Libertà astratta e ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Libertà astratta e libertà materiale


MatteoV
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 251
Topic starter  

Il concetto di libertà ha animato l’evoluzione delle società occidentali e la rappresentazione retrovisiva di esse, ma ha subìto un processo di profondo mutamento che ne ha ribaltato il senso. La libertà può rappresentare il vessillo di concezioni politiche e sociali diametralmente opposte. Ognuna di queste concezioni può, persino con qualche fondamento storico e filosofico, reclamare i propri “diritti” nei confronti di questo ideale.
Già nel 1819 Benjamin Constant distingueva la “libertà degli Antichi” dalla “libertà dei Moderni”. La prima era quella propria della Grecia e della Roma antiche, cioè la partecipazione del popolo alla vita pubblica e il diritto di determinare o influenzare le decisioni politiche. La seconda era propria della società anglo-sassone e consiste nel diritto dei privati di emanciparsi dalle leggi e dallo Stato. Secondo Constant la libertà degli Antichi si sarebbe incarnata nella Rivoluzione Francese e avrebbe condotto alla tirannia napoleonica. Essa richiede la partecipazione diretta dei cittadini e quindi conduce al dominio dello Stato sugli individui. La libertà dei moderni, invece, si fonda sul commercio e limita i poteri pubblici, sciogliendo i privati dai vincoli che li legano all’autorità pubblica e al diritto di partecipazione.
Il vero soggetto presupposto da questo tipo di libertà non è quindi l’individuo, ma il mercato. Esso si rappresenta come libertà del cittadino e dell’individuo astratto, ma in realtà è la libertà del capitalista di provvedere ai propri affari e ai propri commerci senza essere intralciato dallo Stato. La visione liberale postula un insieme di individui astrattamente eguali e liberi di contrattare il prezzo delle merci. L’unico ostacolo che si interpone tra l’individuo così inteso e la libertà di scambio illimitata è la società organizzata, ovvero lo Stato. La libertà liberale nasce in contrapposizione allo Stato feudale, che tutelava il potere e la rendita dell’aristocrazia sulle proprie terre, limitando il diritto di commercio della ricca borghesia. Tuttavia essa si contrapporrà anche allo Stato rivoluzionario, giacobino prima e socialista poi, il cui scopo è quello di tutelare le fasce deboli della società dal mercato.
La libertà liberale è una libertà dallo Stato, intendendo quest’ultimo non soltanto come mero apparato burocratico, ma come organizzazione politica della società. Verrà successivamente estesa a tutti gli aspetti della vita sociale, non solo quelli propriamente politici, ma anche alla tradizione, alla cultura e al costume. Quest’ultimo aspetto si manifesterà soprattutto nella seconda metà del Novecento. Il liberalismo, nella sua forma più estrema, intende emancipare l’individuo dalla società, dissolvendo tutti i legami collettivi. È ben descritto dalla sentenza thatcheriana: “la società non esiste”. La compiutezza per il liberalismo sarà raggiunta solo laddove esso avrà distrutto la società, sostituendo ai vincoli comunitari e collettivistici di questa i rapporti economici del mercato. Il liberalismo ha accettato la limitazione di questo principio soltanto quando ha inteso contaminarsi con il socialismo.... [CONTINUA]


Citazione
Truman
Membro Moderator
Registrato: 2 anni fa
Post: 4113
 

All'alba delle prime lingue umane si è inventato il concetto di singolare e plurale dei sostantivi.
Credo che per "libertà" sia più adeguato l'uso del plurale e che chi usa "libertà" al singolare lo faccia solitamente per compiere qualche mistificazione.


RispondiCitazione
Condividi: