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Inferno digitale


GioCo
Noble Member
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Ragionavo su un testo di uno dei corsi di scienze pedagogiche che sto cercando in tutti in modi di digerire, ahimè senza molto successo. Si tratta di "Comunità di Pratica" di Étienne Wenger degli anni '90.
A me è ormai solidamente chiaro che la radice delle sue teorie è industriale e digitale, che l'intera faccenda della pratica e della comunità è un velo accuratamente disposto sugli occhi dell'educazione, per impedire che sia visibile l'ovvio. Per lasciare indisturbato l'implicito.
Il ritaglio del lato emotivo è curato nei minimi dettagli (esplicito è opposto a tacito, non implicito cioè un concetto vago ma dichiarato) di un rapporto tra individui, comunità, pratiche, ambiente e sembra proprio cucito su misura per vestire una teoria cibernetica che ha ben altre radici, più profonde proprie di una malapianta velenosa che si è avvolta a spirale attorno ai nostri nervi sociali scoperti, cioè i punti deboli storici e culturali. Come l'idea (dura a morire) che l'emozione sia irrazionale, non semplicemente contro-intuitiva.

Noi (non a caso) in questo accidente di occidente sempre più confuso, malato e disperato, siamo passati rapidamente da un epoca di produzione linguistica spiccia che abusava di acronimi giocandoci (NATO-OTAN, un po' come scrivere PIRLA-ALRIP) che si affiancava a una da breviario emotivo (LOL) tipica dei fumetti (PUFF-PANT) a un mondo dove i suffissi e prefissi dominano incontrastati ogni semantica tecnica, diventando il sinonimo stesso di tecnicismo come giustamente realizza questo articolo QUI. Il tutto per rendere più tranquillizzante un panorama che ci restituisce immagini mozzafiato, purtroppo esclusivamente per il vasto orrore che dischiude allo sguardo.

Si tratta di una tecnica semplice semplice, la cui applicazione però ha una portata devastante e incredibilmente complessa, tanto che fugge facilmente dalle dita dei suoi attuatori. Sto parlando di guide comportamentali, cioè programmazioni di stili di pensiero. Avete presente il labirinto del topo? Tutti pensano al formaggio (ad esempio gli obbiettivi) perché è quello che conta insieme a come arrivarci prima e meglio (tempi e costi) così nessuno presta attenzione al percorso forzato: si va dove vuoi tu ma anche solo dove i muri ti permettono. Muri che non hanno odore, sapore, colore, suono. Sono cioè costruiti al di là dei sensi, ma sono solidi, maledettamente solidi e noi ne misuriamo la presenza di continuo. Solo che la palestra educativa non ci da nemmeno un linguaggio per descriverli, così oltre a rimanere fuori dalla dimensione sensibile, rimangono anche esterni alla dimensione descrivibile. Fare a pezzi chi si accorge dei muri e tenta di abbatterli diventa così un gioco da ragazzi e noi sappiamo che ai militari piace tantissimo giocare e vincere facile. Questo ci dicono i grandi maestri della guerra Sun Tzu e Cesare. Si vince solo se si vince facile.

La tecnica di cui parlo si basa sul seguente principio banale: l'emozione vince sempre. Per un motivo tecnico altrettanto banale, cioè che si produce nel corpo prima di qualunque altra componente cognitiva, perché è la penna che scrive la memoria e l'occhio (interiore) che la legge. Quindi dovrebbe essere il centro di una attività educativa precisa e invece, uno come Wenger, la ritaglia con cura via in ogni più minuto dettaglio.
Ma a chi fa comodo una tale operazione? Per esempio ai Transumanisti?
Certo che per una cyber-generazione l'emozione diventa inutile: cosa se ne fa un composto vivente elettronico dell'emozione? Non c'è spazio per l'inutile nel motore della vita virtuale!

Peccato che l'emozione sia IL motore della vita, ma quella biologica non virtuale e digitale e sottenda a un ruolo cruciale, quello del radicamento all'ambiente fisico e alla armonia con la relazione sociale. Armonia dovrebbe essere la parola corretta, in similitudine a sinfonia, dove la stonatura è riconoscibile perché c'è un orchestra e perché c'è una partitura da seguire (tutte metafore perfette per l'emozione) ma oggi è sputtanata e si preferisce la parola "organica", per intendere che c'è una funzione regolatrice dei rapporti tra l'uomo e l'ambiente, simile a quella che regola i rapporti tra gli organi del corpo. Che poi è l'attività timica, cioè ghiandolare e chimica.

Quindi di fatto la cibernetica è diventata la forbice con cui tagliare via la componente emotiva dalla vita. Perché?
Banale Watson, perchè non serve all'industria, anzi è un ostacolo alla produzione e noi ci troviamo nell'era storica dell'industrialesimo, non era evidente? Certo che dobbiamo superare quest'epoca e certo che comunque la supereremo, in effetti ci sono già i prodromi per superarla, ma rimangono al palo e per un motivo preciso. Se osserviamo con attenzione ad esempio le opere di quell'allucinato di Philip Dick e magari nella versione cinematografica di Ridley Scott, "Blade Runner", ci accorgiamo che il futuro è fatto da artigiani in una sorta di strana retrocessione evolutiva. Però artigiani speciali di arti che non erano di certo sospettabili prima dell'era industriale.

Il protagonista infatti si muove letteralmente tra loro mentre conduce le sue indagini. Ma per capire questo passaggio dobbiamo prima tornare indietro al tempo di adesso. L'industria ha sviluppato un sistema produttivo sempre più efficiente (risparmio costi/produzione) sempre più centralizzato e sempre più compatto. Queste tendenze sono misurabili in tutti i settori, ma in particolare lo osserviamo nel settore tutt'ora trainante, quello elettronico e digitale. Ovviamente ogni tendenza costruisce i presupposti per la sua fine. Così come la dialettica del Romanticismo era centrato sull'emozione e rappresentava la fine di una dialettica illuminista centrata sulla ragione, allo stesso modo sono state sviluppate forti controtendenze nel tempo con l'esaltazione dell'efficacia (politica, propagandistica e militare, pensiamo ai SUV o agli automi Killer) il decentramento (pensiamo all'europeismo) e l'ammorbidimento, ad esempio con la banalizzazione dialettica di cui sopra.

Ora, queste controtendenze non sono andate a sostituire le tendenze originarie come avrebbero dovuto secondo i corsi e ricorsi storici, ma si sono integrate perché erano progettate dalla propaganda per non sostituire nulla ma essere proficienti all'industrialesimo, costruendo un borioso, spocchioso, bullo caos percettivo da cui nessuno oggi si salva. Da qui la perdita di controllo e la necessità di tenere sotto chiave ancora per qualche tempo la realtà industriale sottostante, per "gestirne il passaggio". Realtà sottostante che è di una nuova dimensione in cui l'uomo non opera più in via diretta con le mani per manipolare artigianalmente la materia prima e tradurla in prodotto finito, ma soprattutto manipola semilavorati in via indiretta, con l'immaginazione e la creatività. Guardiamo ad esempio al mito di Iron Man ispirato all'eccentrico riccastro Elon Musk, che in un film ha sotto il culo di casa una specie di laboratorio che gli realizza l'armatura già pronta, ficcando in gola al Golem il progetto di ingegneria da lui pensato. Pensiamo alle stampanti 3d che sono la vera rivoluzione, non quella ciofecazza del cinema 3d che tra l'altro è basato su una tecnologia degli anni '60 (che ha avuto un altro periodo di breve fortuna quando mio padre era un giovanotto). Pensiamo ai proiettori di ologrammi. Pensiamo alle stampanti di organi umani. Avremmo un puzzle con tanti pezzi ancora da disporre ma con un immagine già intuibile.

Le emozioni torneranno certamente al centro, ma il punto è che se servono a radicare l'Uomo al suo mondo, devono rimanere un argomento tabù per essere staccate da un ambiente che deve essere totalmente rivoluzionato, quindi devono rimanere sospese per il tempo necessario a cambiare la sabbietta del gatto sotto il suo culo mentre caca. Cioè l'ambiente che viviamo mentre lo viviamo. L'alternativa è una guerra ed è sempre sul piatto.

Per ciò la politica oggi può essere fatta con la transizione che sospende il riconoscimento del ruolo emotivo in sede educativa ufficiale (sia la scuola che la famiglia) sostituendola con mordacchie (gli OGM, il Gender, i Migranti, etc. etc.) che tengano l'attenzione fissa su problemi spicci, razionali e prossimi, per lasciare libera la mano invisibile di agire sull'emozione per costruire i muri che ci conducano al formaggio messo lì apposta. Cioè il nuovo mondo digitale in costruzione che risolverà ogni problema (finto e costruito dal percorso).

La guerra in atto tra Cina, Russia e USA è più che altro una guerra di percorsi. In una certa misura non sono condivisi i metodi, non gli obbiettivi. In particolare gli USA tendono a volere che i loro percorsi siano quelli di tutti (perché desiderano mantenere il controllo del giocattolo politico a livello globale) e che tutti le implementino anche con la forza se necessario per ciò le soluzioni USA(&Jetta) sono giuste a prescindere mentre Russia e Cina spingono per soluzioni mirate su realtà culturali differenti e tendenzialmente preferiscono lasciare ognuno libero di costruire per il suo paese il percorso del topo che preferisce, gli basta la condivisione dell'obbiettivo (l'implementazione di ognuno del suo pezzo di via della seta ad esempio). Tutto questo certamente poi si intreccia con complicate realtà economiche, produttive, di comunicazione (pensiamo alla realtà satellitare) di interessi non sempre chiari anche e soprattutto privati che generano spinte sinistre (pensiamo al Dark Web o alla Black Water, sembre tanto Black&Dark mi raccomando) scommesse e azzardi militari e di agenzie di ogni specie e grado, dai servizi di trasporti a quelli spionistici che sporcano ancora di più il quadro, ma sul fondo fangoso di questo periodo orrendo, rimane una sola appiccicosa sostanza oscura: il desiderio. Lo strato di questa sostanza è depositato in massa da poco tempo ma è una materia prima già molto abbondante e fantastica, utilissima, anzi indispensabile per costruire i muri invisibili di cui dicevo. Muri che ricordo essere fatti di umore, di risposte timiche, quelle che comandano sempre.

Muri che nel costruire un percorso, ci suggeriscono che un percorso comunque doveva esserci e perché non un percorso comodo, già realizzato, solo da seguire placidamente e in modo sicuro, vantaggioso per "tutti"? Quindi si crea un percorso comodo e si mettono muri che rendano ogni alternativa (diretta e comprensibile) scomoda. Il meccanismo si basa su un principio ben noto in psicanalisi di premi e punizioni. Premi e punizioni sottili ma concreti che guidano l'attenzione e costringono ad allontanarla dai luoghi vietati. Ad esempio l'esclusione dalla pubblica istruzione dei bambini non vaccinati. Puoi essere d'accordo o contro, puoi scendere in piazza o rimanere a casa e pensare a come difenderti, ma non puoi ignorare una cosa del genere! E' impossibile.

L'emozione comanda sempre. Come all'inferno.


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