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La violenza è intrinseca nei maschi?

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Uno studio moderno conferma quanto già sapevano gli antichi

Maschio e antisociale, l'identikit di chi maltratta animali

Fonte: ANSA

Maschio nel 96% dei casi e minorenne nel 27%. E' questo il profilo del maltrattatore o del killer di animali, per la prima volta tracciato in Italia, spesso "incline ad altri comportamenti violenti, antisociali e criminali". E' quanto emerso da 'Zooantropologia della devianza', uno studio condotto dall'associazione Link-Italia e dal Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali (Nirda) del Corpo forestale dello Stato (Cfs) su 942 "Casi Link" (in cui è accertata la correlazione tra violenza su animali e altre devianze) rilevati anche nelle carceri italiane per cui in oltre l'87% dei 537 detenuti intervistati ha assistito e/o maltrattato e/o ucciso animali da minorenne.

La ricerca effettuata, sia nelle carceri, con la Polizia Penitenziaria, che in centri di recupero dalle dipendenze patologiche, comunità per minori, o di assistenza alle vittime, ha evidenziato che "l'età media in cui si manifesta la crudeltà su animali è tra i 4 e i 5 anni". "Il maltrattamento di animali - spiega Francesca Sorcinelli, presidente Link-Italia - è una spia di pericolo sociale, sintomo di una potenziale situazione esistenziale patogena e predittiva di comportamenti devianti o criminali (come omicidio, stupro, stalking o rapina)" e che "infatti è stato inserito dall'Oms fra i sintomi del Disturbo della Condotta, che è l'anticamera del Disturbo Antisociale in età adulta". Per questo conclude: "Le istituzioni e le organizzazioni sociali, devono educare ad atteggiamenti positivi verso gli animali".

Dal rapporto 'Zooantropologia della devianza' inoltre è emerso che negli ambiti domestici dove sono maltrattati gli animali, le donne nel 65% dei casi evitano o rallentano l'allontanamento da casa per paura di quello che il partner abusatore potrebbe fare ai propri animali. Nel 16% dei casi il maltrattamento su animali ha avuto come escalation un omicidio (su persone). Infatti "il maltrattamento fisico di animali - specifica Francesca Sorcinelli, presidente LINK-ITALIA - è anche utilizzato come strumento di violenza psicologica nei confronti delle persone, per creare un clima di controllo e potere, da parte del carnefice sulla vittima umana". Le vittime nei casi Link (correlazione violenza su animali e su persone) sono donne nel 56% dei casi, minori nel 28%, anziani nel 3%, uomini nel 5%. Per questo, conclude Donato Monaco, dirigente superiore CFS "lo studio ci fornisce ulteriori elementi per proseguire il cammino intrapreso contro la violenza sugli animali e aiuta chi si occupa di contrastare altre tipologie di reato altrettanto significative e pericolose dal punto di vista sociale".

Una osservazione:
c'e' troppa ignoranza fra la gente, credono che un animale sia
come una persona, credono di educare l'animale come i
propri figli, cosa non vera perche' ho visto le madri che spendono
tonnellate di parole senza conclusione, dimenticando che
l'animale e' piu' sociale di un uomo, mentre l'uomo ha perso
nel tempo la capacita' di comprendere gli atteggiamenti del
proprio simile, gli animali conservano tutte quelle caratteristiche
che gli esperti chiamano, psicologia del comportamento e in
ultima PNL, ci vendono istinti che gia ' possediamo che la parola
ha fatto dimenticare.
Gli animali devono stare nel loro ambiente e lasciare che siano
loro a scegliere se seguirci.
PUrtroppo l'uomo fattosi dio, fa e disfa.
Su sky per incentivare la visione dei documentari, li intitolano
con aggettivi degni di jack lo squaratore, killer, assassini,
feroci predatori, fanno finta di parlare di natura e invece
snaturano con le loro parole aggressive il mondo animale.
Uno squalo morde un uomo, l'uomo ne uccide milioni per
rappresaglia.

Gli antichi non hanno mai sostenuto cagate del genere.

ERIN PIZZEY: LA VIOLENZA NON HA SESSO

Pizzey e’stata minacciata di morte e soggetta a boicottaggi in seguito alla sua conclusione che "..molte violenze domestiche sono reciproche e che le donne sono capaci di violenze tanto quanto l’uomo.."

Erin Patria Margaret Pizzey (nata il 19 Febbraio del 1939) e’ un’attivista di famiglia inglese ed una scrittrice di successo. E’ diventata famosa a livello internazionale dopo aver fondato il primo rifugio per le donne della civilta’ moderna – Aiuto per le Donne di Chiswick – nel 1971, organizzazione oggi sotto il nome di Refuge. Pizzey e’ stata minacciata di morte e soggetta a boicottaggi in seguito alla sua conclusione che molte violenze domestiche sono reciproche e che le donne sono capaci di violenze tanto quanto l’uomo.

E. Pizzey nasce a Tsingtao (ora Quigdao) in China nel 1939. Suo padre era un diplomatico e uno di 17 figli proveniente da una famiglia povera irlandese. La famiglia si trasferisce a Shanghai dove viene catturata dall’Armata Giapponese nel 1942 durante la guerra e scambiata con prigionieri di guerra giapponesi.

Pizzey fonda il primo centro assistenza per le donne a Belmont Terrace in Chiswick ad Ovest di Londra dove alle donne abusate viene offerto loro te’, compassione e un alloggio per loro ed i bambini. Pizzey piu’ tardi apre un ulteriore numero di centri nonostante l’ostilita’ delle autorita’. A quei tempi, la sua determinazione ed il suo lavoro da pioniere degli auti alle donne era altamente apprezzato. Nel 1975 il parlamentare Jack Ashley ha dichiarato alla Camera dei Deputati “il lavoro di Pizzey e’ stato un lavoro di primo grado. E’ stata lei ad individuare il problema per prima, ad essere stata anche la prima a riconoscere la serieta’ della situazione e la prima a fondare un centro aiuto donne a Chiswick. Grazie al risultato di questo lavoro pionieristico, l’intera nazione ora apprezza il significato del problema”.
Pizzey afferma che tante militanti femministe – con la collusione delle prominenti donne del partito laburista - hanno deviato la causa manipolizzandola per demonizzare gli uomini, non solo nel Regno Unito, ma anche internazionalmente. A seguito di cio’, la richiesta di aiuto di donne vittime di violenza domestica aumento’ e presto fu creato un fondo pubblico. Oggi, il movimento e’ stato rinominato Women’s Aid e raccoglie milioni di sterline all’anno da fonti diverse, la prima delle quali e’ lo Stato. Pizzey si e’ lamentata che il movimento che ha fondato ha progressivamento cambiato da personale a politico.
Subito dopo la fondazione del suo primo centro rifugio per le donne, Pizzey si e’ resa conto che la violenza domestica era reciproca con entrambi i partner ad abusarsi reciprocamente piu’ o meno allo stesso modo. A tale conclusione e’ giunta facendo domande dirette alle donne nel suo centro riguardo la violenza subita concludendo che molte donne erano ugualmente violente o anche di piu’ rispetto ai loro mariti. In una sua ricerca intitolata “Studio comparativo sulle donne picchiate e donne inclini alla violenza” (co-ricercatore Dr. John Gayford dell’Ospedale di Warlingham), Pizzey fa distinzione tra “donne genuinamente picchiate” e “donne inclini alla violenza” con quest’ultima definita come “vittima involontaria della propria violenza”. Questo studio riporta che il 62% della popolazione viene descritta come “incline alla violenza”. Scoperte simili nella reciprocita’ della violenza domestica sono state confermate in studi successivi.
Nel libro “Prone alla Violenza”, Pizzey afferma che molte donne che si rivolgono ai centri avevano una personalita’ che ricercava relazioni di abuso. Pizzey descrive tale comportamento come abuso-dipendente e dichiara che livelli alti di ormoni e neurostamine associati a traumi persistenti nell’infanzia, portano ad adulti che continuamente si imbattono in violenti litigi con il partner nonostante i costi finanziari, legali, emozionali e fisici nel tentativo di simulare l’impatto emozionale di esperienze traumatiche durante l’infanzia.
Il libro contiene diverse storie di famiglie turbate assieme ad una discussione sulle ragioni per cui i centri moderni di cura statali sono la maggior parte inefficienti.
Pizzey afferma che e’ stato dopo le minacce di morte dirette a lei ed ai nipoti ed all’uccisione del suo cane, azioni perpetrate da femministe militanti, le ragioni per cui ha lasciato l’Inghilterra per il Nord America. E’ poi ritornata a Londra negli anni ‘90 dove i suoi consigli erano richiesti dai politici e dai gruppi di famiglie.
Pizzey e’ ancora al lavoro per aiutare le vittime di violenza domestica ed e’ la presidente della Mankind Initiative.
Nel 2009, Pizzey ha vinto una causa contro Macmillan Publishers riguardo il contenuto del libro di A. Marr “Storia dell’Inghilterra moderna”. La pubblicazione aveva erroneamente ritenuto che Pizzey avesse fatto parte della milizia “The Angry Brigade” che aveva fatto attentati dinamitardi negli anni ’70. L’editore ha ritirato e distrutto la versione offensiva del libro e lo ha ristampato senza l’errore. La connessione con Angry Brigade era stata fatta nel 2001 durante una intervista a The Guardian in cui l’articolo diceva che Pizzey era stata cacciata dal movimento femminista dopo la minaccia di informare la polizia riguardo un’attentato pianifiato dall’Angry Brigade al negozio di vestiti Biba. “Ho detto loro che se facevano cio’ (n.d.r. far saltare in aria Biba, il mitico magazzino a Kensington) avrei informato la polizia perche’ non era cio’ in cui credevo”.
Pizzey ha sposato Jack Pizzey, luogotenente navale, quando aveva 20 anni e lo aveva incontrato la prima volta ad Hong Kong. La coppia ha avuto 2 figli ed ora lei vive a Sud di Londra. Le e’ stato diagnosticato il cancro nel 2000.
Nel 2000, Keita Craig – nipote di Pizzey e malata di schizofrenia – si suicida in una cella in prigione.
Pizzey e la sua famiglia erano contrari al verdetto del medico legale di “morte per impiccagione” e nel 2001 una giuria nella seconda inchiesta ha dichiarato all’unanimita’ che alla morte avevano contribuito i secondini della prigione per negligenza di fronte ad un caso di suicidio annunciato.

Poi cara gaia,sai che han fatto le sante femminuccie,hanno ucciso il ''cagnolino'' (che tenere) della Pizzey come ritorsione per aver osato dire la verità,ovvero che la violenza non ha sesso.

«Le femministe stavano perdendo il favore del pubblico, perché donne di buon senso avevano smontato la loro agenda anti-uomo e anti-famiglia. Avevano bisogno di una causa e di soldi. Le donne del nostro rifugio organizzarono un incontro per aprire nuovi rifugi. Rimanemmo stupefatte quando a questo incontro arrivarono le lesbiche e le femministe radicali. Iniziarono a votare per loro stesse in questo nuovo movimento. Dopo un dibattito acceso, io e le donne abusate ce ne andammo».

Il conflitto con l’ala radicale del movimento femminista diventò incandescente quando scrisse il suo libro “Inclini alla Violenza” (E. Pizzey, J. Shapiro, “Prone to Violence”) . Le femministe radicali cercarono di farne sparire tutte le copie distruggendole nelle biblioteche (il libro è oggi liberamente disponibile su internet), fu diffamata e minacciata di morte con i suoi bambini e il suo cane venne ucciso. Per salvarsi e salvare i suoi figli fu costretta a fuggire in America e poi in Italia dove restò 25 anni.Fu così che i centri antiviolenza diventassero l’attuale strumento di propaganda misandrica, centri che aiutano le donne separate a costruire false accuse di violenza per appropriarsi dei figli.
Dianne Core ricorda:

«Ero con Erin quando venimmo attaccate dalle femministe. Fummo colpite da una banda urlante con capelli rasati che aveva totalmente dimenticato la propria femminilità. Fu spaventoso.»

Concordo con le osservazioni sulla cattiveria delle donne e pure quella sulla violenza a volte maggiore degli uomini. Le donne quando usano violenza diventano irrazionali e ci mettono l' odio.

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