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Modelli monetari in 4 scenari


AlbertoConti
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Modelli monetari in 4 scenari

Scenario 1

The day after, anno zero. Nella terra di mezzo una popolazione laboriosa cerca di rifarsi una vita sicura e dignitosa, e di consentire un futuro migliore ai propri figli.
Nasce così la Banca Unica, che come prima azione unilaterale distribuisce cento soldi a fondo perduto a ciascun cittadino, creati lì per lì dal nulla.
Il circolante iniziale è quindi di cento volte il numero dei cittadini, e alimenta i primi scambi commerciali tra di loro. Molti investono la parte più consistente di questa disponibilità iniziale in strumenti per avviare un’attività redditizia, che generi nuova ricchezza destinata sia a vivere meglio che a nuovi investimenti produttivi anche con mezzi propri, onde ridurre l’onere dei debiti oberati da interessi passivi.
Questa Banca Unica non stampa e non distribuisce banconote, ma offre un semplice servizio di contabilità dei c/c che ogni famiglia ha aperto presso di lei, come deposito unico dei propri soldi, spendibili in qualsiasi momento tramite carta bancomat, assegno, bonifico. Ad ogni transazione commerciale la BU registra così un passaggio di soldi da un c/c ad un altro, in modo tale che l’aggregato del contante elettronico non varia.
Ad ogni nuovo progetto imprenditoriale meritevole di finanziamento, la BU emette su richiesta nuovo credito, immediatamente trasformato in deposito dei correntisti, cioè in incremento di massa monetaria gestita dalla BU.

Quando un mutuatario rimborsa capitale e interessi alla BU, questa aumenta la propria capitalizzazione, tolte le spese di gestione e le tasse. A seconda dell’andamento dell’economia la capitalizzazione della BU varia, anche in rapporto al circolante emesso. Sarà cura dello Stato gestire la fiscalità in modo da drenare gli eccessi e mantenere a regime questo rapporto entro limiti ragionevoli, ad es. inferiore all’unità.

Se invece un mutuatario fallisce o muore, senza perciò poter restituire i debiti contratti, la capitalizzazione della BU non subisce variazioni (non viene contabilizzato alcun passivo della BU all’atto dell’emissione della moneta FIAT prestata, altrimenti che “FIAT” sarebbe?).
Il beneficiario del pagamento reso possibile a suo tempo da tale credito, successivamente andato in sofferenza, non ne risentirà retroattivamente in alcun modo.

Potrà mai fallire questa BU? Questo non dipende dalla sua capitalizzazione, ma dalla sua capacità di gestire il sistema dei pagamenti, cioè contabilizzare correttamente il passaggio di soldi tra un c/c e un altro dei propri clienti. Se un cliente pagatore non ha un sufficiente saldo nel proprio c/c la transazione semplicemente non va a buon fine, ma non certo per colpa della BU, la cui unica responsabilità è quella di una corretta registrazione notarile.
Le spese di gestione della banca poi rappresentano una percentuale minima della capitalizzazione, che difficilmente potrà metterne in crisi l’operatività, comunque garantita in ultima istanza dallo Stato in quanto funzione sistemica essenziale. Questo sistema monetario è stabile e sicuro. Nel caso di abuso di fiducia verso i richiedenti credito potrebbe aumentare l’inflazione per eccesso di nuova liquidità immessa nel sistema, ma solo in parte, essendo l’inflazione prevalentemente legata alle politiche salariali.

Scenario 2

Entra in azione un’altra banca, che contende la clientela alla ex-BU, ora ridenominata in Unocredit.
Questa seconda banca denominata Credit2 offre ottimi servizi e in breve riesce a fidelizzare quasi la metà delle famiglie e delle imprese della Terra di mezzo. Tutti i suoi nuovi clienti provengono da Unocredit, che per l’occasione, quasi sempre, la abbandonano.
Dopodiché capita spesso che un cliente di Unocredit faccia un pagamento in favore di un cliente di Credit2, e viceversa. Questi pagamenti interbancari nei due sensi sono spesso d’importi simili, e vengono perciò quasi interamente compensati tra le due banche a fine giornata. Altri giorni invece no, prevalgono i pagamenti effettuati da c/c presso una banca verso beneficiari dell’altra banca. Supponiamo ad es. che questa divergenza si manifesti persistentemente a debito di Credi2, i cui clienti sborsano sempre più soldi ai clienti di Unocredit. La conseguenza è un flusso di denaro che si sposta costantemente dai depositi di Credit2 verso i depositi di Unocredit. I clienti di Unocredit si arricchiscono e chiedono sempre meno credito alla loro banca, mentre i clienti di Credit2 s’impoveriscono e chiedono più prestiti, meno garantiti, alla loro Banca. Praticamente tutti i mutuatari di Unocredit pagano regolarmente le loro rate comprensive d’interessi, mentre una parte significativa dei debiti della clientela di Credit2 vanno in sofferenza. Perciò Unocredit si patrimonializza sempre più mentre Credit2 vede la propria patrimonializzazione ridursi pericolosamente. Perché pericolosamente? Perché la clientela di Credit2 comincia a chiedersi se la propria banca sarà ancora in grado di garantire i depositi dei loro soldi, ovvero i pagamenti che tali depositi consentono a favore di terzi. E’ così che sempre più clienti abbandonano Credit2 per ritornare a Unocredit, vista la crescente riduzione di capitale di Credit2 che potrebbe condurla verso una paralisi operativa (La Banca dovrà pur sempre onorare i costi del servizio). Ma potrebbe Credit2 non essere più in grado di garantire “tecnicamente” il suo sistema dei pagamenti, anche interbancari? No, visto che questo è subordinato alla verifica di solvibilità di ciascun proprio cliente, e non alla “solvibilità della Banca”, che non c’entra per nulla con la semplice attività notarile di trasferimento di soldi da un cliente proprio ad un altro qualsiasi. Fino a che Credit2 ha mezzi sufficienti a svolgere la pura attività notarile di registrazione del movimento di soldi altrui, non può fallire. Nel caso estremo in cui la propria patrimonializzazione andasse a zero, interverrebbe lo Stato con probabile commissariamento temporaneo, o comunque con aiuti minimi finalizzati a garantirne l’operatività gestionale, ovvero al semplice svolgimento delle ordinarie attività bancarie.

Scenario 3

Entrano in azione altre banche: Credit3, Credit4, Credit5, ecc. Ognuna di queste opera allo stesso modo di Unocredit, concedendo alla propria clientela prestiti di denaro FIAT, e capitalizzandosi successivamente col rimborso delle relative rate.
Ma tutte queste capitalizzazioni bancarie, che tendono ad aumentare col tempo essendo alimentate da un flusso senza fine (la richiesta di nuovi mutui da parte di clienti generatori di ricchezza), come verranno “impiegate”, ovvero investite con fondata speranza di rendimenti positivi?

Senza un sistema fiscale adeguato, applicato alle banche stesse, che ne contenga e ne stabilizzi la patrimonializzazione netta, è evidente che il sistema bancario diverrebbe inesorabilmente il principale player dell’economia reale, orientandola a propria assoluta discrezione. Sarebbe quindi la fine della democrazia. Ovviamente le aziende private più grandi, d’interesse strategico, diverrebbero proprietà delle banche, o viceversa che è poi lo stesso, riducendo lo Stato a loro accessorio, per quanto necessario.

Scenario 4

Il sistema bancario privatizzato (grazie alla concessione di Stato di esistere come sistema di Aziende autonome) decide di “darsi una regolata”, mediante l’istituzione della Banca Centrale, con compiti di controllo sulle singole Banche e sulla politica monetaria. Occorre perciò istituire una normativa bancaria più complessa, che distingue tra la capacità di emettere moneta creditizia, concessa come prima alle Banche commerciali, e la facoltà di emettere moneta legale, o moneta ad alto potenziale, o moneta di Banca Centrale, o “base monetaria”, che è monopolio della Banca Centrale, della quale le Banche commerciali sono clienti,
sottoposte e proprietarie tramite quote azionarie della BC a loro riservate in esclusiva.

Ogni Banca commerciale è tenuta ad avere un proprio c/c presso la BC, ove depositare una riserva frazionaria dei crediti in essere presso la propria clientela, in forma di moneta legale.
La BC a sua volta è tenuta a prestare alla Banca commerciale la quantità di moneta legale necessaria a completare la riserva frazionaria richiesta giorno per giorno, qualora la Banca commerciale non ne disponesse a sufficienza o non trovasse più conveniente farsela prestare da altre Banche commerciali che ne dispongano in eccedenza. La percentuale di riserva frazionaria obbligatoria viene fissata da organismi ai massimi livelli del controllo monetario, quali la stessa Banca Centrale o meglio una apposita Banca dei Regolamenti Internazionali compartecipata dalle maggiori BC del pianeta.

Punto fondamentale di tale sistema è che i pagamenti interbancari (necessari quando le compensazioni interbancarie non pareggiano il dare/avere tra due banche) avvengano esclusivamente in moneta legale (cioè non creditizia).

Purtroppo tale sistema risultò presto troppo vulnerabile, nonostante le regole che consentono di trasformare rapidamente i crediti in depositi, dai quali ricavare poi moneta legale. Per questo si è aggiunto ai requisiti operativi richiesti alla Banca commerciale anche una patrimonializzazione propria, adeguata a far fronte ad eventuali crisi del sistema dei pagamenti, dovuta ad esempio ad una occasionale perdita di fiducia della propria clientela, che di conseguenza ritira i propri depositi (in forma di moneta legale) rendendo insufficiente la sola garanzia statistico-probabilistica della riserva frazionaria a copertura dei pagamenti verso la clientela.

Con questo complesso regolamento interno al sistema bancario la BC dovrebbe disporre delle leve di manovra della politica monetaria, tramite i tassi d’interesse discrezionali da imporre ai prestiti di moneta propria alle Banche commerciali, che fanno poi da riferimento ai tassi che a loro volta le Banche commerciali applicano alla clientela (o tra di loro overnight, in forma di moneta legale).

Il condizionale è d’obbligo, visto che non sempre l’economia reale risponde automaticamente agli stimoli di allentamento o restrizione del credito in base ai tassi d’interesse applicati. Per questo esistono anche strumenti straordinari a disposizione della BC, quali il Quantitative Easing massivo, ovvero prestiti eccezionali alle Banche commerciali a tassi molto agevolati, con eventualmente l’indicazione di utilizzarli in gran parte per acquistare Titoli del Debito pubblico al fine di calmierarne i tassi d’interessi, onde scongiurare eventuali default statali, in occasione di crisi economiche profonde.

Si noti che la perdita di stabilità sistemica rispetto agli scenari 1, 2 e 3, è legata essenzialmente all’introduzione della distinzione tra moneta creditizia e moneta legale, cioè tra moneta emessa dalla Banca commerciale erogando credito alla clientela e moneta emessa dalla BC per il regolare funzionamento dell’intero sistema economico-monetario. Una distinzione che risulta chiarissima all’atto dell’emissione di moneta FIAT in entrambi i casi, ma diventa molto più sottile quando si tratta di versamenti e prelievi del generico cliente dal suo c/c presso la propria Banca commerciale. I contanti sono sicuramente riconoscibili come moneta di BC, ma versamenti e pagamenti avvengono spesso tramite assegni, bonifici, carte di credito, ecc. Eppure si tratta pur sempre di denaro movimentato nel sistema fisico dell’economia reale in forma di moneta “non creditizia”, anche se in formato elettronico contabilizzato sul proprio c/c presso la Banca commerciale. Il credito generato sul c/c di un mutuatario all’atto dell’accensione del mutuo si trasforma presto in deposito di qualcun altro, che a sua volta può prelevarlo in forma di contante o per pagamento di terzi in qualsivoglia forma, in ogni caso indistinguibile dalla “moneta non creditizia”. In altre parole le Banche commerciali che emettono moneta FIAT creditizia hanno facoltà di riciclarla in moneta legale, presso di loro o presso altre Banche, a fronte semplicemente di un regolare assolvimento del sistema dei pagamenti verso la clientela o verso altre banche.
A differenza dei precedenti scenari 1, 2 e 3, si è introdotta così la possibilità d’insolvenza bancaria, qualora i pagamenti richiesti e dovuti non fossero più coperti da pari moneta legale in cassa e/o ottenibile in prestito dalla BC in funzione dei crediti in essere, o infine neppure più garantiti da un sufficiente patrimonio residuo della stessa Banca commerciale. Ovviamente in un sistema siffatto gli incagli e le sofferenze, che abbattono la patrimonializzazione bancaria, possono diventare motivo concorrente di default bancario, accelerando la crisi sistemica da cui sono scaturiti.

Conclusioni

Lo scenario 4 è chiaramente il più simile allo stato dell’arte, tranne che per l’assenza dell’artificio contabile bancario di scrivere al passivo di bilancio l’emissione di moneta FIAT, che verrebbe in tal caso “annullata” col rimborso della quota capitale alla banca erogatrice. In realtà il mutuatario rimborsa con le rate capitale ed interessi ricavandoli da nuova produzione di ricchezza autonoma, mentre la moneta aggiunta al sistema all’atto dell’accensione del mutuo non sparisce affatto dal sistema stesso, sia in caso di rimborso regolare che di sofferenza. Manca poi tutta la gestione del risparmio, meglio nota come Borse&Finanza, che ha assunto negli anni post Bretton Woods e suo fallimento forme e proporzioni chiaramente patologiche e destabilizzanti, “grazie” anche alle scelte contabili di cui sopra.

Risulta poi evidente che tra lo scenario 3 e il 4 la differenza è prettamente politica. Allo stato dell’arte si è voluto introdurre la Banca Centrale come espressione verticistica di un sistema bancario privatizzato, governato dalla forza bruta economica in contrapposizione al potere di Stato, ridotto a entità strumentale sottoposta al “mercato finanziario”, al fine di annichilire le istanze politiche dell’unica forma di governo culturalmente accettabile dalle società civili (una democrazia resa fasulla, interamente svuotata a tale scopo nella sostanza).

Ma la cosa più importante che emerge dagli scenari 1, 2 e 3, per quanto rozzi e perfezionabili, è l’indispensabilità della leva fiscale come strumento principe di regolazione dell’economia monetaria, chiaramente di pertinenza del potere pubblico e delle scelte politiche che ne esprimono le finalità sociali.

Una Banca che non sia un ente di lucro può benissimo funzionare con poche regole trasparenti, svolgendo correttamente la propria attività notarile e senza arrogarsi responsabilità di scelte economiche d’impatto sia individuale che sistemico, che spettano invece ad una vera autonomia politica sotto controllo popolare, altro che “autonomia dallo Stato”, secondo l’ipocrita ideologia elitaria votata piuttosto al privilegio esclusivo, fino alla libertà di rubare nelle forme più gravi e sofisticate.

Essendo la fiscalità qualcosa di “antipatico” la si è lasciata volentieri allo Stato, o ciò che ne resta dopo la sua mutazione genetica operata dai poteri finanziari. Ma gli eventi stessi dimostrano quale sia la potenza sottovalutata di questo strumento, nel bene o nel male, come ora che viene piegato al fine di concentrare le ricchezze, ovvero all’opposto della sua vera natura di stabilizzatore dell’economia e di garante della giustizia sociale.

Purtroppo la realtà monetaria da molto tempo è diventata sistemica a livello planetario, e questo impedisce quasi del tutto alternative unilaterali. Un esempio tra tanti è la forza incontrastabile delle manipolazioni valutarie che impattano sul commercio estero, indispensabile a qualsivoglia economia moderna. Tuttavia è l’intera strutturazion
e monetaria globalizzata che scricchiola paurosamente sotto il peso delle sue mille contraddizioni, rendendone imminente una radicale revisione che coinvolgerà tutti i Paesi, e aprendo così una nuova fase di sperimentazioni che da proibitive diverranno al contrario necessarie. E come sempre le soluzioni più semplici saranno anche le migliori, ma in ogni caso l’evoluzione della moneta sarà sostanzialmente l’evoluzione della fiscalità di Stato.


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Fabio Conditi
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Modelli monetari in 4 scenari

Grazie AlbertoConti, interessantissimo esempio teorico di sistemi monetari a confronto.
Stimolato dai tuoi scenari, provo ad introdurre uno scenario 5 che sia perfettamente uguale a quello attuale, in modo da comprenderne le distorsioni. E concludo poi provando ad immaginare uno scenario 6 che dovrebbe essere quello ideale e corretto.
Scenario 5
La sovranità monetaria appartiene alla popolazione laboriosa, che attraverso lo Stato crea l'unica vera moneta legale, le monete metalliche. Però lo Stato ha firmato leggi e Trattati per auto-limitare la quantità di monete metalliche legali coniate (solo lo 0,3% del totale), permettendo ad una Banca Centrale di emettere delle banconote cartacee, praticamente delle cambiali che sono iscritte al passivo del suo bilancio, valide inizialmente perchè cambiabili in monete metalliche (oggi addirittura dichiarate esse stesse moneta legale), per un quantitativo però limitato pari a circa il 7% del totale.
Questa Banca Centrale rifornisce con queste banconote un sistema di banche private le quali possono "moltiplicare" queste banconote (avendo obbligo di riserva in contanti per solo l'1%) attraverso i prestiti, per cui creano denaro elettronico dal nulla che costituisce il 93% di tutto il denaro usato dalla popolazione laboriosa e dallo Stato.
Questo ha creato nel tempo un debito pubblico e privato inestinguibile (viene creato solo il capitale ma non gli interessi!) che per questo motivo cresce esponenzialmente, sottraendo continuamente risorse a tutto il sistema economico reale, che viene piano piano acquisito da chi controlla direttamente o indirettamente la creazione del denaro e come impiegarlo.
Scenario 6
Lo Stato, o un organismo democratico, indipendente e trasparente ma controllato dalla popolazione laboriosa e sovrana, è l'unico soggetto che può creare qualsivoglia denaro dal nulla all'interno del sistema economico. Il sistema bancario privato, se presente, può prestare solo il denaro depositato dai clienti o prestato dallo Stato per le attività di credito e non per quelle speculative, limitando al minimo la sua instabilità.
Il denaro creato viene immesso nel sistema economico in soli due modi :
- utilizzato dalla Stato per investimenti pubblici o incentivi, la spesa corrente sarà finanziata dalle tasse, ovviamente progressive per una equa distribuzione della ricchezza;
- eventualmente distribuito ai cittadini per rilanciare la domanda interna, eliminare la disoccupazione e favorire una economia espansiva, ovviamente solo se necessario e per il tempo che serve.
In questo modo la moneta circola senza debito e non deve essere restituita a nessuno, se è necessario ritirarne un pò dalla circolazione, si possono aumentare le tasse o emettere buoni del Tesoro per favorire il risparmio come prevede la nostra Costituzione.
Ma questo sarebbe un mondo ipotetico, possibile e realizzabile, ma purtroppo lontanissimo dalla realtà attuale. Per ora.


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AlbertoConti
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Grazie a te Fabio.

Come non condividere i tuoi auspici per una revisione realistica del sistema monetario in senso democratico.

Qui intendevo semplicemente analizzare l'esistente simulandone alternative congruenti che ne smentiscano alcuni principi totemici.

In particolare trovo rivoluzionaria l'analisi di un paio di punti, che andrebbero discussi e chiariti per la loro importanza strategica nel controllo dell'economia:

1) La gestione contabile dei mutui, non necessariamente soggetta ad un pareggio di bilancio tra erogazione e rimborso, anzi "taroccata" in tal senso rispetto all'andamento reale dei fatti nel sistema vigente, con la conseguenza di eludere un abnorme arrichimento della banca di credito.

2) La separazione pretesa dal sistema vigente tra soldi di Banca Centrale (utilizzati esclusivamente all'interno del sistema bancario, come forma di controllo contabile autoreferenziale per giustificare il punto 1) e soldi di Banca commerciale, utilizzati invece dall'economia fisica (famiglie e imprese, ed ora anche Stato), detti anche moneta creditizia (in nome della fonte da cui provengono). Il solo sospetto che la separazione gestionale tra le due forme native di una stessa moneta sia fasulla merita di essere approfondito e chiarito. Non sembrerebbe infatti possibile che le cose vadano veramente avanti così nella realtà quotidiana, obbedendo fedelmente a quest'altro tipo di falso ideologico che la logica invece denuncia. Stiamo parlando di palanche vere, non di bruscolini!

Nota bene che nei miei scenari ho volutamente ignorato, o quasi, le banconote emesse dalla BC, perchè sono destinate chiaramente all'economia fisica e da sole costistuicono perciostesso prova della truffa ideologica di cui sopra (eccezione alla separazione circuitale tra moneta di Banca Centrale e moneta creditizia destinata all'economia fisica). Del resto la loro sparizione è ipotizzabile e addirittura auspicata dai responsabili del sistema vigente (+ collaboratori idioti esterni, tipo Gabanelli).


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Fabio Conditi
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In particolare trovo rivoluzionaria l'analisi di un paio di punti, che andrebbero discussi e chiariti per la loro importanza strategica nel controllo dell'economia:
1) La gestione contabile dei mutui, non necessariamente soggetta ad un pareggio di bilancio tra erogazione e rimborso, anzi "taroccata" in tal senso rispetto all'andamento reale dei fatti nel sistema vigente, con la conseguenza di eludere un abnorme arrichimento della banca di credito.
2) La separazione pretesa dal sistema vigente tra soldi di Banca Centrale (utilizzati esclusivamente all'interno del sistema bancario, come forma di controllo contabile autoreferenziale per giustificare il punto 1) e soldi di Banca commerciale, utilizzati invece dall'economia fisica (famiglie e imprese, ed ora anche Stato), detti anche moneta creditizia (in nome della fonte da cui provengono). Il solo sospetto che la separazione gestionale tra le due forme native di una stessa moneta sia fasulla merita di essere approfondito e chiarito. Non sembrerebbe infatti possibile che le cose vadano veramente avanti così nella realtà quotidiana, in barba a quest'altro tipo di falso ideologico che la logica invece denuncia. Stiamo parlando di palanche vere, non di bruscolini!

Nota bene che nei miei scenari ho volutamente ignorato, o quasi, le banconote emesse dalla BC, perchè sono destinate chiaramente all'economia fisica e da sole costistuicono perciostesso prova della truffa ideologica di cui sopra (eccezione alla separazione circuitale tra moneta di Banca Centrale e moneta creditizia destinata all'economia fisica). Del resto la loro sparizione è ipotizzabile e addirittura auspicata dai responsabili del sistema vigente (+ collaboratori idioti esterni, tipo Gabanelli).

Non so se ho capito cosa intendi, ma provo ad impostare una discussione per chiarire i tuoi punti.

1) Non ho capito qual'è la "taroccatura" sui mutui. In realtà è chiaro che a causa degli interessi non c'è pareggio tra somma erogata e somma restituita. E questo è una delle distorsioni del sistema, quella di pretendere interessi per aver prestato denaro che in realtà la banca non ha, visto che è solo una "promessa" di pagamento che prevede un accantonamento ridicolo (riserva obbligatoria meno dell'1%);

2) La separazione tra la moneta emessa dalla BCE e quella fornita dal sistema bancario è l'altra distorsione del sistema monetario, perchè costringe il sistema economico ad utilizzare esclusivamente una moneta presa in prestito, su cui lucra continuamente interessi, che crea un debito matematicamente inestinguibile (visto che viene creato solo il capitale ma mai gli interessi).

3) Non capisco perchè affermi nel Nota Bene che "le banconote emesse dalla BC, perchè sono destinate chiaramente all'economia fisica e da sole costituiscono perciò stesso prova della truffa ideologica di cui sopra". In realtà le banconote emesse dalla BCE sono effettivamente prestate e fornite solo al sistema bancario e mai immesse direttamente nel sistema economico. Esse hanno la funzione di alimentare le banche illimitatamente (attraverso l'Emergercy Liquidity Assistance) con l'unica moneta legale che dà valore alla moneta bancaria (vedi art.1834 del c.c.). In questo modo siamo costretti ad usare la moneta bancaria che ci indebita continuamente.

Io sono convinto solo comprendendo appieno il reale funzionamento del sistema bancario e monetario, saremo allora in grado di ipotizzare un sistema alternativo basato sul buon senso. Come diceva Henry Ford "Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perchè se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione".


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AlbertoConti
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Non so se ho capito cosa intendi, ma provo ad impostare una discussione per chiarire i tuoi punti.

1) quello degli interessi è un problema a parte, che può anche trovare copertura ideologica (dipende dalle proporzioni). Mi riferivo piuttosto alla "quota capitale", che viene immessa nell'economia fisica fin dal momento dell'erogazione del mutuo. Infatti l'accredito sul c/c del mutuatario gli consente di pagare altri attori economici, che a loro volta con quei soldi pagano terzi, e così via, sempre all'interno di un sistema bancario finito.
In tale sistema ad ogni transazione le banche non fanno altro che ridurre il saldo contabile del pagatore ed aumentare di pari importo quello del beneficiario del pagamento. Se quei soldi fossero semplicemente in custodia da parte delle banche, cosa ipotizzabilissima vista l'obbligatorietà dei c/c come deposito dei propri risparmi in regime di moneta elettronica, queste stesse banche non avrebbero alcuna difficoltà a svolgere questo semplice lavoro notarile, in qualsivoglia situazione, anche di crisi.
L'altro lato della medaglia è che in caso di rimborso del capitale da parte del mutuatario, che se lo è sudato nell'economia fisica, questi soldi "veri" entrano realmente in possesso della Banca erogatrice, che non li distrugge affatto, se non nella propria contabilità alquanto opinabile. Per dirla alla Galloni, il capitale "rimborsato" costituisce un guadagno netto della Banca in quanto essa stessa attore economico. E' solo il sistema dei pagamenti interbancario che potrebbe andare in crisi con l'eventuale accumularsi delle sofferenze (nel sistema vigente), per indisponibilità di sufficienti riserve di moneta legale (cioè emessa dalla BC), che è il solo tipo di moneta che le banche accettano in pagamento tra di loro. Infatti la BC non potrebbe prestare la sua moneta ad una Banca che non avesse "i conti in ordine" nel proprio bilancio. E questa è la forma di controllo del sitema vigente sugli abusi delle banche commerciali, che invece nel mio scenario 3 non potrebbero fallire in alcun caso. Tu certamente lo sai, ma è bene ricordare che il sistema di Banche commerciali nel suo complesso equivale ad un'unica banca agli effetti di una contabilità "vera". Nel caso di Banca Unica i pagamenti interbancari non ci sarebbero neppure, per definizione.

2) D'accordissimo

3) "In realtà le banconote emesse dalla BCE sono effettivamente prestate e fornite solo al sistema bancario e mai immesse direttamente nel sistema economico." Infatti non mi riferivo solo alla prima transazione che da vita a nuova moneta, come una specie di varo di una nave, ma a qualsiasi transazione successiva. Le riserve di "moneta legale" depositate dalle Banche Commerciali presso la Banca Centrale sono frutto di molteplici transazioni, se mai fosse possibile tracciare fin dalla nascita quella porzione di moneta di Banca Centrale. E molte di queste transazioni hanno visto transitare quel tipo di moneta nell'economia fisica, di famiglie, imprese, Stato. Non parlo solo delle banconote, la cui natura è eclatante e costituisce prova inoppugnabile di quanto sto dicendo, ma anche della maggioranza di moneta legale in formato elettronico. Dopo una marea di ricicli corrispondenti alle migliaia di transazioni operate dalle Banche nel loro quotidiano lavoro di registrazione notarile dei movimenti di denaro (comprendente certamente denaro creditizio da loro stesse emesso tempo addietro), come fanno a distinguere un tipo di moneta dall'altro? Eppure si sente dire dagli espertoni che i movimenti di soldi interbancari (nel senso di proprietà delle banche coinvolte) possono rigorosamente avvenire solo in moneta di Banca Centrale.

Se ha un senso ciò che dico la tua chiosa finale non può che trovarmi d'accordo.


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Fabio Conditi
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1) quello degli interessi è un problema a parte, che può anche trovare copertura ideologica (dipende dalle proporzioni). Mi riferivo piuttosto alla "quota capitale", che viene immessa nell'economia fisica fin dal momento dell'erogazione del mutuo. Infatti l'accredito sul c/c del mutuatario gli consente di pagare altri attori economici, che a loro volta con quei soldi pagano terzi, e così via, sempre all'interno di un sistema bancario finito.
In tale sistema ad ogni transazione le banche non fanno altro che ridurre il saldo contabile del pagatore ed aumentare di pari importo quello del beneficiario del pagamento. Se quei soldi fossero semplicemente in custodia da parte delle banche, cosa ipotizzabilissima vista l'obbligatorietà dei c/c come deposito dei propri risparmi in regime di moneta elettronica, queste stesse banche non avrebbero alcuna difficoltà a svolgere questo semplice lavoro notarile, in qualsivoglia situazione, anche di crisi.
L'altro lato della medaglia è che in caso di rimborso del capitale da parte del mutuatario, che se lo è sudato nell'economia fisica, questi soldi "veri" entrano realmente in possesso della Banca erogatrice, che non li distrugge affatto, se non nella propria contabilità alquanto opinabile. Per dirla alla Galloni, il capitale "rimborsato" costituisce un guadagno netto della Banca in quanto essa stessa attore economico. E' solo il sistema dei pagamenti interbancario che potrebbe andare in crisi con l'eventuale accumularsi delle sofferenze (nel sistema vigente), per indisponibilità di sufficienti riserve di moneta legale (cioè emessa dalla BC), che è il solo tipo di moneta che le banche accettano in pagamento tra di loro. Infatti la BC non potrebbe prestare la sua moneta ad una Banca che non avesse "i conti in ordine" nel proprio bilancio. E questa è la forma di controllo del sitema vigente sugli abusi delle banche commerciali, che invece nel mio scenario 3 non potrebbero fallire in alcun caso. Tu certamente lo sai, ma è bene ricordare che il sistema di Banche commerciali nel suo complesso equivale ad un'unica banca agli effetti di una contabilità "vera". Nel caso di Banca Unica i pagamenti interbancari non ci sarebbero neppure, per definizione.
2) D'accordissimo
3) "In realtà le banconote emesse dalla BCE sono effettivamente prestate e fornite solo al sistema bancario e mai immesse direttamente nel sistema economico." Infatti non mi riferivo solo alla prima transazione che da vita a nuova moneta, come una specie di varo di una nave, ma a qualsiasi transazione successiva. Le riserve di "moneta legale" depositate dalle Banche Commerciali presso la Banca Centrale sono frutto di molteplici transazioni, se mai fosse possibile tracciare fin dalla nascita quella porzione di moneta di Banca Centrale. E molte di queste transazioni hanno visto transitare quel tipo di moneta nell'economia fisica, di famiglie, imprese, Stato. Non parlo solo delle banconote, la cui natura è eclatante e costituisce prova inoppugnabile di quanto sto dicendo, ma anche della maggioranza di moneta legale in formato elettronico. Dopo una marea di ricicli corrispondenti alle migliaia di transazioni operate dalle Banche nel loro quotidiano lavoro di registrazione notarile dei movimenti di denaro (comprendente certamente denaro creditizio da loro stesse emesso tempo addietro), come fanno a distinguere un tipo di moneta dall'altro? Eppure si sente dire dagli espertoni che i movimenti di soldi interbancari (nel senso di proprietà delle banche coinvolte) possono rigorosamente avvenire solo in moneta di Banca Centrale.
Se ha un senso ciò che dico la tua chiosa finale non può che trovarmi d'accordo.

Ho capito il tuo problema, che ti accomuna con Nino Galloni con cui ho avuto una lunghissima discussione a luglio e spero di averlo convinto.
Per una spiegazione più dettagliata ti prego di leggere questo mio articolo sulla contabilizzazione bancaria ed eventualmente di dirmi dove non sei d'accordo http://moneta5stelle.blogspot.it/2016/06/esempi-di-contabilita-bancaria.html .
In realtà non corrisponde al vero, come affermi, "che in caso di rimborso del capitale da parte del mutuatario, che se lo è sudato nell'economia fisica, questi soldi "veri" entrano realmente in possesso della Banca erogatrice, che non li distrugge affatto, se non nella propria contabilità alquanto opinabile".
Immagina che ci sia una unica banca, la quale emette moneta bancaria elettronica, che essendo una cambiale, cioè una promessa di fornire contanti e non contanti veri, proviamo a rappresentarla come una cambiale cartacea vera, sulla quale è scritto "Io Banca prometto che ti darà X euro in contanti".
Ma allora come viene restituito il capitale ? Nella maggior parte dei casi consegnando alla banca moneta bancaria elettronica, cìoè supponiamo una cambiale su cui è scritta la cifra che dicevamo.
Secondo te questi sono soldi "veri" ? No, quindi la banca straccia la cambiale o la presta a qualcun altro.
Ripeto le distorsioni sono due :
- tutta la moneta in circolazione, viene immessa attraverso i prestiti, anche le banconote, e quindi soggetta ad interessi;
- il 93% della moneta che usiamo non è neanche moneta "vera", ma cambiali create dal nulla dalle banche.
Nei miei incontri faccio questo esempio : supponiamo di essere al tempo zero di un sistema economico costituito da Stato, Aziende e Cittadini, non c'è moneta in circolazione per cui come viene immessa se esiste un sistema come quello della BCE ? Lo Stato non può produrre moneta (salvo monete metalliche ma solo lo 0,3% del totale), le Aziende ed i Cittadini non possono farlo altrimenti vanno in galera. La BCE allora emette le banconote (solo il 7% del totale), le fornisce alle banche che affiancando ad essa un 93% di cambiali, immette tutta questa moneta nel sistema economico. Ma come la immette ? Solamente attraverso un prestito, che deve essere restituito con gli interessi.
La cosa più difficile da capire è questa : la banconota che ho in mano, come è entrata nel sistema economico reale ? Se anche per me banconota che ho in mano non è un debito, perchè l'ho ricevuta in pagamento di una prestazione, c'è qualcuno che l'ha ricevuto con un prestito e la dovrà restituire con gli interessi.
Hai mai riflettuto sul fatto che se le banche smettessero di fare prestiti, non c'è sufficiente moneta in circolazione, neanche bancaria, per restituire tutti i prestiti ? Quindi per mantenere costante la moneta in circolazione è necessario aumentare il debito in modo da pagare anche gli interessi ...


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AlbertoConti
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Mi pare che dobbiamo intenderci meglio sul significato dei termini.
In particolare sull'allocuzione "soldi veri", che può avere mille significati diversi, molti dei quali si perdono in riferimenti alla millenaria storia della moneta.
Ma semplifichiamo un po' restringendo il campo all'attualità.
Trascuriamo del tutto le monetine metalliche, il cui aggregato è talmente esiguo da poter essere ignorato senza gravi conseguenze teoretiche.
Le banconote invece sono un cavallo di battaglia fondamentale, sia perchè il loro aggregato non è ancora del tutto trascurabile, sia perchè sono emesse senza ombra di dubbio dalla BC in regime di monopolio indiscusso.
Sei certo che questa forma di moneta sia l'unica ad essere emessa dalla BC?
Ovviamente no. Tutti i QE che si misurano in migliaia di miliardi vengono certamente emessi dalle principali BC del pianeta in formato elettronico. Non per questo sono "meno veri" delle banconote, e come le banconote vengono prestati esclusivamente alle Banche. Il solo fatto di essere soldi emessi direttamente dalla BC li rende "i più veri di tutti", e non c'è nulla di più vero che possa essere scambiato con essi (a livello monetario).
Perciò la moneta legale emessa da BC in esclusiva si presenta almeno in due formati, quello elettronico e quello cartaceo. Quest'ultimo è tracciabilissimo in quanto a Denominazione di Origine Controllata: basta guardarlo e toccarlo, leggendo quanto c'è scritto sopra, ad es. BCE con tanto di copyright (non è una battuta, munirsi di lente d'ingrandimento per una banale verifica).

Il problema che ho sollevato riguarda invece la tracciabilità della moneta emessa dalla BC in formato elettronico, che è lo stesso formato della moneta creditizia emessa dalle Banche Commerciali quando prestano denaro FIAT. E non è un problema solo accademico, dal momento che solo questo tipo di moneta è ammesso per i pagamenti interbancari e per la costituzione di riserve obbligatorie delle Banche Commerciali presso la loro BC.

La "cambiale" che andava di moda nei gloriosi anni '60 ha perso tutto il suo fascino e la sua credibilità, per colpa dei troppi insoluti, ma non trovo corretto di prenderla a campione di "soldi non veri", quasi fosse una categoria disprezzabile contrapposta al fantomatico significato ontologico di "soldi veri".

La mia impressione è che dal 1971 in poi non esistono e mai più esisteranno i "soldi veri" pagabili a vista al portatore con oro sonante o qualcosa di "più vero". Dobbiamo rassegnarci all'evidenza: la moneta è una convenzione che da vita ad un oggetto puramente virtuale, sia pure convertibile in merci fisiche quando va bene.


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AlbertoConti
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Effettivamente l'art.1834 del nostro Codice Civile, che altro non è che un adeguamento alle consuetudini bancarie di mezzo mondo, complica un po' le cose, con l'effetto collaterale di rendere accettabile l'interpretazione vigente della contabilità interna della Banca Commerciale che giustifica questa visione della faccenda, come tu ben descrivi.

L'appropriazione da parte della banca dei versamenti dei propri clienti sui loro depositi in c/c è un fatto alquanto strano e controintuivo, tant'è che la maggior parte dei clienti non se ne rende neppure conto, altrimenti protesterebbe vivacemente. Il problema giuridico è che la banca ti riconosce un interesse attivo, anche se tendente a zero e solo simbolico, così da giustificare l'impiego discrezionale dei tuoi soldi per tutto il tempo in cui li lasci depositati. Altrimenti dovrebbe chiederti un canone di custodia, e possiamo star certi che in tal caso non sarebbe solo simbolico, facendo incazzare ancor più la clientela.

Queste consuetudini bancarie, che derivano da un passato del tutto diverso e ormai lontano anni luce dalla realtà economico-finanziaria attuale, sono comunque legate al ruolo della Banca come attore economico in proprio, che fa le sue scelte professionali d'investimento usando (anche) i soldi dei clienti depositanti, che invece si attendono un semplice servizio di custodia e di aggiornamento contabile dei propri versamenti e prelievi. Da qui parte il baco della commistione tra Banca di Risparmio e di Credito (Banca Commerciale) e Banca d'Investimento, autorizzata necessariamente ad assumersi un azzardo morale per massimizzare i rendimenti degli impieghi di liquidità. Ma questa è un'altra storia.

Qui vorrei limitarmi a considerare i fatti concreti, descritti macroscopicamente dai numeri poi traducibili in percentuali. Questi dicono che la massa monetaria in circolazione è prevalentemente costituita da moneta bancaria di origine creditizia (quelli che tu chiami "pagherò") e che la relativa contabilizzazione ai fini del saldo sul tuo c/c non distingue il tipo di moneta dal pedigree, mescolando moneta legale e moneta creditizia in un unico calderone, che costituisce la capacità d'acquisto di ogni cliente. Da questa massa monetaria esce un fiume continuo di pagamenti, che vanno coperti da parte dei comuni operatori economici coi frutti del loro lavoro, il più delle volte anticipati dalla Banca come mutuo o altro tipo di prestito. Quindi non solo il sistema bancario lucra interessi su una enorme massa monetaria che non è di fatto sua, al di là dei bizzarri articoli forzati nel Codice Civile, ma riceve in continuazione rimborsi, questa volta suoi a tutti gli effetti, dell'enorme debito generato sotto forma di moneta circolante, necessaria alla vita dell'economia fisica. E se non fosse per la suddetta contabilità interna taroccata, la responsabilità dei pagamenti effettuati per conto della clientela su tale debito aggregato (leggi M1) non gli costerebbe un cent, essendo tali transazioni semplici spostamenti tra un c/c e l'altro della propria clientela di denaro dei clienti stessi, anche se ottenuto a caro prezzo dalla loro stessa banca sotto forma di credito.


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AlbertoConti
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Ricapitolando, quali sono i guadagni reali di una qualsiasi banca?
Gli interessi sui mutui erogati, di volume simile all'intera massa monetaria circolante nell'economia.
Gli interessi sugli impieghi propri fatti coi soldi depositati dai loro clienti in c/c.
I rimborsi dei continui crediti erogati a giovani clienti con davanti una vita produttiva per mantenersi secondo gli standard correnti, ed alle imprese per consentire loro di operare nel proprio settore produttivo.

E le spese?
Le tasse (su bilanci taroccati) e le spese di gestione.


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Truman
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AlbertoConti
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Grazie Truman


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