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Su Carlo Giuliani dobbiamo dire la verità


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Devo togliermi questa cosa dallo stomaco. In occasione del decennale del G8 di Genova e dei fatti di Piazza Alimonda a sinistra si è assistito al recupero del genere letterario del martirologio cristiano per ricordare la morte di Carlo Giuliani. E i martirologi, si sa, laici o cristiani, hanno tutti lo stesso scopo: la produzione di santini.

Ora, io ricordo bene quel misto di provocazione, insipienza, senso dell’impunità che dette nerbo quella mattina alla brutale repressione poliziesca per le vie di Genova. E ricordo come le autorità di pubblica sicurezza erano sconcertate la sera di vedere la soldataglia ai loro ordini denunciata e svergognata sui media di tutto il mondo (non perché non la conoscessero, ma perché finora avevano preso ogni cura perché all’opinione pubblica arrivasse solo l’immagine del maresciallo Rocca). A questo sconcerto e a questa vergogna la polizia reagì a sera con l’inaudita montatura delle molotov alla scuola Diaz (e forse stavolta persino loro rimasero sorpresi di poter arrivare a una simile bassezza).

Considerato tutto ciò, non mi costa fatica empatizzare con la rabbia di Carlo Giuliani, anche senza aver respirato una sola boccata di gas lacrimogeno o aver preso una manganellata sulla faccia. Mi è talmente agevole immedesimarmi che mi vedo benissimo, lì in quella piazza, mentre scaglio un estintore contro una campagnola dei carabinieri. Non c’è nessuna virtù nella passività e acquiescenza del cittadino di fronte ai soprusi commessi con l’autorità dello stato.

E tuttavia Carlo Giuliani non è Giorgiana Masi. Non è la vittima di un omicidio di stato. L’uccisione di Carlo Giuliani è il risultato di un atto di legittima difesa. La campagnola dei carabinieri non era assediata dal solo Giuliani, ma da altre persone come lui che avevano scatenato una violenza tale da aver già prodotto un ferito tra gli occupanti del veicolo. Come negare a costoro l’umana percezione di un senso di minaccia alla propria incolumità che, ai sensi del nostro codice penale, fonda appunto il diritto di legittima difesa?

Cosa sarebbe accaduto se al posto dell’ausiliare Placanica ci fosse stato un carabiniere di maggiore esperienza — e dunque sangue freddo — nei servizi di ordine pubblico? Forse niente, forse avrebbe usato la pistola a scopo intimidatorio risolvendo la questione in modo professionale e incruento. Ma questo non cambia la sostanza del problema. La professionalità è una risorsa scarsa e spesso bisogna fare con quello che si ha a disposizione.

Io che sono disposto a considerare Carlo Giuliani come la vittima di una situazione di cui lui non porta la responsabilità — e il cui perimetro va molto oltre Piazza Alimonda –, tuttavia mi mantengo scrupoloso nel rispetto dei fatti, e non carico sulle spalle di Placanica colpe che non ha. Viceversa, l’astio del benpensante contro la memoria di Carlo Giuliani — e che si esprime con epiteti come “delinquente” o “poco di buono” — è anche la reazione agli indebiti martirologi e alle dubbie canonizzazioni di una sinistra che si rifiuta di guardare all’evento con gli occhi di Placanica e dei suoi compagni nella campagnola.

E lo dico io che ho sempre trovata grottesca la posizione filo-celerina di PP Pasolini ai tempi di Valle Giulia (passaporto per diventare editorialista del Corriere).

Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com
Link: http://subecumene.wordpress.com/2011/08/23/su-carlo-giuliani-dobbiamo-dire-la-verita/
23.08.2011


Citazione
codroipo
New Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2
 

Io che sono disposto a considerare Carlo Giuliani come la vittima di una situazione di cui lui non porta la responsabilità — e il cui perimetro va molto oltre Piazza Alimonda –, tuttavia mi mantengo scrupoloso nel rispetto dei fatti, e non carico sulle spalle di Placanica colpe che non ha. Viceversa, l’astio del benpensante contro la memoria di Carlo Giuliani — e che si esprime con epiteti come “delinquente” o “poco di buono” — è anche la reazione agli indebiti martirologi e alle dubbie canonizzazioni di una sinistra che si rifiuta di guardare all’evento con gli occhi di Placanica e dei suoi compagni nella campagnola.

Nessuno carica sulle spalle del Placanica in quanto individuo le colpe che egli non ha.
Giuliani è vittima di un omicidio non di stato ma di sistema.
E' morto in guerra contro un esercito schierato in difesa del capitale.
Si tratta di decidere da quale parte stare.

A Genova nulla è successo per caso, c'era un esercito armato, difeso, organizzato e comandato,
contro civili che avevano intuito quanto la globalizzazione avrebbe inciso negativamente sulle proprie ed altrui esistenze.
La storia, già decisa purtroppo per questi ultimi, diede loro ragione nonostante o a causa della sonora sconfitta.
A Genova non si perse una battaglia, ma la guerra.


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