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Attenzione a come si esce dall'euro ! (Emiliano Brancaccio)

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"OCCORRE UNA STRATEGIA PER USCIRE DALL'EURO"

La storia ci dice che nel momento in cui viene a deflagrare un sistema di cambi fissi irrevocabili - e la zona euro è un sistema di questo tipo - vi sono diversi modi attraverso i quali si può uscire da esso. Semplificando al massimo, esistono modi che potremmo definire “di destra” e modi che potremmo definire “di sinistra”. Un modo di “destra” è quello di lasciare che i capitali possano liberamente fuggire dal paese, e di scaricare interamente sui salari il costo della svalutazione della moneta. Di fatto, è quello che è avvenuto in Italia dopo il tracollo dello sistema monetario europeo nel 1992. In quel periodo la svalutazione della lira si è realizzata in concomitanza di un blocco dei salari, conseguente al famigerato accordo sul costo del lavoro. In un caso del genere i lavoratori pagano interamente il prezzo della svalutazione della moneta. Il prezzo dei beni importati cresce e poiché i salari non possono recuperare l’aumento, si registra una caduta del potere d’acquisto. L’alternativa sarebbe quella di governare il processo di uscita facendo in modo che il peso non gravi interamente sui lavoratori subordinati. A questo scopo, si potrebbero recuperare i vecchi sistemi di limitazione della circolazione dei capitali e, al limite, delle merci, che sussistevano negli anni Cinquanta e che sono stati poi via via smantellati. L’attuale informatizzazione delle transazioni renderebbe oltretutto anche più facili i controlli. Sistemi di questo tipo consentirebbero di governare la svalutazione e il suo impatto sui salari.

C’è poi una questione che attiene alla proprietà estera o nazionale dei capitali di un paese, a partire dai capitali bancari. Un’eventuale uscita dalla zona euro implica una svalutazione dei capitali e quindi la possibilità, per soggetti esteri, di effettuare “shopping a buon mercato”. Assecondare gli acquisti da parte di investitori esteri oppure limitarli non è una scelta indifferente per le condizioni future dei lavoratori.
...le acquisizioni estere possono ... fare molti danni al tessuto finanziario e produttivo di un paese.

In linea di principio potrebbe anche accadere che i cittadini degli stati europei maggiormente in difficoltà accettino passivamente le conseguenze della permanenza ad ogni costo nella zona euro. Essi cioè potrebbero accettare passivamente che i propri paesi subiscano quello che Krugman ha definito un processo di “mezzogiornificazione”. Vale a dire, distruzione di interi tessuti produttivi, con moltissime imprese che falliscono o vengono acquisite da soggetti esteri, crescita ulteriore della disoccupazione e fenomeni migratori di massa. Questa “mezzogiornificazione” dei paesi periferici è già in atto, del resto. Essa rappresenta l’altra faccia della medaglia di quel meccanismo di egemonizzazione tedesca attraverso il quale si vorrebbe fare dell’Unione europea una sorta di “grande Germania”. Il problema è capire se tale processo possa andare avanti senza incontrare ostacoli. Considerate le sue contraddizioni interne, mi sembra improbabile che una dinamica di questo tipo possa verificarsi senza sommovimenti negli assetti politici. Le forze politiche che invocano l’uscita dall’euro già ci sono in molti paesi, e i consensi a loro favore crescono in misura significativa. A meno di profondi cambiamenti nella politica economica europea, c’è motivo di ritenere che a un certo punto le forze anti-euro prevarranno.

L'articolo completo dell'economista Emiliano Brancaccio:

http://www.emilianobrancaccio.it/2012/06/21/intervista-a-emiliano-brancaccio-sinistra-occorre-una-strategia-per-uscire-dalleuro/

Nell'analisi di Brancaccio c'è almeno un errore di fondo, esso considera che il PD sia un partito di sinistra, o almeno che esista un'area intellettuale (il giornale Repubblica?) che porta avanti le idee della sinistra.

In realtà la "sinistra" di Brancaccio è solo un'accozzaglia di venduti e traditori.

Detto questo, manca sempre l'analisi di fondo della crisi, si studiano le pagliuzze per cercare di prevedere il futuro. Ha qualcosa del pensiero magico questo modo di ragionare, come quelli che studiano i fondi di caffè nella tazza per vaticinare.

Bisogna ritornare agli elementi di base.

1) Nel mondo c'è un eccesso di denaro colossale, nato dai profitti della finanza, lasciata libera di speculare alle spalle dei popoli. Questo eccesso di denaro non ha più rapporto con il mondo reale, ma lo influenza pesantemente.

2) Per uscire dalla crisi bisogna sgonfiare la bolla finanziaria, oppure essa esploderà all'improvviso. E siamo molto vicini a questa esplosione.

3) Le persone che hanno creato questo stato di cose sono da tempo incapaci di controllare il processo. Sono solo capaci di gonfiare la bolla sperando che regga un altro poco. Vanno rimosse.

4) Non tutte le elites sono d'accordo in questa corsa dei lemming alla distruzione. Sanno che l'uscita dalla bolla può essere una guerra mondiale che lascerà solo cocci, oppure un'esplosione comunque devastante per tutti.

5) Se si vuole tentare di sgonfiare la bolla bisogna fare esattamente il contrario di ciò che è stato fatto finora: bisogna ridurre la quantità di moneta circolante e ridurre la sua libertà di movimento, quindi è opportuno tornare a valute nazionali ed a banche più piccole, basate sul territorio.

6) La Germania non necessariamente sta lavorando contro di noi nel sostenere l'austerità. Sicuramente sta lavorando contro la crisi e non a suo favore. I crolli di borsa sono diminuzioni di denaro circolante e quindi lievi sgonfiamenti della bolla. La Germania sa bene che il crollo dell'euro sarebbe molto dannoso per i tedeschi, ed insistere nell'austerità porterà ad un crollo dell'euro. Ma finanziare ulteriormente le banche facendo finta di aiutare gli stati è ancora peggio. E la Germania è pronta in qualsiasi momento a tornare al marco, che non è mai uscito di corso.

7) Gli USA rischiano grosso. A loro serve che ci sia l'euro e che tale euro sia debole, in modo da non affossare il dollaro. Se salta l'euro salta anche il dollaro ed il sistema delle grandi banche d'affari internazionali (quelle che creano solo danni). Non è detto che le piccole banche locali non sopravvivano a tale crollo e potrebbero anche averne vantaggi dopo un po'. Dipende se gli Stati ricominciano a fare il loro dovere.

8) Un possibile accordo con le elites potrebbe essere di fare scoppiare le grandi banche d'affari dopo aver isolato un piccolo nucleo destinato a sopravvivere dal resto destinato al fallimento (la good company e la bad company). Per loro potrebbe essere un'opzione molto migliore del crollo improvviso che si può verificare in qualsiasi momento.

9) L'Italia cosa può fare? Se ci fosse un capo di stato responsabile in questo momento lavorerebbe per nazionalizzare la Banca d'Italia e preparare la circolazione della lira o altra valuta nazionale (preferibilmente in parallelo all'euro). Il fatto che Monti e Napolitano non ci pensano minimamente significa che dovremo levarli dalla loro poltrona. E non sarà certo Bersani che ci salverà.

eccellente Truman, sarebbe un post da mettere in home il tuo commento

Grande Truman!

Quello che succede è troppo semplice.
C'è la globalizzazione che per il fenomeno della concorrenza fa sì che se vuoi
stare sul mercato devi farlo a costi competitivi con Cina Corea India etc.
Quindi quando esci dall'euro e svaluti cosa cambia ?
Quello che hai in magazino lo esporti ma poi tutto ritorna come prima perchè
i costi delle Materie Prime restano in euro e se non riduci il costo del lavoro non hai ottenuto nulla.

Quello che succede è troppo semplice.
C'è la globalizzazione che per il fenomeno della concorrenza fa sì che se vuoi
stare sul mercato devi farlo a costi competitivi con Cina Corea India etc.
Quindi quando esci dall'euro e svaluti cosa cambia ?
Quello che hai in magazino lo esporti ma poi tutto ritorna come prima perchè
i costi delle Materie Prime restano in euro e se non riduci il costo del lavoro non hai ottenuto nulla.

Raramente le cose sono semplici come sembra. E sulla differenza su ciò che sembra e ciò che è si basa il potere di chi comanda.

La globalizzazione ha fottuto il capitalismo. Per lungo tempo un sistema basato sul profitto criminale ha potuto mostrare la sua faccia buona (il benessere dell'occidente) mentre produceva sangue e disperazione nelle colonie (il terzo mondo colonizzato tramite la finanza). Alla lunga tutte le linee di circolazione si sono richiuse ed il sistema criminale sta colpendo sul proprio cuore, i centri della finanza. Il tentativo di queste elites imbecilli è di spremere i popoli per rimpolpare le banche. Ma non c'è più trippa per gatti.
Più spremi le popolazioni e meno denaro entra in circolo (il caso della Grecia è esemplare).
Il sistema è fallito. Forse si può tentare di gestire il fallimento, se i criminali della finanza accettano di essere messi nell'angolino. Oppure si salvi chi può.

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