Mister Taylor e il ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Mister Taylor e il compagno Lenin

Pagina 23 / 24

Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Babuskin, correggimi se sbaglio ma mi sembra che stai riproponendo il vecchio operaismo di Tronti e Negri. Se è così ti ricordo che questa teoria si è dimostrata, nel XX secolo, sbagliata alla prova dei fatti. La classe lavoratrice delle fabbriche non si è dimostrata intrinsecamente rivoluzionaria. Tantomeno la chiave è stata individuata nella produzione.
Neppure oggi, con l'enorme aumento di una classe operaia in estremo oriente, si intravede qualcosa delle speranze che indichi nel tuo post.
Ed è questo che forse ci rende, a noi che abbiamo una certa storia ed idea della "sinistra", simili al dio Cthulhu, amorfo, cieco e brancolante nel buio al suono di una musica inascoltabile.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Si sbagli, ma penso che sia dovuto al fatto che sei rimasta-o un pò indietro...
Comunque ti consiglio alcuni ottimi testi:
Lotte di classe e partito rivoluzionario. Arrigo Cervetto.
La difficile questione dei tempi. Arrigo Cervetto.
Metodo e partito scienza. Arrigo Cervetto
Il compito inedito. Renato Pastorino
Illusioni alla berlina e certezza del Marxismo. Roberto Casella.
Battaglie e principi per una politica comunista. Roberto Casella

Ben volentieri dopo apriremo qualunque ragionamento.

Dimenticavo; avere le Opere complete di Lenin è essenziale per capirci perché no anche le Opere di Marx ( non tutte pubblicate purtroppo... maledetto l' ex segretario Och....o).


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Babuskin, correggimi se sbaglio ma mi sembra che stai riproponendo il vecchio operaismo di Tronti e Negri. Se è così ti ricordo che questa teoria si è dimostrata, nel XX secolo, sbagliata alla prova dei fatti. La classe lavoratrice delle fabbriche non si è dimostrata intrinsecamente rivoluzionaria. Tantomeno la chiave è stata individuata nella produzione.
Neppure oggi, con l'enorme aumento di una classe operaia in estremo oriente, si intravede qualcosa delle speranze che indichi nel tuo post.
Ed è questo che forse ci rende, a noi che abbiamo una certa storia ed idea della "sinistra", simili al dio Cthulhu, amorfo, cieco e brancolante nel buio al suono di una musica inascoltabile.

Neppure la classe borghese in francia, prima del 1789, era rivoluzionaria. Lo divenne più per reazione all'intransigenza della classe nobiliare che per scelta premeditata. E lo divenne anche sotto la spinta, credo, di forze popolari che avevano come punto di riferimento personaggi alla Robespierre.
La classe operaia non fa eccezione e, quindi, si mostrerà rivoluzionaria solo quando le circostanze lo consentiranno e lo imporranno pena la sopravvivenza. Tra queste "circostanze" , a parte condizioni di conflitto bellico che ne potranno favorire la presa di coscienza e l'azione rivoluzionaria, inserirei anche la necessità che sparisca o si indebolisca fortemente il cosiddetto "ceto medio" che tuttora costituisce il principale puntello del potere capitalistico. I processi in corso sembrano orientati in questa direzione perché è evidente che questi ceti vanno sempre più assottigliandosi e impoverendosi per effetto sia delle periodiche crisi capitalistiche, sia dei processi di automazione che li escludono dai processi produttivi. Quando questi fenomeni raggiungeranno la "massa critica", vedremo meglio se davvero, come si sostiene da più parti, la classe operaia non è "intrinsicamente rivoluzionaria". D'altronde se non lo è la classe operaia (naturalmente non identificata solo con gli operai in tuta blu ma comprensiva anche di altri strati sociali produttivi) chi rimane? I filosofi o gli scienziati?


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Chiariamo che il proletariato non fa la rivoluzione comunista perchè vuole contrapporre l' idea del comunismo ad altre idee.
Esso è COSTRETTO a fare la rivoluzione comunista ed è costretto non perché non ne abbia coscienza ma proprio perché è costretto a prendere coscienza di ciò che deve fare. Non è un processo meccanico dove non esiste la coscienza, ma è un processo dialettico dove la coscienza è determinata dalla dinamica della realtà sociale.
Oggi viviamo tempi controrivoluzionari pertanto vi è passività (ma non rassegnazione).
Le idee dominanti sono della classe economicamente dominante, questo è un assunto di Marx e ciò è ancor tanto vero oggi.
Il compito del partito rivoluzionario è smascherare le illusioni che quotidianamente la borghesia sforna.
Oggi è necessario formare i quadri leninisti, rafforzare il partito internazionale, a tempo debito quando matureranno le condizioni economico e politiche saranno i punti di riferimento per trasformare la guerra imperialistica in rivoluzione comunista.
Detto in breve.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

penso che sia dovuto al fatto che sei rimasta-o un pò indietro...

Babuskin, tu mi parli di Cervetto ed i marxisti-leninisti di Lotta Comunista, poi mi dici che sono rimasto "indietro"... LOL.... non ti offendere, ho grande rispetto per tutti, ma dal mio pseudonimo avrai capito che la mia base ideologica è un'altra (diciamo più "libertaria"?) e che dissento sul ruolo del partito come "guida del proletariato". Un esempio di questa "guida" si ebbe in Spagna nel 1936 ed è stata nefasta...

inserirei anche la necessità che sparisca o si indebolisca fortemente il cosiddetto "ceto medio" che tuttora costituisce il principale puntello del potere capitalistico

Certamente questa è una delle chiavi, ma non è l'unica.
A mio parere, la fase di capitalismo avanzato (e decadente) che stiamo vivendo, porta ad osservare le dinamiche delle classi attraverso nuove lenti.
La scarsità di risorse ambientali e soprattutto energetiche che vivremo entro un paio di generazioni (insieme al crollo dell'Europa e forse degli Usa), avranno l'effetto di sconvolgere certe basi ideologiche: quelle basate sul produttivismo e lo sviluppo prima di tutto, poi la composizione delle classi e quindi i contenuti della rivoluzione del sistema economico e produttivo (che indubbiamente ci sarà).
A mio parere, però, non esisterà libertà individuale senza eguaglianza sociale e non esisterà eguaglianza sociale senza solidarietà. Ed è proprio quest'ultima una delle chiavi mancanti.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

...
La scarsità di risorse ambientali e soprattutto energetiche che vivremo entro un paio di generazioni (insieme al crollo dell'Europa e forse degli Usa), avranno l'effetto di sconvolgere certe basi ideologiche: quelle basate sul produttivismo e lo sviluppo prima di tutto, poi la composizione delle classi e quindi i contenuti della rivoluzione del sistema economico e produttivo (che indubbiamente ci sarà).

Sulla "scarsità di risorse ambientali e soprattutto energetiche" non ci conterei troppo perché sono decenni che se ne parla ma ogni giorno o quasi continuano a scoprire nuove sacche di petrolio un pò dappertutto (siria e siberia comprese).
Comunque, se davvero dovesse finire il petrolio, di sicuro s'inventerebbero o riciclerebbero qualche altra cosa: energia solare, energia elettrica (magari riabilitando Tesla ... come già stanno facendo in campo militare) e via dicendo.
Anche sul crollo dell'europa e (forse) degli Usa non ci scommetterei troppo
e, comunque, la considererei solo un'ipotesi su cui non è il caso di fondare le proprie strategie.
Mi sembra molto più probabile, invece, una nuova guerra usa-israele-europa contro russia-cina ma non è detto che sarebbe una vera e propria guerra mondiale così come in passato...almeno finché funzionerà da deterrente il possesso delle atomiche.
Potrebbe essere una guerra fatta per interposti Stati e potrebbe anche essere una guerra combattuta su più teatri ... un pò come forse già sta avvenendo ora ma in modo più cruento ed esteso.
Comunque sono ipotesi, solo fantasie geopolitiche.

Quello che invece mi sembra molto più certo è il peggioramento generalizzato delle condizioni di vita dei popoli occidentali e l'acutizzarsi dello scontro fra questi e le elites dominanti.
La quiete apparente che c'è soprattutto in alcuni paesi (italia in testa) non deve ingannare perché probabilmente è solo la quiete che anticipa la tempesta e, altrettanto probabilmente, la tempesta durerà anche a lungo e con alterne vittorie prima della sconfitta definitiva delle miserie sociali, economiche e politiche del capitalismo mondializzato. Questa volta l'attore storico principale e progressista sarà in occidente mentre forse vedremo (almeno chi di noi ci sarà) la "santa terra russa" e l'Est in genere svolgere il ruolo reazionario che, invece, in passato, svolse l'occidente nei confronti della russia o di altri paesi.
Se tutto (o parte di) questo accadrà saranno inevitabili conquiste sia quella di una maggiore uguaglianza sociale quanto quella di un maggiore spirito di solidarietà tra gli individui ed i popoli stessi. Ma questo sarà l'effetto e il risultato di una lunga lotta per una società diversa e migliore , non già la premessa (come mi sembra che tu ritieni) affinche quella società venga finalmente alla luce.
La "chiave mancante" affinché tutto questo avvenga è sempre la stessa che indicava il buon vecchio Marx: una classe sociale (proletaria in senso lato) che si metta in marcia per distruggere questo criminale sistema capitalistico.
Ho invece qualche dubbio anch'io che debba ancora essere applicata la lezione leninista del "partito bolscevico come avanguardia" del proletariato nelle future battaglie. In considerazione delle condizioni storiche del suo tempo e della stessa russia, Lenin non poteva non agire nel modo in cui agì.
Oggi quelle condizioni non esistono più anzi, sono molto più avanzate e i popoli (almeno in teoria) sono meglio attrezzati (anche culturalmente) rispetto al misero proletariato russo dei tempi di leniniana memoria.
Più che di partito d'avanguardia c'è bisogno di organismi di potere popolare, c'è bisogno , cioè, di "soviet" più che di "rivoluzionari di professione" e dovrà essere al loro interno che, più che un "partito guida", dovrà formarsi un organismo generale che funga da guida perché, forse, fu proprio la creazione leniniana del partito guida bolscevico una delle cause principali della degenerazione della rivoluzione russa... anche se - ripeto - sono del parere che lenin non poteva agire diversamente da come agì.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Sulla "scarsità di risorse ambientali e soprattutto energetiche" non ci conterei troppo perché sono decenni che se ne parla ma ogni giorno o quasi continuano a scoprire nuove sacche di petrolio un pò dappertutto (siria e siberia comprese).
Comunque, se davvero dovesse finire il petrolio, di sicuro s'inventerebbero o riciclerebbero qualche altra cosa: energia solare, energia elettrica (magari riabilitando Tesla ... come già stanno facendo in campo militare) e via dicendo.

Mi piacerebbe essere ottimista come te, ma da persona informata e piuttosto "dentro" al problema energetico, ti assicuro che non è così. Sarebbe troppo lungo da spiegare, ti dico solo che leggendo bene fra le righe dei dati e previsioni del World Energy Outlook (gente super ottimista) si vede che il picco del petrolio è già passato, che entro il 2035 l'energia fornita da fonti fossili calerà del 25% e che le rinnovabili non riusciranno a rimpiazzare questo calo se non in minima parte (la maggior parte delle rinnovabili sono in realtà un'estensione delle fonti fossili)

Sul resto del tuo intervento credo semplicemente che la classe sociale subalterna deve avere coscienza di se stessa e del proprio ruolo rivoluzionario. Questo si ottiene solo col tempo, l'educazione alla libertà individuale, alla democrazia ed alla solidarietà, altrimenti si riduce a rivendicare migliori salari e condizioni di lavoro o tuttalpiù a sostituire un gruppo dominante con un altro chiamando questo rivoluzione. Sono secoli che funziona così (le poche eccezioni sono state represse in pochissimo tempo perchè minoritarie) e non vedo nulla che possa far cambiare questa tendenza a breve..

Sul fatto che Lenin non poteva che agire come fece, sono del tutto d'accordo. E qui si ritorna all'argomento del post iniziale, ormai forse dimenticato...


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

...leggendo bene fra le righe dei dati e previsioni del World Energy Outlook (gente super ottimista) si vede che il picco del petrolio è già passato, che entro il 2035 l'energia fornita da fonti fossili calerà del 25% e che le rinnovabili non riusciranno a rimpiazzare questo calo se non in minima parte (la maggior parte delle rinnovabili sono in realtà un'estensione delle fonti fossili)

non capisco bene cosa significhi "il picco del petrolio è già passato".
Significa che la quantità di petrolio disponibile ha già superato un qualche picco massimo e ora comincia a decrescere? Ma come vengono fatti questi calcoli? se per ipotesi domani si scoprisse un nuovo enorme giacimento petrolifero si potrebbe ancora dire che "è stato già superato il picco massimo di petrolio"? Io non sono addentro al problema ma so che da decenni si parla di fine del petrolio ma non mi sembra che questo accenna a voler finire. Certamente il petrolio, come quasiasi altro elemento naturale, non è infinito e, quindi, prima o poi finirà effettivamente ... ma sono abbastanza certo che gli strateghi del capitalismo abbiano già nel cassetto una qualche soluzione alternativa che adotteranno solo se e quando il petrolio effettivamente dovesse finire.

credo semplicemente che la classe sociale subalterna deve avere coscienza di se stessa e del proprio ruolo rivoluzionario. Questo si ottiene solo col tempo, l'educazione alla libertà individuale, alla democrazia ed alla solidarietà, altrimenti si riduce a rivendicare migliori salari e condizioni di lavoro o tuttalpiù a sostituire un gruppo dominante con un altro chiamando questo rivoluzione. Sono secoli che funziona così (le poche eccezioni sono state represse in pochissimo tempo perchè minoritarie) e non vedo nulla che possa far cambiare questa tendenza a breve..

"campa cavallo che l'erba cresce"! Stiamo freschi se, per avere un cambiamento rivoluzionario della società, dobbiamo aspettare che la grande maggioranza della classe subalterna abbia coscienza del proprio ruolo rivoluzionario.

Le rivoluzioni le innescano sempre delle minoranze perché solo una minoranza inizialmente è in grado di acquisire questa coscienza. Se poi la scintilla iniziale riesce a trovare alimento, allora la rivoluzione si espande e può essere vincente altrimenti è destinata ad essere soffocata ...qualunque rivoluzionario è bene che sia consapevole del rischio, se l'incendio non divampa, di finire appeso ad una forca.
Dire che la rivoluzione è innescata sempre e solo da un a minoranza, non significa, però, dire che quella minoranza debba andare allo sbaraglio. Significa invece che da un'analisi della situazione internazionale e interna debbono risultare elementi sufficienti per rendere possibile il divampare dell'incendio. In caso contrario sarebbe suicida rischiare.
Detto questo, il problema che rimane da risolvere è se questa minoranza che si muove consapevolmente per innescare un processo rivoluzionario debba essere un qualche partito di impronta leniniana o qualcos'altro. In teoria sicuramente potrebbe essere anche solo un qualche partito comunista a innescare il processo ma , nel caso in cui risultasse vincente, sono abbastanza certo che finirebbe col ricalcare le orme del vecchio partito bolscevico russo instaurando una "dittatura" di partito più che di popolo.
Può darsi che non si possa fare a meno di un qualche partito rivoluzionario ma certo è che, a meno di voler rischiare di cadere di nuovo negli stessi errori o problemi già avuti in passato, dovrebbe essere un partito strettamente legato alle masse , cioè ai suoi possibili organismi di potere.
Personalmente, più che per un partito di leniniana memoria, propendo per la nascita di organismi di potere di base all'interno delle masse. In altri termini propendo per la nascita e l' organizzazione di "soviet" più che di un partito.
Ma non escludo che condizioni particolari possano costringere, come lo fu lenin, a puntare più su un partito di professionisti che sull'organizzazione autonoma delle masse proletarie.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

non capisco bene cosa significhi "il picco del petrolio è già passato".

Significa che è finita l'era delle fonti fossili disponibili in grandi quantità ed a basso prezzo, che sarà sempre più alta la differenza fra risorse disponibili e sfruttabili e si arriverà ad un punto (non troppo lontano, diciamo meno di un secolo) in cui il costo economico ed energetico per lo sfruttamento sarà insostenibile.
I nuovi giacimenti sono quasi tutti di difficile sfruttamento, in fondo agli oceani, mischiati alle sabbie, le rocce, ecc.. estrazione e raffinazione pongono problemi enormi anche ambientali (senza contare il biodiesel che è fonte di problemi alimentari). L'energia offerta dalle fossili "alternative", è minore di quella offerta dal petrolio crudo (1L di biodiesel non offre la stessa energia di 1L di benzina), e da alcune di queste fonti non si può raffinare il diesel, che già scarseggia.
Tutte queste cose, come anche le questioni sulle reali possibilità delle fonti rinnovabili, le puoi trovare in rete, basta saper cercare (e conoscere altre lingue).

Sul tuo ottimismo che l'industria troverà una soluzione, non ci contare. E' una forma umana di autodifesa confidare nella scienza per sognare un mondo di sviluppo perenne, dove le fonti di energia sono illimitate ed a basso prezzo. Ma è un'illusione. Le leggi della fisica non permettono un mondo del genere.
Se assumiamo questa verità, potremo affrontare il cambio mentale necessario per vivere in un mondo in cui l'energia e le risorse consumate saranno minori e stabili, mai in crescita, ma soprattutto meglio sfruttate e distribuite.
E qui entra in gioco il cambio di modello sociale, economico e produttivo necessario. Sarà la scarsità di risorse il motore del cambio, non lo sviluppo economico e produttivo, idea legata ad un mondo industriale che lentamente scomparirà. Noi non lo vedremo, ma i nostri nipoti forse sì.

"campa cavallo che l'erba cresce"!

Sì, la tua analisi è corretta. Ma le dinamiche che descrivi hanno sempre portato alla sostituzione di un gruppo dominante con un altro. Quindi preferisco aspettare che campi il cavallo e cresca l'erba. Intanto resisto e lotto.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Alle cosiddette "energie alternative" (solare ecc) non ho mai creduto più di tanto e le considero in parte una moda, in parte un modo - da parte di alcuni capitalisti "ecologisti" , di far soldi.
Quanto al mio presunto ottimismo e fiducia che la scienza sarà in grado di trovare soluzioni alternative in caso di carenza energetica rispondo che in realtà la scienza le ha già trovate (da Tesla a Reich) solo che almeno per il momento al capitalismo non fa comodo sfruttarle. Le sfrutterà - a modo suo naturalmente - quando lo riterrà opportuno. Se non lo farà allora potrei essere d'accordo con te che si innescherebbe una qualche rivoluzione a livello globale.
Ma, non per fiducia nei capitalisti, bensì solo perché li considero capaci di inventare mille espedienti pur di dominare e far soldi, sono quasi certo che non si lasceranno prendere di sorpresa da eventuali carenze energetiche. Perciò: bye bye rivoluzione per scarsità di risorse.

Mi sembra poi di leggere nelle tue righe l'auspicio di un cambiamento di mentalità che, partendo appunto dalla carenza (catastrofica) di risorse, realizzi un modello economico basato su minori consumi , compresi quelli energetici.
Mi sembra, cioè, che sono di fronte a un'altro di quanti propagandano la necessità della "decrescita" economica.
Mi permetto di far notare - come ho già fatto in passato con qualche "decrescista" - che la "decrescita" ce la stanno già somministrando allegramente proprio i capitalisti con la disoccupazione, il precariato, la riduzione generalizzata dei salari. Niente di meglio quindi , per i capitalisti, che ci sia chi addirittura , magari in buona fede, cerca di far passare a livello di massa un messaggio favorevole alla decrescita ... sebbene sono certo che molti decrescisti diranno che la decrescita di cui loro parlano è diversa da quella applicata dai capitalisti, purtroppo molta gente non credo che sia in grado di capire queste eventuali sottili differenze di linguaggio tra "decrescisti" e "capitalisti".
Naturalmente è diverso dire, come credo che faccia qualsiasi persona di buon senso, comunista o no, che si dovrebbe cambiare il modello industriale indirizzandolo più verso il soddisfacimento di bisogni reali che non per frivolezze varie. Il consumismo sfrenato e inutile è il nemico da battere, non lo sviluppo economico.

Se assumiamo questa verità, potremo affrontare il cambio mentale necessario per vivere in un mondo in cui l'energia e le risorse consumate saranno minori e stabili, mai in crescita, ma soprattutto meglio sfruttate e distribuite.

in un mondo in continuo sviluppo e con una popolazione in continuo aumento mi sembra alquanto improbabile che si possa vivere consumando di meno!

...le dinamiche che descrivi hanno sempre portato alla sostituzione di un gruppo dominante con un altro.

Qui mi sembra che riecheggia la solita propaganda borghese (o come meglio vuoi definirla) contro le rivoluzioni, contro il comunismo, contro la "famigerata " dittatura del proletariato ecc. ecc.
A te risulta che in qualche paese sulla faccia della terra sia mai stato realizzato un sistema che metta al centro i bisogni autentici dei popoli e, soprattutto ti risulta che ci sia mai stato un sistema politico fondato sul potere del popolo organizzato? A me non sembra! quindi, di quali dinamiche parli ? Di quelle che trasformarono una rivoluzione in un sistema capitalistico di stato (più o meno dittatoriale)? Non sono queste le dinamiche che mi auguro nè esse sono ineluttabili come la propaganda borghese vuole inculcare a tutti i costi proprio per paralizzare anche psicologicamente ogni velleità rivoluzionaria.
Un altro mondo è possibile ed è un mondo senza sfruttatori e sfruttati, senza le miserie materiali e quant'altro per secoli ci ha elargito il capitalismo.


RispondiCitazione
Tonguessy
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 2779
 

Alle cosiddette "energie alternative" (solare ecc) non ho mai creduto più di tanto e le considero in parte una moda, in parte un modo - da parte di alcuni capitalisti "ecologisti" , di far soldi.
Quanto al mio presunto ottimismo e fiducia che la scienza sarà in grado di trovare soluzioni alternative in caso di carenza energetica rispondo che in realtà la scienza le ha già trovate (da Tesla a Reich) solo che almeno per il momento al capitalismo non fa comodo sfruttarle. Le sfrutterà - a modo suo naturalmente - quando lo riterrà opportuno. Se non lo farà allora potrei essere d'accordo con te che si innescherebbe una qualche rivoluzione a livello globale.

Stai dando al capitalismo unì'intelligenza che non gli è mai stata propria. Le cose sono andate e vanno più o meno così: il sistema funziona finchè va, poi (quando è troppo tardi) ci si pensa. O come vogliamo interpretare quel grido soffocato di Squinzi (Confindustria, i padroni del vapore fino a ieri) riguardo la "macelleria sociale" dell'odierno turbocapitalismo parassitario? Com'è che ci è arrivato solo oggi, quando le fabbriche stanno chiudendo perchè i politici, ampiamente foraggiati, stanno dando ascolto solo al capitalismo-casinò e tanti saluti al sistema produttivo?

Dove sarebbe l'intelligenza politica dei piccoli imprenditori (vero motore immoto del capitalismo) che, sempre più strangolati tra tasse (Stato) e chiusura progressiva degli spazi di commercio (per favorire, ça va sans dir, il casinò) si impiccano invece di organizzare una generale rivolta (non fraintendetemi: massimo rispetto per chi si suicida) che offrirebbe una possibilità a tutto il mondo imprenditoriale e lavorativo?

Nè sono esenti da critiche i lavoratori e pensionati (esodati in testa). Se è vero che la classe lavoratrice è andata a patti col demonio capitalista, accettando di rinunciare ad alcuni essenziali diritti (ad esempio lavorare meno, lavorare tutti, oppure lavorare solo il necessario) per circondarsi di gadget senza i quali ogni occidentale diventa miserabile (Hugo mi perdoni...), ecco che ancora una volta il vero volto del capitalismo è semplicemente di una stupidità disarmante. Cieco davanti all'ineluttabile futuro, sordo davanti ai richiami della coscienza, muto davanti al potere.

Per quanto riguarda il solare radicalchic non posso che essere d'accordo. Ma dopo anni di rifiuti, quest'anno ho fatto installare un impianto da 3kW: perchè ci si può attrezzare per non dipendere al 100% dai colossi dell'energia. Grazie ad una ristrutturazione intelligente e a sistemi energetici alternativi sono riuscito a tagliare i costi di gestione di una bella percentuale. La lavatrice, ad esempio, mi funziona gratis durante una bella giornata di sole come quella odierna. E la bolletta del gas da riscaldamento è stata tagliata dell' 80% grazie al pellet (350€ per tutto l'inverno).

Insomma il sistema non offre via d'uscita ufficiale, ma il singolo può attrezzarsi. Peccato che Squinzi questo non l'abbia ancora capito.


RispondiCitazione
Solounintervento
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 717
 

Mi chiedo, con quale sistema economico sia possibile la dignità di un lavoro e, pertanto, di una indipendenza economica che non rasenti una misera sussistenza per circa 7 miliardi di persone che tendono a riprodursi secondo una curva esponenziale.
In un certo qual modo i beni futili hanno contribuito anche con le loro produzioni e vendite affinchè ci sia stata piena occupazione nel mercato del lavoro.
Non sempre abbassare i costi significa prosperità economica, il più delle volte abbassamento dei costi significa schiavitù nel lavoro per altri esseri umani remunerati con salari al di sotto della sussistenza e in alcuni casi significa anche disoccupazione
I numeri e le cifre indicano che non sarà ossibile alcuna rivoluzione se la popolazione continua nell'incremento esponenziale di crescita come da esplosione nel secolo passato.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Mi chiedo, con quale sistema economico sia possibile la dignità di un lavoro e, pertanto, di una indipendenza economica che non rasenti una misera sussistenza per circa 7 miliardi di persone che tendono a riprodursi secondo una curva esponenziale.

La risposta mi sembra semplice ed è già stata trovata ... sebbene naturalmente sia disprezzata da chi domina e dai loro reggicoda benpagati.

In un certo qual modo i beni futili hanno contribuito anche con le loro produzioni e vendite affinchè ci sia stata piena occupazione nel mercato del lavoro.

forse almeno il 90% dell' attuale sistema produttivo si dedica alla creazione di beni "futili" (considero tali tutti quei beni che non hanno per scopo un miglioramento delle condizioni generali di vita ma solo quello di stimolare il consumo individuale). Una casa, un ospedale, un servizio di trasporto pubblico, una scuola, una biblioteca, un museo, un centro di ricerche non sono futili mentre sono essenziamente tali un'auto (anche se la troviamo comoda per i nostri sfizi particolari), un vestito firmato, il cellulare di ultimo grido, un bicchiere di swarosky da 150 euro e mille altre stupidaggini che ingolfano gli scaffali dei supermercati.
E' ovvio, quindi, che anche la produzione di "beni futili" contribuisca alla piena occupazione (in realtà l'occupazione mai e poi mai è stata piena neppure nei momenti di maggiorn boom economico). Ma la produzione dei "beni futili" è una produzione che si limita a "consumare" energie naturali ed è causa di quella progressiva carenza di energia che giustamente costituisce una preoccupazione specie per alcuni "decrescisti" ... che però finiscono poi col dare indicazioni di "decrescita" che, tutto sommato, credo non siano molto sgradite al capitalismo stesso o almeno ad alcune delle sue peggiori componenti , cioè proprio a quelle componenti che la "decrescita" ce la stanno già somministrando a modo loro con disoccupazione, piccole fabbriche fallite, precariato ecc. La produzione di beni essenziali, invece, non si limita a consumare energie naturali ma, in un modo o nell'altro, direttamente o indirettamente, contribuisce a creare nuove energie (penso, ad es. alle nuove energie che un centro di ricerche è in grado di immettere in un sistema socioeconomico e anche - così credo - nella natura stessa quantomeno nel senso di riuscire a limitarne lo sfruttamento insensato).
Costruire un'auto, invece, significa solo consumare energia (petrolio e quant'altro) senza alcuna produzione di nuova energia.
Ma sempre il capitalismo si dedicherà al consumo di energia (cioè alla produzione di auto e vestiti firmati o telefonini d'ultimo grido) piuttosto che alla creazione di nuove energie perché solo le produzioni rivolte al consumo individuale gli permettono di realizzare profitti relativamente facili e immediati.
Anche quando il capitalismo si dedica alla produzione di beni essenziali (es. case) lo fa solo e soltanto perché anche quei beni rispondono a bisogni individuali e, quindi, permettono di realizzare profitti immediati.
Quand'anche poi il capitalismo produca beni essenziali che rispondono a finalità pubbliche (es. ospedali o scuole ecc.) , lo fa di nuovo solo e soltanto perché anche la produzione di questi beni non futili gli permette di realizzare profitti immediati o sufficientemente tali (almeno quando lo Stato non agisca da pessimo pagatore).
Il profitto - lo sanno anche i sassi - è l'unica molla che muove il capitalista al quale è indifferente che la merce da lui prodotta sia più o meno socialmente utile e sia più o meno solo consumatrice di risorse energetiche naturali.
Perciò potrebbe anche esserci "piena occupazione" grazie alla produzione di cose futili ma certo è che ... di futilità si rischia presto o tardi di morire.
Da quanto detto evidentemente scaturisce che solo un sistema socio economico sensibile non al profitto ma anzitutto al soddisfacimento dei bisogni essenziali delle persone e della società in genere permetterà di evitare anche le carenze energetiche da più parti denunciate come causa di prossimi gravi problemi di approvvigionamento a livello globale.
Non è da escludere a priori che in futuro il capitalismo sia in grado di rimediare in qualche modo anche a quelle carenze energetiche che sembra stia causando esso stesso grazie soprattutto alla produzione sfrenata di montagne di "cose inutili". Addirittura è possibile che le migliori menti strategiche del sistema abbiano già pronte nel cassetto delle opzioni alternative nel caso certe carenze energetiche (es. petrolifere) dovessero verificarsi... (alcune di queste opzioni potrebbero anche essere quelle già intraviste e sperimentate in passato da alcuni scienziati a suo tempo maltrattati e considerati anche pazzi dagli stessi capitalisti ma sempre rivalutabili e sfruttabili nel momento che risultasse necessario) . Se così fosse, il sistema potrebbe allegramente continuare a dedicarsi ancora alla produzione di cose futili ma, in tal caso, la crisi del sistema nascerebbe non tanto da ipotizzate crisi energetiche quanto dall'instupidimento umano almeno nelle nazioni più evolute tecnologicamente...la qual cosa, nel medio lungo periodo, sarebbe anche peggiore di una qualsiasi crisi energetica e porterebbe sicuramente all'estinzione di quelle società progredite in quanto sopraffatte da altre meno progredite... in fondo non furono forse i "barbari" a distruggere la potenza del civile e sviluppato impero romano?


RispondiCitazione
omicron
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 79
 

C'è chi le elite le ha studiate (Charles Wright Mills - Le elite di potere)

http://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Wright_Mills#L.27.C3.A9lite_del_potere

e chi continua a studiarle:

http://shadowelite.net/

meglio informarsi prima che "Il tallone di ferro" (l'oligarchia) ci schiacci del tutto

http://it.wikipedia.org/wiki/Il_tallone_di_ferro


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Alle cosiddette "energie alternative" (solare ecc) non ho mai creduto più di tanto e le considero in parte una moda, in parte un modo - da parte di alcuni capitalisti "ecologisti" , di far soldi.
Quanto al mio presunto ottimismo e fiducia che la scienza sarà in grado di trovare soluzioni alternative in caso di carenza energetica rispondo che in realtà la scienza le ha già trovate (da Tesla a Reich) solo che almeno per il momento al capitalismo non fa comodo sfruttarle. Le sfrutterà - a modo suo naturalmente - quando lo riterrà opportuno. Se non lo farà allora potrei essere d'accordo con te che si innescherebbe una qualche rivoluzione a livello globale.

Stai dando al capitalismo unì'intelligenza che non gli è mai stata propria. Le cose sono andate e vanno più o meno così: il sistema funziona finchè va, poi (quando è troppo tardi) ci si pensa. O come vogliamo interpretare quel grido soffocato di Squinzi (Confindustria, i padroni del vapore fino a ieri) riguardo la "macelleria sociale" dell'odierno turbocapitalismo parassitario? Com'è che ci è arrivato solo oggi, quando le fabbriche stanno chiudendo perchè i politici, ampiamente foraggiati, stanno dando ascolto solo al capitalismo-casinò e tanti saluti al sistema produttivo?

Dove sarebbe l'intelligenza politica dei piccoli imprenditori (vero motore immoto del capitalismo) che, sempre più strangolati tra tasse (Stato) e chiusura progressiva degli spazi di commercio (per favorire, ça va sans dir, il casinò) si impiccano invece di organizzare una generale rivolta (non fraintendetemi: massimo rispetto per chi si suicida) che offrirebbe una possibilità a tutto il mondo imprenditoriale e lavorativo?

Nè sono esenti da critiche i lavoratori e pensionati (esodati in testa). Se è vero che la classe lavoratrice è andata a patti col demonio capitalista, accettando di rinunciare ad alcuni essenziali diritti (ad esempio lavorare meno, lavorare tutti, oppure lavorare solo il necessario) per circondarsi di gadget senza i quali ogni occidentale diventa miserabile (Hugo mi perdoni...), ecco che ancora una volta il vero volto del capitalismo è semplicemente di una stupidità disarmante. Cieco davanti all'ineluttabile futuro, sordo davanti ai richiami della coscienza, muto davanti al potere.

Per quanto riguarda il solare radicalchic non posso che essere d'accordo. Ma dopo anni di rifiuti, quest'anno ho fatto installare un impianto da 3kW: perchè ci si può attrezzare per non dipendere al 100% dai colossi dell'energia. Grazie ad una ristrutturazione intelligente e a sistemi energetici alternativi sono riuscito a tagliare i costi di gestione di una bella percentuale. La lavatrice, ad esempio, mi funziona gratis durante una bella giornata di sole come quella odierna. E la bolletta del gas da riscaldamento è stata tagliata dell' 80% grazie al pellet (350€ per tutto l'inverno).

Insomma il sistema non offre via d'uscita ufficiale, ma il singolo può attrezzarsi. Peccato che Squinzi questo non l'abbia ancora capito.

Ciao Tonguessy. Strano, inusuale questo tuo commento. Sembra che consideri tutti degli scemi: i capitalisti, i piccoli imprenditori, i lavoratori e pensionati e l'unica alternativa che rimarrebbe sarebbe quella di "arrangiarsi" a livello individuale come meglio si può.
In effetti molti piccoli imprenditori o si suicidono o se la squagliano in svizzera. Quanto a lavoratori e pensionati è vero che ancora non si vedono riempire le piazze ma non credo che questo non avvenga perché sono scemi...semplicemente, considerato il tradimento dei loro interessi da parte di partiti e sindacati, ancora non hanno gli strumenti organizzativi adatti per fare cose del genere. Diamo tempo al tempo e poi vedremo meglio se sono proprio tutti così scemi.
Quanto ai capitalisti io preferisco non sottovalutare le loro capacità di adattamento alle varie situazioni. Troppe volte hanno dimostrato di essere ben vivi mentre c'era chi li dava per spacciati. Non voglio certo fare l'apologia del capitalismo. Voglio solo dire che secondo me è sbagliato considerarlo stupido e darlo per morto. Oggi il capitalismo (parlo soprattutto di quello occidentale sotto il marchio Usa) si dimena come un animale ferito ma proprio per questo ancora più pericoloso e capace di attingere a energie insospettabili. I loro lavoratori semischiavi hanno troppe pretese e hanno troppo peso nei singoli stati? benissimo! eliminano gli stati e delocalizzano.
Ci sono troppi consumi di energia? benissimo! chiudono a tambur battente migliaia di fabbriche e fabbrichette, licenziano milioni di persone, riducono sotto il livello di sussistenza i salari e via dicendo. Tutto questo non è sufficiente? benissimo! fuori dei confini a marchio Usa c'è ancora un immenso mondo sottosviluppato da aggredire e sfruttare...e via di questo passo.
Altro che crisi energetica! qui ed ora chi veramente è in crisi è il proletariato mondiale , non il capitalismo (turbo o come si preferisce chiamarlo).
Il vero punto debole del capitalismo è la sua aggressività nei confronti di tutto e di tutti. Questo ha sempre portato a guerre e ha creato le uniche occasioni (penso alla russia del '17) per l'entrata in scena dei popoli. Sarà così anche nel prossimo futuro per il quale già si vedono addensarsi le nubi di nuove guerre. Prepararsi fin d'ora per quel momento credo che sia il compito essenziale per ogni forza rivoluzionaria.


RispondiCitazione
Pagina 23 / 24
Condividi: