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Un gioco truccato


MatteoV
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 251
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Un cadavere è stato riesumato, quello del bipolarismo. Sepolto sotto le ceneri della Seconda Repubblica, l’archeologia politica ha deciso di riportarlo alla luce. Si cerca così di riassemblare i due blocchi dissolti.
Da una parte, Berlusconi tenta di ridare la scintilla vitale al centrodestra, cercando un accordo con Salvini. Il vecchio centrodestra era tenuto assieme dalla figura carismatica di Berlusconi; adesso che questa figura ha perduto forza sembra molto più difficile ritornare ai fasti del passato. Il progetto originario di Berlusconi, in più, è oggi definitivamente superato. Questo progetto, che vide l’imprenditore di Arcore affermarsi nella costellazione di partiti distrutti da Tangentopoli, si basava su una promessa di successo individuale che sarebbe arrivato dopo il ripudio del ceto dirigente statalista della Prima Repubblica (che veniva a torto identificato con i postcomunisti) e l’apertura al mercato e all’impresa privata; una sorta di “via italiana al reaganismo” che però si sarebbe rivelata presto nulla più che propaganda. La promessa di arricchimento individuale era incarnata dalla sua figura di imprenditore vincente e dall’affermazione delle reti Fininvest che interrompevano il monopolio televisivo di stato e portavano in Italia una televisione commerciale ed edonista, poco interessata alle preoccupazioni pedagogiche della vecchia RAI. Il progetto di “reaganismo italiano” sarebbe più tardi naufragato per un’essenziale ragione: l’evidenza che l’edonismo berlusconiano e la sua seduzione erano solo una finzione dietro cui si celava la realtà amara della stagnazione, della disoccupazione crescente e della cancellazione dei diritti. Da questo punto di vista il linguaggio del centrosinistra era molto più al passo con il tempi. Se il berlusconismo era reganiano, l’antiberlusconismo era thatcheriano[4], prometteva poco, ma esigeva implacabilmente “sacrifici” e “conti in ordine” come necessità improrogabili. Fu proprio di fronte a questa versione più aggiornata del neoliberismo – che sarà rappresentata poi dal “commissario” Monti incaricato dalla Troika – che l’imprenditore milanese, pur avendo resistito per molto grazie al suo plebiscitarismo, dovette capitolare. Il nuovo neoliberismo, avrebbe imparato Berlusconi a sue spese, non è plebiscitario e non cerca un rapporto entusiastico con le masse, che redarguisce invece di tentare di sedurre. Piuttosto si avvale di gruppi di pressione, di think tank, per penetrare in circoli ristretti e nelle università, ma assume un profilo sobrio e misurato sui grandi media... [CONTINUA]


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illupodeicieli
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 760
 

Lui ha perso, Silvio intendo, quando se ne è fregato di fare riforme e intervenire a favore delle pmi, del fruttivendolo o del mobiliere: non ha fatto ciò che doveva e poteva, anzi ha introdotto Equitalia e reintrodotto le ganasce fiscali. Non ha poi ridato , o semplicemente dato, la spinta perché le fabbriche si riprendessero e anzi ha assistito al fallimento di numerose di esse. Quindi ha perso lui ma hanno perso, sopratutto e malamente, quelli che hanno creduto nelle sue parole. Cosa sarebbe successo se non ci avessero creduto e non lo avessero votato, è presto detto: da Monti in avanti è quello il risultato. Se poi fossero stati proprio votati i Bersani o i Renzi, avremmo avuto direttamente politiche ancora più repressive dal punto di vista di tasse e adempimenti vari, nonché la quasi certa abolizione dei contanti o un'ulteriore limitazione.


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