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Ora e' il tempo del movimento contro la guerra


marcopa
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Ora è il tempo del movimento contro la guerra
sabato 19 marzo 2011

di Simone Oggionni* Marco Nebuloni** Cosimo Bruzzo***

Ormai la guerra è molto più di un'ipotesi. Il rumore dei tamburi che l'annunciano si è fatto frastuono. Incalza e si intensifica con il rafforzarsi delle postazioni dei sostenitori di Gheddafi.
Crescono gli appetiti di quelle potenze che da settimane lavorano per una soluzione armata: gli Stati Uniti, le cui navi sono già al largo delle coste libiche; la Germania, che ha già inviato aerei militari in Libia; l'Italia, i cui caccia F-16 e i cui Eurofighter sono stati messi in allerta ormai da giorni nelle basi di Trapani e Gioia del Colle; la Francia, che si era dimostrata nei giorni scorsi disponibile ad imporre una no-fly zone anche da sola. Anche il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha dato il via libera e, nelle prossime ore, la no-fly zone verrà imposta, "con tutti i mezzi necessari".
Attenzione, però: interdire all'aviazione di Gheddafi l'utilizzo dei cieli significa dare il la alla guerra senza dirlo esplicitamente, provando a raggirare un'opinione pubblica europea che in queste settimane sta subendo un vero e proprio bombardamento propagandistico, simile a quello messo in campo già per le guerre in Serbia, Afghanistan e Iraq. Per questo è la soluzione gradita ai più, all'establishment statunitense, all'Unione Europea e a quegli Stati che, per interessi tutti attuali, non vogliono essere da meno del proprio passato colonialista.

Nei giorni scorsi, però, contemporaneamente, abbiamo provato a muovere qualcosa di segno contrario. Dal basso delle nostre modeste forze, ben consapevoli della assoluta parzialità del nostro contributo e tuttavia provando a rimettere in campo un processo di solidarietà internazionale che sarebbe esiziale non attivare il prima possibile. Ci riferiamo all'incontro svoltosi a Vienna dall'11 al 13 marzo delle giovanili comuniste e della sinistra di alternativa d'Europa e dell'America del Nord.
Un incontro svoltosi grazie al lavoro della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica e che, anche grazie alla forte insistenza di organizzazioni come la nostra e come quella francese, ha messo a tema esattamente la necessità di organizzare, su scala mondiale, continentale così come all'interno di ciascun Paese, un movimento di massa, di opinione e di lotta contro la guerra che è alle porte.
Non si pensi che sia tutto semplice e tutto scontato. La recente approvazione da parte del Parlamento europeo di una risoluzione a favore dell'imposizione della no-fly zone, con il consenso anche di alcuni deputati del Gue e della Sinistra Europea, lo dimostra plasticamente. Così come lo dimostrano le posizioni spesso dicotomiche e manichee che si sviluppano nel dibattito a sinistra nel nostro Paese, come se la ferma opposizione alla guerra significasse automaticamente assumere il punto di vista del governo del Paese sotto attacco. La realtà - come è ovvio - è molto più complessa e richiede tutta la nostra capacità di analisi e di approfondimento, nel comprendere esattamente i caratteri della rivolta e della guerra civile, i punti di contatto e di differenza con le esperienze di rivolta in corso in altri Paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente, gli interessi in campo e gli scenari futuri.
Detto questo, ciò che con evidenza cristallina va messo in luce e che con grande forza l'incontro di Vienna ha messo a tema è proprio la necessità di costruire una opposizione internazionale alla guerra che si profila, esattamente a partire dalla ricostruzione di un livello internazionale che metta di nuovo insieme tutte le forze comuniste e anticapitaliste il cui fronte, purtroppo, in questi anni si è drammaticamente indebolito. Ovviamente il nostro compito è parziale, a maggior ragione perchè parliamo degli organismi giovanili e non dei partiti in quanto tali (si badi che non esiste su scala mondiale il corrispettivo della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica). Ma è un primo passo e serve a spronare ciascuna forza nazionale a costruire all'interno dei propri confini nazionali un movimento per la pace ampio e trasversale.
Ad oggi, un'alternativa alla guerra c'è ed è forte. L'alternativa alla guerra non è l'afasia e il nulla ma è la riaffermazione del principio di non ingerenza, del diritto dei popoli alla propria autonomia e indipendenza e dunque la proposta di un tavolo internazionale di pace che, come suggerito da Chavez, imbocchi la via del negoziato. Un negoziato che, in quanto tale, provi a mettere in dialogo le parti in conflitto e cioè il regime di Gheddafi e i suoi sostenitori con i rivoltosi. Tenendo debitamente a distanza invece quelle forze politiche ed economiche che non hanno minimamente a cuore il destino della Libia e del suo popolo ma che hanno soltanto, pervicacemente e da decenni, lavorato per accaparrarsi le risorse energetiche e il controllo di una zona del mondo fondamentale dal punto di vista strategico.
Il tempo del movimento contro la guerra, anche in Italia, è ora. Se non ora, mai più.

*portavoce nazionale e responsabile Esteri Giovani Comuniste/i
**coordinamento regionale Lombardia Giovani Comuniste/i
***coordinamento regionale Veneto Giovani Comuniste/i

fonte www.liberazione.it

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Citazione
marcopa
Illustrious Member
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Anche negli USA parte la mobilitazione contro l'intervento militare in Libia

Un documento della Coalizione Answer per le manifestazioni di oggi nelle maggiori città USA
Fermare l’intervento militare dell’ONU e degli USA contro la libia

No ad una nuova guerra Statunitense ! Fuori gli USA dal medio oriente.
Il 19 marzo riempiamo le strade per resistere alla macchina della guerra

Il consiglio di sicurezza delle nazioni unite ha appena approvato i bombardamenti militari contro il popolo della Libia.
La risoluzione, che autorizza una no fly zone, è stata fortemente sostenuta dagli Stati Uniti, attraverso i suoi alleati imperialisti britannici e francesi. La risoluzione autorizza inoltre “tutte le misure necessarie contro la Libia.

Prima del voto, il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton ha suonato i tamburi di guerra, : una –no fly zone richiede specifiche azioni per proteggere aerei e piloti, incluso il bombardamento di obiettivi come i sistemi di difesa Libici…. (il Leader libico Muammar ) Geddafi deve andarsene.
La Clinton ha anche promosso una campgana di demonizzazione razzista contro Geddafi, un altro modo degli USA per giustificare la loro Guerra di aggressione: “ se Geddafi non se ne va, potrà dare solo problemi. Ci sono alcuni esseri che sono fatti così

I media annunciano che i bombardamenti potrebbero cominciare presto. Il movimento contro la guerra Statunitense deve prendere una chiara posizione contro ogni intervento militare degli USA o di ogni altro stato membro dell’ ONU dominato dagli USA.
L’intervento USA/ONU non porterà democrazia e libertà al popolo libico. Per il governo degli Stati uniti non esiste una cosa del tipo “intervento umanitario”.Il Popolo progressista deve strappare la maschera e gli slogan falsamente umanitari utilizzati dalla Casa Bianca, dal segretario di Stato e dal Pentagono circa la loro "profonda preoccupazione" per la sorte del popolo libico.

Ricordate , questo è lo stesso governo che ha messo su e sostenuto il dittatore egiziano Hosni Mubarak, fino all’ultimo minuto del suo brutale dominio.
E ora , come essi condannano Geddafi e il governo libico per l’uso della violenza contro la rivolta all’interno della Libia, il governo USA , attraverso i suoi burattini che governano per procura coem la monarchia in Arabia Saudita, sta armando, finanziando e spedendo truppe in Barhain per reprime violentemente le proteste che stanno avendo luogo da diverse settimane.

In che modo gli USA possono ancora parlare di “intervento umanitario” .

Il governo USA opera scelte per promuovere i suoi esclusivi interessi strategici.. Questo significa, gli interessi delle grandi compagnie petrolifere, dei banchieri di Wall Street e delle grandi Corporation. Il popolo lavoratore non guadagna nulla dalla guerra e dagli interventi militari statunitensi.
La Libia ha grandi riserve petrolifere in Africa,Washington questo lo sa. Questo potrebbe significare niente di più che ritrovarsi un cliente forte insediato sul posto con il permesso di avere basi militari USA e con il controllo diretto delle forniture di petrolio .

Ogni intervento militare USA ONU contro la Libia non libererà il popolo libico non più di quanto
È accaduto con l’invasione dell’Iraq.
Nei recenti anni 90, gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna, imposero una no fly zone sull’Iraq, sulla base di supposte ragioni umanitarie. Attraverso le sanzioni dell’ONU, che con il tempo hanno sterminato più di un milione e mezzo di iracheni, la no fly zone ha storpiato il paese e ha consentito il bombardamento fino all’ invasione “Shock and Awe” (Shock e Soggezione) del 2003.

Ora dopo otto anni, un altro milione di irakeni ha trovato la morte mentre 4 milioni vivono come sfollati, il paese è in rovina ed è ancora sotto l’occupazione militare degli USA .
Quando gli USA intervengono e occupano paesi , la storia dimostra che le forze militari statunitensi non lasciano il paese occupato. La lezione dell’Afghanistan, dell’Iraq e degli innumerevoli interventi USA rivelano quanto questo sia sin troppo vero . Non lasciamo che questo sia il destino della Libia.

Il 19 Marzo, l’ottavo anniversario della criminale invasione dell’Iraq, migliaia di persone manifesteranno nelle starde attraverso il paese e nel mondo contro la tutte le guerre USA, incluso ogni attacco pianificato contro il popolo della Libia. Questa è una questione dirimente per il movimento contro la guerra negli Stati Uniti.

Manifestazioni di massa sono previste a Washington D.C., San Francisco, Los Angeles, Chicago e molte altre città degli Stati Uniti e nel mondo.

Clicca qui per vedere la lista delle manifestazioni.

http://www.answercoalition.org/national/news/march-19-day-of-action.html
A.N.S.W.E.R. Coalition
http://www.AnswerCoalition.org/
[email protected]
National Office in Washington DC: 202-265-1948
Boston: 857-334-5084 | New York City: 212-694-8720 | Chicago: 773-463-0311
San Francisco: 415-821-6545| Los Angeles: 213-251-1025 | Albuquerque: 505-268-2488

Fonte www.contropiano.org


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trotzkij
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Non un voto, non un soldo, e non un orecchio prestato alla solita banda di pacifinti approfittatori e scrocconi:
http://www.youtube.com/watch?v=5f-H8ebC6OE
http://www.youtube.com/watch?v=7U0b7Sra4ew
guardate le bandiere, ci sono tutti i sinistri di complemento della NATO.
PRC in prima linea.


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dana74
Illustrious Member
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Non un voto, non un soldo, e non un orecchio prestato alla solita banda di pacifinti approfittatori e scrocconi:
http://www.youtube.com/watch?v=5f-H8ebC6OE
http://www.youtube.com/watch?v=7U0b7Sra4ew
guardate le bandiere, ci sono tutti i sinistri di complemento della NATO.
PRC in prima linea.

su una cosa questi sinistri mostrano coerenza, l'unica cosa, l'ipocrisia


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marcopa
Illustrious Member
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Video di una manifestazione a Milano contro l' intervento militare in Libia. E' del 19 marzo prima dell' inizio dei bombardamenti francesi e USA-

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/19/a-milano-manifestazione-contro-lintervento-militare/98790/


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