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USIL: tra fantasia, follia, satira e normalità


enzosabe
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Racconto di fantasia di Enzosabe

USIL: tra fantasia, follia, satira e normalità.

Il chiamante, assicuratosi che nessuno lo ascolti, alza in maniera circospetta il telefono e forma il numero che solo lui e poche altre persone conoscono. Dall’altra parte del telefono inizialmente proviene un tut-tu tut-tut ma poi una voce registrata recita: “Siete collegati con il numero telefonico supersegretissimo della supersegretissima terrorganizzazione ISIS: per le faccende riguardanti le destabilizzazioni di governi comporre il numero 1, per l’organizzazione di guerre civili comporre il numero 2, per l’organizzazione di primavere locali varie comporre il numero 3, per la strage di popolazioni indifese comporre il numero 4, per l’assassinio di personaggi politici locali comporre il numero 5, per l’esplosione di ordigni nei mercati popolari comporre il numero 6, per attacchi kamikaze vari comporre il numero 7, per l’esecuzione di prigionieri comporre il numero 8 …. (e la voce continua con l’elencazione) …., per l’esecuzione di manichini davanti a delle telecamere comporre il numero 665, per parlare direttamente con il nostro Capo comporre il numero 666 …..”

Il chiamante, che ha ascoltato con visibile piacere tutta la lista delle 665 precedenti operazioni che esegue la terrorganizzazione, forma l’ultimo numero e di nuovo una voce registrata annuncia: “Il nostro Capo in questo momento è dannatamente occupato …. la preghiamo di attendere ….”. Il chiamante sorride e pensa: “Dalla gamma dei servizi che la sua ditta offre, l’ “Uomo di Baghdad” sta facendo veramente un ottimo lavoro ….” e mentre pensa questo una voce irrompe improvvisamente nella cornetta:
“Yes?”
Il chiamante: “Sto parlando con il Capo dell’USIL?”
Il capo dell’ISIS: “Si, in persona …. in che cosa la posso terroriz … ehm … servirla? e …. ehp … un momento … ma lei chi è, e come ha fatto ad avere il nostro numero di telefono e come fa a sapere che noi siamo in realtà l’USIS e non come abbiamo fatto finora credere a tutti, l’ISIS”?
Il Chiamante: “Sono il generale Bomb-Amar”.
L’uomo di Baghdad: “Ah, Generale, è lei, mi stava venendo un colpo, pensavo che eravamo stati scoperti, che tutti erano venuti a sapere tutto di noi e che tutta l’operazione sarebbe infine saltata in aria (ah, ah … è proprio il caso di dirlo) … invece vedo che la più grande discrezione regna sulle nostre intenzioni e sulle nostre operazioni … non c’è un solo giornale che riesca a capire una sola virgola di come in realtà stanno le cose, nonostante tutte le virgole che stampano in continuazione …, e poi bastano che stampino quattro righe di virgole sconnesse perché tutti i politici si piscino sotto le mutande solo a sentire pronunciare la nostra sigla:nessuno sospetta niente, tutto procede secondo i nostri piani, ah ah … e … mi dica … cosa posso fare per lei stavolta?”

Il generale Bomb-Amar: “Ecco, stavo appunto pensando che finora avete fatto veramente una faticaccia … dovete essere veramente sfiniti … e per rimettervi un po’ in sesto … volevo proporre alla Congrega di stanziare dei finanziamenti … non serve molto a dir la verità … per mandarvi urgentemente un po’ in vacanza …”
L’uomo di Baghdad: “Come? Una vacanza? Ma Noi non andiamo mai in vacanza … Noi non smettiamo mai di lavorare per il Bene del Male …”
Il generale Bomb-Amar: “Appunto, stavo pensando che una vostra vacanza a Moscada gioverebbe particolarmente al Bene del Male … bei posti mi dicono … e anche interessanti … il commercio fiorisce da quelle parti ed è giusto che anche Noi ci prendiamo la nostra parte … tutto se è possibile ….

L’uomo di Baghdad: “Si, l’idea di una vacanza a Moscada non sarebbe male, … da un po’ di tempo stavo pensando di andarci, ma poi mi ero reso conto, … ci sarebbero degli ostacoli … ci viene riferito che la strada per Moscada è infestata da pericolosissimi predoni … li si riconoscono perché vestono tutti le stesse uniformi di colore verde e … non le dico … addirittura, per spostarsi da un luogo ad un altro, usano come mezzo di trasporto dei carri armati … e a volte fermano persone innocue come noi anche puntandogli addosso i loro cannoni … e poi sono un po’ strani, sa? …. mica lo fanno per prendersi i nostri soldi …. nooooooo …. lo fanno per portarci via i nostri strumenti di lavoro …. quelli che usiamo quotidianamente per guadagnarci il pane … e senza quelli, come facciamo? … sono gente sospettosa ed esagerata … e tra l’altro … si figuri … si fanno passare per tutori dell’ordine e protettori della gente di quelle parti solo perché provengono dalle stesse famiglie della zona … non so come la pensa lei, ma per me siamo di fronte ad una spudorata arroganza senza fine … insomma tentare di andare in vacanza fino a lì, apertamente e senza possedere un solo moschetto per difenderci da eventuali pretese di quei predoni sarebbe un’impresa veramente impossibile ….”

Il generale Bomb-Amar: “Appunto … infatti lei e tutti i suoi uomini, per farla in barba a quei predoni, oltre alle colazioni che si addicono ai turisti moderati come voi, dovreste portarvi di nascosto sotto le tuniche da viaggio quanti più moschetti possibili e poi senza fare rumore, diversamente rischiereste di svegliare il Presidente, arrivate di primissima mattina fino in prossimità di un muro laterale del palazzo del Presidente a Moscada ed issate, cercando di non far leggere le scritte ai predoni in verde che stanno di sorveglianza in piazza, degli striscioni con la scritta: “ISIS, noi siamo qui” con tanto di mostra di moschetti e bandoliere rivolte verso l’alto. Naturalmente i nostri giornalisti, che come al solito staranno casualmente proprio lì, prima che quei briganti in verde vengano a vedere cosa sta succedendo, vi fanno una bella foto di gruppo che testimonia incontrovertibilmente che voi siete riusciti ad arrivare davanti al palazzo del Presidente e le fanno pubblicare dalle agenzie e dai giornali che lavorano per il Bene del Male ... a questo punto sicuramente quei predoni in verde si stanno avvicinando a voi per chiedere chi siate. E voi, prima che questo succeda, nascondete i moschetti, tirate giù i cartelli, gli fate “marameo” e senza sparare solo colpo vi disperdete in tutta la città … per visitare le altre attrazioni turistiche … naturalmente iniziando da quelle che stanno alla più estrema periferia … e quando tutti i predoni in verde, in preda all’indignazione di essere stati offesi, avranno lasciato la piazza sguarnita per inseguire voi … due dei vostri uomini che stavano nascosti e che non hanno partecipato alla parata iniziale si recheranno proprio davanti alla porta principale del palazzo del Presidente e faranno apparire un altro striscione molto più grande di quelli di prima …, mi raccomando … con colori sgargianti e che sia ben visibile dall’alto … con il la scritta: “Isis, noi siamo proprio qui” e con un grosso disegno a cerchi concentrici che funga da bersaglio “.
L’uomo di Baghdad: “Senza sparare un solo colpo di moschetto? Disperdersi per la città? Generale, il suo piano sembra più una missione suicida che un qualcosa che serva al Bene del Male … e poi quei due …”

Il generale Bomb-Amar: “A quel punto Noi convocheremo subito una conferenza stampa e io personalmente presenterò le irrefutabili prove che le pericolosissime orde dell’ISIS hanno raggiunto Moscada da tutte le direzioni … e a quel punto nessuno potrà più opporsi, anzi, … tutti i presidenti, ministri, politici ed i media principali, e riconoscerai quelli che si sono volutamente messi al servizio del Bene del Male perché saranno quelli che faranno più chiasso, faranno pressione perché Noi obliteriamo prontamente quella pericolosissima minaccia rappresentata dello st
riscione dell’Isil a Moscada …., e questo prima che si materializzi la loro paura: che l’ISIL riesca ad issare un analogo striscione davanti al loro portone di casa con la scritta: “ISIS, come vi avevano promesso, noi siamo finalmente qui … scendete giù se avete il coraggio … ”.
L’uomo di Baghdad: “Cosa? Vuole forse uccidere a sangue freddo due dei miei uomini … ?”

Il Generale Bomb-Amar: “Il fine giustifica i mezzi … e poi, non può portare con sé un paio di turisti estranei alla sua comitiva a cui chiedere il favore di tenere una decina di minuti il cartello ben esposto, con la scusa che da lì a poco arriveranno degli aerei giusto per fare loro una fotografia pubblicitaria dall’alto? Sa com’è … i nostri aerei non sono poi così precisi come si crede … a volte abbiamo scambiato cortei funebri per colonne di carri armati …. intere famiglie distrutte … non era neanche più rimasto chi piangesse coloro che poco prima piangevano il defunto bombardato … invece con quei due proprio davanti al palazzo del Presidente tutto quanto avrebbe una maggiore probabilità di successo …. se sul terreno ci fosse qualcuno che indicasse ai piloti dove puntare esattamente i loro mirini … non fotografici, ma missilistici … e una volta che i nostri aerei purificatori arriveranno … non le lascio neanche immaginare cosa succederà … Io naturalmente, quale ideatore ed esecutore del piano, seguirò comodamente sdraiato su una poltrona tutta l’operazione in diretta dalla sala operativa appositamente preposta …. aaaah … già mi pregusto l’eccitazione che un tale intervento provoca sempre in me … colonne di fiamme che si ergono come pilastri incandescenti … su nel cielo .. che poi cadendo giù si trasformano in un valanga di fuoco che si riversa tutt’attorno … nel raggio di chilometri … sì … stavolta mi supererò … farò di Moscada la Pompei dell’era moderna … bombardare … mi piace bombardare … amo bombardare …. sono nato per bombardare … non ci posso fare niente: è la mia natura … e poi sarà finalmente chiaro a tutti chi eserciterà il nuovo ordine sulle macerie fumanti di Moscada: cioè IO, e …. come le sembra il mio piano perfetto?”
L’uomo di Baghdad non risponde. Un lungo silenzio si instaura fra i due. Il generale lo usa per guardarsi allo specchio e per aggiustarsi la cravatta mentre aspetta la risposta, l’uomo di Baghdad per rimuginare su tutto quello che il generale gli ha appena detto, approfittando dell'occasione per grattarsi pensierosamente il mento. Infine l’uomo di Baghdad timidamente dice: “Ehm …. Generale?!?”
Il generale Bomb-Amar: “Si? Cosa c’è?”
L’uomo di Baghdad: “Lei forse intendeva dire “NOI” ….”
Il generale: “Noi? …. ah … si, Noi … che svista … a volte mi vengono degli irresistibili attacchi di megalomania … che hanno la meglio sulla mia più spiccata virtù per la quale sono unanimemente lodato ovunque: la modestia … ma sono rari, sa? questi attacchi … nessuno deve preoccuparsi …”
L’uomo di Baghdad: “Ahhh, ora si che il piano è perfetto …. Generale … io veramente la invidio … lei ha sempre delle idee geniali … ma chi gliele fa venire in mente?”
Il generale Bomb-Amar: “Eh eh … non lo indovinerà mai … ma provi un po’ …..”
L’uomo di Baghdad: “Non me lo riesco proprio ad immaginare … ma non so assolutamente il perché … in questo momento mi sta solo venendo in mente che lei è sicuramente meglio delle donne”.
Il generale Bomb-amar: “Ehp …, cosa vuole dire?
L’uomo di Baghdad: “Cosa voglio dire? Niente … semplicemente che lei ne pensa sempre almeno una e mezzo più del diavolo …”
Il generale Bomb-Amar viene colto di sorpresa da questa affermazione e dopo un attimo di perplessità si lascia andare ad una compiaciuta ed interminabile sonora risata che da l’impressione di poter squagliare il filo telefonico …. alla sua si unisce subito quella dell’uomo di Baghdad …

… e noi pieni di arrossito imbarazzo per aver ascoltato in maniera clandestina questa telefonata, chi perché vuole accompagnare il coniuge a fare la spesa, chi perché si vuole incontrare con il proprio fidanzato per scambiarsi qualche tenerezza, chi perché vuole aiutare il proprio figlio a svolgere un compito di scuola, chi perché vuole telefonare alla propria madre per chiederle come sta, chi perché vuol dar da mangiare al proprio gatto, chi perché vuole andare dal vicino malato per vedere se ha bisogno di un po’ di aiuto, ci congediamo qui da questi due personaggi che sembrano appartenere ad un altro pianeta, anche perché non ci è possibile sapere quando finiranno la loro inquietante risata …


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