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L'impossibilità del movimento dal basso

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Tibidabo
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Ieri:

"Lavoratori di tutto il mondo unitevi!"

Oggi (Barba e Pivetti):

«Il fatto che tra lavoratori indigeni e lavoratori immigrati non può esserci che concorrenza e conflitto quando i secondi siano disposti ad accettare salari e condizioni di lavoro e di vita inaccettabili per i primi. Tutta la storia del capitalismo mostra in modo chiaro che tra lavoratori di diversa provenienza e coscienza di classe non può esservi alcuna unione o solidarietà»

Ho sempre creduto che il mondo keynesiano del dopoguerra sarebbe finito, che le sue contraddizioni sarebbero venute a galla e in effetti è accaduto.
Pensavo però che la globalizzazione e la finanziarizzazione dell'economia, distruggendo il welfare e le conquiste dei lavoratori dei trenta gloriosi, avrebbero portato inevitabilmente le masse a ribellarsi, a prendere coscienza in nome di valori opposti a quelli del "sistema" cioè la solidarietà e il rifiuto della conflittualità di regime fra classi sociali subalterne (media borghesia e lavoratori).

Nulla di tutto questo e anzi le uniche voci di protesta chiedono maggior egoismo e rifiuto della solidarietà, come testimonia il passo citato sopra.

Non ci si rende conto che queste frasi di Barba e Pivetti, talmente sdegnose da poterle considerare "classiste", sono le stesse identiche che la classe medio alta rivolge e ha sempre rivolto ai lavoratori (i nostri, non quelli africani) e/o ai piccolissimi imprenditori?

"Non ci può essere vera solidarietà né parità fra noi e chi non ha uno status socio economico come il nostro, che non ha la nostra stessa istruzione, che non è cresciuto negli stessi ambienti"

Non è una frase inventata, è come la pensano davvero da sempre e lo ha testimoniato Berlusconi in una nota conferenza:

"Questi signori continuano essere convinti che il fine della politica, quindi dell’azione di un governo, sia quello di redistribuire il reddito in modo da intervenire con la tassazione, proprio con lo strumento delle tasse, per far sì che possa avvenire questa redistribuzione. Ciò che propongono è rendere uguali il figlio dell’operaio col figlio del professionista, togliere cioè al ceto medio per dare a quella che chiamano ancora classe operaia

Dal vivo

https://www.youtube.com/watch?v=OifR7dXBxfw

In altre parole il sacro egoismo di chi protesta giustamente ma senza cervello contro l'immigrazione non è altro che la lamentosa richiesta di essere trattati come la classe sociale immediatamente superiore ovviamente ai danni di quella inferiore.
Sulla base di che?
Che siamo italiani...ma voi credete davvero che un un ricco avvocato o un rettore universitario o un primario di ospedale si ritengano simili a un muratore o a un disoccupato...in nome dell'italianità...?

Il poveraccio da generazioni, o il poveraccio new entry in seguito alla crisi, invece di pensare a una nuova modalità di distribuzione della ricchezza, invece di dichiararsi pronti a unirsi a chi sta peggio in nome di "ideali" anti sistema rivendicano, o meglio elemosinano, i loro maggiori diritti...rispetto agli "inferiori"...e qualcuno che fa da capro espiatorio ci deve essere per forza sennò come si fa?

Non capiscono i minus habentes che se le classi dominanti non potranno più sfruttare gli immigrati non è che daranno una maggiore fetta di ricchezza a loro ma semplicemente torneranno a sfruttare loro come avrebbero voluto sfruttare gli immigrati.

Naturalmente gli sbarchi vanno fermati, ci devono essere tutti i rimpatri che si vuole ma il punto è che se non lo fai in nome di ideali nuovi e soprattutto di una volontà politica popolare che sia in opposizione al sistema della competizione e dello sfruttamento, non potrai mai ottenere nulla perché a un certo punto le classi superiori, quella dominante e quella medio alta, non avendo più l'esercito di riserva dei migranti africani a disposizione, metteranno immediatamente in atto il loro di sacro egoismo a spese dei connazionali di più bassa estrazione sociale...e i dilettanti di questa "disciplina" si accorgeranno che i professionisti della distinzione e discriminazione sociale sanno essere molto più cattivi e determinati di loro.

...sed quod dico in vento et rapida scribere oportet aqua...


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Primadellesabbie
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La solidarietà non é un'attitudine che si possa imporre.

(aggiungerei che se lo Stato, con le sue finalità, le sue leggi e la loro modalità di applicazione, non é di esempio ma, come oggi, tende ad infrangere la residua solidarietà e a isolare il singolo, c'é poca speranza).

La forma in cui é stata piegata, diffusa e vissuta la religione cristiana (non solo quella cattolica) ci ha abituati a totale schizofrenia su questo tema, e la constatazione di quanto sia difficile cambiare le cose dimostra l'intrinseca efficacia di questa dimensione culturale.

L'artigianato comunista (perché di artigianato si può parlare se confrontato alla religione) ha ottenuto l'effetto partendo da un contesto sociale delimitato quale la fabbrica, e ai rapporti (si può dire stereotipati?) che vi vengono praticati col pretesto della ricerca dell'efficienza (si, d'accordo, é stato teorizzato su scala universale e bla bla...passatemela così questa volta).

Il giro di vite che gli sfruttatori hanno impresso recentemente, su scala planetaria, agendo sull'organizzazione delle strutture economico finanziarie, é stato preceduto dall'accurata demolizione dei risultati provvisori ottenuti da questo artigianato.

Forse il socialismo potrebbe essere recuperato, ma dovrebbe anche ricomparire una destra vera* per obbligarlo ad una forma 'ecumenica'.

Altrimenti, bruciata la via della religione e quella artigianale, a livello di socialità siamo definitivamente fatti.

* - Ho aggiunto un commento al brano che richiamo col link, da cui si può desumere, in due righe, cosa intendo per destra vera:
http://www.libreidee.org/2017/08/rivoluzione-colorata-limbroglio-macron-seppellira-i-francesi/

Metto anche questo, per il breve richiamo alla solidarietà, dal minuto 5'00" al 5'40" (così vi risparmio gli elohim):

https://www.youtube.com/watch?v=z__hZ7xGgkI


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Tibidabo
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Avevamo già parlato della questione di artigianato e arte...

Comunque mi sembra che stai dicendo che il problema è lo iato che si è creato fra classe dirigente e classe subalterna e non lo è solo da noi anzi a mio avviso è ovunque la causa dell'incapacità di risolvere la crisi attuale restando ostinatamente ostaggio della nuova (o molto antica) classe dominante di sfruttatori.

Secondo me non è una questione così utilitaristica, non è che "ci conviene" farci felici ognuno per sé aiutandoci a vicenda ma che la felicità è in se stessa condivisione.
Ossia non esiste proprio una "felicità individuale" ma pare che sia un concetto ancora un po' troppo avanzato.


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Primadellesabbie
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Non mi riferisco a situazioni particolari, dico che la solidarietà é stata compromessa dalla doppiezza che ha assunto il cristianesimo per affermarsi e poi demonizzando il comunismo (buono o cattivo che fosse) che ha cercato, con discreto successo, di riproporne una versione adattata alle circostanze.


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Tibidabo
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Ma sí è la stessa cosa.
Come mai il cristianesimo ha dovuto demonizzare?
Quello lí.
Vabbe' è tardi ma quando la mattina dopo devo viaggiare non riesco a dormire...mai e non so perché...che palle...


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Primadellesabbie
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(Succede anche a me.)

Mi sono spiegato male, intendo due cose distinte, la demonizzazione é stata corale, non specificamente da parte del cristianesimo.


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Primadellesabbie
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Vorrei riprendere questo discorso sulla solidarietà, dicevo che non si può imporre o pretendere.

Ma si può indurre!

E si deve trovare il modo se si ritiene che sia auspicabile.

@ DesEsseintes

Lascerei da parte le considerazioni sulla "felicità", per il momento.


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Tibidabo
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Primadellesabbie;235147 wrote: Vorrei riprendere questo discorso sulla solidarietà, dicevo che non si può imporre o pretendere.

Ma si può indurre!

E si deve trovare il modo se si ritiene che sia auspicabile.

@ DesEsseintes

Lascerei da parte le considerazioni sulla "felicità", per il momento.

Al volo.
Hai mai sentito parlare della teoria kurganica?
Senza leggere tutto il papiro vai direttamente ai paragrafi "Invasione o diffusionismo" e "Conclusioni"

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Teoria_kurganica#Invasione_o_diffusionismo.3F

"Nonostante le critiche ricevute la teoria dell'invasione calcolitica, nella forma proposta dalla Gimbutas appare oggi una teoria fortemente accreditata e sostenuta da basi scientifiche.

Essa si può riassumere in questi termini:

1) le tribù indoeuropee erano società patriarcali, governate da un "*h₃rḗǵs" (un re che era un capo guerriero eletto, ben diverso dai re-dèi egizi e mesopotamici), e caratterizzate da una prima divisione gerarchica fra guerrieri, sacerdoti e lavoratori, con donne e schiavi relegati in secondo piano

2) gli Indoeuropei avevano una religione politeistica con al centro figure di dèi padri celesti, in opposizione alle religioni delle dee madri tipiche delle popolazioni preindoeuropee (i pantheon dei popoli indoeuropei storicamente noti sono frutto di una fusione con la religione di substrato, con gli dèi padri che faticano a tenere a bada le dee madri: vedi le scene da un matrimonio della coppia olimpica Zeus - Hera)..."


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Primadellesabbie
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Lo leggerò con calma, in queste cose sono abbastanza aggiornato, ma perché mi proponi questa via?

Qui c'erano i celti (il rebus é da dove venissero, perché parrebbe...da ovest), Francia, Baviera, Boemia, Austria, Caucaso, Italia del Nord, i germani occuparono la Baviera verso il 70 a.c., poi arrivarono i romani, nel 15 a.c.

I Celti hanno avuto una successione di diverse organizzazioni sociali con qualche ricorso, si desume (sempre ipotesi) dalle sepolture, modalità, strutture, distribuzione e contenuti, il cui studio é molto avanzato.

Le donne, a giudicare dai monili e dai corredi ritrovati accanto ai resti, non furono mai in secondo piano.


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Tibidabo
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Primadellesabbie;235152 wrote: Lo leggerò con calma, in queste cose sono abbastanza aggiornato, ma perché mi proponi questa via?

Qui c'erano i celti (il rebus é da dove venissero, perché parrebbe...da ovest), Francia, Baviera, Boemia, Austria, Caucaso, Italia del Nord, i germani occuparono la Baviera verso il 70 a.c., poi arrivarono i romani, nel 15 a.c.

I Celti hanno avuto una successione di diverse organizzazioni sociali con qualche ricorso, si desume (sempre ipotesi) dalle sepolture, modalità, strutture, distribuzione e contenuti, il cui studio é molto avanzato.

Le donne, a giudicare dai monili e dai corredi ritrovati accanto ai resti, non furono mai in secondo piano.

Ma al culto della Madre Terra si sostituisce quello di Dyaus Pitar, Dio Padre del Cielo.
Secondo la teoria kurganica i popoli indoeuropei a partire da 3-4000 anni fa hanno invaso i territori abitati dai popoli europei legati alla cultura locale di origine neolitica imponendo la loro fondata sulla guerra e su una rigida gerarchia sociale.
Da questa nuova cultura ariana che si è sovrapposta sottomettendola a quella autoctona proverrebbe la propensione alla competizione, al governo inteso come dominio e allo sfruttamento delle classi sociali inferiori.
Secondo gli studiosi della cultura Kurgan, il dominio che prende il sopravvento sulla solidarietà non sarebbe un dato di natura oggettivo e quindi ineludibile.

Sono cose che bisogna approfondire, sto dando degli accenni molto sommari ma in effetti in Europa è sempre presente un conflitto di fondo fra culti e culture ctoni contrapposti a quelli celesti, sia nel mondo pagano che in quello cristiano.
Ma credo che tu abbia una idea della profondità e diversità delle antiche culture contadine.

Anche in musica dove i ritmi in 6/8 sono l'anima profonda della nostra espressione artistica come sostiene anche Curt Sachs in "Le sorgenti della musica" e quel ritmo nel periodo barocco è considerato "pastorale" (per dirne un paio, la K9 di Scarlatti detta appunto "Pastorale" ma anche il preludio in mi maggiore del primo libro del WTC di Bach e una infinità di altri pezzi).
Non solo, qui è una questione interessante.
Un certo intervallo musicale, la quarta aumentata è tipico della musica "contadina" e infatti, non a caso, con l'avvento del cristianesimo fondato sul culto del padre celeste viene improvvisamente evitato perché considerato "di difficile intonazione" al punto che lo chiamavano "diabolus in musica".
Il 6/8 inoltre, secondo la mia opinione, non è un ritmo "basico" ma proviene da una originaria poliritmia costituita dalla sovrapposizione di un ritmo ternario a uno binario.
Lo si capisce per esempio dal tipo di accentazione sfalsata che ogni tanto viene data in certe esecuzioni filologiche di musica classica ma soprattutto dal fatto che nella musica popolare europea questa poliritmia è frequentissima (flamenco e musica celtica, per es.).
Curt Sachs afferma per di più che la musica originaria assoluta è quella dei pigmei i quali cantano in polifonia poliritmica e ascoltando alcune registrazioni ho trovato spesso questa sovrapposizione di ternario e binario.

Naturalmente anche la poliritmia viene cancellata dall'avvento delle regole "classiche" della musica in epoca cristiana e credo che sia una delle conseguenze di quel conflitto fra ctonio e celeste.

Quando circa nel 1913 Stravinsky scrive "La Sagra della Primavera" (scene dalla russa pagana preistorica) che è fortemente poliritmica, gli orchestrali e il direttore si trovavano in grossa difficoltà proprio perché non esisteva più l'abitudine a una tecnica simile mentre se vai in Africa o in Sudamerica durante le feste magiche (Santeria, Candomblé etc) la poliritmia è la base e i ragazzini di tredici anni suonano i tamburi seguendo il ritmo con irrisoria facilità.

Considera anche l' "Allegoria del buon governo" di Ambrogio Lorenzetti a Siena.

Etc etc, non la si finisce più...secondo me è una delle chiavi più importanti per capire come siamo arrivati alla modernità.
Dopodiché il razionalismo che progressivamente si afferma a partire dal XVII e XVIII secolo finisce di distruggere il cosmo antico.
Che a mio avviso, per molti versi, è quello più vero ossia più umano.
Come mia ipotesi del tutto personale, sono solo i subalterni che si trovano costretti a credere fermamente nella razionalità, magari mi sbaglio ma la mentalità delle classi dominanti è molto meno schematica e non mi sorprenderei di scoprire che certi gruppi di ruling class credono o addirittura fondano la loro appartenenza su dottrine o idee ben poco scientifiche.

Se vuoi una cosa breve di Giorgio Galli dal suo libro "Il nazismo magico" leggi a partire dalla pagine superiore del link per quattro pagine

https://books.google.it/books?id=fDK4CwAAQBAJ&pg=PT116&lpg=PT116&dq=kurgan+classi+sociali&source=bl&ots=XvuFA_bQD3&sig=FZN9tKNZ7ecamXBxT5sxH8vCeTU&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjxlLG01ovWAhWBJJoKHcuGB7w4ChDoAQgiMAM#v=onepage&q=kurgan%20classi%20sociali&f=false


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Primadellesabbie
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@ DesEsseintes

"Secondo gli studiosi della cultura Kurgan, il dominio che prende il sopravvento sulla solidarietà non sarebbe un dato di natura oggettivo e quindi ineludibile."

In generale evito citazioni per una serie di motivi e, in questo caso preferisco dire che io penso così o tu, o lui, il discorso si può intavolare ugualmente.

Ad ogni modo, la migrazione degli ariani, che da certi scritti farebbe pensare a dei contemporanei notevoli fenomeni cosmici, é avvenuta (verso l'India, secondo una versione, e poi la cultura che ne derivò investì la Persia, l'Egitto e l'Europa attraverso Creta), in concomitanza con una rottura dell'equilibrio nel senso di una discesa.
In questa circostanza i guerrieri presero il posto dei sacerdoti e questo provocò scompensi o adattamenti come quello di cui ti occupi. E altri ne dovevano venire, e sono venuti.

Noi non possiamo ricostituire l'ordine, ne pretenderlo, quelli che mirano ad un ripristino di forme note sono fuori strada, noi non sappiamo che forme prenderà l'equilibrio questa volta, possiamo però fare del nostro meglio per attenuare gli effetti di questo disordine anziché subirlo passivamente, e facendo questo, forse, ma senza rendercene conto, porre le basi per l'equilibrio futuro che, é detto, trarrà i suoi elementi da qui, dal disfacimento di quello precedente.

Ma non tutti sembrano d'accordo.


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Tibidabo
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Ho capito amico mio, ma a dire sempre "secondo me" su tutto si pecca di presunzione.
Su alcuni argomenti su cui non si è sicuri di avere una competenza completa per modestia mi riferisco a opinioni altrui.
Anche per non costringere l'interlocutore in una posizione in cui si troverebbe obbligato a darmi per forza ragione o torto.

In generale credo che per noi esseri umani possa avere un suo valore anche il tentare di capire le ragioni profonde dei fenomeni, per quanto è nelle nostre possibilità, e lí forse conta l'impegno, non solo il risultato, almeno spero...

E comunque siamo qui per "fare" qualcosa per quanto come giustamente osservi ci troviamo quasi (o senza "quasi") in balia di forze che ci trascendono.
Ma anche se fosse cosí significherebbe che vogliono che esista una nostra iniziativa il che tra l'altro implica che forse la loro senza la nostra è insufficiente.

Quello che mi pare di poter dire dalle mie riflessioni è che non esiste una realtà oggettiva data una volta per sempre da immutabili leggi "naturali" e se fosse vero varrebbe anche per le modalità della vita sociale che mi auguro non sia stata costruita per fondarsi esclusivamente sulla cieca lotta per la sopravvivenza.
Conviene anche agli Dei che noi troviamo una strada verso un riconoscimento dell'altro che vada oltre il vantaggio pratico che ne potremmo ricavare.


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Primadellesabbie
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Abbi pazienza, se non hai competenza come fai a distinguere tra le opinioni altrui?

Al contrario, dicendo secondo me lasci la libertà di essere contraddetto dall'opinione dell'interlocutore.

Ti faccio un esempio. Mi consigli l'intervista di Galli (guarda che é la pagina di presentazione, non trovo il modo di andare indietro di quattro pagine), il quale, visto il suo mestiere ed il taglio che si può desumere dal titolo non può che aver pescato qui: https://archive.org/details/TheOccultRootsOfNazism
una ricerca che ricordo molto attendibile e probabilmente ancora insuperata, su quel tema, di venti anni prima (esiste, ma non so se si trovi, una traduzione it).

Si aprirebbe un confronto su chi ce l'ha più lungo, cosa che voglio sempre assolutamente evitare, anche perché dico ciò che, filtrato dalla mia modesta persona, ritengo attendibile, cosa che credo di capire faccia anche tu, con maggiore brio.

Comunque é una mia scelta di comportamento, non la voglio imporre a nessuno, e gradisco suggerimenti e link (e non mi riferisco solo al Don Giovanni).

Sul resto siamo d'accordo posto che l'impegno conta per noi, per la nostra crescita, e l'eventuale risultato per tutti (penso io) e che, ancora io, non so se le forze vogliano e se agli dei convenga, ma il succo é quello che bene esprimi.

PS - Questo mii sembra un sospetto consistente:
"Come mia ipotesi del tutto personale, sono solo i subalterni che si trovano costretti a credere fermamente nella razionalità, magari mi sbaglio ma la mentalità delle classi dominanti è molto meno schematica e non mi sorprenderei di scoprire che certi gruppi di ruling class credono o addirittura fondano la loro appartenenza su dottrine o idee ben poco scientifiche."

E quello che precede é senz'altro avvincente.


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yakoviev
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DesEsseintes;235156 wrote:
Secondo la teoria kurganica i popoli indoeuropei a partire da 3-4000 anni fa hanno invaso i territori abitati dai popoli europei legati alla cultura locale di origine neolitica imponendo la loro fondata sulla guerra e su una rigida gerarchia sociale.
Da questa nuova cultura ariana che si è sovrapposta sottomettendola a quella autoctona proverrebbe la propensione alla competizione, al governo inteso come dominio e allo sfruttamento delle classi sociali inferiori.

Se si concepisce l' "invasione" ariana non come un evento unico, ma come un processo a "ondate" (che è la tesi più diffusa), certamente vediamo popolazioni guerriere e nomadi giungere nella nostra penisola da nord già nell'età del rame (pensiamo, ad es. alla "cultura di Rinaldone"), probabilmente innestandosi via via a macchia di leopardo sul territorio. Se andiamo a Malta (dove sono stato questa estate) vediamo come nel neolitico ci fossero popolazioni in grado di costruire i monumenti megalitici più grandi d'Europa, che adoravano una dea, riprodotta in statuette, ma anche in grandi statue, come una figura femminile dalle forme super abbondanti. Poi questa popolazione scompare e secoli dopo ne giunge un' altra che conosce il bronzo, ma che ha delle espressioni artistiche e architettoniche molto più rozze. Anche in Oriente, molto prima che in Europa, giungono popolazioni che soppiantano le antiche civiltà della valle dell'Indo e della penisola indiana, e che si espandono in Persia. Effettivamente la stretta divisione gerarchica della nuova società viene rispecchiata anche nella loro religione, e l'induismo "classico" è il retaggio che ancora oggi permane. Va detto però che, successivamente, questo tipo di religioni porta anche al formarsi di controtendenze di tipo più "ecumenico" e che rifiutano le gerarchie precostituite: in India il Jainismo e soprattutto il Buddhismo, che avranno un successo relativo, e in Persia lo Zoroastrismo, che soppianterà invece completamente la vecchia religione.


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Primadellesabbie
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@ yakoviev

Secondo Danielou, che essendo un iniziato indù (con perfetta padronanza dell'idioma), anche se di casta non molto elevata, ha avuto accesso a testi e conoscenze a noi inaccessibili, il Jainismo é molto più antico del Buddhismo, forse quanto o addirittura più dello Shivaismo, ed é stato "rivitalizzato" all'epoca in cui il Buddhismo é sorto, la qual cosa, mal interpretata dagli storici occidentali ha portato a considerarli coevi.


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