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Schengen va rinegoziato


vic
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http://www.gdp.ch/editoriali/commenti/perche-schengen-devessere-ripensato-id109158.html

Commenti - Taccuino italiano
Perche' Schengen dev'essere ripensato
Analisi e commento di Robi Ronza sul perche' il trattato sulla libera circolazione delle persone deve essere rinegoziato.

di Robi Ronza - 6 febbraio 2016

La crisi del trattato di Schengen, innescata dall'afflusso sin qui risultato incontrollabile di masse di richiedenti asilo nel territorio dell'Unione Europea, sta in primo luogo provocando serie conseguenze da un lato in Italia e negli altri Paesi di prima accoglienza (fra cui innanzitutto la Grecia); e dall'altro nei Paesi verso cui queste persone per lo piu' mirano a stabilirsi, ossia la Germania e la Svezia.

E' evidente tuttavia che ne possono derivare delle ripercussioni anche per la Svizzera, che come noto dal 2008 ne fa parte. Senza chinarci su questo specifico problema, che tra l'altro sarebbe fuori tema in questa rubrica, ci soffermiamo qui sulla questione nel suo insieme.

La convenzione (nota anche come trattato) di Schengen prende nome dalla piccola localita' del Lussemburgo, bagnata dal fiume Mosella, all'altezza della quale i delegati dei Paesi primi firmatari la siglarono nel 1985 nel corso di una riunione che aveva luogo su un battello fluviale. Risale dunque a un'epoca in cui le attuali migrazioni irregolari di massa verso l'Europa non erano nemmeno immaginabili. Ne' erano all'orizzonte nel 1995, dieci anni dopo la sua firma, quando infine entro' in vigore.

Si tratta poi di un accordo il cui perimetro, la cosiddetta "area di Schengen", non coincide con quello dell'Unione Europea. Cinque Stati membri dell'UE (Gran Bretagna, Irlanda, Bulgaria, Romania e Croazia) non ne fanno parte, mentre vi rientrano pure Stati non membri dell'UE: oltre alla Svizzera e al Liechtenstein, quest'ultimo dal 2011, anche la Norvegia e l'Islanda.

Si fa adesso un gran discutere in sede di Unione Europea sull'eventualita' di sospendere il trattato, che fra l'altro diversi Paesi gia' non lo stanno piu' applicando. In effetti si tratta piuttosto di rinegoziarlo. E' evidente che procedure e meccanismi che potevano funzionare quando i richiedenti asilo erano poche migliaia all'anno non hanno piu' senso quando, come l'anno scorso, sono giunti a essere un milione.

E lo stesso dicasi per la susseguente convenzione di Dublino siglata nel 1990 e entrata in vigore nel 1997, cui pure la Svizzera partecipa in forza di uno specifico accordo di cooperazione. A norma di tale convenzione e' sui Paesi di primo arrivo che incombe l'obbligo di verificare se il richiedente asilo abbia o meno titolo a tale status.

Un po' irresponsabilmente l'Italia - e gli altri Paesi che la geografia destina ad essere la principale porta d'ingresso nell'UE dei richiedenti asilo dal Sud del mondo - a suo tempo firmarono la convenzione di Dublino senza chiedere alcun adeguato sostegno e garanzia a Bruxelles e al resto degli Stati membri dell'Unione.

Questi Paesi avrebbero dovuto invece tempestivamente attrezzarsi potendo percio' contare sul sostegno economico del resto dell'Unione. Niente di tutto cio' e' accaduto: oggi quindi non sono affatto in grado di "filtrare" la massa di richiedenti asilo che raggiungono il loro territorio. Si limitano pertanto a controlli minimi e poi lasciano che i richiedenti asilo si rimettano in viaggio verso i parenti e gli amici che li attendono soprattutto in Germania e in Svezia. L'esodo di queste persone infatti non e' alla cieca.

Ha invece comprensibilmente delle mete prestabilite, il che rende del tutto astratta la grande trovata con cui la Commissione Europea crede di risolvere il problema, ovvero la loro ridistribuzione burocratica nei 28 Stati dell'UE. Tuttavia ne' la Germania, ne' soprattutto la Svezia, un Paese di meno di 10 milioni di abitanti, sono in grado di reggere sine die un flusso di richiedenti asilo cosi' ingente, tanto piu' in assenza di un adeguato meccanismo di "filtraggio" all'ingresso.

Stando cosi' le cose la rinegoziazione del trattato di Schengen si impone; e tutti i Paesi coinvolti, siano essi membri o meno dell'Unione Europea, hanno a nostro avviso il dovere e il diritto di esserne parte attiva. Senza un effettivo controllo delle frontiere esterne dell'area di Schengen il sistema infatti non puo' reggere. E a lungo termine non regge comunque se le grandi potenze non si impegnano a spegnere i focolai di conflitto nel Vicino Oriente e altrove che sono il motore immediato di tali flussi.


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PietroGE
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Schengen è un falso problema, un modo per discutere di quello vero : l'immigrazione incontrollata.
Abolire Schengen è deleterio per l'economia europea e un danno per i cittadini autoctoni europei che avrebbero il sacrosanto diritto andare in un altro Paese europeo senza problemi.
Quello che è da abolire è il diritto di asilo, in tutti i Paesi dell'area Schengen, chiudere l'immigrazione e rafforzare i confini esterni non per andare a prendere i migranti sulle coste libiche come si fa ora, ma per rispedirli indietro.


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Stodler
Famed Member
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Schengen va soppresso insieme all'euro. E di corsa anche!!!!


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oriundo2006
Famed Member
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Post: 3190
 

Mi pare che si perda il senso degli eventi: è il MITO dell’Unione Europea come casa di tutti gli europei, e basta, ad essere profondamente vulnerato, per non dire definitivamente tramontato. Chi è il ‘colpevole’: ovvio, chi continua a mettere i bastoni fra le ruote europee, ovvero gli Usa, che non possono tollerare l’esistenza di un competitor globale con una propria moneta, una eventuale propria forza armata, una produzione propria con brevetti propri, una ricerca scientifica home made ( e non made in NASA: Stodler l’ha provocatoriamente individuato ), ecc. ecc. Insomma gli USA non tollerano NULLA oltre a sé, al proprio potere, alle proprie decisioni: sono il ‘demone’ che crede di essere uno ed unico sulla faccia della Terra creata e fatta a propria misura e dimensione e volere.
Oggi sta crollando l’ultimo bastione ideologico dell’Europa unita, l’esistenza di uno ‘spazio comune’ libero dall’influenza degli stati ed aperto all’interazione fra popoli. Ideologia, appunto e non realtà, dato che questo spazio è stato occupato da multinazionali sotto l’aspetto economico e occupando da popoli estranei all’Europa sotto l’aspetto etnico. Morale: uscire dall’impasse richiede solo ed esclusivamente una cosa: rescindere i legami col mostro americano. E’ fattibile senza una guerra esplicita ? O aspettiamo che lo facciano i russi ?


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spadaccinonero
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Post: 10314
 

quoto PGE e Stod


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