Arrivano i dati per le temperature di luglio. Secondo il World Meteorological Organization (Wmo), sembra che abbiamo battuto un altro record: luglio è stato il mese più caldo della storia, perlomeno da quando si fanno le misure. C’è qualche incertezza sui valori esatti, come sempre, ma chiaramente stiamo seguendo la tendenza: dopo che giugno era stato il più caldo della storia anche quello, non vi aspettavate di certo niente di diverso per il mese successivo.
Non vi sto a elencare tutti i record locali, li potete leggere sui giornali ma, per curiosità, mi limito a menzionare come cinque paesi europei abbiano battuto i record nazionali di caldo: Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda e Gran Bretagna. Nell’ultimo caso, si sono raggiunte per la prima volta nella storia temperature oltre i 40°C. Il 25 luglio, a Parigi c’erano 42.6 °C, mai misurati prima nella storia. Qui da noi, beh, abbiamo avuto due ondate di calore abbastanza terrificanti. Al momento non va così male, ma nulla vieta all’anticiclone africano di tornare a farci visita prima che arrivi l’Autunno.
Ugo: altro caballero della causa delle cause che non vede le scie chimiche e confida nella tecnologia salvatrice, in questo caso Sony.
Siamo circondati :#
che balle tutti i giorni ripetono le stesse cose, dove vogliono arrivare?
comunque da me nord italia si sta benissimo in questa estate, non era sopportabile solo (guarda un pò) nei pochi giorni in cui i cieli erano irrorati..si vede che sono impegnati altrove
Interessante ... constatare che un docente associato di chimica-fisica dell'Università di Firenze sostenga che il Giappone sia un paese tropicale; infatti, riguardo al condizionatore portatile della Sony, afferma: "Sembra che sia stato sviluppato principalmente per i salaryman giapponesi che si ostinano a girare in giacca e cravatta nonostante vivano in un paese tropicale dove in estate si schiatta di caldo"; si può ragionevolmente ritenere che questo disgeografismo non ne infici il messaggio principale, la nostra inesorabile condanna per cottura lenta, tuttavia apre uno spiraglio su quale autorevole consapevolezza venga messa in campo dalla stampa quando si tratti di divulgare il nuovo verbo e ridurre al silenzio miscredenti ed eretici.