Qualcosa di diverso
 
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Qualcosa di diverso


mincuo
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
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Faccio questo post con l'intento, come sempre, di fare un po' di informazione su cose che non tutti credo conoscano.
In teoria dovrebbe essere una cosa apprezzabile comunque la si pensi.
In teoria, poi invece....

Di economia si parla solo in termini di PIL, debito, tasse, lavoro e spesso in modo disorganico, non provvedendo numeri o se ci sono, ammesso che non siano fasulli, quasi mai dentro un contesto.
Ma almeno qualcosa c'è.
Di altre cose, di economia, invece si parla molto meno. O anche mai.
Ma qualunque sia il regime politico economico di uno Stato ci sono alcune misure di confronto che qualificano dei risultati raggiunti più o meno. E anche guardando con profondità storica è possibile capire che progressi si sono ottenuti.
Una di queste è la facilità di fare impresa, o aprire un negozio, o chiudere un'attività, o recuperare un credito, o avere gli allacciamenti all'elettricità, e quanto costano, oppure quanto tempo si impiega durante l'anno solo per pagarle le tasse, indipendentemente da quanto alte sono, e quante incombenze si hanno, quanta burocrazia si deve fare, quanto costano avvocati e magistrati per una causa civile, e in quanto tempo si chiude, oppure quale è la facilità di accesso al credito ecc..
Tutte queste cose "sono economia". Costi e tempi e incombenze pesano su ognuno e si traducono poi in meno posti di lavoro, più tasse ecc...

Esiste qualcosa di serio da guardare e confrontare?

Sì esiste.

Lo fa W.B. Da molti anni e si chiama: Doing business http://www.doingbusiness.org/

Quello per piccole e medie imprese è qui: http://www.doingbusiness.org/~/media/GIAWB/Doing%20Business/Documents/Annual-Reports/English/DB13-full-report.pdf

Sono 9600 specialisti per i 185 Paesi analizzati

Troverete anche vari links alle prime pagine. Ad esempio:

Qui se uno vuole parametrare dati scelti da lui http://www.doingbusiness.org/custom-query/
E qui http://www.doingbusiness.org/data/
E qui: http://www.doingbusiness.org/rankings/
Qui invece se uno vuole vedere quelli solo Italiani per confrontare le varie città.
http://www.doingbusiness.org/~/media/GIAWB/Doing%20Business/Documents/Subnational-Reports/DB13-Italy.pdf

Si vedrà (se uno legge) che non è questione di “deregulation” o di “liberismo selvaggio” o di “socialismo”.
Molti Paesi in cima alla classifica sono ad esempio paesi Scandinavi che hanno abbastanza regole, non certo poche.
Ma hanno uno Stato abbastanza efficiente.
E non hanno troppa burocrazia inefficiente o regolamentazioni inutili o farraginose.

Questo illustrato è solo un aspetto economico, non è “tutto” e non serve a definire uno Stato e/o un sistema "buono o cattivo", cioè cura un aspetto solo, di efficienza, che ha però rilevanza, qualunque sia il sistema considerato.

Se qui noi ad esempio abbiamo una Magistratura che nelle cause civili sta al 160° posto su 185, come tempi ed efficienza, e un'avvocatura che poi si porta via come costi gran parte del credito che noi dovremmo recuperare, noi possiamo anche ripetere che “abbiamo piena fiducia nella giustizia” e tuttavia.......rimaniamo gli ultimi tra i Paesi sviluppati.
Forse un po' meglio si potrebbe anche cominciare a fare.
Ma bisogna avere percezione, per eventualmente protestare. Se invece si è intronati solo con la Ruby o qualche fatto penale è difficile avere percezione del disastro della giustizia civile.
Ma i danni fatti dal civile sono enormi per la collettività.

Come questo esempio, relativo a questo tema, che coglie un aspetto, ci sono anche altri esempi, relativi ad altri temi, dove si può confrontare diversi Paesi. L'economia non è solo il PIL.

Ma non si parla mai di queste cose. E non si danno soprattutto mai termini validi di confronto, si preferisce come sempre prendere un'immagine, un fatto o anche un fatterello, poi dipingerlo come si vuole e poi farne il "tutto" e così tirare l'acqua al proprio mulino.

Alla gente va anche bene così. E' abituata ormai. Non chiede neanche di essere informata, in fondo, ma solo confermata nelle sue credenze.
E anzi scambia quello che gli danno normalmente, che è propaganda, per informazione.


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Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
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Un po off topic.

Il computo del Pil,come metodo.Quando e' stato introdotto?E da chi?Ed esisteva gia prima?

Ha ragione Galbraith Senior quando ne parla della sua introduzione diffusa dalla 2° ww?


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haward
Honorable Member
Registrato: 3 anni fa
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Grazie, Mincuo, per gli spunti e le informazioni. Sull'esempio che hai fatto dei tempi, dei modi e dei costi del sistema giudiziario-legale, cioè della associazione a delinquere dedita esclusivamente a difendere il potere (economico) ed a spremere (spesso rovinando intere famiglie) la gente comune, costituita da magistrati, avvocati e periti (in tutti i settori), ci sarebbe tanto da dire. Il metodo utilizzato per disinformare è proprio quello di enfatizzare solo uno o due aspetti di una determinata questione, aspetti che devono essere possibilmente poco rilevanti, e contemporaneamente occultare tutti gli altri in modo tale di impedire uno sguardo d'insieme considerato, per chi gestisce l'informazione, pericolosissimo. E' per questo che ai nostri ragazzi non viene insegnato a ragionare autonomamente, a collegare fra loro fatti e considerazioni che, apparentemente, sembrano lontani e slegati. A quel punto diventa gioco facile perchè a nessuno viene in mente di chiedere di ampliare il ventaglio delle informazioni.


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
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Un po off topic.

Il computo del Pil,come metodo.Quando e' stato introdotto?E da chi?Ed esisteva gia prima?

Ha ragione Galbraith Senior quando ne parla della sua introduzione diffusa dalla 2° ww?

Fu inventato da Simon Kuznetz negli anni 30 al tempo della Grande Depressione per valutare meglio le politiche economiche.
Fu poi adottato su larga scala dopo la IIa guerra mondiale da tutti in specie l'IMF (FMI) come standard.

Va detto che è usato a sproposito da sempre, ma da media e stampa, cioè per definire qualità di vita e benessere, ma lo stesso Kuznetz avvertiva e puntualizzava che non era quello il suo ruolo e significato.

Solo che la verità è sempre quella della propaganda e la gente legge quella. Per cui una parte lo definirà come benessere e la "controinformazione" invece criticherà il PIL perchè "imbroglia".
Entrambi sulla base di propaganda che stravolge il suo significato, che non è quello dato dagli economisti (non i propagandisti-economisti).
Il PIL non ha mai inteso definire quelle cose che spacciano quelli "pro" o quelli "contro".
Come al solito fanno litigare la gente e la fanno dividere su una cosa, data per scontata, che invece significa altro. Siccome la gente ha sempre una piena e inossidabile fiducia "nell'autorità" nonostante tante evidenze che l'autorità gli racconta regolarmente tonnellate di balle, passa sempre regolarmente a litigare ma non si domanda mai se almeno la definizione di ciò su cui litiga sia giusta.
Quella la prende sempre per buona. Al 100%.

D'altro canto non è che il PIL (pro capite e specie se coniugato ad esempio col GINI) non abbia niente a che vedere col benessere. Ce l'ha a che vedere. E lì sorge un'altra questione. Che alla gente è stata distrutta progressivamente la logica ed è stata poi abituata a "tutto o niente" "buono o cattivo" "nero o bianco" per cui dire che "ha a che vedere" non lo capisce facilmente per quel che vale ma tenderà ad assimilarlo intanto a "tutto o niente" "sì o no" e in seconda battuta poi assegnerà inevitabilmente a chi lo dice un ruolo "pro" o "contro".


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Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
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Grazie,sembrava che Galbraith lo desse comunque (come metodo) un piu "antico" diciamo.Senza allusioni di buono o cattivo


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