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Tito Boeri - Spiagge, legge sotto dettatura


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
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I nostri governanti sono stati spesso accusati di mancanza di lungimiranza, ma stavolta bisogna davvero ricredersi. Il decreto sullo sviluppo varato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri guarda lontano, molto lontano. Stabilisce, infatti, a chi saranno affidate le concessioni demaniali sulle nostre spiagge fra ben 90 anni. Non ci sarà nessuna gara in cui le concessioni vengano offerte al miglior offerente, ma una semplice proroga delle concessioni in essere.

Le tariffe verranno negoziate solo dopo che la proroga è stata concessa, quando dunque i gestori hanno tutto il potere contrattuale dalla loro. Il tutto, come il Quirinale avrebbe già fatto notare, avviene in palese violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza. La famosa direttiva Bolkenstein, quella che sin qui aveva evocato altri generi acquatici (molti si ricorderanno della paventata invasione degli idraulici polacchi dopo l’implementazione della direttiva), prevede infatti che le concessioni abbiano durate molto più brevi (tra i 5 e 10 anni) e vengano rinnovate con vere e proprie gare.

I beneficiari delle norme approvate dal Consiglio dei ministri sono circa 24.000 operatori, tra stabilimenti balneari, alberghi e campeggi, che si tramandano questo patrimonio di generazione in generazione. Per una volta si è voluto pensare ai figli, anche aquelli che devono ancora nascere, ma solo ai loro. Se lo vorranno, potranno avere un futuro balneare con rendite molto elevate: un metro quadro di spiaggia viene sub-affittato a prezzi anche 50 volte superiori a quelli pagati per la concessione. Se avranno altri piani, potranno rivendere la concessione, un capitale che li metterà per sempre al riparo dal precariato di figli meno fortunati. Nella legislatura del federalismo, gli enti locali si vedono costretti a rinunciare a entrate cospicue, trasferendo patrimoni e redditi a operatori che molto spesso (pensiamo ai litorali sardi) vivono a centinaia di chilometri di distanza. I residenti dovranno, invece, pagare tasse più alte per avere spiagge presumibilmente tenute peggio e servizi di ristoro (sono loro, anziché i turisti, i principali consumatori) molto più cari. Ci si chiederà cosa tutto ciò abbia a che vedere con lo sviluppo del Paese che il decreto vorrebbe favorire. Ma, a ben guardare, la norma sulle spiagge è tutt’altro che un’eccezione neldispositivo.

Non c’è nessuna traccia del preannunciato pacchetto liberalizzazioni per benzina, farmaci e assicurazioni. E, leggendo con cura tra le righe (grazie al lavoro certosino di Angelo Baglioni, Luigi Oliveri e Stefano Landi su www.lavoce.info), ci si accorge che sono davvero tante le norme che proteggono chi oggi occupa posizioni di rendita. In nome della semplificazione, si rinuncia ad esempio alle gare per le opere fino a un milione di euro (raddoppiando il valore degli appalti per i quali si possa procedere a trattativa). Questo significa meno concorrenza e meno trasparenza al tempo stesso. La vera semplificazione richiederebbe interventi su vincoli operativi e burocratici presenti nel codice dei contratti, a partire dai tempi della programmazione e a quelli per la stipula dei contratti, ben più lunghi di quelli richiesti per lo svolgimento delle gare. Invece si opta per ridurre la concorrenza e la trasparenza favorendo pratiche collusive ai danni dellacollettività.

Un altro esempio liquido è quello delle norme sui mutui. Sembrano andare incontro alle famiglie povere che hanno contratto mutui a tasso variabile, permettendo loro di ridurre le spese per interessi ora che i tassi stanno salendo e che molte di loro si trovano in condizioni finanziarie difficili. Ma, a guardar bene, ci si accorge che si tratta solo di un’assicurazione contro il rischio di un ulteriore aumento dei tassi, chepotrebbe rivelarsi anche molto costosa per le famiglie (nel passaggio da variabile a fisso le rate dovrebbero aumentare mediamente del 20 per cento). Infatti, la rinegoziazione dei mutui non congela affatto i tassi ai livelli attuali, ma al livello stabilito sulla base “delle aspettative del mercato sulla dinamica futura dei tassi”. Solo se i tassi dovessero salire di più di quanto già oggi si prevede potranno esserci vantaggi per le famiglie in un futuro che potrebbe comunque essere lontano. Oltre alla presa in giro, c’è anche la beffa. Fissando un livello a cui rinegoziare i mutui, la legge facilita la costruzione di un cartello di banche, che potranno così allinearsi ai prezzi stabiliti dal decreto. Insomma, col decreto sviluppo, il governo ha deciso che, non solo non ci saranno riforme (lo sapevamo già dal silenzio- assenso a riguardo del cosiddetto Piano nazionale delle riforme), ma che addirittura si faranno passi indietro sul piano delle liberalizzazioni. C’è poco da stupirsi. Un governo fragile, diviso e distratto è ostaggio delle lobby, dall’Abi, all’Ance, all’Assobalneari. Sapevano bene, loro che di litorali se ne intendono, che per il governo questo decreto era l’ultima spiaggia. Pur di avere il loro accordo, era disposto a tutto, anche a farsi dettare il testo di legge.

Tito Boeri
Fonte: www.repubblica.it
11.05.2011


Citazione
Maria Stella
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1429
 

Si raccoglie quello che si semina, se chi governa viene indebolito con gran dispiegamento di forze sin dal primo giorno di governo, se non si lavora insieme per il Paese, ma solo contro "l'altra metà del Paese", si hanno governi deboli o come il sinistro passato governo del prode Prodi, stralunati governicchi che guardano al breve periodo ed al consolidamento del potere nei posti chiave e di maggiore redditività, mentre si lascia l'altra metà degli Italiani a becco asciutto e se possibile la si massacra, tramite vendette sociali, vendette stupide che gli si sono ritorte contro perchè, magna tu che magno io, i tapini non si erano accorti che il quadro sociale era mutato e che nello sgoverno sono persino andati contro il loro elettorato di riferimento . Ora a repubblica fingono di cadere dal pero,il governo era debole, ma no ! E lor signori estremamente vicini alle su dette lobby, non ne sanno nulla? Ma facciano il piacere!! Quale piacere? Di tacere almeno!


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terzaposizione
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 902
 

Hai dimenticato di aggiungere "meno male che silvio c'è".
Dal 2001 al 2006 quali riforme sono state fatte per le PMI,le famiglie,l'economia,la ricerca,il lavoro?
Almeno Bersani alcune innovazioni le aveva fatte, con questo governo meglio essere un narco-trafficante calabrese che con il 5% ripulisce i guadagni e poi inquina il tessuto economico specialmente al Nord.
Il nuovo Mattei si è dimostrato un vecchio badogliano.


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dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14375
 

che avrebbe fatto Bersani?!?
Ma per favore.

Uniriscossione fu una bella invenzione del gov Prodi, diventata Equitalia poi ha ricevuto altri poteri in più dall'attuale governo.

L'unica sovranità rimasta alla classe politica locale di ogni colore è solo il potere di estorcere e vessare.


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