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Ho perso fiducia nel materialismo


GioCo
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 2218
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Questo vedremo e sentiremo nel futuro quando inizierà il processo di riforma culturale che oggi è ancora latitante: "ho perso fiducia nel materialismo".

Non ha importanza se si starà parlando di un materialismo filosofico umanista vicino al transumanesimo, di uno dialettico rivoluzionario vicino al populismo alla Mangiafuoco, o di uno spiritualmente miserabile, su misura per "l'uomo qualunque", vessato e stordito di simboli che alimentano psicopatie industriali e miti da supermercato, confezionato con il tetrapack. Non ha importanza perché semplicemente sparirà per sempre la demagogica sapiente e lucida follia tecnofrenica, fondata sulla fede nella propaganda e sui principi divini dell'ordoliberismo.

Sparirà perché finalmente sarà dalla maggioranza accettata come pura e semplice Religione Oscura e la sua morte ci farà conoscere finalmente la tecnologia di una scienza che oggi abbiamo smesso persino di immaginare.

Il concetto proprio di oggettività e di materialità verrà meno, non nel senso che sparirà dalla circolazione, ma che apparirà una specie di residuo bellico del passato, un ideale buono da ricordare al museo insieme con il cinema muto o l'era dei dinosauri. Non di meno, dato che i nostri pronipoti avranno la fortuna di non essere nati in un periodo infernale come questo, riusciranno a fare di molti di noi una specie di leggenda romanzata, un po' come noi facciamo con Tarzan o Ulisse. Perché la banale sopravvivenza incarnata dei posteri vuole non meno della virtù dell'Eroe per chi gli ha garantito l'esitenza. L'Eroe dei nostri giorni è colui che sarà riuscito nonostante tutto a guardare in faccia il Moloch al centro della religione dominante, senza morire o impazzire subito, per farne testimonianza. Ma ahimé siamo tutti ben lontani da un eroismo del genere.

Per quanto riguarda me, ho perso da tempo fede nel materialismo. Non di meno, come nel passato accadeva in area cristiana con il cattolicesimo, non è troppo saggio dichiararsi ateo in piazza e davanti ai suoi gendarmi, solo per glorificare cospirazione quando veniamo condannati al rogo di vanità ed orgoglio. Men che meno professare nuova fede. Amici, parenti e affetti, saranno i primi a farci mancare il loro sostegno, con la follia ma per ricambiare follia e per ciò, adesso come nel passato sono le solitudini, le stesse che ci rendono anche più fragili ed esposti, le uniche che ci concedono di guardare lontano. Ma un tempo, si poteva per lo meno immolare quella solitudine a una Grande Verità o anche accontentarsi di una piccola che fosse almeno verità. Come la stella polare nel cielo terso, la semplice idea forniva una rotta, un orientamento più sicuro quando la bussola collettiva vorticava impazzita in mezzo all'Oceano e nella Tempesta Magnetica. Oggi non solo non abbiamo stelle polari, ma siamo naufraghi in una zattera che sta insieme per miracolo, senza timone, remi o vele, sballottati nell'oscurità più totale da onde che forse nemmeno i dinosauri hanno mai visto. Per non morire subito di Terrore, ci siamo rinchiusi in una specie di fantasia cubica, come il Gatto di "Allegro non Troppo" ... Gatto profetico dal momento in cui rovescia il Re di Quadri insieme al Tavolo del @GioCo nell'illusione di abbondanza che svanisce.

Eppure non riesco a darmi pace e soprattutto ad accettare di sostituire la logica con la farneticazione. Come Alice nel Paese delle Stronzate, oppure come lo Scorpione Cretino e la Rana Idiota della fiaba che non prendono in considerazione accordi con il coccodrillo, evidentemente per una qualche forma inconfessabile di sadomasochismo subcosciente, mi guardo attorno e mi sento l'incarnazione del Gatto di "Allegro non Troppo", con la differenza che il posto pullula di altri gatti che non vogliono vedere macerie al posto dell'abbondanza, perché non vogliono alternative alle illusioni. Tra l'altro non posso espormi più di tanto, infrangendo la quinta parete, perché si rischia di Violare il Sistema, il Grande @GioCo che ci tiene tutti incatenati alla realtà virtuale e con cui tutti segretamente (come Pulcinella) amoreggiano, come una specie di Sindrome di Stoccolma Globale. Probabilmente Le Bon non ne sarebbe sorpreso.

Ma se non credo più alla Materialità e non ho più un punto di riferimento, come faccio a capire dove sto andando? Semplice, non lo stabilisco. Una volta appurato che ogni controllo nella Tempesta Oscura è illusorio, non ha senso farsi prendere dall'ansia d'avere perso le illusioni. Semplicemente cercheremo l'angolo più comodo che riusciremo a trovare per aspettare. Aspettare cosa? Ovvio, la fine della Tempesta, perché fino a quando domineranno le Farneticazioni Ubriache e la Follia Collettiva, consci della nostra totale impotenza nel riportare anche solo un poco di calma nell'Animo del Mondo, tutto ciò di saggio che ci rimane da fare è attendere più lucidi ed emotivamente tranquilli periodi.

Ovviamente una certezza ce l'ho, ma non perché sia ragionata, sia Vera o vera, sia creduta oppure idealizzata. Solo perché rimane oltre ogni ragionevole dubbio l'evidenza evidente di ciò che osservo adesso e adesso e ancora adesso, constatando in ogni dove che ogni realtà materiale si è fusa nell'illusione, come accade nello stato del delirio. Per ciò oltre ad essere cosciente che stiamo delirando perché "lo vedo Adesso", come a volte si è coscienti che stiamo sognando mentre sognamo, ho accettato la conseguenza di far parte del delirio, senza arrendermi alla malattia e per seguire l'assurdo che ci circonda con la curiosa ostinazione di un cronista paradossale, un cronista che scrive per il pubblico del "futuro" che forse mai ci sarà. Rispetto a prima, quando ancora credevo nel materialismo senza saperlo, non è cambiato quasi nulla a parte la coscienza della mia condizione. Brutto? Dio mio, certo che è Brutto, ma prima e nell'incoscienza era se possibile pure peggio, quindi la domanda sorge spontanea: che senso aveva stare nelle illusioni?

Semplice, l'evidente evidenza che non tutti hanno la velleità Vera (quella si!) di volere provare a diventare Eroi del loro tempo, tanto più se si tratta del tempo degli Eroi paradossali.


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