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Ma Monti sa cos’è la democrazia?


yahuwah
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Ma Monti sa cos’è la democrazia?

Su questo blog non sono mai stato tenero con il governo Merkel, però questa volta dico: viva la Germania. E la ragione è molto semplice. I tedeschi sono stati gli unici a cogliere la pericolosità di una frase di Monti che, invece, quasi tutti i media italiani hanno fatto passare sotto silenzio.

Nell’intervista allo Spiegel Monti, oltre a parlare di «sentimento antitedesco», aveva anche rivendicato il diritto dei governi a mantenere «un proprio spazio di manovra» indipendente rispetto alle decisioni dei Parlamenti, altrimenti «una disintegrazione dell’Europa sarebbe più probabile di un’integrazione». Immediata e dura la replica del ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle: «Il controllo parlamentare della politica europea è fuori da ogni discussione», perchè c’è «bisogno di un rafforzamento, non di un indebolimento della legittimazione democratica in Europa». E dichiarazioni analoghe sono giunte dai principali partiti tedeschi.

Come dire: giù le mani dalla democrazia. Giustamente, tanto più che non si tratta di uno scivolone di Monti, il quale un paio di anni fa a Parigi durante un convegno aveva espresso lo stesso concetto, anzi aveva auspicato “una democrazia liberata dagli obblighi elettorali”. (cito a memoria).

Ovvero una democrazia governata non dal popolo ma dalle élite a cui lo stesso Monti appartiene.
Una democrazia svuotata tacitamente nei suoi valori fondanti e senza veri contrappesi.
Una democrazia in cui le regole sono imposte dall’alto a detrimento di quelle dal basso.
Una democrazia in cui la sovranità nazionale deve sparire a favore di entità sovranazionali.

Questo è il disegno. Monti, il controllatissimo Monti, per una volta ha parlato troppo. E, per una volta è stato sincero.

Qui non si tratta di destra o di sinistra ma di capire ed è significativo che in Germania socialdemocratici, Cdu e liberali abbiano reagito all’unisono. In Italia, invece…

Riflettete, gente, riflettete.

http://blog.ilgiornale.it/foa/2012/08/06/monti-sa-cose-la-democrazia/

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yahuwah il 6 agosto 2012 alle 17

Grazie Macello Foa che ha raccolto , anche in modo indiretto, il mio articolo-denuncia giornalistico in data di ieri, e susseguito anche in data di oggi in altro post del blog.
Saluti,
Yahuwah.

p.s.: ne ero sicuro di una sua reazione in merito.


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grillone
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Post: 880
 

"viva la germania" forse è un pò troppo; ma sicuramente non hanno tutti i torti


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terzaposizione
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Post: 902
 

Infatti nella culla della DEMOCRAZIA Atene votava solo il 20% della popolazione, solo alcune classi d'elite.
E visto la marmaglia che grazie al segno X può esprimersi democraticamente eleggendo gentaglia, stò riflettendo.


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Matt-e-Tatty
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Post: 2484
 

C'è da chiedersi oggi più che mai che significhi democrazia e se siamo realmente in una democrazia.
Il vocabolario Treccani ci offre la corretta definizione:

Forma di governo che si basa sulla sovranità popolare e garantisce a ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico.diritto1

Il potere non è affatto pubblico, eleggiamo rappresentati scelti da altri, votiamo programmi che vengono disattesi (quando essistono) o truffaldini.
sembra tutto un raggiro se vogliamo vederla in chiave democratica e chi prende realmente le decisioni è un'elitte di persone spesso nemmeno cittadini italiani.

In fin dei conti è sempre stato così, gia dai tempi della Rivoluzione francese e ci sarebbe da discutere sugli strumenti propagandistici che utlizzano le elitte per mantenere il potere, ma se guardiamo bene come stanno le cose, i primi responsabili siamo noi che non ci occupiamo delle cose che ci riguardano e che non facciamo rispettare quello che è il nostro volere... spesso non ce l'abbiamo nemmeno un volere o un progetto, come tronchi trasportati dalla corrente andiamo dove ci fanno andare senza alcuna reazione.
Così scriveva gramsci nel 1917:

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

11 febbraio 1917

Si può dire che un secolo fa ha dipinto un quadro ancora attuale.

Sul perchè noi permettiamo ad altri di guidare il nostro destino richiamo quanto scritto sulla propaganda. Su molti siti definiti complottisti si fa gran parlare di armi per il controllo mentale e altre amenità... nella realtà possiamo dire che esistono gia da tempo codeste armi e non sono quei prodigi tecnologici che alcuni ipotizzano... è quella scatola parlante che tutti (o quasi) abbiamo nei nostri soggiorni o nelle nostre cucine, sono quei girornali che acquistiamo in edicola e quelle letture e video a cui accediamo con internet. Nessuno può dire quanto siamo condizionati e quanto ci facciamo condizionare anche prendendo coscienza delle manipolazioni.
Uno dei grandio sconfitti della WWII disse frasi esaustive a proposito del condizionamento... lo disse quando era sotto processo e non aveva più nulla da perdere perchè di li a poco sarebbe stato ucciso (poi scelse di morire suicida), letto il suo discorso credo non ci sia altro da aggiungere in proposito tanto è chiaro.

"certo che la gente non vuole la guerra! Perchè dovrebbe un poveraccio volere rischiare la propria vita quando se gli va bene se ne ritorna a casa tutto d'un pezzo? Naturalmente la gente comune non vuole la guerra. Nè in Inghilterra, nè in Russia nè in America, nè in Germania, per quello che conta. Si capisce benissimo. Ma, dopo tutto, sono sempre i leader della nazione a determinarne la politica ed è sempre una semplice questione di irretire le persone, sia che si tratti di una democrazia, di una dittatura fascista , di un parlamento o di una dittatura comunista….sia che abbia o che non abbia voce in capitolo la gente può essere portata dalla parte dei leader. E' molto semplice."

Hermann Goering


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