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Libertà di che? Di stampa. Ah!

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Primadellesabbie
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Tendere ad essere liberi, finanche dai limiti imposti dalla condizione umana, é una finalità che ha impegnato i grandi spiriti di ogni tempo.

Non c'é nulla e nessuno al mondo che si possa considerare libero, tanto meno chi vive e fa parte di un'organizzazione sociale e da questa trae di che vivere.

Si fa un gran parlare di libertà in questi giorni, a proposito di un episodio che con la libertà mi sembra non abbia nessi o li abbia molto, molto labili, a meno di non forzare il discorso polarizzandolo sul concetto, del tutto astratto, di libertà di stampa.

Concetto che tutti concordano nel considerare, per una ragione o l'altra, si tratti della proprietà del media o della cultura o coscienza del giornalista, non praticabile o non praticato, di fatto quindi inesistente.

Chissà perché bisogna fare mille attenzioni a non interferire con gli interessi dei padroni dei media quando questi siano persone o imprese, temendone la reazione, e si possa invece pretendere addirittura il diritto di ridicolizzare una intera civiltà contemporanea, impunemente.

Si pretende il diritto di lacerare i sentimenti di persone che non conosciamo e arrogantemente dileggiamo, persone che vivono una loro dimensione da cui traggono un loro faticoso equilibrio.

Non capisco se chi reclama sfacciatamente questo diritto lo faccia dall'alto di una civiltà "superiore", o stia seduto sui ruderi di una "civiltà che fu" e che la sua proterva arroganza ha sbriciolato, e si dedichi ora attivamente, con matite-dollari-e-cannoni, alla distruzione di quanto rimane delle altre.

Mi limito a questi pensieri, perché l'episodio sanguinario di Parigi mi induce a guardare in altre direzioni, ché le religioni sono un buon pretesto quando si decide di litigare, e pormi altre domande: si tratta del gesto a lungo atteso e cercato, per cui si é accuratamente preparato il terreno, o qualcosa é sfuggito di mano?

Osservando con attenzione, pur non potendo fare nulla, potremo capire il grado di accordo o disaccordo che regna in certi ambienti (e quanto l'indipendenza della Francia sia stata intaccata dopo Chirac).


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radisol
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Credo che l'analisi giusta sull'argomento ... ed in ogni caso quella per me del tutto condivisibile ... l'abbia fatta InfoAut, vedi :

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=79231&highlight=

Ed è innegabile che quel giornale satirico, nato all'inizio dei settanta come inserto di Liberation e con una impostazione ultrasinistra molto vicina a "Il Male" italiano degli stessi anni, poi col tempo aveva preso una impostazione che definirei "fallaciana", ferocemente anti-islamica anche se a volte vagamente mitigata da un pò di satira anche anti-cattolica, questo soprattutto ai tempi di Ratzinger ... e dove ad essere sbeffeggiati non erano tanto gli "integralisti islamici" ma proprio il credo religioso islamico in genere ... e questo in un paese ed in una metropoli dove vivono milioni e milioni di musulmani di nazionalità francese ...

E va detto che ieri persino da ambienti del potere Usa sono arrivate larvate critiche a questo, basate sul dato che la "libertà di stampa" debba però anche rispettare la "libertà di religione" ....

Ovvio che tutto ciò non giustifica minimamente la feroce rappresaglia messa in atto ... e questo anche al netto di tutti i legittimi dubbi su questa vicenda ...

Però, appunto, diciamo le cose come stanno ... al di là di ogni facile retorica ...

Non ho minimamente, a differenza di tanti utenti di questo forum, alcuna "fissa" particolare rispetto agli ebrei e all'ebraismo ... ma mi domando pure, se fosse esistito qui in Italia o anche in Francia un giornale satirico che prendesse sistematicamente per i fondelli il credo religioso ebraico, quante vesti si sarebbero stracciate gridando all'"antisemitismo" ... e visto che "semiti" sono in genere anche i musulmani, mi domando perchè questo ragionamento non debba valere anche per loro ... ovviamente la mia domanda è puramente retorica ....


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Kovacs
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Sai Radisol, sul giornale in quesitone furono fatte pure vignette di presa per il culo al mondo semita.....e chi le fece venne licenziato per antisemitismo......immagino che manco sui gay si siano mai spinti oltre....in fondo libertà di stampa sì, ma fin dove fa comodo.....e qui la situazione sta facendo molto comodo, in maniera disarmante oserei dire.
Ultimo appunto a proposito di ebrei, chi era il giornalista che ha filmato il tutto e perché si trovava sul posto, più precisamente sul tetto??


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Primadellesabbie
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@ radisol

Ho letto, grazie.

La religione é un pretesto troppo ovvio, si presta come poche altre cose a escogitare ragioni di contrasti insanabili. Dovrebbe essere lasciata da parte per quanto possibile, almeno dalle persone ragionevoli, soprattutto in periodi di tensione come questi.

Conosco la storia del giornale, lo smodato gusto boccaccesco da cui molti sono tentati, in Francia. Ricordo dei numeri del "Canard" contro la borghesia, geniali ma letteralmente insopportabili.

Evidentemente c'é un mercato, e tu sai come vanno queste cose.

Vorrei evitare giudizi o sospenderli, visto l'accaduto e il quadro generale, e limitarmi a considerazione marginali, per così dire. Come quelle che ho messo sopra, aggiungendo che un giornale é alla portata di molti tipi di persone e che alcune battute o espressioni che in determinati contesti si possono stemperare e "ricambiare" senza suscitare sentimenti diabolici, grazie a rapporti di stima e complicità collaudati, in situazioni diverse possono essere usate per offese ed umiliazioni contro persone culturalmente indifese o con personalità in via di formazione, o con esistenze messe alla prova da condizioni di vita precarie.

Credo sia un dovere combattere l'irresponsabilità, comunque si dissimuli, da ingenuità inconsapevole o da prelibata raffinatezza culturale.

La Francia ospita, oltre che vaste comunità di origine islamica che sono e si sentono francesi di una Grande Francia e non si rassegnano a nessuna forma discriminatoria (dimostrando così di aver assimilato anche la indomabile focosità e la sete di giustizia degli indigeni), numerose istituzioni culturali di primissimo ordine, rivolte alla civiltà islamica e ricordo, in tempi migliori, le splendide rassegne e mostre riccamente organizzate nel grande palazzo del Centro di Cultura Iracheno che facevano onore a Parigi e al suo cosmopolitismo.

Cercheremo di capire, se ci riuscirà, cosa ci sia all'origine di questo ennesimo episodio, se il raptus di qualche vendicatore (dotato di armi e addestramento adeguati, ma pare si siano dimenticati di insegnar loro che quando si va in missione si lasciano a casa i documenti di identità, a meno che…), o qualche cosa di più complesso.


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spadaccinonero
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Sai Radisol, sul giornale in quesitone furono fatte pure vignette di presa per il culo al mondo semita.....e chi le fece venne licenziato per antisemitismo......immagino che manco sui gay si siano mai spinti oltre....in fondo libertà di stampa sì, ma fin dove fa comodo.....e qui la situazione sta facendo molto comodo, in maniera disarmante oserei dire.
Ultimo appunto a proposito di ebrei, chi era il giornalista che ha filmato il tutto e perché si trovava sul posto, più precisamente sul tetto??

mi associo e ti chiedo :
chi era quel giornalista che stava sul tetto?


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Simulacres
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Grandissima riflessione!

"Si fa un gran parlare di libertà in questi giorni, a proposito di un episodio che con la libertà mi sembra non abbia nessi o li abbia molto, molto labili, a meno di non forzare il discorso polarizzandolo sul concetto, del tutto astratto, di libertà di stampa."

La libertà di stampa, oggi, diventa quasi impossibile, anzi la si uccide senza disgustare persona. In verità, non saprebbero cosa farcene i nostri "editori".
Essi temono ogni cambiamento. Non vogliono conoscere altro che il giornalista a comando, il satirista su misura, la marionetta... niente di più niente di meno.

"Non capisco se chi reclama sfacciatamente questo diritto lo faccia dall'alto di una civiltà "superiore", o stia seduto sui ruderi di una "civiltà che fu" e che la sua proterva arroganza ha sbriciolato, e si dedichi ora attivamente, con matite-dollari-e-cannoni, alla distruzione di quanto rimane delle altre."

La nostra civiltà, in effetti non può persistere in una di queste forme "superiori" senza la violenza d'una menzogna continua, totalizzante e in preda a una incurabile psicosi di guerra. Nel contempo, se osserviamo con quanta facilità può cibarsi la credulità assoluta di milioni di individui sedicenti civilizzati, "umanitari", è lecito domandarci se l'istinto di morte, nella cultura occidentale, non domini già definitivamente l'istinto di vita.


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Anonymous
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Tutti i giornali hanno un proprietario e anche più, la loro base di azione è la società capitalistica, partono tutti dal punto di vista borghese, pertanto non c'è ne libertà ne critica.
Un'analisi della libertà, ovvero l' umanità libera dai bisogni per essere veramente imparziale, può essere intrapresa solo dal punto di vista del proletario, con il suo organo autofinanziato, sostenuto e diffuso.
Le prima libertà è avere la pancia piena, un tetto, sicurezza di vivere bene e in salute.
Le dispute "filosofiche" vengono molto dopo.


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spadaccinonero
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Tutti i giornali hanno un proprietario e anche più, la loro base di azione è la società capitalistica, partono tutti dal punto di vista borghese, pertanto non c'è ne libertà ne critica.
Un'analisi della libertà, ovvero l' umanità libera dai bisogni per essere veramente imparziale, può essere intrapresa solo dal punto di vista del proletario, con il suo organo autofinanziato, sostenuto e diffuso.
Le prima libertà è avere la pancia piena, un tetto, sicurezza di vivere bene e in salute.
Le dispute "filosofiche" vengono molto dopo.

la tua idea di "libertà" mi mette i brividi


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vic
 vic
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Dove sta l'ultimo uomo libero?

Forse stava in Patagonia.
Tempo fa, leggendo il diario di una alpinista appassionata di Patagonia, m'imbattei nella descrizione di un incontro. Ad un certo punto in un posto sperduto della pampa, lontano da tutto e tutti, la Silvia s'imbatte in una capanna. Nella capanna viveva un uomo. Solo, anzi no, in compagnia del cavallo. Era li' da decenni. Raccontava che una volta all'anno doveva effettuare un viaggio molto lungo per andare a prendere dei chiodi, che gli servivano per riparare la casupola di legno.
Quell'individuo era evidentemente uno spirito libero. Ma non era libero del tutto, in quanto vincolato dal suo stile di vita. L'importante e' sentirsi libero. Ma ha il suo prezzo. E poi non e' per sempre. Che fa se muore il cavallo, il nostro libero pampero? Alla Silvia fece una proposta di matrimonio, che lei declino', essendo gia' impegnata sentimentalmente. Gia', il matrimonio significa piu' o meno liberta'? Detto in altro modo, ci sono cose che contano piu' della liberta' assoluta. L'amicizia, non costituisce anch'essa un limite alla liberta' totale?

Noi invece ci lasciamo sfilare la liberta', pezzetto dopo pezzetto, per scopi ben piu' meschini dell'amicizia o del matrimonio. Per via della globalizzazione. Stiamo sposando la globalizzazione. Chi e' piu' fesso, il pampero o noi?

La liberta', per paradossale che possa sembrare, ha a che fare col lavoro artigianale. Il lavoro robotizzato in teoria avrebbe dovuto diffondere in giro piu' tempo libero, ergo piu' liberta' teorica. Invece e' successo l'esatto contrario. Colmo dei colmi, nemmeno i robot sono poi tanto liberi. Ok, loro non hanno idea del concetto di liberta'.

Una cosa e' certa, al pampero non servono robot, per renderlo piu' felice. Gli serviva la Silvia, semmai. Guarda te che scalogna, lei non puo'!


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brumbrum
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vic,

il pampero aveva o ha anche lui i suoi limiti
ci sono sempre le pecore, in più si possono mungere e mangiare


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spadaccinonero
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vic,

il pampero aveva o ha anche lui i suoi limiti
ci sono sempre le pecore, in più si possono mungere e mangiare

si stanno pure quelli che ci fanno altro XD


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brumbrum
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vic,

il pampero aveva o ha anche lui i suoi limiti
ci sono sempre le pecore, in più si possono mungere e mangiare

si stanno pure quelli che ci fanno altro XD

appunto, mi riferivo a una pecora "tuttofare"
mi pare un compromesso con la libertà

🙂


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Primadellesabbie
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...Noi invece ci lasciamo sfilare la liberta', pezzetto dopo pezzetto...

Ricordi Dersu Uzala, dal libro di Arseniev e dal film di Kurosawa?

Vic, la libertà é anche quella di sceglierti il padrone che vuoi, ti sembra un paradosso? Tu puoi essere costretto e padroneggiato da un interesse, da un'amicizia, da una famiglia, la differenza la fa il fatto che si tratti di scelte che fai tu e che tu possa decidere in che modo viverle.

La società condiziona, e non potrebbe essere diversamente, ma se ti protegge e ti aiuta nel senso che tu dai a questi vocaboli, ti rimane un margine di libertà e paghi volentieri il prezzo.

Se invece ti protegge e ti aiuta come vuole lei, o non ti protegge e non ti aiuta, o ti infastidisce con 100.000 leggi e regole che vanno ben oltre qualsiasi utilità, o ti circonda di individui lobotomizzati scientificamente, fin dalla più tenera età e sicuri delle loro libertà (io faccio che c...o voglio) che ti fanno credere di essere capitato in un deserto sovraffollato, é evidente che non serve e che il prezzo che paghi ti viene estorto.

Per quanto riguarda la stampa e la comunicazione in genere, ho dei dubbi colossali riguardo all'utilità tout court.

Se tu vuoi comunicarmi qualcosa devi prima assicurarti che io abbia gli strumenti per capire quello che intendi dirmi, altrimenti devi semplificare nella speranza che io non faccia confusione, e così si innesca un meccanismo perverso che produce distorsioni su distorsioni della misura dell'incapacità del ricevente e un numero incredibile di illusioni diverse di "sapere". Tanto per dirne una sul generico.


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Anonymous
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Discorsi fumosi, di quale libertà si parla?
Le nostre idee di libertà sono il riflesso della realtà mediate dalle nostre "inclinazioni" mentali.
Il nostro concetto di libertà ha la sua base nei rapporti di produzione e di distribuzione in breve da come è la società nel suo complesso, altrimenti non si capisce come il borghese affermi che questa è la migliore società dove ognuno è libero di affermare la propria individualità e invece per lo sfruttato è la massima disumanità.
Le idee come la religione, lo stato, la giustizia hanno la loro fonte e giustificazione dal modo dell' economia esistente.
Come diceva Hegel così molti altri, la prima libertà da conquistare è liberarsi l' dai propri bisogni essenziali, e questo comporta la più grande lotta contro la schiavitù del denaro.


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brumbrum
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Discorsi fumosi, di quale libertà si parla?
Le nostre idee di libertà sono il riflesso della realtà mediate dalle nostre "inclinazioni" mentali.
Il nostro concetto di libertà ha la sua base nei rapporti di produzione e di distribuzione in breve da come è la società nel suo complesso, altrimenti non si capisce come il borghese affermi che questa è la migliore società dove ognuno è libero di affermare la propria individualità e invece per lo sfruttato è la massima disumanità.
Le idee come la religione, lo stato, la giustizia hanno la loro fonte e giustificazione dal modo dell' economia esistente.
Come diceva Hegel così molti altri, la prima libertà da conquistare è liberarsi l' dai propri bisogni essenziali, e questo comporta la più grande lotta contro la schiavitù del denaro.

ti quoto in parte
additare solo il denaro come problema lo trovo riduttivo
gli schiavi esistevano anche quando il denaro non circolava
l'essere umano in un qualche modo brama di essere schiavo
e trova sempre un modo per diventarlo


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