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Un omicidio senza remote control


Davide
Membro
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Perché non ci indigniamo per gli omicidi commessi da dietro una consolle con un remote control?

A Vasto il 2 luglio 2016 l'auto guidata da Italo d'Elisa investiva e uccideva Roberta, moglie di Fabio di Lello. Il processo si sarebbe svolto ad aprile del 2017. Fabio di Lello, non ha aspettato il giudizio e ha ucciso con tre colpi di pistola Italo d'Elisa.

Il 23 marzo scorso il giudice ha svolto il processo e condannato Fabio a 30 anni di reclusione. Il giudice affermava altresì che "non si può accettare che ci si faccia giustizia da sé".

I media si sono scatenati anch'essi contro Fabio perché trovano inammissibile il comportamento di qualcuno che uccide per vendetta. Secondo la civiltà giuridica questo è giusto. Ma in astratto.

Ogni giorno gli stessi media informano che un bombardamento su una scuola o un mercato ha fatto decine di vittime.

Obama ogni settimana faceva l'elenco delle persone da uccidere con i droni. I bombardamenti sono diretti a loro volta da centri che coordinano il tutto. In sostanza la morte viene data non da una persona contro un'altra ma per mezzo di una consolle dove si preme un tasto e voilá.

Il personale che lavora nei centri di comando di assassinii deve avere un ricambio ogni due-tre mesi, perché la loro psiche non riesce a sopportare il lavoro di uccidere mediante remote control, senza nemmeno conoscere il destinatario del colpo mortale.

Fabio, perlomeno é un essere vivente che ha ucciso un altro essere vivente.

Il fatto che si conoscano gli artefici della violenza, sia di quello che con l'auto ha ucciso una persona, sia di quello che, mosso da forza di vendetta per aver perso la moglie e il figlio che questa aveva in grembo, uccide a sua volta, ha sommosso i sentimenti di molte persone. Giustamente.

La domanda che però andrebbe anche posta è perché questa insubordinazione contro un omicidio fatta da una persona viva, non trova spazio quando quotidianamente e sistematicamente decine di persone vengono uccise da aerei, droni e altre armi, non da assassini ma da impiegati dietro una consolle con un remote control?

Nicolai Caiazza
Fonte: http://megachip.globalist.it
Link: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=127558&typeb=0&un-omicidio-senza-remote-control
26.03.2017


Citazione
esca
 esca
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1071
 

Perche' l'ipocrisia e' uno dei pilastri su cui si basa la societa' moderna. Su questo ed altro la propaganda dei media "aiuta" molto a formarsi un certo tipo di opinione.
Un omicidio volontario come quello di Vasto e' un fatto grave quanto gli omici seriali ordinati dai governi, poiche' vengono stroncate irrimediabilmente delle vite.
Sebbene umanamente si puo', se non giustificare, almeno comprendere le ragioni nel primo caso: la vendetta, o forse, la disperazione. E gli altri invece che scusa hanno?


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uomospeciale
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 776
 

Io personalmente morto per morto preferirei di gran lunga l'essere ucciso faccia a faccia da qualcuno che mi odia ( e magari ha dei buoni motivi personali per farlo..) piuttosto che schiacciato come una formica da 6000 chilometri di distanza da un drone pilotato da un impiegato che mi ammazza muovendo un joystic con una mano, mentre con l'altra mano si intuccia distrattamente la ciambella nel caffè, o magari si sta facendo una sega.

Perché chi ammazza di persona faccia a faccia come Fabio di Lello o come anche l'ultimo dei terroristi o dei criminali aldilà dell'odio o delle motivazioni giuste o sbagliate che siano attribuisce almeno all'altro, alla vittima, un valore.
Lo status di " essere umano" di persona che non si può ammazzare da dietro un monitor come si schiaccia un insetto.
Chi uccide di persona a prescindere dalle motivazioni si espone sempre alle conseguenze, pagando spesso anche con la vita le proprie azioni.
Altro che i "rambo da tastiera" che mandano i droni a fare il lavoro sporco al posto loro.
Questi assassini di stato capaci di uccidere da dietro un monitor senza mai rischiare nulla per me sono la più bassa forma di vita sulla terra.
Molto al di sotto dei terroristi che dicono di voler combattere.

Chiuso il discorso sui droni e tornado alla vicenda di Fabio di Lello, è emblematico notare come lo stato voglia perseguire con ogni mezzo e pene pesantissime chi si volesse azzardare a farsi giustizia da solo...
Il discorso sarebbe anche valido se esistesse qualcosa di anche vagamente simile ad un giustizia in Italia, ma non è così...
E ve lo dimostro.
Bisogna innanzitutto capire che lo stato in quanto tale non ha alcun intaresse a perseguire seriamente gli assassini, i criminali i ladri o comunque a "fare giustizia ".....
( Che parolone!...)
lo stato italiano nei confronti del popolo che governa e sfrutta adotta semplicemente la logica del gregge di pecore....
Se una pecora ne uccide, ne violenta, o ne danneggia in qualsiasi modo un'altra ecco che il raccolto di lana per lo stato diminuisce:
- ( tasse IVA, IRPEF attività imprenditoriali, consumi, ecc ecc ...)
A questo punto, lo stato che ha già dovuto rinunciare alla lana della pecora uccisa se dovesse veramente fare giustizia, dovrebbe o uccidere la pecora assassina, oppure dagli l'ergastolo.

Ma così oltre alla lana della pecora uccisa, perderebbe anche quella della pecora assassina raddoppiando il danno subito dal suo gregge ( credeteci!... lo stato ragiona esattamente così...)

Ed ecco al soluzione:

Si condannano le pecore assassine, a pene molto miti:

- 6-8 anni sono le pene medie effettivamente scontate anche per gli omicidi più efferati, poi tra sconti, indulti, condoni, amnistie, legge gozzini, svuota-carceri, arresti domiciliari, semilibertà, regime diurno, ecc ecc ecc si esce di galera senza problemi.

Queste condanne molto miti non hanno ovviamente il fine di "fare giustizia" ma hanno il solo scopo di contenere i costi per lo stato dando il tempo ai familiari delle vittime di stemperare la rabbia e i propositi di vendetta, rassegnandosi al fatto compiuto, ed evitando quella catena di vendette e di morti che rischierebbe di far perdere troppe pecore e troppa "lana" al gregge dello stato

Questo meccanismo consolidato è chiarissimo agli occhi di molti, se non di tutti e doveva essere ben chiaro anche a Fabio.
Che non l'ha accettato.

Bravissimo Fabio.... Finalmente un uomo con le palle.
Al tuo posto avrei fatto lo stesso, i miei rispetti.


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[Utente Cancellato]
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Post: 544
 

quando la vittima è qualche terrorista in qualche stato cammellaro non vedo perchè bisogna indignarsi


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oriundo2006
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3190
 

Ha ucciso perche' chi gli aveva ucciso la moglie non aveva mostrato alcun senso di rimpianto per quello che aveva fatto: anzi, non perdeva occasione di sfotterlo pubblicamente avanti a tutti sbeffeggiandolo in quanto era A PIEDE LIBERO e senza gravami di sorta. Ha ucciso perche' in Italia NON C'E' GIUSTIZIA ( dico giustizia nel senso nobile del termine e non quello volgare da legulei da strapazzo ): se ci fosse stata la vendetta personale sarebbe stata superflua. L'assenza di giustizia, che equivale a dire pena ( certa ed immediata ) commisurata al malfatto, e' la vera causa di questo omicidio.
P.S.: un paese senza giustizia e' un paese destinato a perire nel disastro: sul frontone dei Tribunali vi e' scritto in latino 'fiat justitia ne pereat mundus'. Se qualcuno ha dei dubbi che si studi la storia.


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