Notifiche
Cancella tutti

Intuizione Oscura


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2212
Topic starter  


Come ho scritto tante volte non mi ritengo un esperto in tanti argomenti che poi invece finisco per trattare. Questa velleità un po' farlocca di somigliare a Pico de Paperis, cioè all'equivalente di un personaggio inventato di Paperopoli che si diletta nella multidisciplina e pasticcia con il sapere che le persone del suo ambiente gli riconoscono, è allo stesso tempo una Vanità e una consapevolezza di non poterne fare a meno.

D'altronde cosa c'è di più Vanitoso che pretendere di riflettere e fare riflettere su argomenti del tutto marginali, sui dettagli e gli spazi vuoti? Per ciò invito sempre a non ingoiare troppo velocemente quello che scrivo, a cercare i tempi giusti e ad avere pazienza. Facciamo un esempio: per valutare la buona riuscita di uno dei miei pezzi, guardo due parametri. Uno è la quantità di visite ricevute e l'altro è se il pezzo è stato commentato (il contenuto del commento è per me meno importante della sua presenza). Invito spesso a commentare perché è funzionale a questi due parametri. Il ragionamento che c'è sotto è il seguente: quanti sono i lettori di CDC e chi sono? Quanti tra questi leggono gli articoli del Blog? Quanti sono quelli che possono interessarsi ai miei argomenti? Ragionevolmente una media che varia poco. Nel tempo ho calcolato che si tratta di c.ca 100-150 persone. La maggior parte di noi seleziona gli articoli in base al titolo, banalmente perché ci orienta verso l'argomento di nostro interesse, prefigurando il contenuto. Una parte di chi viene attirato dai titoli, smetterà di leggere l'articolo se giudica diversamente quando inizia a leggere. Quindi se ottengo diciamo 150 visualizzazioni, una certa percentuale sarà fasulla, non interessata. Diciamo un 10-30%. Una parte sarà di utenti nuovi rispetto quelli abituali e più facilmente anche se non proprio interessati vorranno lo stesso capire, approfondire, per esempio per farsi un idea del mio profilo. Diciamo un 5-10%. Comunque stiamo in una fluttuazione media di un terzo, appunto minore rispetto il totale. Tuttavia la percentuale che a me interessa è di quelli che ritornano sul pezzo perché lo vogliono rileggere. Quando accade, la media (per una logica conseguenza) tenderà a raddoppiare e quindi ad avvicinarsi alle 300 visualizzazioni. Ovviamente potrebbe anche essere banalmente che il titolo è particolarmente accattivante e indovinato e attira anche quella percentuale di lettori che frequentano il blog ma vedendo il mio profilo tendono a scartare l'articolo per mille ragioni. Questo però significa che un pezzo con 300 visualizzazioni avrà certamente qualche commento, in particolare critico, se ho attirato pubblico che tende ad essere critico verso il mio profilo. Se non ci sono commenti, in ogni caso quel pezzo mi "racconta" che il suo contenuto ha "funzionato", sia nel caso dei critici che di chi torna a rileggere. Non è una forma di valutazione certa, ma nel tempo può fornirmi indicazioni significative.

Come sono arrivato a questo ragionamento? Con la pazienza e l'osservazione costante. Non mi reputo "intelligente", nel senso comune che diamo al termine. Cioè non mi reputo "rapido" nel comprendere (la rapidità della risposta è uno dei parametri di base usati per misurare il Q.I.) e non mi reputo preciso. Tutt'altro, sono piuttosto sbadato e confuso, oltre che distratto e lento. Ma il significato che mi sento di dare all'intelligenza è anche un altro. Per me l'intelligenza si sovrappone totalmente all'intuito. L'intuito ha un legame strettissimo con quello che chiamo "corpo emotivo" e in particolare, più il corpo emotivo e stabile e definito, ha una sua forma ben radicata a terra, più l'intuito risulta fortunato e funzionale alle nostre necessità. Inoltre l'intuito richiede di seguire gli eventi, non di precederli o di post-cederli. Cioè funziona meglio se la nostra attenzione si concentra sul momento di "adesso". Come si può concentrare l'attenzione sul momento di "adesso"? Smettendo di pensare e iniziando a osservare (e parallelamente ascoltare). In altre parole smettendo di funzionare da trasmettitore di sapienza e iniziando a diventare ricevitore di sapienza, per esempio con la consapevolezza cruda della propria individuale abissale e incolmabile ignoranza.

Ma voglio fare di più in questo pezzo che cianciare stupidaggini generiche. Vorrei riprendere un argomento a cui avevo dato un certo spazio tempo addietro: l'oscurità del cosmo. Avevo scritto di come gli scienziati avessero difficoltà a spiegare come mai tra le stelle c'è il buio. In effetti l'oscurità del cosmo è abbastanza assurda, dato che è per lo più abitato da corpi luminosi e la luce si diffonde ovunque. La massa di polvere non è sufficiente a spiegare l'oscurità diffusa. Una spiegazione (per ora ufficialmente quella più accreditata) è che la velocità con cui il nostro universo si espande è più veloce della luce, soprattutto ai suoi margini, per ciò la luce non fa in tempo a diffondersi ovunque. Spiegazione abbastanza facile da smontare: dentro la nostra galassia le stelle non sono sparate via una dall'altra a velocità superiori a quelle della luce, ma io l'oscurità tra le stelle la vedo lo stesso oltre a vedere bene la concentrazione delle stesse nella via lattea. Infatti senza oscurità in mezzo non vedrei le stelle della via lattea, ma una massa luminosa con punti leggermente più intensi di altri. Quindi? Quindi la spiegazione è un altra.
Quale? Ecco, ve la posto qui, non per fare il figo, ma solo perché sia chiaro il valore dell'intuito e soprattutto il fatto che oltre a non essere misurabile, perché è legato all'estemporaneità, all'aperiodicità e alla rarefazione, apparentemente "caotica" del suo incedere, è anche esattamente la sovrapposizione perfetta di ciò che riteniamo "intelligenza".

Avete mai visto un vecchio film in bianco e nero? Cosa succede alla pellicola quando viene ripresa una fiamma? Che la stessa si vede nera. Quindi viene ritratta luce nera. Ciò che vediamo quindi tra le stelle non è assenza di luce ma luce nera, cioè energia che probabilmente essendo più veloce della luce stessa, la assorbe invece di irradiarla come accade con le stelle.

Come sempre, non so se questa è la Verità o anche solo una verità possibile, so solo che è una risposta più logica rispetto alla domanda che ci siamo posti "perché c'è oscurità nel cosmo"?


Citazione
comedonchisciotte
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 634
 

GioCo;100796 wrote:
Avevo scritto di come gli scienziati avessero difficoltà a spiegare come mai tra le stelle c'è il buio. In effetti l'oscurità del cosmo è abbastanza assurda, dato che è per lo più abitato da corpi luminosi e la luce si diffonde ovunque. La massa di polvere non è sufficiente a spiegare l'oscurità diffusa. Una spiegazione (per ora ufficialmente quella più accreditata) è che la velocità con cui il nostro universo si espande è più veloce della luce, soprattutto ai suoi margini, per ciò la luce non fa in tempo a diffondersi ovunque.

Che io sappia il problema è stato posto da tempo ed è noto come "Paradosso di Olbers".
Il paradosso è rimasto per lungo tempo inspiegabile, fino a quando (credo intorno agli anni '70 dello scorso secolo) si diffuse la teoria dell'universo in espansione, oggi comunemente accettata. La teoria dell'universo in espansione (che riporta ad un "big bang" originario) viene solitamente considerata capace di spiegare il buio interstellare.
In generale è un universo statico che risulta incapace di spiegare il buio. Solo in una situazione di universo statico e finito, che si richiude su se stesso, si ha il comportamento postulato da Olbers per cui qualsiasi osservazione del cielo termina alla fine su una stella. (O comunque su un corpo radiante, qui c'è un discorso un po' più complesso).
L'idea dell'universo che si espande a velocità maggiore della luce non mi risulta sostenuta da nessuno e potrebbe anche essere proibita dalle equazioni relativistiche. Comunque non ho seguito gli sviluppi più recenti.


RispondiCitazione
GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2212
Topic starter  

comedonchisciotte;240478 wrote:
Che io sappia il problema è stato posto da tempo ed è noto come "Paradosso di Olbers".
[...] L'idea dell'universo che si espande a velocità maggiore della luce non mi risulta sostenuta da nessuno e potrebbe anche essere proibita dalle equazioni relativistiche [...]

Evvabbene, se sono preciso sono prolisso se non lo sono non va bene lo stesso ... uffaaa ...
Mi limto a un copia e incolla: Un altra conseguenza impressionante è che, data una distanza sufficiente tra due galassie, la quantità di spazio che viene creata ogni secondo tra di esse è maggiore della distanza che si può coprire alla velocità della luce ....
Fonte: medium.com


RispondiCitazione
ignorans
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 305
 

Ma la luce si "accende" solo quando colpisce un corpo. Altrimenti è invisibile, è una vibrazione, un'onda. Dovrebbe essere lo "scontro" con un elemento materiale a renderla visibile, no?
In fatti, non "vediamo" la luce, ma vediamo ciò che viene illuminato.


RispondiCitazione
GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2212
Topic starter  

ottavino;240481 wrote: Ma la luce si "accende" solo quando colpisce un corpo. Altrimenti è invisibile, è una vibrazione, un'onda. Dovrebbe essere lo "scontro" con un elemento materiale a renderla visibile, no?
In fatti, non "vediamo" la luce, ma vediamo ciò che viene illuminato.

Ottima osservazione @ottavino: vedere o non vedere la luce non corrisponde alla sua presenza/assenza. Il punto però qui non è se la luce si vede oppure no, ma la sua presunta assenza. In particolare se l'oscurità tra le stelle è assenza di luce (come siamo portati a credere) o se invece indica la presenza di una radiazione particolare che assorbe le radiazioni nello spettro visibile. Tra l'altro faccio notare che le due ipotesi non si annullano necessariamente a vicenda: ci possono essere zone in cui effettivamente la luce manca perché non arriva. Comunque per entrare nel merito del tuo post, devo anche dire che non è proprio "esatto". Quindi per non incorrere ancora nella correzione di CDC che è sempre molto attento e sensibile a questi temi, preciso: la luce che ci colpisce e possiamo vedere è sia diretta (una fonte diretta è il monitor che hai davanti al naso, ad esempio) sia indiretta, come la maggioranza degli oggetti su cui rimbalza e che per ciò ci sono visibili (il vetro è poco visibile in quando la luce per lo più lo attraversa). Ma la natura della luce può essere o meno coerente. La coerenza è ciò che rende ad esempio una fonte di luce diretta invisibile se non guardata frontalmente. Se hai mai giocato in uno di quei "laser game" (tipo questo QUI) avrai notato come gli ambienti sono chiusi e riempiti di fumo. Non è un effetto scenico, ma un modo per rendere visibile il pennello di luce (=raggio laser molto debole) del fucile. Se non potesse riflettersi sul pulviscolo in sospensione rimarrebbe quasi del tutto invisibile, perché è luce coerente. La luce che proviene dalla stelle però non è coerente, come non è coerente la luce della lampadina che illumina una stanza. Quindi sono fonti di luce diretta ma comunque visibile a qualsiasi angolazione e per questo è lecito aspettarsi che non ci siano zone dello spazio "nere" (come non ci aspetteremmo piena di "spazi neri" tra le candele, una stanza riempita di candele).

Ma voglio cogliere l'occasione per aggiungere un pezzo perché mi viene il forte sospetto che lasciarlo implicito non sia una buona idea. Nel mio periodo infantile passavo l'estate in una casa di montagna isolata al centro di una valle dove mancavano tutti i comfort a cui siamo abituati. Niente riscaldamento, acqua calda, cucina elettrica o a gas, bagno, TV (non c'era segnale) e persino Radio (si prendevano solo 2 canali della Rai). L'unico "lusso" era la luce elettrica (esclusivamente IN casa, non fuori dove c'era solo foresta e campi coltivati) e l'impianto era abbastanza vecchio da non prevedere neppure prese di corrente. Tanto il carico non avrebbe retto e quindi non conveniva nemmeno provvedere. A volte venivano a trovarci dei vecchi contadini del posto che rimanevano con noi a giocare a briscola o a tombola fino a tardi. Venivano solo se c'era bel tempo e non portavano con loro torce o altre fonti di luce perché bastava il cielo terso: con luna piena si vedeva quasi come di giorno con il cielo coperto, ma anche senza luna c'era abbastanza luce proveniente dalle stelle per non perdere la strada e vedere dove si mettevano i piedi. Particolare non da poco, dato che si trattava di viottoli di montagna.
Per chi è vissuto in zone urbane, mai troppo lontano dalle fonti di luce artificiale come i lampioni stradali è difficile capire la differenza notturna tra un cielo stellato e uno coperto e immaginare che le stelle siano una fonte di luce fioca ma sufficiente a illuminare una strada. Forse anche per questo è così difficile oggi rendersi conto del perché il paradosso di Olbers (1826) e la costante di Hubble (1929) rimangano così significativi e critici per l'astrofisica.


RispondiCitazione
ignorans
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 305
 

Caro Gioco, la questione che hai sollevato non e' di facile soluzione, o forse non e' proprio "di soluzione"!
Percio' possiamo solo fare ipotesi, parlare della nostra esperienza o credenza, lettura, convincimento.
Di sicuro, il linguaggio ci conduce ad affrontare le cose "a pezzetti" , cioe' in modo parziale, frammentario, e questo e' gia' un problema.
Infatti, se ci mettiamo a parlare della luce e dell'oscurita' ci vengono a mancare tutti quegli elementi che "circondano" luce e oscurita' e che potrebbero illuminare il problema.
Siamo nei casini. La scienza non ci aiuta a risolvere il problema e il buio avanza. L'unica cosa che possiamo fare e' parlare dell' origine di luce e oscurita' perché forse risalire all'origine dei fenomeni ci costringe a chiarire i motivi della loro esistenza.
Dobbiamo, come novelli ebrei, andare alla "Genesi" Dichiarare una Genesi.
Quindi io dichiaro la mia.
I fenomeni dell'universo derivano tutti dall'espansione dell'universo medesimo.
Ma che cos'e' l'universo e che cos'e' l'espansione?
Non mi metto a scrivere troppo e vengo al dunque. La scienza vede l'espansione dell'universo verso l'esterno, ma non vede che c'e' anche un espansione "verso l'interno", cioe' ogni singolo "punto" dell'universo si espande anche verso se stesso. Questo genera una differenza di potenziale che in miliardi di anni da luogo alla materia, ad esempio, ma anche a un gioco interno/esterno per il quale cio' che e'interno va verso l'esterno e cio' che e' esterno va verso l'interno.
La luce e' un fenomeno che appartiene alla prima categoria. Quindi da un punto si irradia verso.... Dove? Verso l'infinito, verso il "vuoto". E infatti ritorna nel "vuoto".
Siccome questa e' la mia cosmologia, tenderei a escludere l'esistenza di una radiazione che assorbe la luce.


RispondiCitazione
GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2212
Topic starter  

ottavino;240498 wrote: Caro Gioco, ...
Siccome questa e' la mia cosmologia, tenderei a escludere l'esistenza di una radiazione che assorbe la luce.

Grazie @ottavino! Spero sempre in commenti come questo, anche se devo aggiungere che la deriva che ha preso questo post su un esempio che portavo, mi lascia perplesso. Il tema del buio e della luce era legato all'intuizione che è sovrapponibile all'intelligenza non a determinare cosa fosse il buio. Forse era un esempio infelice. Certo che ci ho messo pure del mio nelle risposte seguendo la corrente e andando "off topic" (fuori tema).

Mi sembrava però che l'argomento fosse anche denso di significati. Comunque, l'intuito tende ad andare fuori dalla cornice che siamo costretti ad applicare alla realtà per leggerla. Un po' come la classificazione di Linneo che si struttura in un certo modo bene ordinato e pare funzionare benone nel separare ovipari da mammiferi e poi ti trovi davanti a un "affare" come l'Ornitorinco che sembra fatto apposta da Dio per prenderti per il culo (pensa alla fatica di chi per una vita ha usato con successo quel modo di ordinare le cose e a come potrebbe reagire emotivamente nello scoprire uno scherzo della natura del genere). L'intuito è così, sconvolge le regole senza troppi riguardi per chi non ha piacere di vedere il suo mondo ordinato messo a soqquadro. Nel caso del buio ho tirato fuori la radiazione che assorbe luce perché è contro-intuitiva e poco mi importava che fosse "Vera" (scrivo continuamente che a me della verità non importa gran che): qualcosa che viene emesso da una fonte luminosa è difficile immaginarla come buio là dove noi il buio lo intendiamo come assenza. Facevo però l'esempio della fiamma ripresa da una videocamera in bianco e nero per dire che l'oscurità può benissimo essere intesa come una luce (l'intuizione era proprio questa). Ma la faccenda della luce nera non è una mia invenzione, è un mito antico oggi riportato in un concetto preso molto seriamente a livello accademico, soprattutto dopo che abbiamo iniziato a sospettare l'esistenza della materia e dell'energia oscura.


RispondiCitazione
fuffolo
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 686
 

GioCo;240501 wrote:
all'intuizione che è sovrapponibile all'intelligenza

Coincidenza e sincronismo


RispondiCitazione
ignorans
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 305
 

Uno scrive qualcosa, un altro legge e pensa a qualcos'altro.
"l'intuizione e' sovrapponibile all'intelligenza". Puo' essere. Ma c'e' anche la volonta', la memoria, il giudizio..
E soprattutto: chi e' che intuisce, giudica, ricorda?
"io"
Io, chi?
Non sara' tutto un'enorme meccanismo che ci travalica?
Come vedi il meccanismo non si ferma mai!


RispondiCitazione
Condividi: