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Dalla ideologia alla demagogia


GioCo
Noble Member
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Ho appena finito di vedere il video di Pandora che ci racconta della realizzazione del ponte di Kerch e mi sono chiesto: con quale faccia ci possiamo confrontare con una realtà CIVILE di questo tipo?

Non intendo solo il ponte, la capacità ingegneristica, creativa e lavorativa impressionante di cui la Russia ha fatto sfoggio, anche se ricordo che nel "de bello gallico" leggiamo del ponte sul Reno con cui Cesare di fatto conquistò i germani senza sparare una singola freccia, ne fare un singolo morto.

La potenza con cui Roma realizza quel ponte in tempi considerati straordinari e con mezzi che di certo non erano quelli che abbiamo a disposizione oggi, ci ricorda molto la strategia russa per annichilire il nemico ancora prima di combattere. Non so se gli americani hanno mai letto quel testo, tutti di solito si buttano su "L'arte della guerra" di Sun Tzu, certamente altrettanto valido ma scritto e pensato per un pubblico asiatico. Quindi ciò che filtra è tutto da studiare.

Quello che intendo riguarda la vergogna profonda che non riesco ad arginare per tutto quello che ruota attorno a quel ponte: persone, storie, cultura, emozione, speranza, fatica, rispetto profondo per la fede, famiglie unite, sentite e difese, condivisione politica lucidamente compresa e compartecipata, ardore e onore. Ma non era sto accidente di occidente negli anni '60 e '70? Tutto ce lo racconta, TUTTO!

Adesso cosa siamo? Io non lo so più. Non so cosa siamo, non riesco più nemmeno a descriverci come marmaglia o fanghiglia, siamo una cosa, anzi siamo "la cosa" di Carpenter, uniti in tutte le divisioni e ci pensiamo a posto e uguali a prima, ma basta una fiammella e diventiamo una ribollita trasformazione di .... organi amorfi che reagiscono.
Forse mi sbaglio, spero di sbagliarmi, ciò che so con certezza è che mi sento come Gaber, dopo una fatica inenarrabile scopro di aver conquistato esclusivamente idiozie e mi viene da vomitare per ciò che ho conquistato, ma non ho più niente da vomitare ormai da un pezzo. Non ho più niente contro nessuno.

Non è una roba che tutti possono sostenere, me ne rendo conto. Per ciò quando cerco di aiutare altri a conquistare almeno quelle risibili idiozie che si fatica tanto a capire e vedo che invece non cedono, si sentono ancora qualcuno di non amorfo, preferiscono sapere di avere di meglio e di più da condividere, da possedere, da pensare ... quando li vedo, li lascio in pace. Penso che a questo punto sia infinitamente meglio un oblio ignorante che una pena sapiente così abissale e insopportabile a meno che non hai davvero solo tanta voglia di farti del male. Poi comunque non ho più le forze di una volta per combattere l'ignoranza, la mia come quella del mio prossimo. Mi sento morto fritto dentro e qualcosa in me se ne deve essere accorto per tempo, per ciò credo siano già finite persino le esequie con tanto di funerale della mia persona. Così sono un morto che sospetta che ci sia qualcosa che non va ma non realizza di essere morto, come "The Six Sense". Sono uno spettro che vaga qua e là in attesa di sparire in via definitiva e nel frattempo comunica, come se tutto fosse rimasto immutato.

Mentre vago, vedo e mentre vedo sto male, poi vengo qui e cerco di placare un pochino l'angoscia e resistere. Niente altro. Non posso evitare nulla, posso solo resistere e non impazzire. Resisto mentre vedo un giovanotto mio coscritto che nel video ha una famiglia numerosa tutta per lui, ha una casa enorme, due lavori, un esistenza felice, ricca di tutto quello che si può desiderare. Ok, non un fotomodello figo, non un genio, non un superuomo, ma uno qualunque mediamente bruttino che alleva animali da fattoria e fa l'informatico e ha pure la puzza sotto il naso nello scegliersi la sua donna. Cerca moglie in un posto dove la sposa deve arrivare vergine al matrimonio (?!?) perchè la sacralità dell'unione è qualcosa che tutti riconoscono fondamentale, dato che tutti sanno che è solo attraverso atti di sacrificio che si da forza e valore ai gesti che ti possono cambiare la vita. Un ponte come un matrimonio, non importa. Parenti e amici lo aiutano, la trova, si sposa con rito mussulmano, fa un figlio, in un luogo dove l'affetto concreto, dimostrato, conta più di tutto. Il ponte è come il matrimonio, costruisce un futuro. Ogni sequenza è come un maglio che mi colpisce duro allo stomaco. Tutti conoscono la durezza della conquista in quel posto, ma conquistano davvero e sono tranquillamente consapevoli che conquistano ciò che conta.

Io invece stringo in mano come la fiammiferaia le mie idiozie e guardo attraverso il vetro del negozio, stando dalla parte gelata dell'accidente di occidente e vedo la calda gioia partecipata di un focolare domestico che avevo persino dimenticato, nel luogo dove il fotutto liberismo (l'ideologia che rifiuta il concetto di ideologia ma anche di religione perché come un parassita velenoso ti fa credere che questo sia un vantaggio per svuotarti con lentezza studiata da dentro) non ha ancora messo radici. Da quelle parti Moloch è debole e l'influenza della rete dove zampettano i suoi servi aracnoidi è risibile. Da quelle parti le donne fanno le camioniste e le operaie edili e lo fanno con orgoglio, esattamente come uomini e non passano il tempo a sciorinare stronzate ovunque gli capiti per "difendere l'uguaglianza" a partire dai maledetti social che ti smaciullano qualunque vago ricordo mascolino. Da evirati collettivi e snowflake, cioè cannette di cristallo di boemia, vogliamo il dominio incontrastato su comunità di gente senza palle, dove nessuno osa ricordare che esistono oltre i gender anche i desideri etero e sarebbe almeno coerente difendere pure quelli: equivarrebbe a far passeggiare Godzilla in un negozio Swarovski.

Si sentono a casa loro queste donne sovrumane russe, mentre lavorano instancabilmente anche sottozero e nella tempesta (ma dove l'hai visto qui nell'accidente di occidente?!?) a legare reti di tondini di acciaio e gettare colate di cemento, persone che ammiro piangendo se ricordo in quale rete di chiacchiere ci perdiamo noi, dove invece in sto accidente di occidente virtualizzato non c'è più un posto che ti faccia sentire a casa tua, perché ovunque sei sempre e comunque definito come un precario a prestito, pure nell'utero e non importa se questo ci trasforma in una massa informe, tanto il sistema ci cataloga come sacchi di merda da riempire e tanto gli basta. Finché sei riempibile, puoi fare SCHIFO come individuo o come società quanto ti pare in piena LIBERTA' garantita per legge. Sei personalizzabile, di merda comunque, ma personalizzabile, vuoi mettere con il liberticidio?

Eccovi il senso della rivoluzione cibernetica dell'accidente di occidente in due righe: vita sterile ed eterna, da sacchi per la merda, contenti solo quando vuoti, ma liberissimi.

Bene, se vi state chiedendo quali sono le mie idiozie ve ne accenno un paio, tanto per capirci, ma vi avviso, vi consiglio spassionatamente di fermarvi qui e portare l'attenzione altrove, seriamente. Non ci ricaverete niente di piacevole, se però insistete:
1) l'amore non si chiacchiera perché è una pratica maledettamente seria e terribile, difficilissima da gestire se non ti alleni una vita intera e non ti garantisci l'aiuto di tutta la comunità e anche così puoi comunque fallire; da solo non fai (e non sei) NIENTE, bene che vada. Altrimenti sono solo "volatili per diabetici" (per dirla alla "politically correct" con il vaffa...)
2) oggi vogliamo "tecnologia" SE ci da il permesso all'abuso di una cosa qualsiasi, altro che evoluzione; qualunque altro VALORE ci interessa solo per distruggerlo nel modo più orrendo che ci riesce, perché ogni confronto fa troppo male e ci rende grotteschi.

Sprofondare nella vergogna è troppo poco. Meglio continuare a fare finta di niente.


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