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L'onda nera che appesta l'Europa


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Un altro muro, a completare la recinzione della fortezza ariana nella sua versione magiara, sembra dipingere con pennellate di vergogna l’ultimo quadro del Vecchio Continente. Qui non si tratta più di politiche inclusive o esclusive nei confronti dei migranti, nemmeno di governance obbligata per quanto difficile. Si tratta di una concezione xenofoba che sull'identità religiosa e su una (presunta) identità etnica costruisce un programma pericoloso per la convivenza europea.

L’odio razziale che la sottocultura del fascista Orban eleva a linea politica, apre interrogativi non più rinviabili nel seno europeo. L’Europa che ci viene proposta nella sua rappresentazione giuridica e politica, ovvero l’Unione Europea, non è certo uno spettacolo che scalda i cuori.

La prematura scomparsa degli elementi culturali che l’avevano disegnata - dall’identità politica al modello socioeconomico - è da tempo evidente e la riduzione dell’Europa ad un consorzio finanziario a guida tedesca è un fatto difficilmente contestabile. Ma nella gestione dei flussi migratori emerge però prepotentemente una Europa che dimostra come il sistema di valori, l’identità e persino l’anima culturale sulla quale era stata concepita sono ormai alla deriva.

S’avanza una Europa nera, che dipinge gli equilibri politici e la stessa identità continentale a tinte fosche. E il paradosso della vicenda profughi ed immigrati è che i paesi dell’Est, in particolare Polonia e Bulgaria, hanno letteralmente invaso il resto d’Europa con centinaia di migliaia di migranti.

Allora chiedevano, giustamente, aiuti e comprensione; oggi, che pensano di essere diventati paesi autosufficienti, offrono marchiature e muri a chi fugge dai rispettivi inferni. L’Ungheria governata dal fascista Orban, cui è addirittura toccato un semestre di presidenza Ue appena prima dell’impalabile semestre italiano, non rappresenta però un caso isolato, una sorta di unicità negativa che l’insieme dei 28 paesi che compongono la Ue può permettersi di giudicare alla stregua di un fenomeno locale o temporaneo.

Certo la storia dell’Ungheria è nera come il carbone ed è certamente diversa da quella polacca o Ceka, ma il propagarsi rapido dell’ideologia totalitaria in tutta l’Europa dell’Est rende impossibile sottovalutare o circoscrivere il problema. Alla rivendicazione di una improbabile razza magiara, Budapest fa seguire i fatti. Lo spaccio di oltre 800.000 passaporti ungheresi in quelli che considera territori perduti in Slovacchia, Romania e Ucraina, crea allerta.

La Nato ritiene che Orban provi a insediare quinte colonne etniche nei paesi Baltici per chiedere domani modifiche alle frontiere. Basterebbe che la Commissione Europea si rivolgesse al Comando Nato nella stessa Bruxelles per avere valutazioni circa la pericolosità del premier fascista ungherese.

E nell’opera di revisione di quanto fatto finora sarebbe bene anche considerare finalmente con uno sguardo diverso lo stesso governo ucraino, certo non privo d’identità nazistoidi al suo interno, invece che di proseguire nelle sanzioni contro Mosca che, pur con tutti i suoi errori e crimini, come già in altri passaggi storici - dall’Afghanistan alla Siria - si oppone sola alle derive iperpoliticiste dell’Occidente, che per interessi geostrategici crea e difende milizie e governi orrendi che successivamente gli si rivoltano contro con tutta la loro pericolosità.

A meno di non voler sostenere che l’unica condizione per la presenza nella Ue sia l’applicazione delle dottrine monetariste, la Polonia in mano a Duda, la Repubblica Ceka dell’antieuropeista ad alto tasso etilico Zeman, la Slovacchia di Fico (che ha l‘ardire di definirsi socialista), come la Bulgaria del corrotto Ponta, rappresentano un problema di natura politico - e dunque sistemico - che Bruxelles non può fingere d’ignorare.

Vi è insomma una parte consistente dell’Europa dell’Est dai tratti xenofobi e fascisti che non può più essere considerata compatibile con ll’Unione Europea. La cosiddetta “svolta” del 1989 è ora chiara a tutti. La comune caratteristica degli ex paesi del blocco orientale a guida sovietica sembra, a posteriori, voler dare ragione a chi la vedeva come una minaccia più che una promessa.

Non bastano certo le minacce di procedure d’infrazione, ovvero multe che non verranno mai riscosse, ad affrontare con la giusta determinazione il problema. E nemmeno la minaccia di sanzioni semplici da aggirare e che nessuno rispetterebbe, servirebbero a lavare la coscienza dell’Ue, che ama spacciarsi come centro della cultura multietnica e baluardo della democrazia internazionale.

Il blocco dell’ultradestra europea si caratterizza infatti per l’odio razziale contro l’immigrazione e per la repressione spietata verso le opposizioni interne, che quasi ovunque vede anche la versione giuridica nell’impedimento legale alla formazione di partiti comunisti o di sinistra che dir si voglia.

Non sono fascisti perché marchiano gli immigrati: marchiano gli immigrati perché sono fascisti e, in quanto tali, per passato e presente, incompatibili con il consesso civile. L’Unione Europea deve aprire una fase nuova, cominciando a dire con chiarezza che non può far parte della UE chi applica politiche razziste e repressive al suo interno.

Che non può continuare a partecipare ad una identità politica europea chi nega i diritti fondamentali riconosciuti dalla Carta Internazionale delle Nazioni Unite e dalla Carta dei Diritti dell’Uomo, oltre che dallo statuti fondativi della stessa Unione Europea.

Sarebbe un buon sistema per inviare un messaggio anche alle forze più reazionarie che, accucciate come avvoltoi in attesa dell’occasione giusta, minacciano anche dall’interno l’identità democratica degli stessi paesi fondatori dell’Unione.

Diceva Bertold Brecht che la sconfitta del nazismo non doveva generare illusioni, perché “sebbene la bestia sia stata annientata, il ventre che la concepì è ancora gravido”. Parole profetiche quelle del grande drammaturgo.

La minaccia dell’onda nera appesta di nuovo il centro del Vecchio Continente e l’affermarsi in molti paesi delle destre xenofobe, nostalgiche del nazismo, rischia di trasformare di nuovo l’Europa da soluzione del problema a problema senza soluzione. Già una volta la storia ha dimostrato che ad esitare la si paga cara. La conoscenza dei corsi e ricorsi vichiani dovrebbero spingere a non ripetere l’errore.

Fabrizio Casari
www.altrenotizie.org
15.09.2015


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Nieuport
Reputable Member
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Post: 307
 

Come ci si sbaglia! Io leggendo il titolo mi sono detto, bene, un articolo che mette in guardia dalle centinaia di migliaia di clandestini dall’Africa subsahariana che sbarcano sulle nostre coste. Vedi,a volte, i malintesi...
Però l’articolo mostra una soluzione: “L’Unione Europea deve aprire una fase nuova, cominciando a dire con chiarezza che non può far parte della UE chi applica politiche razziste e repressive al suo interno.” Perfetto: facciamo una politica di difesa delle frontiere, così l’Unione Europea ci espelle e ci salviamo.


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Rosanna
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 3536
 

Non sono fascisti perché marchiano gli immigrati: marchiano gli immigrati perché sono fascisti e, in quanto tali, per passato e presente, incompatibili con il consesso civile. L’Unione Europea deve aprire una fase nuova, cominciando a dire con chiarezza che non può far parte della UE chi applica politiche razziste e repressive al suo interno.

Che non può continuare a partecipare ad una identità politica europea chi nega i diritti fondamentali riconosciuti dalla Carta Internazionale delle Nazioni Unite e dalla Carta dei Diritti dell’Uomo, oltre che dallo statuti fondativi della stessa Unione Europea.

Sarebbe un buon sistema per inviare un messaggio anche alle forze più reazionarie che, accucciate come avvoltoi in attesa dell’occasione giusta, minacciano anche dall’interno l’identità democratica degli stessi paesi fondatori dell’Unione.

Diceva Bertold Brecht che la sconfitta del nazismo non doveva generare illusioni, perché “sebbene la bestia sia stata annientata, il ventre che la concepì è ancora gravido”. Parole profetiche quelle del grande drammaturgo.

La minaccia dell’onda nera appesta di nuovo il centro del Vecchio Continente e l’affermarsi in molti paesi delle destre xenofobe, nostalgiche del nazismo, rischia di trasformare di nuovo l’Europa da soluzione del problema a problema senza soluzione. Già una volta la storia ha dimostrato che ad esitare la si paga cara. La conoscenza dei corsi e ricorsi vichiani dovrebbero spingere a non ripetere l’errore.

Basterebbe questo per capire che non c'è più scampo, la scelta appunto che ci viene proposta è tra due fascismi che si contendono il primato di legittimità, quello dell'Unione Europea, e quello di Viktator ...

inutile girarci intorno ... molto più coerente ammettere di essere fascisti ...


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Servus
Prominent Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 875
 

Questo articolista sembra proprio un lacchè americano.

"Basterebbe che la Commissione Europea si rivolgesse al Comando Nato nella stessa Bruxelles per avere valutazioni circa la pericolosità del premier fascista ungherese. "

Già, ora è la NATO che valuta la politica dei paesi europei, ovviamente seguendo le direttive USA. Non era solo lo strumento di difesa dagli attacchi stranieri?

E il "premier fascista ungherese" ovviamente è stato condannato come fascista, visto che vuole il bene dell'Ungheria, no si adegua al dio euro e non si accuccia ai voleri della Germania e degli USA.


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oriundo2006
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 3223
 

Cito''..sono fascisti e, in quanto tali, per passato e presente, incompatibili con il consesso civile..'': bene, e chi lo decide ? Democraticamente, s'intende...La stessa cosa l'hanno detta e poi fatta a proposito dei comunisti ( quei pochi che sopravvivono dopo l'89 ), ed in genere per tutti i perdenti, essendo appunto questa la loro vera colpa, l'aver perso: mentre a danno loro chi ha vinto felicemente applica la damnatio memoriae. Se c'è una cosa disgustosa ( e ridicola ) in quel bancone da macellaio che è la storia umana ( Hegel ) è appunto l'odio satisfattorio di chi avendo messo tutte le caselline ( mentali ) a posto in accordo all'esito della storia si compiace ex post di dare giudizi ultimativi e quasi epitaffi funerari sulle tragedie della storia adossandone la responsabilità a chi ha sostenuto tesi contrarie alla propaganda dei vincitori. Questi invero, ben lungi dal non aver mai coltivato pensieri simili e pratiche con esse coerenti, in realtà lo hanno fatto e poi nascosto assai spesso ed assai felicemente, con la coscienza a posto. Senza dirlo e senza che nessuno dica loro niente. Venendo al punto, identificarli secondo voi andava fatto o no ? Si puo' far entrare migliaia e migliaia di persone senza documenti e senza accertare sia pure grossolanamente la loro identità ? Guardate che non viviamo piu' nel paleolitico...anche li' comunque le diverse tribu' si identificavano ad esempio con pitture sul corpo, penne e quant'altro: per differenziarsi dalle altre loro consimili. Si puo' legittimamente chiedere loro nome e cognome oppure no ? Possono o no inventarsi nick e identità fasulle e spacciarle per buone, tra strette di mano e zingarate varie, accucciati per terra chè fa tanto happening ? Insomma, viviamo nel mondo della FANTASIA o della realtà ? Della televisione o di cio' che deve essere fatto perchè poi non si abbia a pentirsene ?


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omega86
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 157
 

Troppa gente si crede dalla parte del giusto e questa convinzione li rende pericolosi.
Oggi come non mai, in europa c'è bisogno di una vera dittatura


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MarioG
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 3055
 

Un altro muro, a completare la recinzione della fortezza ariana nella sua versione magiara

Nella fretta di gettare la solita palata di fango propagandistica, manco si bada piu' alle minchiate in apertura: I magiari manco sono 'ariani'.


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MarioG
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 3055
 

Questo articolista sembra proprio un lacchè americano.

"Basterebbe che la Commissione Europea si rivolgesse al Comando Nato nella stessa Bruxelles per avere valutazioni circa la pericolosità del premier fascista ungherese. "

Già, ora è la NATO che valuta la politica dei paesi europei, ovviamente seguendo le direttive USA. Non era solo lo strumento di difesa dagli attacchi stranieri?

E il "premier fascista ungherese" ovviamente è stato condannato come fascista, visto che vuole il bene dell'Ungheria, no si adegua al dio euro e non si accuccia ai voleri della Germania e degli USA.

Questa frase e' rivelatrice della vera natura di questi servi. Ora hanno preso in carico la propaganda contro Orban per le note iniziative irrispettose della NATO e dell'Ue del premier ungherese.
Gli 'antifascisti del tradimento', come li chiama la Grassa sono l'infezione cronica mortale che impedisce ogni smarcamento dell'oppressione USA.


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 3 anni fa
Post: 10314
 

è proprio un'ossessione, vedono fascisti da tutte le parti

entrambe le mie bici sono completamente nere

fasciste anche loro?

😉


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