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Greta: come agisce il Male


GioCo
Noble Member
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Un tema che è poco dibattuto riguarda l'agito malevolo. Di solito si parla del Male come di un incarnazione, di un volto, di una qualche mostruosità, non di un agito. Quindi si parla invariabilmente della maschera o dell'attore, non della recita.

Ma cosa accade quando la maschera è qualcosa tipo "innocenza ferita"?

Noi fin da piccini impariamo a distinguere il Male come fosse un faccione da capra che ci guarda inespressiva da dentro una stella a cinque punte o una qualche ombra oscura indistinta e indistinguibile che appare sulla scena della vita nei vicoli oscuri o nelle notti tempestose. Tuttavia le manifestazioni statiche, come le fotografie, raramente vengno intese per ciò che sono, più spesso sono interpretate per come appaiono e questo singnifica invariabilmente "per ciò che ci è stato insegnato" debbano rappresentare. Diverso è invece stabilire il male nel suo agire e quindi in senso metaforico e narrativo più che statico e apparente poiché lo sforzo (tipicamente adulto) è quello di far uscire dallo schema statico dell'impressione ciò che invece appartiene alla saggezza. Per ciò se cambiamo prospettiva e ci poniamo quindi come termine di confronto l'agire e non l'apparire, la prima domanda paradossale che siamo costretti ad affrontare di nuovo è: cosa ci permette di distinguiere il Male? Saremmo tentati a dire che è la volontà. Ma persino il codice penale prescrive come punibile un atto involontario che procura comunque del danno, anche se con l'attenuante, perché esiste un principio che viene prima dell'intenzione a portare guasti nel mondo ed è il senso della responsabilità civile (collettivo o individuale adesso ci importa poco). Bene fa quindi Michel Onfray a ricordaci che prima dell'apparenza viene il senso di responsabilità, ma noi possiamo anche aggiungere in via più pacata che chi plaude i simboli statici alla "Greta" non fa il bene ma ne rappresenta l'apparenza.

Quindi ci siamo persi da qualche parte e a un certo punto il senso della responsabilità per strada (cosucce, eh?!) e putroppo adesso ci stiamo perdendo pure la distinzione formale dell'attenuante che viene dopo, perché capita sempre più spesso di vedere che azioni malevole volontariamente perseguite con pervicace determinazione da chiccessia (come l'apparire di Greta, uno bieco sfruttamento dell'immagine infantile abbastanza ributtante) non solo non siano punite in giusta misura e in via preventiva per evitare il suo cronicizzarsi nella società (vedi ad esempio multinazionali che scorrazzano per il mondo a consumare guai a dimensione globale come noccioline per poi farsi difensori dell'infantilità che hanno condannato) ma vengono persino elette come una opportunità (di sfruttamento anche peggiore). I recenti casi della condana di facebook che di fatto depista l'attenzione collettiva dall'abuso (freeware) del mezzo digitale o più in piccolino l'eroina ricca e tedesca che salva i migrandi con il culo degli italiani, sono buoni esempi. Ma ormai (purtroppo) qualsiasi notizia di fatto è un esempio di "buonismo di superficie" che possiamo portare a conferma della rinuncia al senso di responabilità.

Questo perché il concetto di giustizia (sostituito con un più spiccio "marketing della giustizia") sta seguendo esclusivamente la linea politica della convenienza del cretino di passaggio (facilmente manipolabile da qualsiasi criminale) e questo è semplicemente un disastro, non tanto perché non è mai stato così storicamente (tutt'altro) ma perché l'abuso di potere è arrivato al punto che di fatto viene minacciata la stabilità stessa del Governo.

Per ciò stiamo assistendo un po' al giochino delle sedie in politica (globale) e mi pare fin troppo evidente che chi rimane escluso dopo che è stato fatto Dio per qualche breve giorno (tipo un Renzi di turno, l'ennesimo Gobbo di Notre Dame) poi debba rimanere male perché non riesce più a farsi i ca%%i suoi come prima con il culo degli altri. Meno però mi pare normale che chi rimane nell'ombra, come ad esempio un Giuliano Amato (ex cassiere PSI, mai inquisito per l'accusa a Craxi di essersi intascato soldi pubblici) o Massimo D'Alema (il bombarolo dei poveracci) che sono stati protagonisti massimi delle pagine più nere della storia mondiale contemporanea ilcui inizia ha epicentro QUI in Italia, rimangano puliti come Colombe. Cito da opinione-pubblica.com: "[...] In quella nefasta primavera del 1999, con l’autorizzazione data dal governo D’Alema all’intervento militare e all’utilizzo dello spazio aereo italiano per i bombardamenti, è stato introdotto quello “stato di eccezione permanenteche ha sfigurato il diritto internazionale, modellandolo ad uso e consumo della NATO [...]" [il grassetto e corsivo e mio]. Tuttavia mi capita di entrare nei cessi e vedere Salvini e non D'Alema infilzato di coltelli. Cose che fatico ad accettare, ma che possiamo capire perfettamente.

Ma dicevamo del Male. Il Male in azione fa sempre tre passi e di questo ho già trattato in altri miei contributi. Ma per indurre a commettere il primo passo (e di questo non ho scritto fin'ora) il Male ha la necessità aprioristica di apparire come il bene o quantomeno di apparire ammaliante. Non può farne a meno perché se si facesse riconoscere per la cosa ributtante che in effetti rappresenta ne troverebbe veramente pochi di cretini da acchiappare, giusto quelli che adorano il sadomaso. E' un po' il principio del Leone e della Gazzella che non è quella cagata cosmica del "chi inizia a correre", anche perché io di Leoni che corrono non ne ho visti tanti nei documentari. Perché il predatore (fatte poche eccezioni) non corre, dorme per il 99% del suo tempo e quando caccia tende agguati che vogliono lo scatto più che la corsa, oltre che ovviamente la capacità di nascondersi e avvicinarsi alla preda stando nascosti. Per cui se il Leone è in bella vista, non c'è "la Gazzella che corre", ma infinite potenziali prede che brucano languidamente a un palmo dal naso del Leone.

Il Leone è pacifico e le Gazzelle pure perché se il predatore è visibile va tutto bene. Non solo perché il Leone non caccia ma perché questo tiene anche lontani gli altri predatori concorrenti. Se invece sparisce, ecco che dovremmo iniziare a preoccuparci. TANTO! In effetti se la preda non vede il predatore è in quel momento che rimane Vigile e in tensione. Non prima.

Noi (e intendo proprio noi Italiani) abbiamo invertito (e direi pure anche pervertito) questo concetto Millenario e con esso abbiamo perduto ogni senso della responsabilità. Per cui ci inquietiamo se vediamo il Leone (un Salvini di turno) che sbadiglia o ruggisce (ca%%ate qualsiasi) e ci rilassiamo davanti a un D'Alema o a una Greta, cioè quando il Leone non lo vediamo più, quasi avessimo adattato il vecchio adagio "occhio non vede cuore non duole" trasformandolo in "occhio non vede mente non si preoccupa". Ma il Male agisce comunque e quando agisce fa poi disastri nell'esatta misura in cui viene lasciato libero di agire.

Pensiamo ad esempio cosa succederebbe nella savana se il Leone potesse semplicemente alzarsi e servirsi delle Carni Fresche delle Gazzelle, senza che queste facciano il benché minimo gesto per imperdirlo, anzi, lo incoraggiassero pure a prendersi il meglio "in sacrificio". A quel punto la selezione inizierebbe a funzionare al rovescio, togliendo di mezzo gli animali migliori per lasciare quelli peggiori. Nell'immediato certamente il Leone ne gioverebbe, ma a tendere dovrebbe poi accontentarsi sempre più del peggio finché dell'Antico Leone non avremmo che l'immagine sbiadita e a un certo punto persino l'ultima delle Gazzelle, pur debole e disabile che sia rimasta, potrà con un semplice colpo di Zoccolo toglierci dalle palle per sempre il sacco di pulci e di merda che è avanzato dal Leone che Fu. Questa evidenza dal mio punto di vista descrive meglio di altre il Male.

Per ciò (ad esempio) la NATO dopo il costante downgrade non può che avere terrore del suo "nemico"; infatti se la NATO è quell'insieme di carrette, incompetenze, sprechi e corbellerie cosmiche che abbiamo sotto gli occhi, allora non credo che avremo da temere tanto una terza guerra mondiale, ma lo sputtanamento "eterno" degli irresponsabli "alla Renzi" che la governano, al primo accenno di guerra vera, indipendentemente da chi la comincia. Per questo secondo me Robert Fisk sull'indipendent sbrocca in questo articolo.

Certamente la politica dell'irresponsabilità porterà come molti temono a conseguenze drammatiche per il nostro mondo occidentale del marketing, delle immagini, dell'assenza di buon senso e del "free shopping" globale cretino alla radice, ma è davvero difficile immaginare adesso di quali conseguenze parliamo. Delle poche certezze che possiamo avere (la frammentazione digitale del network globalista è una di queste) c'è quella che in ogni caso la specifica componente maligna occidentale non potrà uscirne bene questa volta. Ciò che semmai dovrebbe preoccuparci è però il sacrificio che la sua dipartita richiederà a noi che siamo agganciati (da una parte) e cosa la sostituirà in futuro. A ben vedere, l'orizzonte non pare prospettarci nulla di meglio e di questo dovremmo essere preoccupati, non d'altro.


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