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Tao
 Tao
Illustrious Member
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Satira: ridiamo di tutto perché non crediamo più a niente

La ferrea legge del gregge obbliga a ripetere quanto tutti i media scrivono e proclamano: “la libertà di satira è sinonimo di libertà di espressione, vanto intoccabile della nostra civiltà”.

Dissentire da questa affermazione è tanto difficile che per iniziare a farlo è opportuno ripararsi dietro l’autorità del Financial Times che, pur solidarizzando ovviamente con la Francia ferita dall’attentato e col giornale satirico Charlie Hebdo, ha fatto notare come offendere la sensibilità dei musulmani con vignette che sbeffeggiano Muhammad sia un errore da evitare. Il giornale inglese lascia intendere che nella libertà di satira bisogna fare un’eccezione perché in Europa vivono milioni di musulmani e i musulmani sono poco inclini all’ironia, soprattutto quando si tratta del loro Profeta.

Andrei oltre questo cauto “distinguo”. È lecito contestare l’affermazione che “la satira deve essere sempre consentita in nome della libertà”. È riprovevole prendersi beffa di Muhammad facendone una caricatura tendente a provocare sghignazzi, perché offende la sensibilità di più di un miliardo di credenti. Per lo stesso motivo è riprovevole disegnare caricature beffarde di Gesù e di Maria. Sarebbe bene che agisse una sorta di autocensura, ma in sua mancanza dovrebbe agire una censura prevista a livello legislativo.

Ci sono inoltre figure che in certi contesti culturali assumono una sorta di alone sacrale, codificato dalla storia e dai costumi. È il caso dell’imperatore del Giappone, anche se formalmente è stato privato della sua sacralità dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale. In Giappone sarebbe riprovevole mettere in satira l’Imperatore facendone una caricatura, così come sarebbe poco amichevole da parte nostra verso quel popolo rappresentarlo in forme che inducano al riso.

Il papa, da quando viene tranquillamente raffigurato in vignette satiriche, dimostra con ciò stesso di aver perso l’alone di sacralità da cui era circonfuso, il che equivale a dire che ciò che rappresenta non ha più alcun valore, se non per quei credenti che avrebbero diritto di sentirsi offesi da quella mancanza di riguardo. L’istituzione monarchica in Inghilterra ha goduto negli ultimi secoli di una sorta di devozione. Il fatto che oggi anche i personaggi della Corte siano messi alla berlina è una testimonianza non della maturità della democrazia britannica ma di un processo di decadenza che coinvolge anche quella società considerata tradizionalista.

Da un altro punto di vista, che coinvolge personaggi che nulla hanno di sacrale, anche la satira che prende di mira una caratteristica fisica che in qualche modo rappresenti un handicap, è sommamente riprovevole. Indurre il fruitore della vignetta a ridere di Brunetta caricaturando la sua bassa statura, è qualcosa di sgradevole per chiunque mantenga un sentimento di rispetto per le persone, anche nella polemica verso i loro comportamenti e le loro idee. Insomma, non è vero che il diritto di satira è intoccabile.

Una cultura che mette in satira tutto, è espressione di una civiltà che ha perso non solo qualunque senso di sacralità ma anche il rispetto profondo per la persona. Ridiamo di tutto perché non crediamo più a niente. Ridiamo di tutto e di tutti perché non abbiamo né fede né ideali. Siamo “l’ultimo uomo” vaticinato da Nietzsche. Un’ umanità consapevole della morte di Dio e nello stesso tempo indifferente al vuoto di valori che quella morte lascia. Un’umanità che di vuoto si nutre, lasciandosi vivere di una vita insensata perché priva di orientamento.

Un’altra considerazione è doverosa. Chi ha distrutto intere nazioni, in una strategia che ha indotto Escobar a parlare giustamente di “Impero del Caos”, chi ha ucciso centinaia di migliaia di persone, in Iraq, in Libia, in Siria, in Afghanistan, e costretto altrettante persone a dolorosissime migrazioni lontano dalle loro radici, chi ha fatto impiccare il capo di un Paese che non ci aveva aggredito, chi ha fatto linciare il capo di un’altra nazione con cui avevamo corretti rapporti commerciali e diplomatici, chi ha promesso ad Assad che le “sue ore erano contate”, in definitiva chi ha seminato odio, non dovrebbe stupirsi se quell’odio rifluisce in forme di esasperazione fanatica e sanguinaria.

Non dovrebbe essere necessario aggiungere che queste considerazioni sono rivolte a capire, non a giustificare, ma le precauzioni non sono mai troppe perché i fraintendimenti sono continui e sistematici.

Luciano Fuschini
Fonte: www.ilribele.com
09.01.2015


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Stodler
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3972
 

Mah, articolo tirato per i capelli.

A Roma le pasquinate che cosa erano? E non si parla di certo dell'altro ieri, ma della satira in voga 4/5 secoli fa, per non parlare delle vignette satiriche anticlericali ottocentesche.

Credo che in questo articolo si santifichino troppo i bei tempi andati, bei tempi andati che non ci sono mai stati.


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Saysana
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 530
 

Cosa urta la mia sensibilita'?

Un potere religioso che in nome di un ipotetico "dio" contrasta materialmente cose di buon senso (per me) come l'eutanasia, l'aborto, l'uso di preservativi, le donne a faccia scoperta (per dire poco), la liberta' di pensiero e di parola e tant'altro.

Nessuno li obbliga a seguire il pensiero di chi e' in disaccordo con loro, perche' allora chi non crede nel loro ipotetico "dio" deve essere, in molti casi, obbligato a seguire il loro?

Se poi vogliamo parlare dell'evitare di urtare la sensibilita' di chiunque sono d'accordo, e' solamente segno di civilta' e rispetto non di debolezza.


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Nieuport
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 307
 

Articolo mirabile, e ottimamente scritto.
Certo, la satira c’è sempre stata, e anche villana, basti vedere Il Becco Giallo che negli anni 20 faceva le vignette sulla statura di Vittorio Emanuele, ma fare vignette con il Bambin Gesù in un cesso, come ha fatto Charlie Hebdo, è andare oltre. Mettere in satira tutto dimostra solo che non crediamo più a niente, e quindi siamo carne di porco.
Guardiamo in casa nostra: per Berlusconi è stato lecito tutto, il banana, l’ottavo nano, ora che c’è Renzi è lecito tutto (ci mancherebbe, chi lo vuole difendere) quando ci sarà il miglior presidente del consiglio che questi illuminati lettori possano auspicare, anche per lui sarà lecito tutto.
Il solo fatto che questi loschi ipocriti siano unanimi nel difendere la satira ci dovrebbe far preoccupare di cosa c’è sotto.


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Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

fare lo sghignazzo a Stalin, alla burocrazia del partito, ai vari capi e capetti della nomenklatura sovietica, durante l'esistenza dell'URSS è satira. Fare lo sberleffo a Maometto in un paese di religione islamica è satira. Farlo a parigi è guerriglia ideologica, nel migliore dei casi e nel peggiore, nel caso di Hebdo, turettismo.
La satira guarda il potere dal basso e certamente non dall'alto dei Mirage.


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