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Pietro Ancona.Corporativismo al tempo di Monti

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Se un governo si propone di smantellare lo status sociale di tante categorie di lavoratori o di professionisti sostenendo che la tutela dei loro interessi specifici è contraria all'interesse generale della società (un refrain che trovate in tutta la stampa liberista di destra e di "sinistra") e si serve di compiacenti associazioni di consumatori per mettere in piedi il teatrino della contrapposizione degli interessi delle categorie con quelle dei consumatori fa opera di disgregazione piuttosto che di coesione sociale, genera ansia ed allarmi, inquieta la popolazione e non costruisce niente di buono e di positivo.

L'accusa che viene rivolta agli agricoltori, ai pescatori, agli avvocati, ai notai, ai farmacisti, agli autotrasportatori è di corporativismo. La difesa dei loro interessi aggrediti dal mercato o dal governo è contraria all'interesse dello Stato. Ma è proprio così?

Intanto cominciamo con dare un significato meno ignobile al termine corporativismo. Le corporazioni medievali difesero con successo gli interessi della nascente borghesia urbana dalle prepotenze dell'aristocrazia e consentirono il passaggio dal feudalesimo all'età moderna. Diedero vita alle grandi civiltà comunali che hanno creato la cultura della società liberale. Le corporazioni medioevali erano un potente fattore di pace perché affidavano la prosperità dei loro soci alla pace ed ai commerci. Ma il corporativismo ha avuto anche altre momenti ed è stato alla base del fascismo. Ma rispetto il degrado dell'umanità lavoratrice che è alla base del liberismo moderno, il corporativismo fascista pur essendo inaccettabile da chi come me è per l'autonomia della classe operaia dai partiti e dallo Stato è stato di gran lunga migliore. Basta vedere le istituzioni sociali che ha creato precedendo il welfare di oggi.
Molte cose che la borghesia liberista sta smantellando come l'INPS e l'INAIL e le leggi di tutela delle donne nascono negli anni trenta e sono state ereditate dalla Repubblica che ne ha fatto pilastri dei diritti delle persone.
So di dire cose indigeste e che faranno inorridire certe vestali dell'antifascismo ma è proprio così. Oggi stiamo precipitando in una situazione in cui tutto ciò che i lavoratori e le popolazioni povere hanno dal 1920 al 1990 viene rimesso in discussione per essere macinato ed annientato.

Oggi Monti dichiara che la tutela degli interessi delle singole categorie diventa una gabbia ed è contraria agli interessi della comunità-Italia. Non è vero. Sarebbe vero se lo Stato difendesse i cittadini e le categorie dal mercato. Ma dal momento che il mercato che esiste in Italia sotto forma oligopolistica impone le sue leggi ed i suoi prezzi la passività del governo è complicità contraria all'interesse pubblico. La società autostradale, mi pare di proprietà della Benetton, impone pedaggi che vengono ritenuti iniqui dagli autotrasportatori.
Chi è corporativo? Il camionista che protesta contro i pedaggi o la Benetton e lo Stato che li pretendono?
In ogni caso la lotta in corso esprime uno stato di malessere profondo che non è certamente categoriale. In Sicilia con gli agricoltori scioperano gli studenti ed i disoccupati. Se il movimento è rappresentato da Ferro e Richichi questo è dovuto alla assenza della sinistra che non ha capito la crisi dei ceti medi produttivi e, accecata dall'antiberlusconismo, sostiene Monti ed il suo odioso governo. Certo il movimento delle rivolte che attraversa l'Italia non incontra dirigenti come Lenin o Stalin capaci di guidarli verso una trasformazione radicale della società. Quindi è nelle mani dei leaders che da anni li rappresentano sui quali in ogni caso, come ha riconosciuto l'ostile Lo Bello presidente della Sicindustria ieri sera all'Infedele, sono "persone perbene"!

Spero che la sinistra cominci a capire la questione dei ceti medi produttivi attaccati dalla globalizzazione e dal capitalismo di rapina al pari della classe operaia. Pretendere che il contadino ti venda le sue arance a dieci centesimi il chilo è lo stesso che pretendere dall'operaio che lavori a tre euro l'ora. Lo stesso dicasi per gli autotrasportatori sfruttati dai petrolieri e dai pedaggi e dalle multinazionali per le quali lavorano. Avere criminalizzato il movimento dei forconi è stato un terribile errore ma si può sempre correggerlo.

Pietro Ancona

http://terranews.it/opinioni/2012/01/il-corporativismo-al-tempo-di-monti

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