No, non centrano le TV, la terminologia "guerra mediatica" la estendo a tutti i media e in particolare a come viene gestita l'opinione pubblica, sia dai media tradizionali che nei social e in internet.
Ciò che vanno combattuti sono gli "opinion maker", veri fautori della non-informazione che non è disinformazione e non è nemmeno informazione: è l'arte di lasciare l'interlocutore ignorante e incapace di valutare, cioè portare avanti una serie di azioni (verbali) che hanno lo scopo di deprivare l'interlocutore anche del falso, perché il falso contiene comunque una briciola di verità che è pericolosa.
Come si ottiene la non-informazione, come si può negare ciò che si trasmette mentre lo si trasmette o in altre parole come si ottiene una "NO-NEWS"?
Semplice, si sostituisce alla stessa il "nero di seppia" o "rumore bianco" o "disturbo" anche descrivibile soggettivamente come un generico "stato confusionale". Per esempio si riempie ogni canale di "roba" a caso (virtuale) al fine di dire tutto e il contrario di tutto (ad es. con la guerra delle opinioni). Così, come in una stanza dove tutti parlano contemporaneamente, se voglio dire la mia almeno a chi mi sta vicino devo alzare la voce, cioè rendere il segnale più marcato, evidente, anche se alla fine è chi ha la voce più grossa a prevalere, cioè chi ha i mezzi e la forza per imporsi, per esempio facendo tacere tutti gli altri, banalmente perché è l'unica "presenza" certa, sicura, che si riesce ad ascoltare bene e non necessariamente perché quello che dice ha un senso o perché la sua azione sia "un bene" in generale.
In una guerra il rumore di fondo è costante. Per esempio quello delle cannonate o degli aerei. L'unica cosa che possiamo desiderare in quel frangente e che questo CAOS finisca.
Ecco, questa è la prima arma in mano al Governo, il CAOS, e dobbiamo saperlo. Perché sta gente non sta governando un paese e non sta facendo politica e lo sa benissimo.
Siamo noi a non averlo ancora capito.
Per esempio non abbiamo ancora capito che questi Signori del CAOS dalla natura pavida, hanno tutto l'interesse a mantenere e alimentarle una situazione il più possibile confusa. Per questo non fanno mai niente di chiaro e definito, cioè aggredibile.
Il loro scudo principale è il CAOS, perché permette a un sacco di evidenze di non emergere come tali. Esattamente come dentro il nero di seppia poi non so se a muoversi è un predatore o una preda essenziale per la mia sopravvivenza, a meno che non disponga di mezzi diversi dagli occhi per orientarmi, come ad esempio un senso che "veda" campi elettromagnetici o il suono.
Bene, procediamo. Nel titolo parlavo di un "segreto", uno strumento per controbattere la politica della seppia. Quale segreto?
Lo svelo subito a scanso di equivoci: il primo passo (più complesso) è "non essere mai contro", il successivo è lasciare nel mio interlocutore la traccia del dubbio.
Contro chi (o cosa) e perché?
Quando mi confronto con un mio simile, uno magari che si oppone a una certa fazione, quello che ho davanti è una "fazioso" e a prescindere da quale è la sua "parte", egli sarà di parte.
Con il linguaggio politicamente corretto potremmo dire che la sua è una "presa di posizione", apparentemente dovuta a qualcosa di solido, eppure come ogni presa di posizione sottolinea che a reggere le sorti del confronto c'è una credenza, cioè una qualche certezza basata sul niente ed è quella che deve essere "minata" con il seme del dubbio.
Ogni certezza è infatti una debolezza per l'interlocutore e noi dobbiamo prima di tutto metterci in una posizione di forza per poter agire, quindi evitare a ogni costo di "essere contro" di lui. Dove magari le posizioni sono più discordanti possiamo sceglierne una neutrale, non dargli ragione ne torto, dove sono più vicine possiamo concordare aggiungendo la nota di dubbio.
La prima azione da parte nostra è per ciò "rimanere centrati". Non schierarsi in modo deciso. Non esprimersi a favore o contro, ma rimanere moderati. Non tirare fuori il nostro "parere", ma difendere ad ogni costo la nostra neutralità da ogni tentativo di "forzare" una nostra "esternazione" a favore o contro.
"Non essere contro" significa per ciò non essere contro ne una fazione ne l'altra e per farlo bisogna al solito agire seguendo le regole emotive, perché a dettare legge in uno scambio di questo tipo (dove domina il CAOS) è la forza emotiva che sta spingendo, non il contenuto del dialogo!!! Spinge il credo che cerca di "tenere divise" le fazioni. Come allo stadio per il tifo.
Quindi bisogna agire in modo controintuitivo e indiretto o se preferite in modo "creativo", per sciogliere l'oscurità che rende diviso ciò che è nato unito.
Ora, se la tecnica è la stessa che usa il CAOS, ed è la stessa perché il CAOS serve a creare il terreno di scontro (della guerra) delle emozioni, cosa ci differenzia dall'atto malvagio ed eticamente immorale?
Se infatti il governo emotivo non può che (razionalmente) seguire regole emotive, la guerra è una guerra verbale condotta per il governo emotivo della situazione, quindi avremo da una parte la fazione dei Malvagi che spingeranno per emotività distruttive da alimentare continuamente (come la rabbia o la paura) e dall'altro quanti invece dovranno lottare per difendere e rinforzare emotività positive innate, come il coraggio, l'abnegazione, la gioia e l'affetto reciproco.
Per chi lotta quindi per "il Bene", contro Moloch, qualsiasi sia la vostra idea di Bene, è essenziale amare il prossimo, tutto, anche quello che ci è ostile. Perché questa è la differenza etica nell'applicazione della tecnica: "le energie" (emotive) a cui si sta attingendo quando si agisce. Quelle (a meno che non vogliamo fare i vampiri) sono soltanto "le nostre" e non si scappa!
Se quelle energie sono "odio", "vendetta", "condanna", etc., noi non avremo modo di fare altro se non alimentare il CAOS a favore di Moloch e quindi a favore di quello che ci apparirà come il più forte che avrà ragione di noi. Consegneremo di fatto "le chiavi del nostro futuro" in mano a Moloch, come un bimbo che si consegna "spontaneamente" semplicemente perché quella fiducia gli è stata estorta con l'inganno.
Quindi (dicevamo) il primo passo è rimanere centrati, non dare ragione ne palesarsi contro e mantenere ovviamente la calma, ben sapendo che a prescindere da quello che farà il mio interlocutore, non sarò ne "contro" ne con la sua emotività ma contro il CAOS che alimenta la divisione e che in parte lo possiede.
Di fatto vesto i panni dell'esorcista e devo praticare una sorta di esorcismo.
Un esorcismo dal Male emotivo, dalla degenerazione, dalla distruzione dell'affetto che è innato nell'Uomo e ci lega a prescindere e che di fatto fisicamente sottende la Vita e l'elevazione. Senza è Morte e degradazione per soffocamento, cioè asfissia affettiva.
Moloch lo sa benissimo, punta a risucchiare la Vita dall'Uomo e in particolare dai bambini perché ingenui e quindi facili da ingannare. Un predatore agisce sempre cercando la preda più facile, è la sua natura, inutile condannarlo, sensato è invece comprenderlo per combatterlo.
Va bene @GioCo, guadagnata la forza d'animo per non esternare la mia "rabbia" contro chi mi aggredisce e mi insulta senza alcun fondato motivo solo perché pieno di merda (di suo) cosa dovrei fare dopo?
"Primum non nocere". Se vogliamo sanificare il prossimo dal virus del timore sparso da Moloch, per il banale motivo che ci conviene a prescindere, dobbiamo rinunciare a volergli del Male solo perché lui invece arde dal desiderio di sfogarsi con chi lo osteggia (nelle sue fantasie malate) a causa della merda di cui è stato riempito.
Per ciò gli daremo modo di tirarla fuori senza esserne sfiorati, tanto è roba sua. Per ciò bisogna stare in posizione tale da non essere toccati dalla merda, sapendo che "non è roba nostra", ma di Moloch e gli va restituita. Semplicemente.
Guadagnata la posizione di media, diverremo per questo mediatori della "energia" del nostro interlocutore ed è allora che possiamo decidere cosa farne. Posso aggredire (e quindi svelarmi traditore della fiducia accordata) oppure posso limitarmi a "somministrare/alimentare la cura". Il seme del dubbio.
Avremo modo per ciò di seminare/alimentare il dubbio (=facendo il meno possibile del danno) e per la bontà di ciò che sarà deposto/fertilizzato/innaffiato basterà attendere e avere fede che ci sono poi altre forze che agiranno, forze sommamente superiori che sottendono la Vita e non sono in mano nostra.
Non fare per ciò altro.
Perché ogni pianta cresce seguendo il suo proprio codice: se pianteremo un pero avremo un pero non un melo.
Quindi se pianteremo buoni propositi avremo buoni propositi, non altro.
Allora un seme del dubbio può essere ad oggi quanto riorienta verso il "nemico" comune e giurato dalla notte dei tempi l'attenzione: non più il mio fratello ma Moloch, colui che dietro la schiena delle persone bisbiglia il Male. Colui che si nasconde dietro le sue stesse bravate, chidedendo fiducia e confondendo la Mente (che per ciò mente). Quindi vanno cercate "leve" creative, che puntino a fare emergere le "altre pietre dello scandalo nascoste". Quelle di cui si tace e che rimangono orfane di "spiegazioni". Mettere il dito sulla piaga...
Ad esempio, perché ad oggi se ho un effetto avverso non mi viene riconosciuto? Perché non posso chiedere i danni ed essere tutelato in caso mi succede qualcosa? Perché dopo due anni non sappiamo bene quali sono i parametri per valutare chi va esentato?
Seguite la regola creativa, state centrati, tenete sempre bene a mente che stiamo lottando per difendere l'affetto Umano contro un ente terzo, molto fetido, non per mettere in ulteriore difficoltà il nostro prossimo, già provato (spiritualmente) dai demoni che lo attanagliano.
Oppure, tenetevi lontano dal confronto e cercate prima di tutto di far uscire da Voi ciò che vi riempie di merda.
State lontani dalla Disgrazia, cioè dalle trappole di Moloch. Rimanete in Grazia, cioè consapevoli e grati di avere resistito/combattuto/vinto le possessioni (emotive) per il bene comune, quello si di tutti, ma per davvero!
Qui metto un piccolo estratto di esperienza quotidiana per capire meglio "la teoria" sopra esposta. Oggi dal mio barbiere discutevo. La prima domanda che mi ha fatto era se mi ero "vaccinato". Sono stato sincero, il siero non l'ho accettato ma ho evitato con cura di farmi trascinare in un diverbio sull'efficacia del prodotto e sulla bontà delle intenzioni delle case farmaceutiche che a lui premeva perché stava aspettando che dicessi che non c'era da fidarsi (=trappola emotiva) e la domanda successiva divenne "come facevo" a lavorare. Messo in chiaro che la mia posizione non era contro nessuno, difendevo le mie ragioni e basta, senza essere "arrabbiato" contro nessuno, tanto meno contro di lui, il dialogo è subito scivolato sulla "rabbia" che c'è in giro e sulla brutta piega che questo comporta. Mi ha raccontato di un suo cliente che la mattina era arrivato sbraitando contro quanti si erano "vaccinati", perché aveva accettato il siero e il mio barbiere si chiedeva "se ti sei vaccinato allora perché te la prendi, poi vivi male" e ovviamente spargi Male (questo era sottointeso). Ecco, era dove volevo arrivare e ho ignorato volutamente l'incoerenza evidente (=trappola emotiva) tra una scelta e un evidentissimo (da lui stesso sottolineato all'inizio) obbligo surrettizio nell'accettare una cura che non è una cura e un termine che non la descrive, "vaccino", palesemente finto. Perché è quello che vuole Moloch, potarci sempre allo scontro diretto (=emotivo). Se voglio del bene devo sapere come evitare la trappola che non è del mio barbiere ma di Moloch. Lui ne è solo l'artefice inconsapevole. Come un bimbo che è stato ingannato e crede sinceramente che l'inganno sia il metro corretto con cui rapportarsi "per il bene". L'ultima trappola, la più insidiosa, è quella della volontà: vuoi o non vuoi il siero? Se lo vuoi, lo accetti, devi poi stare al @GioCo, non puoi accettarlo e poi fare finta che non lo volevi. Ma questa è una trappola e so già che in voi a leggere si scatena il putiferio (dentro). Questo è ciò a cui mira Moloch. Se ci riesce ha vinto e Voi avete perso. E' chiaro che la maggioranza non ha fatto questo passo perché voleva, anche il mio barbiere "non voleva" ma (ha detto) per combattere questo virus ho dovuto. Ecco, non voleva ma ha dovuto. Gli ho lasciato il dubbio inesprimibile che forse c'era dell'altro che per me era evidente fosse fiducia cieca malriposta alimentata da una debolezza (emotiva). Allora ha iniziato a parlarmi concitato, mentre mi preparavo a uscire, di un suo amico del circolo sportivo che è di estrema destra e di come sostenesse che Mussolini aveva inventato la tredicesima, ma lui si era informato e non era vero. In questo caso la trappola emotiva dove era? Che lui è informato e poco importa se avevamo appena convenuto che a dominare è solo il CAOS delle informazioni. Ciò che importava era evitare l'ennesima trappola. Ecco, per ciò l'ho ascoltato con interesse e abbiamo concluso insieme che "nei regimi la propaganda agisce così". Senza specificare altro. L'ho salutato e sono stato grato che rimanesse mio amico per quello che era possibile e a prescindere da tutto.
Bene, questa battaglia (minuscola e senza pretese) si è conclusa 1-0 per me contro Moloch.
Davvero difficile riuscire a non farsi trascinare nel turbine... Io sono diventato più incazzoso del solito ed inoltre sto perdendo la bussola ieri sera ho pure pagato birra ad un fascistone che ci siamo sempre schifati, più di un ora a parlare della nostra voglia di ribaltare tutto... tipo armata brancaleone
Uno degli aspetti positivi di questa situazione è che avvicina persone che prima non si sarebbero conosciute o non avrebbero mai dialogato, e scoprono invece di avere in comune molto più di quanto pensassero; al contrario, cominciamo a percepire come estranei alcuni che prima credevamo vicini. Penso che molti vecchi steccati cadranno, e impareremo a non dividerci più in base a idee astratte, ma bensì ad unirci su ció che è essenziale: riconoscendo chi è veramente una persona libera, che segue la propria legge interiore, e chi invece al momento decisivo segue la corrente.
Carissimo GioCo, articolo molto interessante ma che parte da un presupposto non presente nella realtà.
Quante persone ci sono che sono in rapporto con la loro dimensione emotiva?
Quanti conoscono perché l'hanno indagato quell'universo che ognuno di noi si porta dentro e hanno imparato qualcosa di come funziona?
Quanti cercano di comprendere i meccanismi che li spingono?
Ciò che tu dici nel tuo articolo presuppone di essere in contatto con la parte emotiva di se stessi e la conoscenza di tutta una serie di dinamiche che agiscono sia dentro di se che dentro l'interlocutore.
Quante persone che conosci sono in grado di fare ciò?
Per la mia esperienza sono pochissimi. La maggior parte, purtroppo, “funziona” con il pilota automatico.
@fiurdesoca, se hai questa sensibilità e la coltivi hai la responsabilità di come la usi quando sei con gli altri.
Il senso dell'articolo è per ciò questo (in sintesi): se siete in grado e ve la sentite, agite sapendo da quale serbatoio emotivo state attigendo, quando vi approcciate al prossimo "consenziente" di turno. Sappiate cioè che se spargerete odio avremo odio, se spargerete affetto, avremo affetto.
Per il resto, iniziavo proprio indicando gli "opinion maker" che si concentrano a fomentare l'odio e quindi è chiaro dove attingono. Ma anche loro non sono poi in molti e non sono nemmeno poi così tanto consapevoli e padroni di quello che fanno.
Di conseguenza...
tu sai quanto è duro e senza pietà il vero Amore...