partito furono incarcerati e uccisi con l'accusa di "traditori" e "fascisti".
Nelle purghe staliniane degli anni '30 (che a suo tempo il PCI non ha mai denunciato pur essendone al corrente!) i militanti bolscevichi scomparvero a poloni. La maggioranza assoluta del Comitato Centrale bolscevico in carica dal 1917 al '23 fu eliminata e così i tre segretari del partito dal 1919 al '23 e la maggior parte dell' ufficio politico in carica tra il '19 e il '24.
Su 139 membri del CC eletti nel 1934 già nel 1938, 108 furono arrestati e uccisi. Solo 22 si ritrovarono in carica nel 1939. Tutti "fascisti" e "traditori"?

L'eliminazione di quadri rivoluzionari si estese a tutto il partito e non solo ai vertici. Nel 1938, su 333 segretari di partito delle repubbliche e delle regioni, l'80,5% aveva aderito al partito dopo la morte di Lenin, il 91% non era militante comunista durante la rivoluzione nè durante la guerra civile.
Su 10.902 segretari dei comitati di distretto e locali il 92% aveva aderito al partito dopo il 1924.
I "vecchi bolscevichi", un'intera generazione rivoluzionaria era stata eliminata dal partito ormai non più comunista ed era stata arrestata, deportata e uccisa.
Al suo posto nel partito erano entrati i giovani funzionari gli amministratori e i dirigenti delle imprese del nuovo stato capitalista.
L'avanguardia del proletariato mondiale era stata sterminata.

la sconfitta del proletariato mondiale nella grande crisi rivoluzionaria degli anni dal '17 al '30 ha lasciato una pesante eredità. le posizioni marxiste che per larghi settori del proletariato europeo erano un dato di fatto sono state soffocate nella classe controrivoluzionarie borghese. I rivoluzionari sono caduti a migliaia sotto i colpi delle democrazie occidentali, sotto quelli del nazismo e del fascismo e sotto quelli dello stalinismo.

Ma la teoria marxista e l'esperienza pratica di tutte le lotte del movimento operaio, delle quali la rivoluzione d'Ottobre è più grande, rimangono.

Il compito dei rivoluzionari, dei comunisti, è di riprendere il cammino sulla strada indicata dall'Ottobre del '17.
A chi dice che questa strada rivoluzionaria non è più percorribile rispondiamo con Lenin: "I tratti fondamentali della nostra rivoluzione non hanno un'importanza esclusivamente russa, ma hanno un'importanza internazionale, nel senso della inevitabilità storica che si ripeta su scala internazionale ciò che è accaduto da noi".
Per questo: "il bolscevismo è diventato la teoria e la tattica mondiale del proletariato".

Alla classe operaia, contro chi ripete gli ormai vecchi e decrepiti discorsi sul marxismo "superato" e addirittura "morto" i comunisti ripropongono la completa validità del marxismo.
Lenin, nel discorso al III congresso della gioventù comunista russa del 2 ottobre 1920, ribadendo i fondamenti scientifici e quindi la validità universale della teoria marxista, così si esprimeva:" Se vi poneste il problema del perché la dottrina di Marx ha potuto impossessarsi di milioni e decine di milioni di cuori della classe rivoluzionaria, ricevereste una sola risposta: ciò è successo perché Marx si basava sulle solide fondamenta del sapere umano accumulato nell'epoca del capitalismo, perché, avendo studiato le leggi dello sviluppo sociale, Marx comprese l'inevitabilità dello sviluppo del capitalismo, che conduce al comunismo e, soprattutto, lo dimostrò sulla base dello studio più esatto, più dettagliato e profondo della stessa società capitalistica, mediante la completa assimilazione di tutto ciò che la scienza sino allora aveva apportato.

Per cambiare il mondo non c'è altra scelta che riprendere la strada di Marx, Engels e di Lenin.


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mincuo
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Ma quale scienza. Un ignorante stratosferico. E riconosciuto subito come tale.
Un Richard Cantillon, che non conosce nessuno, e che è del 1700, ne vale 100 di pippe simili. E ce ne è un esercito di meglio, perchè di ignoranti sconclusionati simili non è che ce ne sono stati tanti altri.


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spadaccinonero
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come al solito le domande scomode (leggasi Jor-el) vengono palesemente ignorate

😉


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