Che belle le illusioni, vero ?! Mulino Bianco ci ha messo su una fiorente industria, come la splendida pubblicità del Natale ormai alle porte, quella della Galup (QUI) con cui sono cresciuto e che rimane per me indossociabile da quella festività nelle mie fantasie... Illusioni per ciò di cui non possiamo fare a meno... Allora ?!
Il mio demone mi chiede di raccontarvi qualcosa che fa parte di quelle tematiche di "confine" tra l'utile e il dilettevole, il sacro e il profano, il sensato e... Quel che appare nell'illusorio Mondo della digitocrazia mafiocratica al tramonto.
D'altronde a loro modo sono belli anche i tramonti, quindi perché non raccontarli ? Per questo e per buona pace di tutti, vi racconterò una fiaba.
Vi prego di saperla esattamente "solo" una bella fantasia, niente più che un trastullo, un passatempo, qualcosa che ha senso considerare solo perché ci fa sognare... E riflettere. Come sempre. 🙄
Perché questa raccomandazione ? Perché (come ho già ribadito altre volte nei miei POST) la coerenza è bella, ma ha un difetto: ciò che produce tendi a prenderlo per vero. Più il prodotto della coerenza regge alla critica e più appare vero. Raccomando sempre il mio lettore di stare attento a considerare quanto scrivo esclusivamente alla luce della certezza (logica) che la ricerca di coerenza non ha niente a che spartire con la verità. Non la nega, ne la conferma. Semplicemente e banalmente è un altra cosa. Così come la barca, il sestante, una cartina o la bussola, tanto come la conoscenza degli astri non sono la meta e nemmeno certezze rispetto la rotta da seguire, anzi possono anche portare lontano se navighiamo luoghi sconosciuti; tuttavia è meglio comunque dotarsi saggiamente prima dello strumento della ricerca di coerenza e dopo di imbarcarsi in qualsivoglia viaggio per qualsivoglia meta "fluida", come quella del digimondo, ben sapendo che la "canoscienza" (cioè la scienza della conoscenza oggi nota come epistemologia) si basa sulle domande infinite e non sulle risposte.
Ecco, un poco come il fabbro che "dona" (con la sua Opera) al contadino la zappa per dissodare il suo terreno, non prometto certo agi o successi a chicchessia. Mi limito a rimanere nel miserabile e non offro nulla di più che strumenti poveri e temi per riflettere. Chiamatela "deformazione professionale" se vi piace, anche se constato che il mio demone mi costringe a lavorare su un livello non ordinario dell'esperienza.
Ultima precisazione (lo prometto). La verità è sacra. Tuttavia nel momento in cui si fa ricerca di coerenza e il prodotto è confuso con la verità si trasforma lo stesso in un credo o peggio, in fede: per quel confine vengono "spente" le possibilità di riflettere. La Mente che mente non "permette" l'indagine e piazza una barriera emotiva di inaccettabilità. Funziona proprio così... Se vogliamo quindi sospedere la ricerca è un buon modo per dotarsi di punti fermi con cui ragionare e che vanno intesi però sempre come mobili (cioè mai definitivi). Ciò che "offende" la fede stabilisce i margini di accettabilità emotiva prefissata, tecnicamente con la ripetizione, la cui difesa supera agilmente l'innato senso di sacralità per la Vita e può andare molto oltre per produrre ogni comportamento (stile "l'esorciccio" ~ tua madre ciucia ca%%i all'inferno) sia concepibile. Tali margini sono fissati dal "sacrificio" (che va inteso nel suo senso più vasto e cioè qualsiasi comportamento rappresenti "rinuncia"). Per ciò è molto pericoloso fissare barriere mentali in via incosciente. Tuttavia è ciò che facciamo di continuo perché l'educazione scolastica (di matrice cattolica) ci spinge in quella direzione limitata. Naturalmente questo discorso andrebbe approfondito ma non è questa la sede. In generale possiamo comunque intedere qualsiasi ricerca nuomenica che tralasci la logica, la più povera e mendace che sia concepibile dal punto di vista "esotico" (=esoterico 😉).
Noi siamo circondati da illusioni. Ne abbiamo bisogno, come il pane. Se tentassimo sconsideratamente di farne a meno perché ci portano sulla strada cattiva, non potremmo fare altro che avvizzire o marcire (a seconda) come i cadaveri. Come ripeto spesso, noi possiamo anche fare a meno del sonno, ma non del Sogno. Non ci ricarichiamo dormendo ma specificatamente sognando. Non solo. La qualità e la durata del sogno ci ricarica e ci permette di affrontare la giornata. Il Sogno è come il respiro, non lo si fa tutto di un botto, ma a tratti, tra una pausa e l'altra. Se venissimo interrotti durante il Sogno ne subiremo peggiori conseguenze rispetto che essere interrotti nel periodo di pausa tra due Sogni.
Certo, c'è chi dorme poco e dice di non sognare. Ma è falso. Il Sogno è più facile da ricordare se il risveglio è lento e graduale. Chiaramente chi dorme poco non ha risvegli lunghi. Poi come ho detto un conto è dormire e un altro Sognare. Non è necessario dormire per Sognare. Basta chidere gli occhi e rilassarsi. Un "riposo" di circa venti~trenta minuti ogni 4 ore, eseguito correttamente, cioè con sufficiente grado di rilassatezza, permette l'integrale sostituzione con il normale riposo, senza conseguenze psicofisiche degenerative. Anzi...
Tuttavia la Vita che conduciamo di solito non è compatibile con questo genere di riposo che una volta stabilito (dopo un corretto periodo di transizione controllata) deve essere mantenuto. Perché tornare indietro (quello si) ha un costo psico~fisico enorme ed è pericoloso.
Noi allora viviamo stretti tra Regni idilliaci e tutti "provocatoriamente" illusori. Certo, la Pace e la Tranquillità, come quella in famiglia o che ci garantisce il piatto davanti la faccia e il tetto sulla testa. Anche certi passatempi, perché non c'è solo il bisogno greve, ma anche quello più leggiadro. Dato che poi come ho detto si "vive" (letteralmente) di illusioni e quindi è necessario di tanto in tanto concedersi degli spazi ove Regna il Sogno. Può essere per un amore, una passione anche veniale come un nuovo "giocattolo", ma anche semplicemente un momento di contemplazione. Per esempio in un luogo specifico come una galleria d'arte o l'orizzonte di uno splendido panorama "selvaggio". Non importa, ne rimaniamo necessitanti tanto quanto il resto e non solo. Come ribadisco la qualità e la durata non sono fattori secondari.
Ecco, il punto però è capire come i Regni dell'Illusione esercitano su di noi fascino. Partiamo da un concetto di base: non esiste epistemologicamente alcuna possibile distinzione nell'illusione tra vero e falso, buono e cattivo, brutto e bello. Non è possibile fissare alcuna distinzione. Perché ? In parte perché è mediato dall'identificazione che è ciò che ognuno di noi "crede" di essere. L'essenza materica, il corpo e l'esperienza che abbiamo fatto nel corpo. Questa identificazione è potentissima. Va al di là di qualsiasi volontà poterne disporre a piacere.
Essa non è mediata dal ragionamento, ma dal cuore che è il magnete che risponde all'illusione. Esso si accorda con la medesima. Per ciò se ci diverte andare al cinema per vedere un film dell'orrore, saremo attratti da quel genere di "divertimento". Non c'è limite alla forma di attrazione (o fascino) che possiamo subire. Soprattutto non esiste alcun limite morale applicabile alle regioni del Sogno. Ogni possibile è avverabile, indistintamente.
Tuttavia, come per la nave a vela, il vento può soffiare in diverse direzioni e sta poi alla nostra abilità di "marinai" manovrare per mantenere una certa rotta. Per esempio, se stimolati dalla paura, gestirla in modo che la stessa non finisca per gestire noi e la nostra attenzione, rendendoci implicitamente "diversamente" vulnerabili agli imprevisti del fato che magari con quanto ci capita non centrano nulla. Ad esempio fuggire subendo danno per qualcosa che non rappresentava nulla di "pericoloso".
Nel nostro Mondo, emergiamo da un lungo, lunghissimo periodo in cui questi meccanismi intimi, noti e stranoti da tempi immemori, sono passati in mani che era meglio proprio non fossero neppure tentati. Non solo costoro non hanno i numeri per poterlo fare, ma per loro questo rappresenta un danno indiretto estremo. Perché li priva di ogni possibilità di stabilire un qualsivoglia equilibrio verso l'ambiente. Insomma, sbroccano e di brutto.
E' più che dare in mano una pistola carica a un bambino inconsapevole. E' come dare un giocattolo con una pericolosità equivalente a una bomba nucleare in mano a quel bambino ed esortarlo a sperimentarne ogni possibile uso diversamente "divertente".
Se poi arriviamo ai balli sfrenati che celebrano massacri di massa o alle funzioni religiose che fanno strame di neonati per in modi sempre più creativi e "stimolanti", dal punto di vista della ferocia, non dovrebbe sorprenderci.
L'emozione comanda sempre. Tanto l'Anima giovane quanto quella più anziana. Tuttavia l'Anima giovane non cerca e non vuole essere "gestita" dalla logica, ma pretende di vivere "liberamente" la sua espressività emotiva, la sua propria "passione" o "divertimento". Come se ci fosse una pretendibile libertà in quel genere di espressione.
L'Anima in cammino invece, si rende conto che l'emozione è il più inflessibile (e terribile) dei tiranni. Per ciò inizia una lenta e dura risalita nel tentativo di trovare una quadra per gestire tutta questa prorompenza interiore che scaturisce (ahimé) in apparenza senza soluzione di continuità spazzando via ogni risibile idea (quelle che chiamo "ragioni ragionevoli") circa la nostra capacità di autocontrollo. La scolastica di matrice cattolica ovviamente interviene con la sua scienza dell'ignoranza (attiva) al fine di assirucarsi che sia mantenuto alacremente uno stato interiore miserabile spaventoso. Cioè proditoriamente confuso.
Come ? Semplice, si eliminano sistematicamente tutte le opzioni più desiderabili. Affinché poi rimangano solo quelle più miserabili tra cui "scegliere". Tipo "abbi fede e vedrai che sarai salvato". Indubbiamente fede e speranza danno forza inusitata che a volte, per certi passaggi, può avere un ruolo fondamentale. Se possiamo esercitarla d'altronde vuol dire che ha senso poterne disporre. Ma essa "funziona" solo nella disperazione e con l'esercizio della speranza. La prima nega un senso alla Vita e la seconda alla Logica. Quindi per avere "resistenza" inumana (per chi o per cosa ?!) si deve rinunciare a fondamentalmente alla coerenza e all'osservazione attenta.
Cioè si deve sprofondare nell'incoscienza interiore più buia e "sperare" che tutto vada al meglio. Ciò è possibile solo se si da all'esperienza una accezione negativa. Ad esempio: viviamo in una simulazione che è una prigione per la nostra Mente. Dio è malvagio. Questo Mondo è un Inferno dissimulato.
Ora, il punto non è cos'è il Mondo ma chi siamo noi nel Mondo. Topi dentro un labirinto di uno scienziato pazzo ? Non intendo questo. Se quel "noi", determina la cifra dell'esperienza che poi faremo, come tutto pare suggerire, allora il punto è un altro.
Qual'è il grado di distacco che sei in grado di esercitare rispetto la tua proiezione corporea ? Pensi davvero di essere il tuo corpo ? Fino a che punto ?
Se viviamo nell'Illusione allora la domanda non è peregrina. Illusione è il corpo, illusione è il resto... Non lo sappiamo, tutto rimane mescolato. Siamo necessariamene nelle condizioni di doverlo determinare con pochi e grossolani strumenti, ma saperlo è già un primo passo. Inoltre nessuno di noi può farlo per un altro. Ognuno avrà il suo viaggio e la sua meta.
Tutto ciò di cui possiamo essere certi è che l'Ambiente in cui ci troviamo è dominato da Baronie illusorie. Cioè fonti che cercano di limitare i nostri confini e la nostra immaginazione a loro uso e consumo.
Come d'altronde nella tradizione facevano i fatati e tanti altri personaggi delle fiabe.
Oh no ?