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Sto riflettendo sui risultati delle elezioni in Abruzzo...


Davide
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Registrato: 2 anni fa
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Sto riflettendo sui risultati delle elezioni in Abruzzo, molto limitati ma interessanti. Tragici, da un certo punto di vista, eppure prevedibili e addirittura logici. Credo che mi prenderò ancora un giorno o due prima di proporre un’analisi; reagire alle breaking news con risposte istantanee, a caldo, è fare il gioco del potere liberista, che prospera grazie alla trasformazione della politica in gossip (o empatia, rabbia, depressione) a telecomando. Un tempo si parlava di masturbazione intellettuale: grazie ai social parlerei di pornografia intellettuale.

Però un primo commento lo voglio proporre. Il M5S ha ottenuto il 20% dei consensi, ossia l'1% in meno di cinque anni fa. Certo, una delusione per coloro che sognavano un trionfo: ma chissà su cosa avevano costruito le loro speranze, visto che il loro movimento ha scelto di gareggiare con tutti gli handicap possibili, dalla rinuncia a un giornale e televisione di parte (lasciando quindi il monopolio della propaganda agli avversari, come se non avesse importanza) alla decisione di non presentare liste civiche e civetta benché il vergognoso sistema elettorale che regola le elezioni regionali e locali sia stato costruito precisamente per permetterne l'abuso, fino all'ambiguità sulla questione delle migrazioni, che così avvantaggia la Lega. Prendersela con gli abruzzesi o gli italiani in generale è ridicolo: ovviamente si fanno manipolare visto che la stampa, la scuola e l'industria dello spettacolo operano tutte, incessantemente, contro il M5S e, come ho detto, il M5S non sembra interessato a lottare per l'egemonia culturale.

In ogni caso il 20% era la percentuale che il PCI ottenne nel 1948 (un altro 10% andò al PSI), in elezioni che pensava di poter vincere; mentre la DC prese il 48%, come domenica scorsa in Abruzzo la destra che da essa deriva. Ma i comunisti non cominciarono a piangersi addosso e tanto meno a disprezzare il popolo e ad accusarlo di averli traditi, di non avere capito, di essersi rincoglionito. Fecero autocritica ma senza deprimersi e senze fughe in avanti o all'indietro; e ripresero a lavorare con maggiore determinazione; già nel 1953 riuscirono a far fallire il colpo di mano tentato da De Gasperi con la legge truffa. Le sconfitte non sono un problema; il problema è non avere la forza, il coraggio, l'entusiasmo per continuare, imparando dagli errori e indurendosi nelle difficoltà. Perché la strada sarà difficile.

Francesco Esparmer
Fonte: www.facebook.com
Link: https://www.facebook.com/frerspamer/posts/1985407088242504
14.02.2019


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