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Raimo - La (mal)educazione sentimentale


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Sarà probabilmente un'impressione, ma - simile a un facebook urbano - c'è un fenomeno marginale in evidente ascesa: le scritte sui marciapiedi davanti ai portoni. «Perdonami solo adesso ho capito quello che ho perso», «Con te ho vissuto di anni di meraviglia», «Ti prego ripensaci», ecc.. La maggior parte sono messaggi di supplica dopo un abbandono, ma ce ne sono anche molti che intendono solo manifestare la propria gioia per un anniversario; o ancora più semplicemente mettono bianco su grigio gioia letteralmente incontenibile del proprio innamoramento.
Ecco sicuramente un sintomo di una trasformazione antropologica avvenuta su larga scala: oggi chi prova un desiderio o un'emozione non può contenerla, non riesce a fare a meno di esprimerla. Per quanto sia intima, per quanto sia ancora informe, per quanto sia indefinita, nessuno oggi si azzarderebbe ad avere pudore per i propri sentimenti.

Senza vergogna

La timidezza è sempre meno una definizione del carattere: è una patologia sociale. Non si dice «sei timido», ma «sei asociale» - dove per società si intende quel posto dove si deve per forza esibire disinvoltura. Come mostra Marco Belpoliti in modo inappuntabile nel suo ultimo libro, Senza vergogna, quello che profetizzavano qualche anno fa Christopher Lasch e Alain Ehrenberg si è compiuto: la vergogna è scomparsa. O meglio è stata sostituita da un sentimento del fallimento della propria esibizione. Si può essere tristi perché il proprio amato è lontano, perché si è amati e non ricambiati, l'importante è che tutta questa emotività sia posta in bella vista. «La visibilità», dice Belpoliti, «è l'obiettivo ultimo dell'esistenza dei singoli individui».
Viene in mente però che questo romanticismo di massa può diventare alla lunga difficile da gestire. Se infatti ogni minuto veniamo invitati da questa specie di inconscio collettivo vanesio a essere noi stessi, a esprimere i nostri desideri, a non vergognarci delle forme più recondite di turbamento interiore; dall'altra parte è vero che la società stessa non ci fornisce più quegli ammortizzatori sociali simbolici per gestire la frustrazione nel caso questi desideri siano puri miraggi, sempre irrealizzabili: sogni più che desideri.
Consideriamo quanto una figura paradigmatica come un Cyrano, per dire, oggi sarebbe pura archeologia emotiva: un innamorato non può permettersi di essere non trasparente né a se stesso né per gli altri. Deve invece essere, come dire, un ottimo performer del proprio cuore.
E allora forse non è un caso che Berlusconi, ogni volta che gli capiti, tra i successi dei suoi due anni di governo, sciorini - insieme alla soluzione dell'emergenza rifiuti e alla gestione del terremoto aquilano - la nuova legislazione sullo stalking. Mi potete criticare su tutto, ma non su questi, ci dice. Ma se invece è vero che sui rifiuti e sulla protezione civile non è più così inattaccabile, sulla questione stalking nessuno ha mai neanche pensato di aver qualcosa da recriminare: la normativa contro i persecutori sessuali è una legge stracondivisa. Da finiani e berlusconiani, centristi e socialdemocratici, radicali e femministe. E oggi - con il nuovo trend dell'estate criminale dei femminicidi - sembra l'unico argine possibile a una patologia sociale contagiosa.
Eppure, se la si va a leggere in controluce, è forse una legge più problematica di quello che sembra.

La salvezza è «Stranamore»

Mettiamo che voi siate lasciati dal vostro partner e soffriate come un cane. Mettiamo che siate sposate con tre figli e il vostro uomo vi abbandoni per una ragazza di vent'anni più giovane, e si trasferisca in Brasile. La nostra società non penalizzerà certo in alcun modo chi vi ha fatto soffrire, né penalmente (giusto, esiste il divorzio, esistono gli accordi sugli alimenti), ma neanche socialmente: ha seguito il proprio desiderio, qualunque sia. In un momento di scoramento, come pensate di alleviare la sofferenza? Esprimendola. Potete scrivere una lettera a Maria De Filippi, per esempio; o cercare di essere invitati a Stranamore o qualche show in tv del genere. Confessare il vostro amore di fronte a un pubblico. Sperare che quest'eco narcisistica produca quegli effetti di «sanzione sociale» che la società di per sé non garantisce più. Ma attenzione, la vostra sofferenza dovrà essere sviscerata fino all'ultimo dettaglio per ottenere degli effetti: non dovrete celare neanche un'ombra dei vostri sentimenti se rivolete indietro il vostro amore.
Ma mettiamo che a Stranamore non v'invitassero, cosa pensereste che sia comunque giusto fare? Non vi verrebbe da appendere anche a voi un bello striscione fuori dalla sua finestra? Non pensereste di marchiare il marciapiede del suo portone con un messaggio di fedeltà eterna? Non vi verrebbe di tempestarlo di sms? Di appostarvi sotto casa e urlargli tutto il vostro amore?
Purtroppo però, senza un pubblico che tifi per voi, questo tipo di reazione si chiama stalking, e da qualche mese viene punito dalle leggi italiane.

La soluzione è punire

Dopo decenni passati a eliminare il senso di vergogna, di timore sociale, dal vostro repertorio sentimentale, dopo che chiunque vi invita a non avere mai pudore di manifestare le vostre emozioni, all'improvviso - di fronte a un'esperienza di frustrazione reale - la soluzione che la società (che non vi ha educato) vi propone non ve l'aspettavate: dovete gestire da soli quest'eccesso. E, in uno slittamento che magari apparirà invisibile, quello che prima era un successo sociale (l'essere sempre spavaldi, sicuri di sé), ora diventa reato.
Sempre così: quel disagio (che si chiami bullismo o tossicodipendenza o stalking) che la politica non sa gestire attraverso l'educazione, le pratiche comunitarie, viene risolto - leggi rimosso - attraverso la penalizzazione. E a rimetterci saranno ovviamente le figure psicologiche più deboli. Coloro che non possono permettersi, come dire, di pagare il conto che questa (mal)educazione sentimentale senza autocensura comporta. Chi non saprà elaborare la propria aggressività nel futuro avrà poche opzioni: potrà prendere psicofarmaci oppure rischiare di finire in galera.
Pensateci bene prima di infatuarvi di qualcuno.

Christian Raimo
Fonte: www.ilmanifesto.it
Link: http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20100724/pagina/10/pezzo/283221/
24.07.2010


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14351
 

e che si deve affibbiare uno psicologo ad ogni essere che venga lasciato e/lascia?

Ma scusa dove si mette la dignità personale ed il rispetto per se stessi?

Se venissi lasciata ci potrò stare anche male, ma il rispetto per me stessa mi impedisce di andare a prostrarmi ai piedi dell'altro o tappezzare la città per far sapere a tutti i cavolacci miei.

Che senso ha correre dietro a qualcuno che ha fatto una scelta diversa?
Capita, punto.
Se non si è in grado di accettare e guardare avanti come adulti facciamo proprio pena.

Penso che se una persona ha deciso di rompere con il/la compagna questa/i non ha il diritto di rompergli/le le balle.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

La soluzione è punire

Dopo decenni passati a eliminare il senso di vergogna, di timore sociale, dal vostro repertorio sentimentale, dopo che chiunque vi invita a non avere mai pudore di manifestare le vostre emozioni, all'improvviso - di fronte a un'esperienza di frustrazione reale - la soluzione che la società (che non vi ha educato) vi propone non ve l'aspettavate: dovete gestire da soli quest'eccesso. E, in uno slittamento che magari apparirà invisibile, quello che prima era un successo sociale (l'essere sempre spavaldi, sicuri di sé), ora diventa reato.
Sempre così: quel disagio (che si chiami bullismo o tossicodipendenza o stalking) che la politica non sa gestire attraverso l'educazione, le pratiche comunitarie, viene risolto - leggi rimosso - attraverso la penalizzazione. E a rimetterci saranno ovviamente le figure psicologiche più deboli. Coloro che non possono permettersi, come dire, di pagare il conto che questa (mal)educazione sentimentale senza autocensura comporta. Chi non saprà elaborare la propria aggressività nel futuro avrà poche opzioni: potrà prendere psicofarmaci oppure rischiare di finire in galera.
Pensateci bene prima di infatuarvi di qualcuno.

Christian Raimo

24.07.2010

Abbastanza condivisibile...


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