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Su diritto internazionale,Coalizione siriana e Occidente


marcopa
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Il diritto internazionale e l’appoggio occidentale e petromonarchico alla coalizione armata in Siria
16 novembre 2012

Il diritto internazionale permette di appoggiare apertamente l’opposizione armata siriana?

“Il diritto internazionale non permette agli stati di riconoscere ribelli che lottano contro un governo riconosciuto”. Curtis Doebbler, noto giurista, docente alla Webster University e a Ginevra, avvocato esperto in diritto internazionale, durante la guerra della Nato alla Libia in appoggio ai ribelli del Cnt ha sottolineato più volte la totale illegittimità dell’uso della forza contro il paese nordafricano ( http://www.counterpunch.org/2011/03/28/why-the-attack-on-libya-is-illegal/).

E la Siria? La “Coalizione nazionale siriana per le forze rivoluzionarie e di opposizione”, nata giorni fa a Doha per i buoni auspici dei monarchi del Golfo (Arabia Saudita, Qatar, Emirati, Kuwait, Oman e Bahrein) e delle potenze occidentali, ha chiesto all’Unione Europea e agli Usa il riconoscimento ufficiale, e forniture dirette di armi e denaro, così da rovesciare con la guerra il regime di Damasco. La Coalizione infatti rifiuta ogni dialogo. Le monarchie del Golfo e la Francia l’hanno già riconosciuta come “unico legittimo rappresentante del popolo siriano” (e la Lega Araba l’ha riconosciuta come interlocutore, con l’astensione di Algeria e Iraq).

La Francia – che fu il primo paese a riconoscere il Cnt libico, nel marzo 2011 – discuterà della fornitura di armi con i partner europei nelle prossime settimane. Anche il premier britannico David Cameron, e Barack Obama, sta prendendo in considerazione l’idea di armare ufficialmente i loro alleati siriani.
Alla pari del Cnt libico, l’opposizione armata siriana (e i gruppi politici che la fiancheggiano) rifiuta una presenza militare a terra ma chiede da sempre appoggi militari. La Russia e la Cina forse continueranno a impedire un intervento diretto.

E' possibile leggere l' articolo integrale al link:

http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1153


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marcopa
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La Germania riconoscera' la Coalizione Siriana solo ad alcune condizioni:
la Francia invece ha annunciato, dopo l' incontro di sabato 17 novembre mattina tra il presidente socialista Hollande e il presidente della Coalizione siriana Khatib, che riconoscerà la presenza di un ambasciatore di questa coalizione.

Intanto sulle armi la solita IPOCRISIA. La Francia, sempre lei, vuole fornirle all' opposizione siriana ma essendoci l' embargo dell' Unione Europea vuole un accordo con gli altri paesi dell' Unione per inviare ARMI DIFENSIVE.

Marcopa

(AGI) - Parigi, 15 nov. - In visita in Francia, l'unico Paese europeo ad aver finora riconosciuto formalmente e a tutti gli effetti la Coalizione Nazionale Siriana appena creata dalle forze di opposizione al regime di Bashar al-Assad, il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle ha affermato che la Germania appoggia il nuovo soggetto politico, ma che per ottenerne il riconoscimento esso deve prima compiere diversi passi fondamentali che ne certifichino la legittimita'.

"Ci sono tre criteri cruciali", ha spiegato Westerwelle. "Da parte della Coalizione Nazionale occorrono una chiara dichiarazione a favore della democrazia, l'impegno per un ordinamento che si attenga ai principi dello stato di diritto, e quello per il pluralismo associativo e religioso". Finora, oltre alla Francia, hanno riconosciuto l'opposizione come unico rappresentante legittimo del popolo siriano solo la Turchia e i sei Paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo, vale a dire Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Bahrein e Oman .


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marcopa
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Questa e' la parte finale di un intervista di Radio Vaticana al Cardinal Sarah che ha portato in Libano un' offerta in denaro della Chiesa Cattolica per gli sfollati siriani ed ha visitato i loro campi.

La Chiesa Cattolica vuole il dialogo tra le parti ed ha ragione ,forse, quando dice che entrambe le parti credono di vincere e non vogliono il negoziato.

Ma la posizione della Chiesa Cattolica e' in realtà molto più vicina alla posizione russa e cinese che a quella dei paesi occidentali.

La cosa è evidente per chi segue le vicende siriane con continuità ma per correttezza il Vaticano dovrebbe affermare questo con chiarezza. Forse Woitila in una situazione analoga l'avrebbe già fatto.

Marcopa

D. – Anche perché il conflitto non sembra risolversi in tempi brevi?

R. – Non sembra, non sembra, perché sia il governo che i ribelli sono determinati a vincere; ciascuno vuole vincere e, così, non si ferma la guerra. Speriamo che la comunità internazionale possa intervenire per discutere e portare la pace in questo Paese.

D. – Lei crede che questa unificazione dell’opposizione possa aiutare a trovare una risoluzione al conflitto?

R. – Ciò che posso dire è che, almeno, abbiamo una struttura con cui discutere, perché prima non si sapeva con chi sedersi e parlare. Però io non so rispondere se questa struttura sarà un evento positivo per portare la pace. Speriamo. Preghiano che il Signore dia più saggezza a queste persone che credono nella soluzione della guerra. Che il Signore possa far capire che solo nel dialogo e nella riconciliazione si può trovare più tranquillità, più pace, e soprattutto sollevare dalla sofferenza il popolo siriano.

D. – Annunciando la sua missione in Libano, il Papa ha rivolto un appello alla comunità internazionale affinché faccia tutto il possibile per la Siria perché un giorno, ha detto, “potrebbe essere troppo tardi”. Crede che siamo ancora in tempo per mettere fine a questo sanguinoso conflitto?

R. – Io penso che se la Comunità internazionale ascolta la voce del Santo Padre e decide di sedersi per discutere, possiamo trovare una soluzione, però bisogna ascoltare la voce del Santo Padre, che cerca veramente di fermare le violenze e portare la pace in Siria. Questo vuol dire che non soltanto i siriani, ma la comunità internazionale è decisa ad aiutare questo popolo a trovare la pace nell’incontro, nella discussione, nel dialogo. Noi cristiani dobbiamo pregare, perché il Signore ha detto: senza di me non potrete fare niente.

Non dobbiamo escludere Dio nella negoziazione e per questo la voce del Santo Padre, il richiamo quotidiano a pregare per la Siria, mi sembra una voce importante, non soltanto per questa situazione in Siria. Sappiamo che tanti conflitti nel mondo stanno portando sofferenza e morte a tante popolazioni. Io credo che la voce del Santo Padre sia ascoltata e, così, questa nuova struttura dell’opposizione potrà essere un momento di dialogo, con l’aiuto della comunità internazionale.


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