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I tre passi ...


GioCo
Noble Member
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Non cerchiamo di immaginare l'Inferno. Le Lande non si immaginano. Se ci sei stato e ne hai ricordi anche vaghi, una sola cosa è ben chiara: l'angoscia insopportabile che non passa con niente. Questo non perché lo so, ma perché è l'evidenza evidente del significato attribuibile a un posto del genere. Noi dell'Inferno abbiamo fatto uno "show business" distorcendone il significato e c'è un motivo molto preciso del perché questo accade. Riguarda il principio contenuto nei passi che sono necessari per arrivare alla soglia e oltrepassarla.

Vedete, nessuno sano di mente oltrepasserebbe quella soglia, anche solo per tutto ciò che promana da essa e non può essere trattenuto. Ma se non sei sano di mente, oltrepassarla non ti condanna. Quindi? Dov'è il trucco?

Per approcciare il principio dei passi, un vero e proprio "vademecum" di magia nera, vi consiglio questa clip (min 1010) tratta da "I confini della realtà" e intitolata "All'inferno e ritorno". Quando le anime presunte condannate si avvicinano alle porte dell'Inferno si tranquillizzano, perché dall'esterno non appare tanto orrendo, ma è solo un modellino.

Noi quando pensiamo al Male, pensiamo a qualcosa di brutto ed è un errore fatale. La caratteristica principale del Male non è l'orrore che rappresenta, ma il fascino. Dallo Zombie, al Vampiro, dal Drago al Negromante, ciò che rende queste icone potenti non è la repulsione che suscitano in noi, ma il fascino che esercitano su un aspetto della nostra energia. Il fascino della promessa. Credo sia fondamentale approfondire questo lato oscuro del rapporto con il mondo materiale, perché ora sono in grado di sostenere che il Male non è Umano, non lo è MAI stato ed è esattamente per questo che esercita su di noi quel fascino. L'orrore quando tale, non avverte nessun fascino verso il Male, ma assume su di se un identico fascino che lo attira verso quel bene, cioè quell'aspetto della perfezione che gli manca. Ad esempio l'icona classica di Dracula minaccia la verginità, il licantropo il legame affettivo, lo Zombie il rapporto sociale. Ognuna di queste figure è istintivamente attratta dall'aspetto che ha perduto e che incarna nell'orrore che rappresenta.

Ma cosa stiamo indicando quando parliamo del "Male"? Togliamoci dalla testa un attimo le forme e guardiamo unicamente i comportamenti. Male potrebbe essere un atto compiuto da un malvivente in un vicolo buio ma anche una madre che pensa di punire il bambino per il suo bene, ma lo fa ingiustamente provocandogli un trauma. Male quindi non appartiene all'Uomo, ma a una interferenza. Si tratta di una categoria di fenomeni che intervenendo nel flusso del tempo impediscono la manifestazione della perfezione. Quindi non è di qualcuno che parliamo, piuttosto di qualcosa.

Ora immaginiamo che questo qualcosa non abbia niente da offrire. Cioè l'unica cosa che può offrire concretamene è "il vuoto". Che di nuovo se ritenessimo equivalente a "niente" commetteremmo un altro errore fatale. Il vuoto non è niente, ma una mancanza di qualcosa. Se amo i miei genitori, questo amore sarà più intenso quando verranno a mancare. Il vuoto per ciò non solo non è affatto "niente" ma è proprio ciò che su di noi esercita IL fascino. "Horror vacui" diceva la fisica aristotelica, ma Torricelli dimostrò il contrario inventando il barometro che non ci disse soltanto che la materia non ha orrore dimostrando che il vuoto era parte dei fenomeni fisici replicabili ma che è anche un attrattore apparente, cioè esercita una forza che si oppone in misura equivalente alla pressione dell'ambiente. In altre parole riuscì a dimostrare che non era il vuoto ad avere una sua forza come sembrava, ma era l'ambiente che gliela forniva.

Ora, questo concetto appartiene a tutto il vuoto. Esso per ciò non ha una forza sua, la deve prendere dall'ambiente e se andate a spulciare i libri di magia nera è esattamente questo che troverete scritto. Ci viene ripetuto in ogni racconto fantasy. Tuttavia rimane abbastanza ovvio che non posso andare da uno è fascinarlo perché vada all'inferno dandogli in cambio del vuoto. Anche solo immaginarlo è abbastanza ridicolo. Quindi? Come si procede? Devo fare in modo che la spinta me la fornisca lui. Per capire il concetto proviamo ad estremizzare. Immaginiamo di vivere in un mondo paradisiaco, dove non manca niente. I bambini felici colgono come gli adulti i frutti spontanei che maturano abbondanti tutto l'anno in una natura che per quanto selvatica e rischiosa rimane però praticamente innocua per l'Uomo. Nel senso che a prescindere dai pericoli, l'Uomo è Signore e Padrone del suo Tempo. Al punto che abbandona il corpo come, quando e dove decide. Però un brutto giorno tutto l'ambiente cambia. Il motivo non ci importa, un incendio o qualche altra catastrofe, il motivo è secondario. Ciò che importa è che i frutti abbondanti e spontanei che garantivano prima l'autonomia nel sostentamento alimentare ora sono scarsi e non garantiscono più niente. Dopo un certo periodo di penuria e dopo diverse esperienze abbastanza traumatiche, in quello che ora definiamo "il Villaggio" (un termine specifico delle Lande che indica un luogo dove la disperazione è il risultato dell'esercizio di una pressione ambientale) arriva un distinto e affabile personaggio. Egli è detto in gergo "il benefattore". Porta la promessa di cibo abbondante e con essa il ritorno a una situazione di benessere. Cosa chiede in cambio? Niente, semplicemente che gli si riconosca il valore dell'intervento. Secondo Voi c'è qualcuno che potrebbe dire "no, preferisco morire Male"? Ecco, diciamo che però qualcuno, il classico rompica%%o complottista di merda, giusto perché porta rogna come ogni rogna che si rispetti, sospetta Male. Il ragionamento può essere più o meno questo: "Com'è che non l'abbiamo mai visto prima? C'è forse un collegamento tra questo benefattore e la catastrofe che ci ha travolti?". Ovviamente la maggioranza assoluta dirà che questo cagaca%%o va ascoltato, ma sarà la prima ad avere staccato la spina ancora prima di averci provato. Cioè nutrirà finalmente speranza dove prima c'era solo disperazione e quindi sarà ben felice di dare al nuovo venuto tutta la fiducia di cui dispone "spontaneamente" come i frutti di cui ha goduto fino a un certo punto. In fondo, quale motivo avrebbe di dire il falso questo sconosciuto? Se anche fosse, lo si può accertare facilmente. Poi non è forse vero che le piante hanno donato gratuitamente i loro frutti? Per ciò qual'è il motivo di sospettare che questo individuo non possa altrettanto?

Se vi state chiedendo dov'è la fregatura, siete dei cagaca%%o e dovrete abituarvi. Perché è questa purtroppo la posizione scomoda di chi "ci vede bene" ma ignora. Tendenzialmente il cagaca%%o è colui che alla prima verifica crolla. Se infatti state pensando che il benefattore non porterà quanto promesso, un altra volta ancora commettete un errore fatale. Se lui si presenta al Villaggio è esattamente perché darà quanto promesso, ma niente ci dirà da dove l'ha tirato fuori. Pensate al trucco del prestigiatore che fa saltare fuori conigli dal cilindro. Se mangiamo conigli per noi è una splendida notizia. Tuttavia vi faccio notare che nessuno tenderà a pensare: "ma i conigli da dove li prende?". Tutti cercheranno il trucco e non si interesseranno ad altro. Perché? Perché non siamo padroni dei pensieri, ecco perché. Andiamo avanti.

Il benefattore ha due compiti: il primo è il più importante e riguarda il primo passo. Banalmente convincere che lui è effettivamente ciò che dice di essere. Il secondo compito è più delicato ed è massimizzare il profitto. Cioè fare in modo che gli scettici si convincano come e meglio dei persuasi che lui è il benefattore. Ne farà se riesce addirittura i suoi fedelissimi. Quindi se siete dei cagaca%%o sarete anche attenzionati speciali da parte del benefattore, il quale dirà che lui è davvero buono buono dentro e lo dimostrerà non solo permettendo che la critica gli venga mossa ma anche dandovi degli incarichi di prestigio per amministrare i beni che lui dispenserà con tanta generosità proprio per dissipare da voi ogni dubbio. Di nuovo, dov'è la fregatura? Ma è ovvio, se si segue l'evidenza evidente è quello che ci viene messo sotto il naso e che per il solo fatto che brilla come il sole, noi non lo consideriamo, per effetto della mutua esclusione. Non serve considerare ciò che è ovvio per la mente, perché è un inutile spreco di energie. Ma per il benefattore (come per il prestigiatore) non solo non è inutile, è indispensabile.

La mossa del primo passo è quella del favore. Bisogna sempre (dico sempre!) essere totalmente a favore per ottemperare al legame satanico. Se qualcuno afferma che il benefattore è un pe%%o di merda, egli sarà totalmente d'accordo, per non offrire alcuna resistenza. In altre parole perché la fascinazione abbia luogo, il vuoto deve usare l'ambiente per attirare a sé ciò che gli occorre e lo fa con ciò di cui l'ambiente dispone. Una volta ottenuto il favore degli abitanti del Villaggio (se non proprio tutti, almeno la stragrande maggioranza) esso ha creato il primo recinto. Cos'è? Ma è banale, la dipendenza dalla sua benevolenza. Se nutri il cavallo, mentre gli dai la biada e lui è intento a strafogarsi con il muso dentro la mangiatoia con tutta tranquillità gli costruisci attorno un bel recinto di modo che quando tenterai di domarlo, esso non potrà scappare e sarà più facile insistendo farlo desistere dal "fare il ribelle". Parliamo di una forma di possessione tecnica. Il recinto in questo caso è mentale ed è la dipendenza dalla generosità del benefattore. Fin'ora non abbiamo ancora visto il volto orrendo del Male. Solo abbiamo intuito la fregatura, offrendo poca o nessuna resistenza alla sua benevolenza. Dopo un lasso di tempo opportuno, vicini all'esaurimento delle scorte (e già, non lo avevate capito?) il benefattore inizierà una speciale campagna di "divide et impera". Il motivo è abbastanza intuitivo: le scorte non sono infinite, non si rigenerano come i cicli della natura e bisogna dividere i fedeli dai meno fedeli. Mettendoli opportunamente l'uno contro l'altro. Destra e sinistra, male e bene, fedeli e infedeli, giusto e ingiusto e via così. Quando pensiamo alle scorte dovremmo avere però una percezione molto allargata, l'esempio del cibo è limitato. In altri miei interventi ho portato l'esempio dall'esaurimento di un altro bene, lo spazio disponibile che è definibile ai giorni nostri dalla proprietà privata garantita da un governo centrale (se è garantita). Ma in effetti, anche la ricchezza di beni materiali, i rapporti sociali, l'informazione sono tutti esempi buoni di beni che possono essere oggetto di ricatto.

Ho già detto che la politica è l'arte del ricatto. Ecco, se dipendi da qualcuno o da qualcosa per avere ciò che ti occorre, qualsiasi cosa sia ciò che ti occorre, esso ha su di te un potere di ricatto automatico. Perché ti darà quello di cui hai bisogno secondo la sua personalissima opinione che può tranquillamente non coincidere con la tua necessità di soddisfacimento di quel bisogno. Non ha importanza che sia giusto, perché dal momento che hai delegato a lui il beneficio di distribuire il bene, non c'è un altro modo per ottenerlo se non rivolgerti al benefattore e sperare che ti accontenti. Se ad esempio l'informazione viene veicolata da internet, poi non ci sarà un altro modo per ottenerla. Più si usa internet (in questo caso internet riveste i panni del benefattore) più si dipende dai suoi capricci.

Ora siamo davvero pronti per il secondo passo che dovrebbe essere già chiaro: dominare, possedere gli abitanti del Villaggio. Ora il benefattore mostra il volto dell'orrore, ad esempio era un vampiro e inizia a chiedere vergini. Ma non a tutti e non indiscriminatamente, solo ai suoi fedelissimi che saranno incaricati di procurargliele e lo faranno, lo faranno perché la loro relativa posizione di vantaggio li illude di essere relativamente al sicuro dai capricci del benefattore. Ovvio che non lo sono, ma di nuovo lavora la mutua esclusione: piuttosto che considerare l'evidenza evidente che il benefattore non è affatto ciò che dice di essere e avvisare tutti come sarebbe logico, si cede all'idea del Male minore. In fondo con tutto quello che ha fatto per la comunità, un piccolo sacrificio si può anche fare ed è giusto che questo suo "vizietto" sia tollerato. Ma le pretese del benefattore non fanno che aumentare e qui vediamo bene come procede il secondo passo. Non viene chiesto subito a tutti l'impossibile, ma a pochi prescelti (una parola che dovrebbe far tremare i polsi a chiunque la sente) un piccolo sacrificio per tutti. Qualcosa che si può accettare e che poi viene piano piano aumentato con la tecnica nota della rana bollita, finché tutti accettano al Villaggio di buon grado "il sacrificio". Pur di non tornare alle pene pregresse, s'intende. Ma qui il benefattore ha ottenuto un altro vantaggio a partire dal vuoto. Prima aveva ottenuto la fede perché si era dimostrato un effettivo benefattore e nessuno era riuscito a smascherare il trucco da abile prestigiatore. La fascinazione era quindi il primo ma indispensabile passo per arrivare al secondo passo che era svelare (inizialmente solo parzialmente) la velleità di dominatore che lo ha mosso fin da principio, in modo da mantenere intatto il legame di fiducia instaurato, senza però doversi più manifestare necessariamente solo come benevolo. Il Male si libera quindi in fretta del vincolo iniziale e avverte il profumo inebriante della libertà di manifestare la sua natura. Questo lo manderà in estasi e lo renderà estremamente famelico. Chiamerà questo esercizio prevaricatore "potere" anche se esprime sempre nell'intimo la sua totale impotenza e la sua dipendenza dal posseduto. Tale potere comunque viene sempre espresso secondo la misura del capriccio che è destinato a divenire brama insaziabile, cioè a crescere senza freni, non secondo saggezza!

Tuttavia non siamo ancora entrati nell'Inferno. La resistenza alla prevaricazione del benefattore al Villaggio diventa una componente naturale. Ma inutile, perché tanto anche la ribellione dipende dal suo capriccio, come tutto il resto. Se ci si ribella in internet non si fa che rendere il benefattore più forte perché scrivendo che è un mostro, si dimostra però indirettamente che è sempre lui a permettere che si scriva che è un mostro. Quindi nel contrastarlo con i mezzi che ha fornito, si finisce per dipendere sempre di più dalla sua benevolenza anche se ormai è apertamente benevolenza satanica. Se si può sfuggire esteticamente all'idea lottando per la libertà, a livello incosciente l'evidenza evidente di doverlo fare dentro un recinto che è sempre e comunque stabilito dal dominatore sarà talmente schiacciante da non lasciare scampo.

Quindi il terzo e ultimo passo, entrare ufficialmente a far parte dell'orrore sarà fatto esclusivamente perché questo (paradossalmente) dipende dalla promessa. La promessa che cedere ci fornisce ancora margini di benevolenza, se non per noi almeno per coloro a cui vogliamo bene. Ovviamente ci toglie solo forza reattiva per rigirarla a favore del benefattore che di suo (lo ricordo) non ha che vuoto e quel vuoto mira a corrompere l'idea di integrità che noi possediamo di noi stessi. Ma questo non toglie che davanti alla necessità di scegliere, ad esempio se proteggere i figli cedendo al ricatto del mafioso che ti chiederà qualcosa che solo l'Inferno può chiederti di fare, lo farai per il loro bene, sperando che ne restino fuori, se non del tutto almeno in parte. Pia illusione ma comunque sfruttabile. Io lo so, voi lo sapete, che detta così la reazione sarà: di sicuro non accetterò MAI una cosa del genere! Il trucco al terzo passo è modulare correttamente la promessa sull'obbiettivo. Nell'evidenza evidente non sarà rispettata nessuna promessa e questa è l'unica certezza ma che proprio per lo stesso meccanismo di mutua esclusione, pur di non riconoscere questa evidenza se ne accetteranno le richieste. Tutte e senza limiti. Tipo: se entri all'inferno poi ti faccio uscire, oppure è solo per questa volta, oppure è solo per poco tempo, oppure ancora è solo perché sei tu. Girandolo nel concreto: chi è disposto a rinunciare adesso al cellulare?

Ecco, il terzo passo è solo la promessa che nel caso specifico del cellulare è la promessa di un futuro migliore. Ci chiede nell'immediato di accedere ai dati personali e di farci quello che gli pare, ma in cambio di un futuro migliore per tutti. Il trucco del terzo passo è sempre modulare la promessa in modo che nonostante sia evidente che è satanica, dentro, nel profondo, sappiamo già d'averla accettata come in un sogno, per ciò il nostro passo è già oltre la soglia dell'Inferno e nemmeno ce ne siamo resi conto. A lato faccio notare una cosa: in questa fase sono gli obbiettivi a dominare. Ci si deve convincere che l'obbiettivo è indispensabile. Se no, se non si pone nel futuro una meta da raggiungere, non si accetta la contropartita della promessa. Chiaramente questo non vuol dire che perseguire un obbiettivo è comunque satanico, il problema al solito è l'abuso e soprattutto nel sostenere un vincolo che per noi è a prescindere da ogni valutazione la dipendenza incontestabile dal benefattore.


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