Ripensare la questi...
 
Notifiche
Cancella tutti

Ripensare la questione femminile


MatteoV
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 251
Topic starter  

Una pubblicità di qualche anno fa di una nota marca italiana di moda alludeva a uno stupro di gruppo su una donna stesa a terra. La pubblicità suscitò, comprensibilmente, l’ira delle femministe. Si tratta dell’ennesima prova del maschilismo della società che attua ancora oggi sulla donna una dominazione di tipo patriarcale – che giustifica la violenza ed esalta la virilità del maschio – unico vero ostacolo alla completa emancipazione femminile?
La questione, in realtà, non è così semplice. Bisogna però essere chiari. La discriminazione sessuale è una realtà storica, non un’invenzione, come una reazione a un certo femminismo estremista tenderebbe a pensare. Dire “la donna in realtà ha sempre comandato” è una forma di negazionismo storico. In Italia era un’usanza accettata, fino almeno agli anni Sessanta, rapire la donna, violentarla e poi chiedere alla famiglia il “matrimonio riparatore”, che la famiglia accettava per non perdere “l’onore”. Fino al 1981 la legge italiana ammetteva l’esistenza del matrimonio riparatore. In particolare, le donne delle classi inferiori lavoravano tutto il giorno per occuparsi delle faccende domestiche, della cura dei figli, della cucina e di tante altre mansioni. Non esistevano giorni di riposo, le festività dispensavano l’uomo ma non la donna dal suo lavoro domestico, un lavoro massacrante, per il quale non esistevano quei diritti che gli uomini proprio in quegli anni stavano faticosamente ottenendo. Molte donne erano soggette a violenze, fisiche o psicologiche, da parte del marito, del padre o di altri familiari, senza avere la possibilità di rivalersi in alcun modo.
L’oppressione patriarcale ha tenuto per secoli le donne sotto il suo giogo, in un contesto familiare piramidale con al vertice la figura del padre-marito-padrone. Questa oppressione veniva esercitata in tutte le classi sociali, anche se con effetti forse un po’meno dolorosi nelle famiglie più agiate. Tuttavia bisogna riconoscere che la dominazione patriarcale dagli anni Settanta ha cominciato a sgretolarsi e che ormai sta per essere spazzata via dalla storia. Ovviamente ciò non vuol dire che essa non esista più, che non esistano tutt’ora episodi di violenza, di sottomissione della donna, di discriminazione e di sofferenza fisica o psichica inflitta agli individui di sesso femminile. Ma questi episodi non riguardano il nuovo corso storico, sono dei retaggi, delle incrostazioni del passato, anche se, forse, ci vorranno ancora decenni, o magari secoli, prima che anch’essi scompaiano del tutto... [CONTINUA]


Citazione
MarioG
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3055
 

Si sono accorti che qualcosa non va...
Si': la pubblicta'!

Che pena!


RispondiCitazione
venezia63jr
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1229
 

Non si finisce mai di pagare: tasse, danni di guerra, olocausto, olocausto armeno, foibe, comunismo, fascismo, colonialismo, inquinamento, razzismo e per ultimo anche la misantropia.
Ma questi maschi, prima di oggi ed anche oggi da chi sono stati allevati
ed accuditi, dalla lupa di roma?
Basta frignare, le donne si conquistino i loro diritti senza sotterfuggi
scaricando le loro colpe sugli uomini che loro stesse generano e armano.
Sono le madri di Alien.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Sono anche quelle che decretano il successo assoluto di immondizia come "Decine di Sfumature di Grigio" (io neanche so quante).

Quella pubblicita' era diretta alle donne, non agli uomini. Le donne sono quelle che danno della puttana (agli uomini le puttane, specie quelle della specie quasi gratuita - gratuite non sono mai, piacciono tantissimo perche' se no loro non ne vedrebbero mai traccia, perche' alle donne il sesso reale non interessa, interessano pero' le fantasie masochiste) a altre donne, che si comportano peggio degli uomini (e molto) quando sono in situazione di autorita' e che sono ora in queste situazioni in numero sufficiente per non stare a fare il solito chiagni e fotti para-sionista.


RispondiCitazione
makkia
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 755
 

Ma qualcuno ha avuto la pazienza di leggersi tutto l'articolo (altri due-tre paragrafi), prima di commentare?

Non sembra...


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3719
 

Ma qualcuno ha avuto la pazienza di leggersi tutto l'articolo

Li considero sempre dei mattoni e tendo a saltarli.
Mi spiace ma è più forte di me. 😯 🙄


RispondiCitazione
bysantium
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 481
 

Femminismo e femminilità, Alain Soral
Traduzione a cura de "L'Intellettuale Dissidente".
La redazione - 18 marzo 2014
http://www.lintellettualedissidente.it/ars-disputandi/femminismo-e-femminilita-alain-soral/

Traduzione a cura de L’Intellettuale Dissidente

Bisogna distinguere il femminismo e la femminilità. Il femminismo è un movimento politico che pretende che le storia sia lotta dei sessi, basandosi sullo stesso modello di Marx e della lotta di classe. L’obiettivo è liberare le donne dall’oppressione degli uomini. Secondo me, è un comunitarismo vittimistico. Le rivendicazioni femministe sono manipolate per metterle al servizio della società del mercato e del salariato, formula lapalissiana poiché per comprare serve uno stipendio. Le rivendicazioni di emancipazione sono state utilizzate per far lavorare e consumare le donne. Tutto ciò è iniziato negli Stati Uniti con la toria della nuova donna che consiste nel far uscire la donna da casa, in cui il suo ruolo non è quello del mercato, senza potere d’acquisto diretto, e nel forzare la sua coscienza affinché pensi che essere una casalinga, madre, sposa sia un’alienazione e una sofferenza. Passa dalla sfera d’influenza di suo marito a quella del suo datore di lavoro.Alla fine, grazie alla lotta femminista, la donna subisce una doppia alienazione, sia del marito che del datore di lavoro, cioè una doppia giornata, madre di famiglia e lavoratrice. Nelle classi popolari, la sua situazione si è più spesso aggravata che migliorata.

Il femminismo non trascende i rapporti di classe perché, in realtà, l’interesse dell’emancipazione femminista è spesso stato l’interesse delle donne della borghesia, le quali rappresentano la maggior parte delle femministe. Queste borghesi cercano di emanciparsi dal loro ruolo di madre per integrarsi nella società civile cosa che le permeterebbe di esercitare mestieri più interessanti, mentre le donne delle classi popolari devono fare sia il lavoro a casa che quello in fabbrica. Per le classi popolari, l’emancipazione delle donne si concentra nel fuggire dall’imperativo di produzione e nel restare a casa, lusso ed aspirazione per le donne delle classi popolari. Invece, la borghese cerca di uscire dalla nioa al fine di accedere ad una vita sociale più interessante. Quindi c’è una contraddizione raramente identificata dal femminismo. Dimentichiamo spesso che la borghese ha delle domestiche, per fare le pulizie o occuparsi dei bambini ad esempio, tali persone sono altre donne che subiscono quindi la doppia aleniazione.

Oggi, il diritto al lavoro è una truffa perché in realtà è un obbligo. Quasi nessuna coppia può vivere con solo uno stipendio. Le femministe ci presentano come un affare il diritto al lavoro mentre è un obbligo e il desiderio del sistema mercantile. Infatti, quest’ultimo vuole estendere il mercato ed il consumo e deve quindi estendere il salariato ed il potere d’acquisto. È la ragione principale per la quale le femministe sono sempre state lusingate dai media ed dal potere, contrariamente alle vere lotte sociali « unisesse ». Le femministe appaiono come le idiote utili della società mercantile, del consumo e del salariato generalizzato. Ovunque il femminismo cresce, la coscienza della lotta di classe regredisce.


RispondiCitazione
makkia
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 755
 

Esattamente.
Ed è più o meno la tesi dell'articolo.


RispondiCitazione
uomospeciale
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 776
 

Femminismo e femminilità, Alain Soral
Traduzione a cura de "L'Intellettuale Dissidente".
La redazione - 18 marzo 2014
http://www.lintellettualedissidente.it/ars-disputandi/femminismo-e-femminilita-alain-soral/

Traduzione a cura de L’Intellettuale Dissidente

Bisogna distinguere il femminismo e la femminilità. Il femminismo è un movimento politico che pretende che le storia sia lotta dei sessi, basandosi sullo stesso modello di Marx e della lotta di classe. L’obiettivo è liberare le donne dall’oppressione degli uomini. Secondo me, è un comunitarismo vittimistico. Le rivendicazioni femministe sono manipolate per metterle al servizio della società del mercato e del salariato, formula lapalissiana poiché per comprare serve uno stipendio. Le rivendicazioni di emancipazione sono state utilizzate per far lavorare e consumare le donne. Tutto ciò è iniziato negli Stati Uniti con la teoria della nuova donna che consiste nel far uscire la donna da casa, in cui il suo ruolo non è quello del mercato, senza potere d’acquisto diretto, e nel forzare la sua coscienza affinché pensi che essere una casalinga, madre, sposa sia un’alienazione e una sofferenza. Passa dalla sfera d’influenza di suo marito a quella del suo datore di lavoro.Alla fine, grazie alla lotta femminista, la donna subisce una doppia alienazione, sia del marito che del datore di lavoro, cioè una doppia giornata, madre di famiglia e lavoratrice. Nelle classi popolari, la sua situazione si è più spesso aggravata che migliorata.

Il femminismo non trascende i rapporti di classe perché, in realtà, l’interesse dell’emancipazione femminista è spesso stato l’interesse delle donne della borghesia, le quali rappresentano la maggior parte delle femministe. Queste borghesi cercano di emanciparsi dal loro ruolo di madre per integrarsi nella società civile cosa che le permeterebbe di esercitare mestieri più interessanti, mentre le donne delle classi popolari devono fare sia il lavoro a casa che quello in fabbrica. Per le classi popolari, l’emancipazione delle donne si concentra nel fuggire dall’imperativo di produzione e nel restare a casa, lusso ed aspirazione per le donne delle classi popolari. Invece, la borghese cerca di uscire dalla noia al fine di accedere ad una vita sociale più interessante. Quindi c’è una contraddizione raramente identificata dal femminismo. Dimentichiamo spesso che la borghese ha delle domestiche, per fare le pulizie o occuparsi dei bambini ad esempio, tali persone sono altre donne che subiscono quindi la doppia alienazione.

Oggi, il diritto al lavoro è una truffa perché in realtà è un obbligo. Quasi nessuna coppia può vivere con solo uno stipendio. Le femministe ci presentano come un affare il diritto al lavoro mentre è un obbligo e il desiderio del sistema mercantile. Infatti, quest’ultimo vuole estendere il mercato ed il consumo e deve quindi estendere il salariato ed il potere d’acquisto. È la ragione principale per la quale le femministe sono sempre state lusingate dai media ed dal potere, contrariamente alle vere lotte sociali « unisesse ». Le femministe appaiono come le idiote utili della società mercantile, del consumo e del salariato generalizzato. Ovunque il femminismo cresce, la coscienza della lotta di classe regredisce.

Tutto in gran parte esatto anche se non vanno dimenticate 2 questioni di non poca importanza:

1- La denatalità incentivata e indotta dall'emancipazione femminile è stata accuratamente voluta e pianificata dai poteri forti perché era funzionale al contenimento demografico, ( infatti le coppie dove la donna è emancipata sono le meno prolifiche del pianeta..) ed è sempre per questo motivo che ancora oggi si strilla da tutti i media sulla condizione della donna in Africa e medio oriente si vorrebbe "emancipare" anche le donne africane e mediorientali per disinnescare la bomba demografica e le prossime invasioni barbariche..

( Un po' tardi bisogna dire....)

2- il femminismo è funzionale al capitalismo perché da un lato rende precarie le coppie e le relazioni mentre dall'altro favorendo il dilagante fenomeno dei single e delle single incentiva il consumo. ( 2 case, 2 contatori, 2 affitti, 2 macchine, 2 frigoriferi 2 televisori ecc ecc ecc ..) inoltre mentre la famiglia è sempre stata il luogo di risparmio per eccellenza, nessuno spreca e consuma più di un single o di una single che magari guadagna pure bene:
Per chi dovrebbero risparmiare?

Quindi tutto fa brodo.

Chiarito questo direi che invece di " Ripensare la questione femminile "
sarebbe proprio ora di ripensare a quella maschile..
Perché negli ultimi 70 anni, gli uomini occidentali nella foga di liberare le donne e di garantirgli ogni diritto possibile ed immaginabile hanno dimenticato di liberare sé stessi.
Difatti ancora oggi gli uomini sono il 98% dei morti e invalidi a vita sul lavoro, sono i primi a rischiare la pelle in qualsiasi cataclisma guerra o evento drammatico, oltre a svolgere da sempre praticamente tutte le professioni più pericolose, faticose, e fisicamente usuranti in occidente.
Insomma le donne in occidente sono già più che libere dal fardello sociale che la condizione femminile comportava fino a 70 anni fa... Ma noi uomini invece?

Quando la smetteremo di considerarci, ( e quel che è peggio DI ESSERE CONSIDERATI dal nostro stesso stato.. ) come quelli appartenenti al " sesso sacrificabile" ?

Le donne lavorano da 50 anni...
Quando la smetteranno i giudici nelle cause di divorzio di considerare l'uomo, l'ex marito, come quello che deve sempre e comune pagare alimenti e mantenimento per decenni o addirittura A VITA?


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3719
 

sarebbe proprio ora di ripensare a quella maschile..

Mi sarebbe piaciuto redato con il carattere "Enorme" us.
😆


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Bisogna distinguere il femminismo e la femminilità. Il femminismo è un movimento politico che pretende che le storia sia lotta dei sessi, basandosi sullo stesso modello di Marx e della lotta di classe. L’obiettivo è liberare le donne dall’oppressione degli uomini. Secondo me, è un comunitarismo vittimistico. Le rivendicazioni femministe sono manipolate per metterle al servizio della società del mercato e del salariato, formula lapalissiana poiché per comprare serve uno stipendio. Le rivendicazioni di emancipazione sono state utilizzate per far lavorare e consumare le donne. Tutto ciò è iniziato negli Stati Uniti con la toria della nuova donna che consiste nel far uscire la donna da casa, in cui il suo ruolo non è quello del mercato, senza potere d’acquisto diretto, e nel forzare la sua coscienza affinché pensi che essere una casalinga, madre, sposa sia un’alienazione e una sofferenza. Passa dalla sfera d’influenza di suo marito a quella del suo datore di lavoro.Alla fine, grazie alla lotta femminista, la donna subisce una doppia alienazione, sia del marito che del datore di lavoro, cioè una doppia giornata, madre di famiglia e lavoratrice. Nelle classi popolari, la sua situazione si è più spesso aggravata che migliorata.

Pretende che le storia sia lotta dei sessi e' una stupidaggine, e' arma ideologica, una etichetta contro i movimenti di protesta femminile tout court, nati contro i soprusi della societa millenaria patriarcale, verso la donna. Non la storia e' lotta dei sessi (non esiste la storia tout court in senso ontologico, e' un linguaggio usato come accusa che cerca di far definire artificialmente, anche il futuro), ma storicamente ANCHE e' avvenuto che:

"La discriminazione sessuale è una realtà storica, non un’invenzione, come una reazione a un certo femminismo estremista tenderebbe a pensare" (cit.MatteoV)

Solo la destra con annessa cultura patriarcale e ideologica la puo considerare "comunitarismo vittimistico".

Da sempre le forme di potere infiltrano, e spesso rovinano istanze di ribellione giuste, ma questo non significa dare per verità certa "il complotto" in tutto e per tutto, con la spectre che "manipola" tutto. Quella e' l'ideologia da inculcare per reagire ai movimenti in favore all'emancipazione della donna, classificandoli come "complotti" senza motivazioni giuste.

La mercificazione della società (comprese le visioni del mondo che tutto riducono a "cosa") procedono a passo spedito, ed inglobano le ribellioni. Ma da li a negare la giustezza della ribellione ce ne passa.

Impedire che anche i ceti popolari si emancipino, questo e' stato senza dubbio il fallimento dell'ennesimo fenomeno di ribellione al potere. Ma questo non significa che "la ribellione al potere" sia sbagliata, e nemmeno che sia "impossibile".

Tranne per la destra, che smania di inculcarlo nelle classi disagiate per annichilirle ed ammaestrarle meglio verso il padroncino loro preferito, che vorrebbero al posto del padrone grosso, incuranti del fatto che sia merda uguale.


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3719
 

Alla lunga ha ceduto, sig. GJ!.

Tranne per la destra, che smania di inculcarlo nelle classi disagiate

Gentilmente potrebbe indicarmi da chi è costituita o formata la destra a cui si riferisce? Grazie.


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Non mi va di polemizzare Gaia.

Destra e Sinistra rappresentano antitesi complementari che riguardano l'animo umano nel suo complesso, con derivazioni in tantissime sfumature diverse.

Una cosetta che riguarda un fattore filosofico, e antico. Prima ancora che politico, o delle narrazioni macchiettistiche che ne sono state fatte negli ultimi secoli.

Non so nemmeno se avrei le parole giuste per chiarire. Al di la del crederci o meno, dato che riguarda temi complessi e lunghe correlazioni.


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3719
 

Non mi va di polemizzare Gaia.

Che vor di?
Se non si è attrezzati di argomenti lo si dichiara e per quanto mi riguarda la cosa finisce lì. 😕 😯
Ritenendo che non fosse stato esauriente nella descrizione, cosa peggiorata con la sua ultima risposta, le ho chiesto semplicemente lumi.
Prendo atto che ne è sprovvisto, d'argomentazioni, e non ne faccio un dramma.
Dal momento che lo ritengo dalla scrittura trabocchevole, considerando i suoi trascorsi con mincuo, makkia, lo stesso BJ ed altri, sbagliando, ero speranzosa in una sua delucidazione, pazienza!
Se si usa l'emisfero del cervello di sinistra o quello di destra non è una questione filosofica. 🙄


RispondiCitazione
Condividi: