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Libertà di che? Di stampa. Ah!

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Primadellesabbie
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Come diceva Hegel...

Sorvolo sul fumoso.

Se ti costruisci una capanna, coltivi un piccolo orto, tieni qualche gallina e una capra in qualche luogo non conteso, il detto di "Hegel e molti altri" che richiami é risolto. Ho conosciuto una donna eremita che lo ha fatto per tutto la vita, ed in più non voleva essere disturbata, e la gente che usava un sentiero faceva finta di non vederla, se non era lei a voler parlare.

Il fatto é che tu, come tutti gli altri, vuoi di più.

Il marxismo é un insostituibile strumento per analizzare una dinamica sociale ben definita, ma finché qualcuno non riuscirà a tagliare il cordone ombelicale con l'illuminismo, e a diffonderlo nella nuova veste, resterà nei libri e nei cuori dei fedeli (che sono persone di prim'ordine).

Ti lascio indovinare chi si opporrebbe con tutte le forze a questa operazione, non proprio facilissima, che comunque avverrebbe fuori tempo massimo.


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Anonymous
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Intanto il primo impulso cosciente è stato dato dall'uomo ( e non da altri, poteva essere un'animale o che).
Se non ci fossimo emancipati le leggi della natura ci avrebbero sopraffatti.
L' umanità non può e sinceramente credo che non voglia tornare alle caverne.
Lo spazio è il nostro destino e storia.
Viviamo in un processo determinato storicamente, come soggetti coscienti (si spera) possiamo intervenire per eliminare gli ostacoli che si frappongono alla nostra libera e totale emancipazione fisica e morale.
Penso che ne di più ne di meno si possa aggiungere a questo.


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Primadellesabbie
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@ babuskin

Quante affermazioni!

Punto a) e punto c), ne sei proprio sicuro?

Punto b) quindi noi con la natura non abbiamo nulla da spartire?

Punto d) non sono sicuro di capire giusto, a che spazio ti riferisci?

Per il momento siamo molto impegnati a costruirne di nuovi, di ostacoli.

Non mi riesce di immaginare la libertà morale. Di cosa si tratta?

Sempre che non ti faccia perdere tempo.


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Anonymous
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@Primadellesabbie, forse andiamo fuori tema?
Per cortesia esponi i dubbi.
Grazie.


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Primadellesabbie
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@ babuskin

Pronti. Immagino tu ti riferisca al tuo ultimo intervento, quello: Intanto... .

Io non sono materialista quindi penso che questo luogo in cui viviamo sia piuttosto affollato e non sono sicuro da dove sia venuto quello che tu chiami primo impulso cosciente.

Se facessimo parte della natura, questa non potrebbe sopraffare se stessa, desumo quindi che quando dici le leggi della natura ci avrebbero sopraffatti ci collochi conseguentemente, da qualche parte, al di fuori della realtà che segue le leggi suddette.

Qualcuno sostiene autorevolmente che l'uomo, come i primati (per chi crede nella parentela) non abbia mai usato le caverne come abitazione, se non occasionalmente. Tuttavia, quando osservo qualche quartiere di dormitori di una delle nostre moderne città, ho la sensazione che abbiamo superato l'antico tabù.

Dove dici che "Lo spazio è il nostro destino e storia." proprio non capisco a quale spazio tu ti riferisca. Lo spazio che ciascuno di noi occupa, quello che ci circonda tutti, quello nel quale si muovono gli astri, lo spazio che la cultura ci mette a disposizione, o la tecnica?

Per quanto riguarda la libertà morale ripeto quanto ti ho detto: non riesco ad immaginare di cosa possa trattarsi, forse abbiamo concetti radicalmente diversi di morale e moralità, cosa che non guasta ma impedisce di intenderci..


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brumbrum
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Qualcuno sostiene autorevolmente che l'uomo, come i primati (per chi crede nella parentela) non abbia mai usato le caverne come abitazione, se non occasionalmente. Tuttavia, quando osservo qualche quartiere di dormitori di una delle nostre moderne città, ho la sensazione che abbiamo superato l'antico tabù.

qui dove vivo era di moda costruirsi la casa e poi andare a vivere nel seminterrato, per non usare e rovinare i mobili nuovi del piano superiore
addirittura c'erano quelli che si costruivano un garage o gabbiotto separato dalla casa e buona parte della giornata la trascorrevano in quello
eravamo e saremo sempre animali


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Primadellesabbie
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@ brumbrum

Non confondere barbari con animali. Sono cose diverse, gli animali non possono essere barbari.

Sì, l'ideale consiste nel costruirsi prima una collinetta artificiale per poter godere di un bel panorama, costruirci sopra la willa o willetta, dotarla di un vano sotterraneo chiamato taverna, rigorosamente senza finestre, riempirlo di improbabili bevande che qualcuno si ostina a chiamare vino e di oggetti disparati che hanno attratto l'attenzione dei proprietari (ai presente le gazze?).
A questo punto si invitano ritualmente "gli amici" badando bene che non accedano alle stanze superiori, ché la padrona di casa si é prodotta un mostruoso mal di schiena a pulire e lucidare, e sviene solo all'idea che qualcuno possa rovesciare un piatto o un bicchiere.
Per cui: nella willa, sulla collinetta ma sottoterra, circondati da cianfrusaglie accuratamente scelte e senza finestre. Solo per veri intenditori!


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Giovina
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L'animale non puo' essere di piu' di quel che e', e' animale e basta, di qui la giustificazione del suo istinto.
L'uomo e' un essere superiore nella misura in cui puo' scegliere. Di essere animale o Uomo.


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Primadellesabbie
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L'uomo e' un essere superiore nella misura in cui puo' scegliere. Di essere animale o Uomo.

Cioè, secondo te, disporremmo di una specie di retromarcia.
Interessante concetto.


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spadaccinonero
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come si può inserire levi persino quando si parla di libertà?
il comunismo è la morte di ogni libero pensiero, lo dimostrano gli inguaribili copia incollatori del capitale che trovo sia qui sia in giro...


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Giovina
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Retromarcia?
Intendi forse volonta' di correggere gli errori?
Io credo di piu': nella capacita' umana di imparare ad evitarli a priori.
Detto cosi' semplicemente sembra essere cosa utopistica e sognatrice, in realta' mi riferisco ad un lavoro pratico concreto di volonta' contenuta prima nel pensare, da svilupparsi.

La volonta' che richiamiamo solo a posteriori ha la sua forza solo nella parte emotiva e naturale, o istintiva dell'uomo, che a sua volta prende energia dalle percezioni della realta' dispiegata. Secondo questo processo il pensiero e' dominato, non e' mai libero, ne puo' diventarlo. Il compito dell'uomo e' imparare ad essere secondo l'inversione di questo processo.

Nell'uomo e' presente il regno minerale, naturale e animale. E il pensiero o regno spirituale.
Il pensare come ordinariamente lo conosciamo ed usiamo e' legittimamente dal materialismo considerato astrazione e teoria, mera dialettica ( nel senso negativo del termine ), anche quando questa raggiunge apici di intellettualismo e logica razionale. Non puo' influire sul nostro istinto e sulla nostra capacita' di azione in senso positivo e determinante perche' in realta' e' da questi sempre condizionato.

L'intuizione di Cartesio poggia su qualcosa che non e' verita', o non e' la verita' completa.
Il pensare considerato da Cartesio e' la capacita' di rappresentazione, con caratteristica speculare. Ossia e' riflesso di quello specchio che e' il cervello. La sorgente o realta' del pensare e' da ricercarsi altrove nella piu' complessa e occulta costituzione dell'uomo, e solo in questa maniera,risalendo, e proprio partendo dal pensiero quale lo conosciamo, si potra' guarire questa unica, unica nel senso di qualita', prerogativa umana, dalla debolezza della sua astrazione, per sostituirvi vera concretezza.
Solo allora il pensare umano potra' leggere veramente la realta', equilibrare la sua anima, intuire veramente e trovare soluzioni giuste e veramente efficaci nel tempo.

Fino ad allora qualsiasi accusa alla concezione materialistica del mondo, seppure scaturente da sentimenti ed emozioni nobili, non avra' nessuna presa o concretezza, ne' alternativa da dare all'errare umano.
Fino ad allora le nostre lamentele giobbiche saranno solo come voce che grida nel deserto.


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Primadellesabbie
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@ Giovina

Il poter scegliere tra a essere animale o uomo, come descrivi, mi fa pensare all'avanti indietro, da ciò la retromarcia.

Adesso mi lasci stecchito:

...Intendi forse volonta' di correggere gli errori?
Io credo di piu': nella capacita' umana di imparare ad evitarli a priori. ...

te lo immagini un mondo privo di errori? Pensaci bene, spaventoso. E noi come impariamo se non facciamo errori?


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Giovina
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@ Giovina

Il poter scegliere tra a essere animale o uomo, come descrivi, mi fa pensare all'avanti indietro, da ciò la retromarcia.

Questa situazione in un certo senso gia' l'uomo, la societa', la vive. Ma fino a quando l'anima e' nutrita per mezzo delle sole percezioni esteriori, in balia, portata ora alle stelle e subito dopo alle stalle nelle sua capacita' emotiva, senza il filtro di un superiore e libero pensiero, ci si dibattera' come una falena.

Adesso mi lasci stecchito:

...Intendi forse volonta' di correggere gli errori?
Io credo di piu': nella capacita' umana di imparare ad evitarli a priori. ...

te lo immagini un mondo privo di errori? Pensaci bene, spaventoso. E noi come impariamo se non facciamo errori?

La dialettica, roba che usiamo noi tutti i giorni sia nel nostro vivere reale che in quello virtuale - come in questa sede - e' insufficiente per trasmettere cio' che vogliamo dire o rappresentare. Sempre che i concetti che abbiamo dentro siano in se' gia' perfezionati.

Noi non abbiamo la liberta' completa. In un certo senso pare proprio che siamo portati solo ad errare in una spirale senza soluzione di continuita'.

Diciamo che questo imparare che si vorrebbe non si produce, anzi la sensazione che si ha, considerando la vita nel suo complesso, e' che l'uomo sia addirittura peggiorato nel tempo e ripeta senza capacita' di reale opposizione, gli stessi errori.
In realta', pochi ma grandi uomini, nella storia, hanno segnato dei livelli d'evoluzione della umanita', in senso qualitativo: scienziati, uomini di spirito, grandi anime che hanno intuito e sostenuto lo spirito dei loro popoli.
Per grandi anime non si vuole intendere sempre anche annessa fama o notorieta', e menzione nei libri di storia, menzione della storia. Dentro di noi sappiamo quanto gli umili sappiano e possano sacrificarsi e donare grande esempio ai loro simili, senza per questo salire agli onori del mondo.

Tutto cio' significa che l'uomo puo' superare in se' quei limiti che tanto si condannano e si disprezzano.
La questione della liberta' umana e' strettamente connessa all'individuo umano, e' questione semplice: la "liberta' "che mi si puo' imporre e/o assicurare, che si pretende da me dal di fuori non e' quella che ho conquistato io da me e per questo e' fragile, e quindi ha bisogno della mia completa comprensione, completa adesione di mente cuore ed anima, non solo di mera adesione per timore di contravvenire a una morale esteriore e subire punizioni o discriminazioni.

Piu' esattamente ho scritto che credo in qualcosa in piu' per l'uomo. In un scopo che non sia solo quello del carpediem, dell'approssimazione nel garantirsi e cercare di garantire benessere e pace nell'immediato con mezzi quasi sempre ingiusti ma ritenuti giusti o giustificati da una situazione di urgenza sociale sempre piu' in emergenza, in forte squilibrio.
I mezzi ingiusti o imperfetti sono a loro volta dei semi di prossimi nuovi effetti nefasti. Come dire che tutti i nodi vengono al pettine ma ci allontanano sempre da cio' che noi in una parte del nostro essere, vogliamo per tutti. Noi viviamo in una situazione perenne e quotidiana di associazione casuale e causale di accadimenti sia personali che collettivi.

Se quel che ho scritto e mi hai portato in citazione puo' sembrare scandaloso, allora non si puo' trovare ancora piu' shockante e scandaloso assicurarsi, o vedere assicurato nel tempo, per sempre, la possibilita' di commettere errori ? Non pare una contraddizione per quanti credono che si puo' migliorare se' stessi e quindi anche il mondo?

Ma tu non hai torto. Perche' una certa necessita' di destino, errori ed effetti conseguenti da dover subire coesistono con l'idea di un raggiungimento di perfezione umana, di Liberta': esclusa questa idea sarebbe inutile e comico parlare di morale, giustizia, liberta', fraternita'.
E ad ogni uomo e' data la possibilita' di errare e di giungere a conquista totale della verita' e della liberta', ognuno secondo il suo personale tracciato e secondo i suoi tempi, fino ad arrivare ad una coincidenza sociale universale realmente conquistata e suscettibile di riversarsi continuamente nella societa' stessa, in alimento continuo.

Senza uno Scopo di tale spessore ed elevatezza l'uomo non avrebbe ragione di dibattersi come fa nel tentativo di discernere tra il male e il bene, il brutto e il bello, tra un pensiero ingiusto e l'altro sano. Perche' non esiste solo l'immediata necessita' di sopravvivere fisicamente, e di concedersi piaceri temporanei, ma anche esiste una necessita' di fame e sete interiore che nessun solo benessere materiale potra' mai soddisfare o risolvere ne' regalare.

E quando sara' raggiunto questo scopo non sara' necessario piu' nessun palso falso, nessun errore, nessun sacrificio umano.


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Primadellesabbie
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...una certa necessita' di destino, errori ed effetti conseguenti da dover subire coesistono con l'idea di un raggiungimento di perfezione umana, di Liberta': esclusa questa idea sarebbe inutile e comico parlare di morale, giustizia, liberta', fraternita'. ...

Adesso posso tirare un sospiro di sollievo.

Eri talmente presa dal tuo ragionamento che cominciavo a temere che questo pezzo non arrivasse più.


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spadaccinonero
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vedo che i dogmatici sinistri eludono le mie considerazioni

@bab e i tuoi simili

è un mondo libero quello dove il concetto di famiglia è un "concetto fassista"?
è un mondo libero quello dove i figli vengono educati da un'autorità centrale (per poi sfornare comunisti senza cervello) e non dai propri genitori?
è un mondo libero quello dove si adora una gigantografia di un pelato con i baffi manco fosse il padre di Dio?

la vostra idea di libertà è ben peggiore dello schiavismo capitalista in cui viviamo


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