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Sulle elites


mincuo
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Sulle elites, di cui ho già trattato varie volte, esiste una letteratura notevole. A partire dalla sociologia scientifica (Pareto, Michels, Mosca, Schattschneider ecc...prima e poi Harold Lasswell, Charles Wright Mills ecc...o da noi Filippo Burzio o Guido Dorso).
La questione di fondo riguarda, nelle democrazie, la trasmissione o meno da parte dei Governanti della volontà popolare, cioè quella espressa col voto dal cittadino.
Gli elitisti dimostrarono abbastanza bene ancora un secolo fa che questa rappresentatività non funzionava (nemmeno nelle rivoluzioni) e che gli eletti (ma anche l'opposizione, nelle democrazie) venivano poi sempre a costituire e promuovere interessi diversi e coerenti più con il gruppo dirigente di cui loro ora loro divenivano finalmente parte ("la casta" si direbbe oggi) che non coerenti con le originarie istanze espresse dalle masse e in base alle quali erano stati eletti e di cui si erano detti portatori.

Quello che mi interessa in questo post non è discutere di elites, nè sapere da Tizio o Caio che lui “sapeva già tutto”.
Quanto segnalare uno studio specifico, che è il primo che conosco di questo tipo, e che analizza - per gli USA - analiticamente una serie di 1779 provvedimenti attraverso un'analisi multivariale.
Questo studio è di Martin Gilens, professore di Scienze Politiche alla Princeton University e di Benjamin I. Page specializzato in decision-making, opinione pubblica, mass-media e politica estera alla Northwest University.
Loro considerano le 4 famiglie di teorie: democrazia maggioritaria elettorale, dominazione di elites economiche, e due tipi di gruppi di pluralismo: pluralismo-maggioritario, in cui gli interessi di tutti i cittadini sono più o meno rappresentati allo stesso modo, e pluralismo di parte, cioè in cui le aziende, le associazioni imprenditoriali e i gruppi professionali predominano.
Ognuno di questi punti di vista produce previsioni differenti riguardo all'influenza sulla politica Statunitense di quattro gruppi di attori: il cittadino medio o "elettore mediano" oppure le Elites economiche, e i gruppi Mass-oriented oppure Business-oriented.

Le analisi multivariate indicano che le elites e i gruppi organizzati hanno un sostanziale e indipendente impatto sulle politiche del Governo mentre il cittadino medio e i gruppi basati su un interesse di massa hanno poca o nessuna influenza sulle decisioni del Governo.
I risultati forniscono quindi una conferma sostanziale alle teorie sulla dominazione delle elites-economiche e a quelle sul pluralismo di parte, e viceversa non accreditano di valore le teorie sulla Democrazia maggioritaria elettorale e sul pluralismo maggioritario.
C'è un'altra considerazione da fare: quando la preferenza della massa diverge da quella dell'elite, essa non conta niente. E cioè le elites indirizzano una politica di Governo in contrasto con la volontà popolare senza problemi.
Talvolta però le preferenze di massa e delle elites, che sono normalmente negativamente correlate, coincidono abbastanza. Ma questo è un altro tema (su cui ci sono altrettanti studi interessanti, ma non gratuiti).
Le elites sono naturalmente interessate a far apparire le loro scelte come le scelte del popolo, piuttosto che dover agire in contrasto palese con esso, quindi una grande attenzione è quella di orientare il popolo stesso per tempo e appunto questi altri studi misurano il grado di condizionamento impiegato.
Che (non sorprendentemente) risulta, oltre che crescente, molto più massiccio e pervasivo (e inoltre molto più coordinato) di quello impiegato dalle dittature contemporanee (o molto recenti) con cui è stato possibile compararlo.

Chi vuol leggere qui su Cambridge On-line (Perspectives on Politics) trova un estratto. Se digita sul PDF scarica lo studio.
(Che secondo me è pregevole anche nel suo pur sintetico riepilogo storico).

http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=9354310

P.S. Repetita iuvant.
Non ho messo questo perchè chi ha la sua legittima idea sulle elites mi dica questo o quell'altro o che tanto lui sapeva già....
(D'altronde non è un tema nuovo e appunto già 100 anni fa era stato trattato dagli elitisti a fondo) né l'ho messo per fare una discussione sulle elites.
Ma solo, per chi è interessato, per far conoscere uno studio che a mio avviso è abbastanza interessante e originale nel senso che per la prima volta studia la questione applicando dei modelli statistici sulla base di un'abbastanza notevole campionatura, selezionata secondo criteri omogenei e aventi un sufficiente carattere distintivo.
Quindi se uno con me (poi con gli altri faccia quello che gli pare) vuole discutere di qualcosa, io discuto sullo studio. E basta.


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GioCo
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Perdonami mincuo, ma vorrei portare per un istante l'attenzione fuori dal quadro che citi.
Non perché non voglia approfondire l'interessante argomento, ma perché chiedi un paradosso.
Cioè di discutere di intenzioni che costruiscono oltre ogni ragionevole dubbio delle conclusioni che sono poco discutibili, soprattutto in un forum così abituato a esaminare il problema del potere sotto ogni angolatura.

La mente non produce niente senza differenze. Accostare quindi argomentanzioni distanti, diventa pericoloso (si rischia facilmente il debordaggio di cui hai giustamente timore) ma proprio per questo anche l'unico modo perché sia anche prolifico il confronto. Per fare un bambino ci vogliono almeno due persone di sesso opposto e per fare una pianta almeno due gameti del vegetale.

Voglio infatti portare il mio contributo con una questione parallela: il governo umano è necessario? E' necessario che gli uomini governino se stessi?
La relazione di cui parliamo, quella di potere, in natura si esprime solo come sfruttamento e in specifico con le relazioni parassitarie o le infestazioni, che non sono necessariamente parassitarie (si tratta di specie invasive, cioé che per la rottura di equilibri contestuali all'ambiente che accoglie la vita, non sono in grado di rapportarsi con l'ambiente in modo generalmente funzionale alla vita che vi abita).
A questo si aggiunte un altro comportamento che è la colonizzazione. Questo accade quando un territorio non abitato dalla vita o scarsamente abitato (deserto), per le condizioni che sussistono, viene sfruttato da forme che, essendo adattate, sono in grado di iniziare la colonizzazione del territorio. Queste forme di vita sono antipicpatrici, cioé trasformano il territorio in modo da renderlo poi fruibile ad altre più complesse.
Vi è poi accanto ancora un altra relazione che è una parassitosi portata a mutuo vantaggio e va sotto il nome di simbiosi. E' una relazione meno stretta di quella che lega un sistema vitale, ad esempio un tessuto al corpo, in quanto lascia nel rapporto un certo grado di libertà tra le parti.

La simbiosi è di fatto la relazione più sfruttata in natura: il corpo umano, è una gigantesca foresta su due zambe, colma di necessaria vita in relazione simbiotica, senza la quale è ormai noto non potremmo vivere.
Quindi la relazione simbiotica è una "conditio sine qua non", non un opinione o una teoria. Per l'uomo poi, assodato che è una creatura sociale dato che ha un cervello sociale che condivide con gli animali mammiferi sociali, la relazione tra individui NON può essere paritetica. Per definizione.
Con buona pace dei liberismi vari di qualunque forma o dogma, tipo "siamo tutti uguali". Si, certo, potremmo però ribattere ma anche "bestie sociali".

Posto che non si può prescindere da ciò che siamo ne dall'ambiente in cui siamo nati, cresciuti, vissuti e in cui ancora (a meno che non traslochiamo in massa su un altro pianeta) ci troviamo, dovremmo quantomeno per mera logica spicca, saperne le regole e intervenire per modificarle con taaaaaanta parsimonia e attenzione. Perché non sappiamo niente circa le conseguenze.

Invece come bimbi dentro un letamaio, facciamo del peggio il meglio con grande eccitazione e aumentando l'attività porcilesca a ogni tentativo di fare un minimo di punto della situazione in vece che fermarsi a ragionare su dove ci troviamo e perché stiamo facendo quel che stiamo facendo. A tutti i livelli.

Quindi, se iniziamo a capire che l'ambiente ha delle sue regole, potremmo iniziare a ragionare non su come modificarle ma tanto per cominciare come starci dentro. La natura produce sempre in abbondanza, qualunque cosa. Le galline non fanno uova solo per fare pulcini, le mucche non producono latte solo per far crescere i loro neonati, le piante non producono frutta solo perché questa marcisca e permetta al seme di avere il terreno fertile dove crescere. Tuttavia il surplus, non è infinito. Una cosa è servirsi dell'eccesso e compensarlo restituendo altro eccesso fruibile (relazione simbiotica) un altro è costringere la vita a esistere in funzione del tuo supposto bisogno.

Questo (secondo me) vale sia internamente nelle relazioni antropologiche e di potere, sia esternamente nelle relazioni con lo sfruttamento dell'ambiente.


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mincuo
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Poi bisognerebbe sottolineare anche la fame nel mondo, le guerre, l'invecchiamento della popolazione, l'inquinamento, la disoccupazione e anche che le stagioni che non sono più quelle di una volta.


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Alois
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Grazie mincuo per l'articolo. Nel leggerlo ho trovato di particolare interesse il dato riguardante la forte correlazione tra il top 10% e il top 2%. Supponendo che il top 10% sia piu' istruito della media, sembra che l'istruzione non sia di per se' in grado di indebolire l'effetto della propaganda. Anzi, lo rafforza.
Certo, il dato e' basato su una singola survey, anche se apparentemente corposa. Comunque interessante.


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Alois
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Potrebbe forse esserci un problema metodologico. La tabella 2 (p.571) mostra una fortissima correlazione tra "Business Interest groups" e "All interest groups". Questo e' spiegato dallo sbilanciamento tra "Business groups" e "Mass groups": 29 gruppi "business" vs 11 "mass", +3 uncoded. Considerato che la disposizione totale e' ottenuta sommando, e postulando una ragionevole conformita' di opinione tra i gruppi business ne segue che questi ultimi domineranno l'opinione "All interest groups".
Questo non inficia lo studio, ovviamente. Ma e' da tenere in conto nella valutazione dei risultati relativi ai gruppi.


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Alois
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Terza considerazione: il risultato che le elite condividono un certo potere di influenza con i gruppi industriali e' significativo. Peccato che non esistano studi simili relativi al periodo 1945-1981! Sarebbe interessante vedere se il periodo "manageriale" era caratterizzato da una minore influenza delle elite a favore dell'industria oppure no.


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mincuo
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Ringrazio io te Alois, almeno il post è servito a UNA persona.
N.B. Puoi specificare meglio, se ti è possibile, la tua nota. Non sono sicuro di aver compreso bene il tuo commento sulla Tabella 2.


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GioCo
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Poi bisognerebbe sottolineare anche la fame nel mondo, le guerre, l'invecchiamento della popolazione, l'inquinamento, la disoccupazione e anche che le stagioni che non sono più quelle di una volta.

Non vedo cosa centrino, ma capisco il senso del commento. Non c'è ne visione di insieme ne la voglia di approfondire.
Fa niente. Non ho desiderio di lottare, come già Gaber tiro sassi controvento, ma son già qui che mi rotolano accanto ... e non mi importa.
Per questo non vedo alternative alla reset planetario.
Continua pure e scusa l'intrusione.


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Alois
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Ringrazio io te Alois, almeno il post è servito a UNA persona.
N.B. Puoi specificare meglio, se ti è possibile, la tua nota. Non sono sicuro di aver compreso bene il tuo commento sulla Tabella 2.

Si, certo. La formula a p.569 calcola l'atteggiamento netto dei gruppi. Dato che i business groups sono piu' del doppio dei mass groups, e assumendo limitata varianza nell'opinione dei primi, la loro opinione domina quella dei gruppi di massa nella stima delle preferenze dei gruppi di interesse presi nel loro insieme, come mostrato nella tabella 2, dove la correlazione e' .96
Fondamentalmente in questo modo i dati relativi ai gruppi indifferenziati diventano quasi una proxy dei gruppi business. Niente di particolarmente compromettente, ma forse utile da tenere a mente durante la lettura dei risultati.


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mincuo
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Ah giusto sì. Grazie, non avevo collegato. Sicuramente si può far meglio, e lo dicono anche loro mi pare anche di ricordare, ma io l'ho trovato comunque uno studio interessante e a cui potrebbero seguirne anche altri e poi nel caso essere soprattutto più divulgati. (Anche se dubito, non so perchè....così....a istinto....Però in effetti anche sì, tanto non capiscono nemmeno...)


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Alois
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Si certo, sono completamente d'accordo, la mia era solo un'osservazione su un aspetto secondario. In ogni caso grazie per il paper, lo passero' tra i colleghi.


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