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Il mio modo di dire "Buona Pasqua"


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Alcuni anni fa, quando iniziava ad emergere con prepotenza il fenomeno internet e con lui i nuovi network, come ad esempio Byoblu, tutti quelli che avevano un minimo di successo in internet non facevano che esaltare i suoi aspetti meravigliosi.

Fu proprio nel pieno dell'euforia che il nuovo mezzo d'assalto all'informazione mainstream forniva che iniziai a martellare con un concetto semplice ma efficace: internet non è la soluzione ma il problema. Oggi in tanti hanno iniziato a mangiare la foglia e capire (in parte) qual'è la fregatura di utilizzare un mezzo come la rete per concentrare la libertà di espressione. Oggi vediamo infatti come Cristo nel mito (o se siete credenti la Storia narrata nel Vangelo) le persecuzioni che la libertà di espressione subisce. Se volete dargli un corpo, potrei indicarvi Assange, ma in verità la lista è infinita e i trattamenti riservati in futuro sono già sotto gli occhi di tutti e sono irreversibili come lo è una guerra, perché siamo in guerra e ogni cosa che vi circonda sta cercando di impedire che si veda con chiarezza. Allora ripeto: internet è il problema non la soluzione. Chiunque possa, creda, pensi anche solo per un attimo che è in internet che troverà le soluzioni per la sua angoscia, vi rimarrà incollato senza scampo ancora prima di rendersene conto.

Io seguo il volere del mio demone che mi impone di lasciare nella rete questo veleno. Ciò che leggete è come un veleno, una bevanda dai significati abbastanza amari e abbastanza tossici da allontanarvi dalla dipendenza. Non è piacevole, non garantisce il risultato, non ha a che fare con la verità, come una medicina pericolosa che non va presa se non abbiamo la malattia che la medicina cura. Non è da prendere senza precauzioni, perché sempre va bilanciato il danno con il beneficio. Per ciò parlo spesso di amore e di gioia e ripeto continuamente che non sono contro niente e nessuno, mi limito a descrivere. Per me Cristo rappresenta un esempio eccellente della stessa identica mediazione (emotivamente logica) e rimane per ciò una guida chiara imprescindibile. Perché seguo i dettami di una logica emotiva che è schematica ed entro i suoi schemi ferrea. Non può sbagliare, soprattutto in quella disciplina che è il governo dell'attenzione e in quella esperienza che ognuno sperimenta di continuo come "evidenza evidente".

Personalmente mi sono spinto un poco oltre nel cercare di descrivere quello schema "in moto", cercando di isolare il suo "naturale" movimento. In altre parole mi sono chiesto a cosa servisse quello schema e perché ci condiziona nel modo in cui ci condiziona. Prima di tutto ho dovuto applicarlo per verificare che fosse predittivo. Questo è un metodo di validazione molto prezioso che consente di introiettarlo e riconoscerlo. Più lo si usa e si capisce la sua portata, più acquistiamo fiducia della validità dell'intuizione. Quale migliore occasione della dipendenza dalla rete? Oggi il fenomeno è sotto gli occhi di tutti e l'evidenza è tanto evidente da avere smorzato parecchio gli entusiasmi iniziali. Oggi la rete è sotto attacco perché la gente inizia ad avvertirla distintamente come un problema, una forma di invasione del corpo sociale, inizia a sviluppare adesso gli anticorpi e a reagire in modo anche violento. Quindi la rete inizia a reagire per difendersi dagli anticorpi. Da qui ne deriva gran parte del malessere, del disagio e del forte rifiuto di tutto quello che accade. Chi si sente male e non è "sereno" sta cercando di guarire, anche se manifesta spesso questo disagio in modo disordinato. Chi è più "sereno" è agisce in qualsiasi modo per difendere la tendenza, cioè "più infrastruttura", è la malattia nella sua manifestazione più concreta, il "portatore sano" di un malessere che sta erodendo tutte le basi del consenso collettivo.

La parola chiave quindi per questo secondo step è "infrastruttura" e non è ancora entrata nel lessico condiviso, quindi nel meccanismo generale del nostro sistema immunitario (sia individuale che collettivo). Mentre ormai molti neo-network "più seri" in rete devono prendere in considerazione almeno l'evidenza che la rete non può risolvere i nostri problemi e ne denunciano per ciò con sempre maggiore puntualità le pecche, perché la rete non ci è stata "donata" per combattere le frottole del mainstream ma per esasperarle, l'infrastruttura è cresciuta fino a connettere la massa più globale e adesso usa il suo potere capillare per inoculare la malattia della dipendenza. Come la zanzara inizialmente agisce "leccando" delicatamente, così nessuno se ne accorge e poi quando inizia il disagio la stessa oramai ha compiuto la sua opera e l'infezione è l'unica cosa che ci rimane da combattere. A quel punto se non gratti muori dalla voglia di grattare e se gratti soffri. Come internet: se stai lontano, muori dalla voglia di usarlo (anche solo per un pochino) ma se ti abbandoni al piacere che rappresenta (dopamina) segue il disagio che accresce insieme alla voglia di stare incollato "per averne sempre di più" anche se sai che fa male. Qualsiasi dipendenza da stupefacente segue lo stesso schema. Fate i vostri conti.

Ma devo aggiungere un pezzettino. La rete è divenuta popolare quando tutti gli altri canali sono stati depotenziati apposta, seguendo gli stessi schemi (Berlusconi e drivein ad esempio) appena descritti, per costringere la massa di consumatori a rivolgersi ad altri mezzi di comunicazione (smartphone) pensando di fare la furbata. La TV era più che sufficiente come mezzo di intrattenimento e dipendenza emotiva per plasmare lo stile di vita delle persone e questo è stato ampiamente dimostrato, ma siccome non forniva un reale scambio di informazioni, paradossalmente tutelava l'utente finale, perché il trasmittente non aveva idea di come veniva usufruito il canale se non con metodi abbastanza grezzi come l'audience (sorta di campionatura dei gusti dei telespettatori). Dal momento che internet ha richiesto esplicitamente che l'utenza non fosse più passiva è stato facile raccogliere quelle informazioni in modo diretto e preciso, non campionato ma totale. Bastava fare in modo di connettere i dispositivi di input (come la tastiera e il mouse o il più moderno touchpad) è il trasmittente poteva registrare direttamente le reazioni dell'utenza agli stimoli ricevuti. Un oceano di dati si è così riversato nelle casse dei padroni del discorso che hanno iniziato a cumularli ed elaborarli al fine di vincolare i nostri comportamenti al mezzo, modellandoli con tecniche più efficaci secondo le loro esigenze. Fin qui niente ancora di Male, rimane entro la bolla relativamente rassicurante del marketing. Il Male arriva con il delirio di onnipotenza. Questa nuova tecnologia non poteva rappresentare niente altro che una tentazione irresistibile per qualsiasi novello dittatore del futuro sufficientemente furbo (tipo Renzi che sostituisce le TV di Berlusconi per intenderci) e potente. Tuttavia non tutti si sono trovati nella condizione ideale per pretendere di esercitare la tecno-dittatura su scala globale e il confronto di "idee" differenti su come sfruttare questa occasione ha scatenato una guerra interna che attraversa tutte le plutocrazie. Dico subito che le ricette non riguardano minimamente la sostanza, solo alcuni "dettagli" di superficie.

Arriva quindi Xi Jinping che rappresenta UNA faccia di quella dittatura, con i suoi pro e i suoi contro. Il Panda umano è colui che promette a tutti che il suo è un modello rispettoso verso chiunque, per quanto piccolo e modesto sia quel "chiunque". Ma in verità è una gioiosa versione distopica del "se non la pensi come me sei morto". Notiamo con stupore come i network principali non colgano la sfumatura delirante. A proposito di delirio, l'altro volto non è Trump ma un plutocrate più defilato: Laurence Douglas "Larry" Fink. Attuale amministratore delegato della BlackRock, "solo" la più grande società di investimento nel mondo con sede a New York. Fink è un megalodonte che nuota in un mare di squali (che non aspettano altro se non di prendere il suo posto) e sa perfettamente che nonostante la sua forza economica sia superiore di ordini di grandezza rispetto ai suoi nemici diretti, cioè i concorrenti plutocrati di paesi totalitari come la Cina, egli non esprime il modello sociale più efficace per ottenere la vittoria in questa guerra a meno che non eroda le relative libertà concesse dal diritto universale.

Questo lo mette contro parecchia gente. Per questo Fink aveva bisogno di una marionetta al posto giusto al momento giusto. Trump era perfetto e lui ha intuito subito che era l'Uomo che cercava (il "Renzi" d'oltre oceano) non perché "agisce secondo la sua volontà" (per quello Hillary era più che adatta) ma perché a differenza di qualunque altro candidato fa esattamente quello che deve: promuove meravigliosamente l'infrastruttura come mezzo per risolvere "i guai del mondo" sparando tweet come cannonate e conquistando il favore di quel ceto basso che vuole reagire e che si può accomunare per tanti versi ai cinesi che cercano riscatto dalla miseria delle campagne. Il veri nemici interni di uno come Fink sono persone come Assange che rappresentano lo zoccolo duro del pericoloso (per lui) di depotenziamento della richiesta di "più infrastruttura" da cui dipende strettamente il grado del suo successo. Assange non è quindi attaccato come giornalista ma come uomo che ha messo la rete contro la rete. Il nemico esterno di Fink è Xi Jinping e in modo minore tutte le altre realtà totalitarie emergenti, come la Russia di Putin e l'India di Modi. Il totalitarismo strisciante è quindi di nuovo storicamente l'antagonista principale della plutocrazia mercantile. Da qui il problema del confronto ideologico tra "Nazione" e "Mercato" e la guerra in corso tra queste due ideologie che pensavamo di avere sbattuto nella soffitta della storia. Sono solo cresciute a livello globale e per comprendere tutti e tutto.

Fink deve stare attento più ai suoi nemici interni che a Xi Jinping, mentre Xi Jinping deve stare attento più a Fink che ai suoi nemici interni ma entrambi navigano a vista. I due modelli sono in pieno scontro ed è chiaro che l'uno sta studiando l'altro su questo colossale ring planetario dove si svolge la guerra e ognuno lo fa al fine di sferrare il colpo fatale che possa mettere più rapidamente possibile k.o. l'avversario. Non siamo nella fase in cui i contendenti possono permettersi il lusso di fare errori: le guardie sono alzate e siamo solo all'inizio del match. La campanella ha suonato da poco.

Ora, in questo quadro (che vorrei qualcuno smentisse ma temo sia impossibile) arrivano agenti speciali molto pericolosi. Più pericolosi del totalitarismo strisciante "che valorizza anche il più insignificante" e dell'ideologia plutocratica del mercato che suggerisce "per il nostro bene" qualsiasi cosa assurda gli passi per la mente, fa in modo che sia desiderata e quindi cavalca quel desiderio.

Si tratta dell'Uomo qualunque che si spende per il bene del prossimo in rete, volendo fare informazione per "dire la verità". Prendiamo ad esempio questo Youtuber che ha molti follower e quindi può trarre profitto direttamente dai video che pubblica. Si tratta di un abilissimo comunicatore, divertente e capace di instaurare per tramite del suo personaggio virtuale un forte magnetismo teatrale. Ecco, il primo dato è come tratta "tutti quelli che non la pensano come lui". Gli da del bamboccio, certamente dietro il velo della satira, ma questo va bene se l'argomento è serioso, appena l'argomento diventa serio il messaggio si trasforma in una bomba emotiva che ci esplode nel cervello. Non è necessariamente voluto da questo signore, ma viene cavalcato da Youtube che ne esalta al massimo gli effetti pratici (riducendo di contro la visibilità di messaggi che vanno in direzione opposta). Questo di rimando esalta questi personaggi della nuova era virtuale che avvertono di avere un potere effettivo, concreto, sulle opinioni della massa e lottano per sostenere le loro posizioni. Ma ce lo hanno solo finché viene loro concesso, cioè solo finché fanno comodo. Non appena dovessero esprimere pareri discordanti e nella misura in cui sono giudicati pericolosi, vengono marginalizzati o persino espulsi dall'infrastruttura e incarcerati (come Assange appunto). @GioCo forza per loro adattarsi e obbligatorio, quindi lanciare messaggi il più possibile appiattiti su quelli ufficiali diventa "un dovere", come quello del soldato. Un "dovere" in cui credere e per cui combattere. Il loro compito è quindi di rendere il più possibile efficace il messaggio ufficiale, decorandolo come piace al pubblico, al fine esclusivo di allargare la base del consenso e indirettamente quindi del consenso del mercato che possiede l'infrastruttura e quindi la stanza dei bottoni di quel successo.

Non li definisco "gli sfigati per eccellenza" come altri. Per me sono poveracci del tutto ignari di essere posseduti dal demone sovreccitato dell'onnipotenza. Altri li chiamano "anime giovani". Io li vedo solo inconsapevoli strumenti, come gracili forme spettarli che danzano scomposte alla musica di qualcosa di immensamente più grande e potente di loro. Dal mio miserabile punto di vista, riesco a provare per loro più una profonda pena che rabbia. Per ciò li osservo da lontano e muto. Non commento e non approvo allo stesso tempo. Ma accetto che si manifestino.

Prima di chiudere questo "augurio" di Buona Pasqua, vorrei rompere l'Uovo di Cioccolato (virtuale) con voi e guardare la sorpresa. Tutti i bimbi vogliono la sorpresa ma poi alla fine è l'Uovo di Cioccolato il vero regalo. Meglio quindi che sia cioccolato buono. La mia sorpresa è proprio il video dello Youtuber che ho citato. Una sorpresa che parla del virus cercando disperatamente di dimostrare che non è un arma biologica, etichettando pedissequamente come "bimbo minchia" chi la pensa in modo contrario e cercando di sbufalare tutto quello che si dice contro il messaggio "rassicurante" ufficiale: il virus è di origine naturale e proviene dai pipistrelli perché ha fatto il salto di specie. Bene, quindi parcheggiamo per sempre l'idea che questo virus non sia un arma batteriologica fatta in laboratorio? Si, ci conferma il nostro soldato, perché è stato dimostrato studiando le sequenze del DNA del virus.

Peccato che noi siamo in guerra e anche se fosse vero quello che dice questo Youtuber che di biologia ne sa certamente quanto i miei trisavoli di informatica, rimane totalmente incoerente con tutto il resto. Come lo sarebbe vedere in pieno incontro di Boxe i due sfidanti fare sesso sul ring: non è impossibile, ma anche accadesse non significa che da quel momento in poi "fare Boxe" debba cambiare significato per tutti noi.

O no?


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