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Persino da Putin ci tocca imparare l’orgoglio della dignità


Tao
 Tao
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Vorrei raccontarvi di questo fatto curioso ed esotico accaduto nei primi giorni di questa settimana nell’affascinante cornice del concorso Čajkovskij. Ai tempi remoti dell’Unione Sovietica, il concorso Čajkovskij era la massima assise e la più splendente vetrina della cultura musicale dei soviet. A quel tempo in quel disgraziato Paese la cultura musicale classica era ritenuta un’arma micidiale puntata contro l’Occidente; nell’impero del male si contava il più alto tasso mondiale di musicisti di eccellenza; un’arma letale puntata, al pari dei missili atomici, contro il mondo libero. E così come i missili venivano esibiti nell’imponente sfilata sulla piazza Rossa, allo stesso modo i musicisti venivano esibiti sui palcoscenici del concorso Čajkovskij.

È pur vero che per l’occasione non erano soltanto sovietici i musicisti messi alla dura prova, ma al concorso Čajkovskij si iscrivevano partecipanti da violinista tutto il mondo. Giovani coraggiosi che si avventuravano fin nel cuore dell’impero liberticida, e lì giunti si sottoponevano all’ispezione della loro arte da parte partigiana dei severissimi, e sadici, giudici del concorso. L’accademia di attempati guardiani dell’ortodossia musicale. La stessa risma di quelli che se ne andarono dalla sala dove si esibiva per la prima volta in Urss il leggendario pianista Glenn Gould, colmo di speranze di disgelo; se ne andarono senza aver sentito una nota, solo per il disgusto che provavano per un programma giudicato scandalosamente eterodosso.

Cionondimeno andavano da tutto il mondo i giovani ambiziosi; il fatto è che, se avessero avuto la ventura di superare la soglia delle eliminatorie, chi tra loro fosse mai riuscito a infrangere il possente muro di quell’accademia ed entrare tra i finalisti o addirittura vincere il concorso, poteva vantarsi di un fregio tanto raro quanto proficuo. Vincere un concorso Čajkovskij, così come vincere uno Chopin, o un Paganini degli anni d’oro, garantiva una Tchajkovskijcarriera musicale di grande opportunità. Dissolto l’impero sovietico, il concorso Čajkovskij, come tutto l’armamentario della guerra fredda, cadde in disuso e abbandono.

Al presidente Eltsin garbava sì e no un po’ di balalaica in accompagnamento alla vodka, al presidente Putin, si sa, piace la musica degli Abba e null’altro. Ma, per segrete ragioni, quest’anno la discussa leadership della Federazione Russa ha deciso di ridonare al concorso Čajkovskij gli antichi splendori, e in queste settimane è in pieno svolgimento nei teatri e sale musicali di Mosca e Pietroburgo sotto il telematico sguardo appassionato di alcuni milioni di cittadini russi; partecipano ancora con gran foga musicisti da tutto il mondo; e ce ne sono anche di italiani, e al momento il violoncellista Umberto Clerici si è aggiudicato l’onorevolissimo quinto posto nella sua sezione strumentale.

Televisioni analogiche e digitali seguono minuto per minuto in diretta non solo tutte le performances, ma ogni battito di ciglia, in una specie di reality show sul tema della musica classica. E grazie all’ossessiva copertura televisiva, si è palesato al mondo uno scandalo di un certo pesante rilievo. Nell’accingersi a dirigere il violoncellista armeno Narek Hakhnazaryan, il direttore di turno si è rivolto all’orchestra apostrofando il concorrente con il dispregiativo di “aul”, contadino, montagnino, grebano, burino. Che per i russi, georgiani, armeni, caucasici sono tutti quella roba lì. L’insulto è stato Putin e Medvedevtrasmesso dalle tv streaming su tutta la rete internet.

Lo scandalo era tale da compromettere il prestigio del concorso stesso, e il direttore è stato allontanato nel giro di un paio di ore. Ha chiesto scusa, ma il suo tardivo pentimento non è valso a salvare il suo onore e il suo posto. Il violoncellista armeno e gli altri concorrenti si sono dichiarati soddisfatti, e il concorso ha ripreso il suo corso e il suo onore. La Russia, si sa, è quello che è: corruzione, giornalisti assassinati, repressioni, miserie, mafie. Hai l’impressione che là al peggio non ci sia limite. Invece, da qualche parte un limite è stato posto. Per esempio al concorso Čajkovskij. E se c’è un limite lì, forse allora è stato posto anche altrove, chissà.

Una questione di orgoglio? Forse. Ma l’orgoglio è qualcosa, anche fosse solo andare orgogliosi per un concorso musicale e la sua rispettabilità. L’orgoglio è un valido strumento per chi non voglia retrocedere all’infinito. Nei concorsi musicali come in tutto il resto. Pensiamo adesso a noi. Ce la passiamo senz’altro meglio della Federazione Russa, anche se non ci mancano mafie, corruzioni, miserie e anche giornalisti morti ammazzati. Di quelli non pochi, tra l’altro. Eppure siamo anche certi che nessun direttore, o presidente, o onorevole, o che altro, sarebbe mai stato punito per una bazzecola del genere in nessuna delle circostanze di prestigio che ci vengono Maurizio Maggianiin mente. Come se non avessimo orgoglio di niente, come se non ci fosse per noi niente di così prestigioso da metterlo al riparo dagli insulti.

C’è qualcosa di cui andiamo così fieri da sentirci in dovere di risparmiarla da una botta di burino? No che mi risulti. Niente e nessuno. Dunque, non avendo orgoglio per nulla, siamo disponibili a regredire all’infinito. I russi hanno un Paese immenso e possono arretrare per migliaia di chilometri prima di trovarsi con le spalle al muro. Noi abbiamo un Paese di assai modeste dimensioni, e il muro è dietro di noi, a un passo.

(Maurizio Maggiani, “Io a lezione di orgoglio in Russia”, da “Il Secolo XIX” del 9 luglio 2011).

via www.libreidee.org


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Anonymous
Illustrious Member
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Medvedev è un grande appassionato di ascolto della musica, ho visto da qualche parte su Internet delle foto che lo ritraggono con il suo mega-impianto stereo a casa sua. Quindi prendiamo poco per il culo gli altri, è meglio che guardiamo in casa nostra... la legge quadro che "regola" (per modo di dire) l'attività professionale degli operatori dello spettacolo in Italia risale al 1947... basta dare un'occhiata alle denominazioni delle attività ("orchestrali"..."tersicorei" ecc) per rendersi conto di quanto sia assolutamente inadeguata a definire e regolare questo settore al gionro d'oggi, che infatti brancola nel caos più totale e nella totale assenza di regole: un vero FarWest dove dilettantismo e lavoro nero la fanno da padroni. I gloriosi tempi dell'opera e del bel canto sono lontani, e chi ha del talento, da noi, anche in questo campo, va a raccogliere i giusti frutti all'estero... a noi basta Maria De Filippi


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vimana2
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" perfino da Puntin " , in che senso? Perchè è forse un politico peggiore dei nostri di UE, USA, UK e israele? Ma fatemi un piacere a me sembra un vero politico altrochè!


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Mari
 Mari
Famed Member
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" perfino da Puntin " , in che senso? Perchè è forse un politico peggiore dei nostri di UE, USA, UK e israele? Ma fatemi un piacere a me sembra un vero politico altrochè!

... intanto loro vanno a pesca insieme 😉

http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2011/08/17/visualizza_new.html_754677586.html

http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/17/foto/medvedev_e_putin-20531128/1/?ref=HRESS-23

😆 😆


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vimana2
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Appunto, siccome gli esperimenti militari USA sono un fallimento completo su tutti i fronti mentre quelli russi un successo completo......tra poco vedremo Putin presidente e Medvedev primo ministro che insieme sfasceranno per bene quella fogna massonica degli USA muhahahahahahaahahaah 😆 😀 😈 8)


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