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Ho abortito

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Confessioni di una giovane donna

Sono parole di Maria Grazia, oggi infermiera presso uno degli ospedali più noti della capitale. Maria Grazia ha inviato una lunga e commovente testimonianza alla nostra redazione, parlando della sua esperienza personale e professionale sull’aborto, pubblichiamo un breve stralcio dello scambio di email:

“ desidero che la mia identità rimanga anonima, non lo faccio per vigliaccheria, ma data la scabrosità di alcuni eventi che riguardano il mio passato e le mie posizioni non in linea con quelle della classe dirigente desidero la pace per me e la mia famiglia. Nessuno potrebbe dirmi di essere contraria all’aborto perchè sono una persona facilmente impressionabile. Nella mia esperienza di infermiera ho visto arrivare in ospedale di tutto: persone vittime di incidenti stradali, prive di gambe, e a volte persino della faccia; ho assistito a trapiant; ho curato pazienti con piaghe e pustole puzzolenti. Se dico che l’aborto è un massacro di cui anche la donna porterà cicatrici indelebili non lo faccio per sentimentalismo, né per l’appartenenza a qualche schieramento politico o ideologico, si deve semplicemente ammettere la verità senza inutili scuse.

Nessuno può dirmi di essere anti-femminista, io sono una donna e tutto ciò che posso dire è che la donna per natura durante la gravidanza porta in grembo la creatura, è follia ridisegnare quest’aspetto della donna, ma non voglio perdermi nel dibattito politico, vorrei semplicemente esporre la mia esperienza. Durante tutto il periodo universitario mi ero completamente abbandonata alla vita di mondo, trascurando completamente i valori e il rispetto che dovevo non solo al mio corpo, ma anche agli altri. Non fui indirizzata alla religione, soprattutto perchè i miei genitori si separarono quando io e mia sorella avevamo 4 e 6 anni. Posso dire che mia madre e mio padre non mi insegnarono cosa’era giusto e cos’era sbagliato. I miei maestri di vita furono soprattutto i miei professori e i miei compagni universitari, aiutati ovviamente da una buona base di retorica televisiva e dalla cultura da magazine rosa che avevo alle spalle. Non si nasce con degli ideali, la mente tenderà a credere qualsiasi cosa gli venga insegnato. Ma l’esperienza dell’aborto è un’esperienza che ho vissuto, so di cosa si tratta, non c’entra né la politica né la filosofia. Come la maggior parte delle studentesse anch’io credevo che l’aborto fosse una sorta di conquista femminile, ma nessuno dei miei maestri mi spiegò mai su quale base scientifica o morale si basasse questo dogma, né tantomeno mi venina in mente di chiederglielo. Dopo essermi laureata in scienze infermieristiche, mi ritrovai in grande difficoltà, nonostante il mio impegno e vari concorsi non riuscivo ad essere assunta, non volevo ritornare nella provincetta specie dopo aver iniziato una relazione con un medico molto più grande di me e ovviamente sposato. Quando rimasi incinta di lui, entrambi pensammo che la miglior cosa da fare fosse abortire, ma dopo avergli detto di essere incinta cominciò ad evitarmi e a non rispondere più alle mie chiamate.

Non che fossimo innamorati: ci usavamo a vicenda, ma il fatto che mi avesse allontanata mi faceva una gran rabbia. Così accettai di parlare della mia situazione con una cartomante su consiglio di una mia amica. Non che credessi nella lettura di carte o nella magia, ma in quel momento avevo solo voglia di sentirmi dire: “il tuo affascinante dottore tornerà da te ed io ti aiuterò affinchè ciò accada”, infatti fu questo ciò che mi disse. Avevo già cominciato le procedure mediche per eseguire l’aborto, e per pudore evitai di dirle che mi trovavo in stato gravidanza, (la signora comunque nonostante i ‘poteri soprannaturali’ lo ignorava (lol). Ero sola e senza lavoro alchè la signora mi chiese se me la sentissi di lavorare come infermiera presso un seminterrato fuori Roma dove si praticavano aborti clandestini e mi diede il numero di questo medico (…), io accettai senza esitazione. Non so in quale modo fosse legato alla cartomante, ma mi presentai all’appuntamento. Il medico -apparentemente gentile anche se un po arrogante- mi spiegò cosa dovevo fare, quante ore a settimana sarei stata impegnata e quanto dovevo essere pagata per quel lavoro. Era un tipo assai strano: sulla sua scrivania teneva dei cristalli viola e una strana statua con delle ali ai piedi (si tratta rispettivamente dell’ametista, usata dagli occultisti per frenare la negatività e la statuetta di Hermes, il dio protettore dei viaggi e dei viaggiatori, della comunicazione, dell’inganno, dei ladri, dei truffatori, dei bugiardi, delle sostanze, della divinazione N.D.A). Therapeutic abortionEd ecco il mio primo ed ultimo giorno di lavoro. Arrivò una ragazza di circa 18/20 anni, era già incinta se non ricordo male di 20 settimane. La ragazza era in uno stato di agitazione notevole, era spaventata e piangeva.
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Quando arrivò il momento di sdraiarsi per l’intervento cominciò ad urlare e a dimenarsi, il medico la sgridava e con forza le allargava le gambe. Alterato dalla reazione della ragazza, la fece anestetizzare. Le praticò l’aborto mediante nascita parziale che comporta l’estrazione del feto dal collo dell’utero, prendendolo per i piedi tutto intero tranne la testa. Il chirurgo poi affondò le forbici alla base del cranio, le aprì al massimo per dilatare l’orifizio e mediante aspirazione estrasse il capo. Vidi uscire quel povero bambino e lo vidi gettare nella bacinella. Quando il medico mi chiese di andare in bagno a lavarlo presi la bacinella e lo guardai in faccia, (un bambino di circa 30 cm, ma perfettamente formato) aveva il viso straziato, la bocca splancata: una scena raccapricciante, un VERO E PROPRIO MASSACRO; una violenza anche sulla ragazza che alla fine aveva avuto un mezzo ripensamento e avrebbe rinunciato ad abortire se avesse incontrato sulla sua strada persone che la l’avessero dissuasa. Non riuscii a prendere la bacinella con dentro il bimbo, e non feci nemmeno in tempo a raggiungere il bagno per vomitare, vomitai in corridoio. Quando ritornai in sala il medico e l’ostetrica si facevano beffe di me, il medico disse: ‘ ecco un’altra sentimentale’, intuì di non essere la prima ad avere avuto quelle reazioni. Il feto fu lavato, avvolto in un panno e riposto in una scatola per scarpe. Dopo aver finito, il medico se lo portò via, non so dove. Non tornai più ne il quel semiterrato degli orrori, né dalla cartomante. Cambiai appartamento e numero di telefono. Da li iniziò per me un calvario: piangevo notte e giorno perchè avevo considerato di uccidere mio figlio; lo sguardo di quel bambino abortito mi ossessionava; non riuscivo a darmi pace per aver preso parte a quell’assassinio. Mi ero promessa di portare a termine la mia gravidanza e di abbandonare quella vita sregolata che avevo condotto per tutto il periodo universitario lontano da casa, una vita che non mi aveva portato affatto la libertà, ma mi aveva ficcata dentro un vortice di umiliazione e insoddisfazione. Decisi di raccontare a mio padre di essere incinta per ricevere qualche aiuto economico, mio padre pianse e accusò prima me poi se stesso, ma alla fine accettò di aiutarmi.
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Purtroppo questi progetti non durarono a lungo, 10giorni dopo avvertiì dei lancinanti dolori al ventre, andai in bagno, e scoprii che il mio bambino non c’era più; lui da solo aveva deciso di non voler avere una ma
dre che aveva meditato di ucciderlo. Lessi il tutto come una sorta di punizione, ciò mi gettò in uno stato di grave depressione che non riuscirei a descrivere. Non riuscivo a perdonare me stessa, mi odiavo, odiavo a morte gli uomini, non riuscivo nemmeno a riconciliarmi con Dio, fuggivo con terrore ad ogni immagine sacra che mi capitava di incontrare, fino a quando una sera, mentre cambiavo le stazioni della radio sentiì una frase di Santa Teresina: ‘anche se avessi commesso il peggiore dei crimini, manterrei sempre la stessa fiducia, poiché so che questa moltitudine di offese non è che goccia d’acqua in un braciere ardente’ non so come sentiì il desiderio di pregare e di chiedere perdono a Dio, cominciai a recitare l’ Ave Maria che mia nonna mi aveva insegnato, almeno quel poco che riuscivo a ricordare. Qualche giorno dopo decisi di confessarmi e di liberarmi di quel peso.

Con l’aiuto di molte brave persone ho potuto iniziare un lungo percorso di conversione – sulla quale sto ancora camminando- anche se credo che quelle ferite siano impossibili da cancellare del tutto, ma me ne servo per far comprendere alla gente la verità sull’aborto quando ho modo di parlarne. Dopo aver chiuso col passato, feci pace con me stessa e con l’altro sesso. Se oggi sono una donna rispettata è perchè mi sono riappropriata della mia dignità di donna, quando recitavo parte della donna liberata al contrario trovavo sempre sulla mia strada persone senza scrupoli con la bava alla bocca, parlavano di diritti della donna, ma alla fine erano solo i loro diritti di portarmi a letto. Dopo alcuni anni conobbi mio marito, e oggi sono madre di una bellissima bambina di 2 anni e mezzo. La gravidanza fu difficile, soprattutto il parto. La prima cosa che mi chiese il ginecologo fu: ‘ signora per caso lei ha avuto aborti prima d’ora?’. Molti miei colleghi, che all’inizio avevano praticato aborti hanno smesso pure loro, la mia non è un’esperienza isolata. I medici sanno benissimo che il bimbo -dotato del senso del tatto- soffre terribilmente quando si affondano gli aghi sulle loro tenere carni, come conoscono benissimo i rischi che un’interruzione di gravidanza -anche spontanea- può portare per la donna. Quelli che in ospedale lo praticano -sapendo benissimo che l’aborto è l’omicidio di un innocente- sono persone ambiziose e senza scrupoli, li conosco bene personalmente: non hanno rispetto per nessuno, né per i piccoli né per gli adulti. 1A volte mi capita di raccontare la mia esperienza su forum in cui si discute di questo macabro argomento, cercando semplicemente di raccontare la mia esperienza, ebbene -per quanto assurdo possa sembrare- alcuni folli estremisti mi hanno risposto di essere fascista! Un tizio mi ha addirittura detto: ‘facevano bene ad uccidere i fascisti, perchè uccidere i fascisti come voi non è reato’, in poche parole la l’umanità e la pietà per queste indifese creature sarebbero ascrivibili al fascismo. Un altro mi ha detto di essere contento che mio figlio sia schiattato prima di poter nascere! Ma ci rendiamo conto a quale livello di mostruosità siamo arrivati? Sarebbe questa la società laica e tollerante che si commuove davanti alla foto di quel povero bambino immigrato trovato morto sulla spiaggia? Comunque la verità va detta soprattutto a beneficio di tutte quelle donne ingannate che lo credono un diritto, pure io credo che donne debbano avere diritti, ma ammazzare le proprie creature prima che vedano la luce non mi sembra la soluzione giusta.

DONNE CONTRO L’ABORTO

Forse diranno a me o a Maria Grazia di essere donne maschiliste o fasciste? O forse ci diranno di essere catto-bigotte? E se tutte le milioni di bambine uccise con l’aborto potessero tornare in vita, cosa direbbero sul “diritto” delle loro madri?

E cosa dire di Gianna Jessen, la famosa attivista pro-life sopravvissuta ad un aborto salino quando aveva 7 mesi che per tutta la vita è stata affetta da disabilità a causa del veleno somministratole in nome del diritto di sua madre di abortirla? Forse la madre che ha cercato di ucciderla con l’aborto era più donna di Gianna? (testimonianza di Gianna all’ONU) E’ ovvio che l’aborto non è il diritto della donna ma è il massacro di bambini e bambine innocenti, e non siamo i soli a pensarlo: qualche settimana fa avevo condiviso sulla mia bacheca un video in cui si mostrava un intervento di aborto volontario, ebbene, Facebook lo ha cancellato dalla bacheca con questa motivazione: “Questo contenuto è stato nascosto perchè mostra contenuti per adulti con violenza esplicita”. Quindi se possiamo essere considerate catto-bigotte non siamo le sole: noi e il team di Facebook, due catto-bigotti!

tratto da: http://antimassoneria.altervista.org/aborto-costituzione-scienza-e-morale-obiettori-nel-mirino-dellelite/

Immagini scioccanti, non riesco a leggere questo articolo, se è un fotomontaggio è di pessimo gusto.

No, non è un fotomontaggio.

Consulta un qualsiasi libro di embriologia o ginecologia od ostetricia e vedrai esattamente quello che vedi nell'articolo.

"Un'immagine vale più di mille parole." Confucio.

Molti, troppi, parlano di aborto senza aver mai visto nemmeno un atlante anatomico.

Va dato atto che almeno la Bonino sapeva di cosa parlava per esperienza diretta.

L'aborto è una grande conquista sociale.
Le solite immagini ad effetto di embrioni caricate per sconvolgere le anime più sempliciotte e impressionabili.

L'aboto è una grande conquista sociale.
Le solite immagini ad effetto di embrioni caricate per sconvolgere le anime più sempciotte e impressionabili.

la madre degli ignoranti (lei invece non abortisce mai) è sempre incinta 👿

L'aboto è una grande conquista sociale.
Le solite immagini ad effetto di embrioni caricate per sconvolgere le anime più sempciotte e impressionabili.

la madre degli ignoranti (lei invece non abortisce mai) è sempre incinta 👿

Bravo, portate aventi questa vecchia battaglia medievale e confessionale!

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