Marchionne eliminat...
 
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Marchionne eliminato,Fiat e Ferrari agli USA!!


adestil
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Non c'era altro modo per far passare Fiat e Ferrari agli USA...quello di un improvviso quando sconosciuto peggioramento dei Marchionne che di sicuro non voleva lasciare...Non si sa cosa abbia e cosa sia successo ma certo negli USA eliminare qualcuno in ospedale e quasi banale...(ricordo che riuscirono ad aprire e togliere anche mezzo cervello a Kennedy per non far vedere il passaggio del proiettile che dimostrava la presenza di un secondo cecchino e quindi non piu un pazzo ma un complotto!!)

Se si fosse provati lentamente e concertatamente a far passare di mano FIAT Ferrari agli USA ci sarebbero state 1000critiche e impedimenti invece l'hanno fatto nottetempo in 4 e quattrotto ,in piena estate quando tutti sono al mare(come copione vuole!)e senza troppe spiegazioni...

D'altronde gli USA da quando con la Chrysler si presero la fiat e tutti i brevetti(cosa che la Opel tedesca aveva negato a General Motors,personalmente si oppose la Merkel) erano solo a metà dell'oper apoi continuata spostando la sede fiscale in Olanda e Inghilterra..quindi abbandonando l'Italia..
Ora rimaneva l'AD che era ancora troppo legato all'Italia,invece oggi nuovo AD di FCA( Fiat Chrysler Automobiles) Mike Manley mentre nuovo presidente della Ferrari e John Elkann dei banchieri Elkann(sionisti imparentati ai Rotschild strettamente)

D'altronde la battaglia USA contro i tedeschi si basa sempre piu sull'auto e si fa sempre piu dura..
anche a livello di Formula 1 la Ferrari sta soverchiando la Mercedes ..e se non fossero per le puntuali penalizzazioni date alla Ferrari l'avrebbero già staccata di parecchio..

PS
Ma d'altronde il mondo dell'automobilismo è molto simile a quello degli artisti come nel campo della musica...e chi non si allinea o quando si decide di creare un lutto globale che abbassa l'energia collettettiva della masse (potenzialmente rivoluzionaria)e le rendono depresse e piu facili alla sottomissione come l'elite vuole(un lutto ha questo effetto basta pensare ai lutti avuti in famiglia,fa perdere forza ed energia e sono difficili da elaborare,e il luttodi un proprio idolo è come aver perso o quasi una persona di famgilia,per molti...)
D'altronde fecero cosi' con Senna(e Prost l'aveva capito e si ritirò giusto in tempo!)
fecero fuori pure Shumacher..
ci provarono con Rossi(fecero fuori il suo patrigno secondo marito della moglie Mauro Tecchi affermato ingegnere e grande amico di Rossi ,suicidato con una fucilata al petto http://www.repubblica.it/2009/04/sport/motogp/rossi/suicidio-patrigno/suicidio-patrigno.html?refresh_ce )
che si rifiutò di portare il marchio FIAT che ora campeggia sul suo petto..alla fine si dovette piegare..
se lo era tolto e poi se lo dovette rimettere..

dietro al marchio Fiat c'è sempre stato qualcosa di sfuggente ed esoterico..d'altronde erano note le amicizie strettissime tra Agnelli e Kissinger... come le uccisioni dei figli Andrea ed Edoardo per impedire che il controllo FIAT andasse agli iraniani(Edoardo si era convertito all'ISLAM iraniano e gli ebrei sionisti non volevano finesse nelle loro mani,infatti fini' nella mani di Elkann quindi Rotschild)


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Nathan
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E dai manco è morto e già abbiamo la spiegazione addirittura del complotto qui ci scappa il pulitzer.


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comedonchisciotte
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Servirebbero informazioni, ma la sensazione di adestil è uguale alla mia. I potenti spesso muoiono improvvisamente per cause ben poco naturali.


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Esquivèl
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E quindi? Bisognava far fuori il capitalista che ha "salvato" la FIAT, facendo fuori migliaia di posti di lavoro, che ha messo il tesoro degli Agnelli al sicuro in Olanda, lontano da qualsiasi crisi globale? Che ha suonato la campanella di Wall Street? Bisognava fare questo per mettere la FIAT e Ferrari in mano agli americani?


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comedonchisciotte
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Why not?
(E' per Equivel, voglio dire che si, è possibile che sia stato fatto fuori per riportare negli USA il comando di FCA, comunque per fare affermazioni servono prove).


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Esquivèl
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comedonchisciotte;239017 wrote: Why not?
(E' per Equivel, voglio dire che si, è possibile che sia stato fatto fuori per riportare negli USA il comando di FCA, comunque per fare affermazioni servono prove).

Si ovvio che servano prove.
Comunque se è stata una mossa per togliere potere agli Agnelli, ben venga, anche se morto un Marchionne se ne fa un'altro.


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comedonchisciotte
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Un po' in ritardo, aggiungo un interessante pezzo di comidad (che mi risulta essere del giro degli anarchici napoletani).
Io l'ho trovato qui: https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/12944-comidad-senza-marchionne-ma-sempre-con-philip-morris.html

Senza Marchionne, ma sempre con Philip Morris

di comidad

Tra le innumerevoli versioni che ci sono state fornite sulla morte di Sergio Marchionne, una delle prime riguardava una malattia tumorale dovuta al suo abuso di sigarette. La versione è stata poi smentita, ma è certo che nella biografia di Marchionne le sigarette hanno avuto un ruolo centrale e non solo perché le fumava. Uno dei dettagli più importanti del curriculum di Marchionne, la sua appartenenza all’official board della Philip Morris, non è mai stato evidenziato dai media.

A sostituire Marchionne nel ruolo di executive nel consiglio di amministrazione della Ferrari è stato nominato Louis Camilleri, il boss dei boss della Philip Morris. Nel gennaio dello scorso anno il nome di Louis Camilleri però appariva già nell’official board della Ferrari. Il fatto che l’azienda madre di Marchionne mettesse un piede all’interno del gruppo FCA non costituiva un segnale di fiducia verso Marchionne.

Nei confronti di Marchionne il metodo del “promoveatur ut amoveatur” è stato applicato nel modo più drastico, promuovendolo direttamente alla gloria degli altari. C’era però un inconveniente, cioè il fatto che Marchionne fosse già stato santificato in vita dai media otto anni fa. Come tutti i veri santi anche Marchionne aveva già una storia familiare di martirio (le “foibe”) e nella sua biografia non mancano neppure le “visioni”.

Negli ultimi anni il termine "visionario" è stato sempre più utilizzato in un’accezione apologetica. Appena un amico dei potenti, un teorico delle aggressioni contro i deboli o un nemico dei lavoratori si affacciano sulla scena vengono subito nobilitati con l'attributo di "visionario". Per la santificazione (anzi, per la divinizzazione) non si aspetta neppure che lascino questa valle di lacrime. Così è stato ad esempio per Steve Jobs, per Casaleggio e per Marchionne. Possibile sognare mondi ancor più schiavistici dell’attuale? No, in effetti le “visioni” si riducono alla riproposizione dei soliti schemi di sfruttamento, sempre quelli.

La santificazione assunse anche aspetti grotteschi, quando una Confindustria insultata, umiliata e delegittimata da Marchionne si distinse come uno dei soggetti più attivi nella celebrazione dell’eroe di turno. Marchionne ebbe dalla sua parte non solo il governo, ma anche l’opposizione, con un Partito Democratico che lo salutò come il possibile “papa straniero”. Per rimuovere questo dato di fatto occorreva l’apporto di un mentitore di professione, uno zelota della mistificazione: uno a caso, Pietro Ichino. La storia andava riscritta presentando Marchionne come una vittima ed un martire dell’incomprensione da parte dell’ingrato Paese che stava salvando. A fare le spese della falsa ricostruzione è stato il quotidiano “la Repubblica”, accusato da Ichino di non aver fatto autocritica circa le incomprensioni dimostrate verso Marchionne e la sua “epopea”.

È probabile che “la Repubblica” si presterà al gioco dato che rientra nel suo ruolo di disinformazione; ma, per senso di giustizia, occorre precisare che il quotidiano è innocente dall’accusa mossa da Ichino. Nel 2010 e negli anni successivi “la Repubblica” diede un certo spazio alle posizioni critiche del sociologo Luciano Gallino, ma al mero livello di ospitare anche un’opinione diversa per rifarsi una verginità. La linea editoriale del quotidiano e delle firme di punta della sua pagina economica, come Alberto Statera, furono invece di plauso incondizionato alle gesta di Marchionne. Statera sciolse addirittura un entusiastico inno di lode al Marchionne giustiziere che rimetteva ordine nella “fabbrica anarchica” di Pomigliano d’Arco.

La tecnica di Marchionne e dei media al suo seguito fu quella dell’aggiotaggio sociale, cioè presentare tendenziosamente un quadro degradato e disastrato per giustificare le aggressioni antioperaie e glorificare i presunti “risultati” dell’ennesimo salvatore dell’Italia. Più la situazione era rappresentata a toni cupi, più avrebbe potuto rifulgere l’opera salvifica del taumaturgo.

La lucidità di Luciano Gallino consistette nel capire che il modello Marchionne non era soltanto iniquo socialmente ma che, dal punto di vista industriale, non portava da nessuna parte. È vero che il valore di Borsa della FCA è salito a dismisura, ma l’aumento di valore finanziario non corrisponde a valori industriali. E chi lo dice? Lo diceva qualche mese fa quell’acerrimo nemico di Marchionne e del capitalismo che è il quotidiano confindustriale “Il Sole-24 Ore”. Parlando dell’eventualità di una vendita della FCA a case automobilistiche sud-coreane, il quotidiano osservava che queste non avrebbero avuto nulla da guadagnare dal matrimonio quanto ad acquisizioni industriali e tecnologiche. Il vantaggio si riduceva all’acquisizione di marchi che hanno una popolarità ed un prestigio storici, cosa che avrebbe facilitato ai Sud-Coreani l’ingresso nel mercato europeo. L’appetibilità industriale di FCA si riduce quindi a ben poco.

I valori finanziari di FCA si sono dunque gonfiati per operazioni puramente finanziarie. Qualche malevolo potrebbe ipotizzare che FCA sia usata da Philip Morris per riciclare il denaro proveniente dalle sue attività inconfessabili. Attività di contrabbando che l’avevano collocata nel mirino dell’Unione Europea all’inizio degli anni 2000, prima che il lobbying della stessa Philip Morris facesse finire tutto a tarallucci e vino, con una multa ridicola.


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